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Generalmente sono molto infastidito da quelle opere che presentano quello che personalmente chiamo l' "effetto SAO" (così denominato perché il mio primo caso è stato proprio con "Sword Art Online"). Questa problematica consiste nel produrre un anime che si scinde in due parti: una di pessima fattura e una di buona/ottima fattura. In "Shinsekai Yori" la cosa mi ha fatto perdere ancora di più le staffe, dal momento che ci troviamo dinnanzi a un opera addirittura tripartita in tre parti che sembrano essere state sceneggiate da tre persone diverse!

L'anime in venticinque episodi narra le vicende di un gruppo di ragazzi. La storia prende luogo in un fantascientifico futuro in cui gli esseri umani hanno acquisto poteri psichici e vivono in comunità tecnologicamente estremamente arretrate. Pare che dietro all'apparenza di tranquillità e quiete che permea il villaggio ci sia in realtà un lato profondamente oscuro che la società tenta malamente di celare. Saki, la nostra protagonista, e il suo gruppo di amici si troveranno a fronteggiare le dure leggi nascoste dietro alla realtà, volenti o nolenti.
L'anime, come già detto, è tripartito: ogni parte rappresenta un arco narrativo che a modo suo si chiude. Nel corso delle tre saghe la protagonista sarà prima una Saki bambina, poi adolescente e infine adulta.
L'anime parte con l'intenzione di essere una storia tesa e dai tratti oscuri, quasi horror, ma con protagonisti dei bambini. Inizialmente il tutto viene ben gestito, per poi arenarsi in una sequela di scene dalla discutibile utilità, messe lì solo perché d’effetto. Quando poi verremo catapultati nella saga adolescenziale verremo doppiamente sconvolti: se la trama pare perdere gran parte del suo gusto tenebroso, anche la grafica pare esserne uscita distrutta: tra l'episodio 8 e 9 tocchiamo dei livelli grafici quasi ridicoli rispetto ai primi episodi! Fortunatamente il tutto si riprende ben presto e la trama inizia a scorrere e ad avvincere. Sul finale veniamo poi catapultati nella maturità dei protagonisti in una storia ricca di colpi di scena e atmosfere inquietanti che sfocia in una questione etica estremamente coinvolgente.

Una cosa che mi ha lasciato ampiamente stupito è che l'evoluzione a livello qualitativo non pare essere così intenzionale, ma anzi sembra che nel corso della storia gli autori abbiano scelto di optare per un cambio di rotta sia nelle atmosfere che nel messaggio rivolto allo spettatore.

Attenzione: il seguente paragrafo contiene spoiler

(Se all'inizio sembra che ci addentreremo nell'oscurità della società, poi invece il fulcro della trama sembra diventare la scomparsa di Shun, per poi ancora cambiare perno e concentrarsi sulla guerra contro i mostroratti)

Fine parte contenente spoiler

L'opera è quindi estremamente difficile da valutare: preferisco adoperare lo stesso metodo utilizzato con "Sword Art Online" (fare la media dei voti alle singole "saghe"), in quanto non mi pare che il tutto sia un continuo crescere della trama, ma un raffazzonato tentativo di salvare il salvabile che è riuscito perfettamente. Seguono quindi tre mini-recensioni.
La saga della fanciullezza è caratterizzata da un ottimo incipit: esso viene poi disperso per mostrarci le avventure dei protagonisti illustrando i rapporti tra di loro e introducendo le prime "verità". Se la prima parte è quantomeno interessante, la seconda lascia ampiamente a desiderare. Dalla comparsa di Raijin in poi il tutto si riduce ad un'accozzaglia di eventi al sol fine di introdurre i Mostroratti/Bakenezumi. Voto: 5.5
La saga dell'adolescenza parte davvero male: tra coppie nonsense veramente buttate lì a caso ed eventi davvero poco legati con gli episodi precedenti, sono stato tentatissimo al drop. Resistendo però si inizia una seconda parte di narrazione molto più coinvolgente che non cattura lo spettatore, ma quantomeno lo convince. Voto: 7.5
L'ultima saga della maturità è sicuramente una spanna sopra le altre due: le ambientazioni si fanno cupe e macabre, la tensione sale a mille e, fino all'ultimo, si sta col fiato sospeso in attesa che accada un miracolo per salvare la situazione. Purtroppo le basi per l'introspezione dei personaggi vanno un po' a farsi benedire: se Maria viene praticamente solo mitizzata, Satoru viene definitivamente rilegato al ruolo di personaggio spalla che aiuta sempre e comunque Saki. A fare la migliore figura sono la nonna di Satoru e Kiromaru, nonché, ovviamente Yakomaru. La storia non è solamente molto coinvolgente, ma pone fondamentali questioni etiche sul diverso e sul giusto. Se solo "Shinsekai Yori" fosse stata una serie da dodici episodi forse tutto sarebbe andato molto meglio. Voto: 9,5

Le musiche fanno il loro lavoro ottimamente e, a quanto pare, sono l'unico aspetto di quest'opera che riesce a rimanere costante nel corso dello svolgimento. Il doppiaggio è di buon livello (ormai è veramente raro trovare produzioni con un dubbing scarso).

Arrotondando per eccesso il voto al solo fine di non rovinare l'ottima media, finisco col consigliare la visione di questo anime solo a coloro che hanno il "coraggio" di affrontare una lunga visione di episodi tra il mediocre e il sufficiente, per poi poter saggiare una vera perla dell'animazione.