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10.0/10
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Ovvero: come ti sforno un capolavoro pur non sapendo disegnare in maniera decente.

Vi sono opere che nonostante le apparenze ti entrano nel cuore, colpendo le corde più intime dell'animo facendoti riflettere su argomenti profondi e delicati come la vita e la morte, ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. "Elfen Lied" è tutto ciò. Nonostante il tratto chiaramente hentai dell'autore, "Elfen Lied" è un manga che incentra le proprie vicende su temi strazianti come l'emarginazione, la violenza, la discriminazione e la rassegnazione dinanzi ad un destino impietoso e spietato.

Il pretesto sono i diclonius, vittime e carnefici allo stesso tempo del genere umano. Considerati come un'anomalia genetica, i diclonius sono ragazze nate con protuberanze ossee all'altezza delle tempie (esteticamente ricordano Chii di Chobits - e cronologicamente ci troviamo pure visto che l'uscita è postuma all'opera delle CLAMP) che altro non sono che la sorgente dei vettori, manifestazione fisica degli innati poteri telecinetici appartenenti a tali soggetti. Ma come ogni passo successivo dell'evoluzione che si rispetti, i diclonius hanno l'istinto primordiale di sostituire i propri predecessori attraverso lo sterminio degli stessi.

La storia ruota attorno a Lucy, l'unica diclonius fertile esistente sul pianeta, e Kouta, un ragazzo il cui destino è legato a quello della protagonista in maniera indissolubile e straziante. Durante la sua fuga dal centro di detenzione in cui era imprigionata, Lucy viene colpita da un proiettile di un cecchino perdendo la memoria e la capacità di parlare in maniera corretta (l'unica parola che riuscirà a pronunciare è "nyu"). Rinvenuta su di una spiaggia da Kouta, assieme alla cugina Yuka, la giovane verrà accolta dai due ragazzi che, vendendola in quelle condizioni, decidono di non lasciarla sola. Nel frattempo Kurama, il direttore del centro di ricerche sui diclonius, manda alcune squadre speciali alla ricerca di Lucy. Fra momenti di lucidità, bagni di sangue, sadismo e personaggi che in un modo o nell'altro sono alterati da forti traumi, le vite dei protagonisti verranno segnate in maniera indissolubile da un vortice di violenza ed efferatezza che non lascia spazio alla speranza.

Lynn Okamoto propone nell'arco dei 12 volumi usciti, una storia crudele fatta di persone capaci di gesti disumani (Kurama e gli scienziati del centro di ricerca), altre profondamente deviate le cui urla di dolore e sofferenza altro non sono che il desiderio disperato di essere accettate ed amate per ciò che sono. Un ritratto impietoso del genere umano capace di mostrare, anche con eccessi inverosimili, quel lato oscuro dell'esistenza che ci sforziamo di non vedere per andare avanti nelle nostre vite.

Unica pecca di quest'opera è proprio la veste grafica, decisamente dilettantistica (vi sono errori grossolani che palesano una certa mancanza di studi da parte di Okamoto), nonostante la storia sopperisca abbondantemente a tale mancanza. Ed è appunto questo modo travolgente di raccontare queste strazianti vicende la vera forza di "Elfen Lied", quella marcia in più capace di far leggere tutte le tavole esistenti in maniera vorace ed ingorda (e se vogliamo essere pignoli c'è anche una certa delusione arrivati alle ultime pagine dell'opera tanto è il trasporto che genera la lettura).
Un'opera unica nel suo genere, sia per profondità che per temi trattati. Gemma preziosa.