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L'amore può manifestarsi sotto molteplici forme, da quelle più superficiali e classiche, ad altre, invece, radicali e palesemente esagerate. Il focus delle sue espressioni dovrebbe essere solo uno, quantomeno a livello teorico: l'appartenenza e la protezione al/del proprio partner.

Tuttavia bisogna ammettere che il nostro belloccio, Kyōya, non sappia minimamente cosa significhi amare e preoccuparsi per il prossimo; in effetti, sfrutta la propria bellezza e maschera il suo carattere scontroso e indifferente, pur di riuscire a catturare le attenzioni delle sue coetanee. Tale indifferenza deriva da un particolare episodio accaduto al ragazzo durante la sua infanzia, il quale l'ha traumatizzato al tal punto da odiare qualsiasi manifestazione o espressione d'amore esistente sulla faccia della Terra, seppur lui sia convinto di stare bene e non avere alcun tipo di problema. A sconvolgere la vita del giovane belloccio è la protagonista, Erika, la quale per uno stupido malinteso (mente sull'identità del suo ragazzo per amicarsi alcune sue compagne di classe) ha la fortuna/sfortuna di entrare in relazione con Kyōya. La ragazza comprende fin da subito che tutta quella gentilezza e premura esteriore non sono altro che una terribile menzogna, tuttavia, sia perché oramai intrappolata dalla situazione venutasi a creare, sia perché, diciamocelo, un po' le piace, decide di lanciarsi a bomba nella relazione fittizia.

Personalmente non mi sento di giudicare attraverso una semplice recensione quello che è fuoriuscito dal loro rapporto, in quanto, se dovessimo metterla sul piano oggettivo, qualunque essere umano con un minimo di cervello considererebbe il biondino come un emerito str**** ed Erika come la ragazza più ingenua e masochista del mondo; invece, ponendo la situazione sotto una prospettiva soggettiva, le carte in tavola potrebbero cambiare drasticamente, in quanto è la via che ha deciso di percorrere Erika. Quante volte, durante il corso degli episodi, si è potuto constatare la riluttanza della sua migliore amica, Ayumi, verso la coerenza e verso la stabilità della loro relazione, quante volte Erika è stata definita masochista, quante volte Erika ha sofferto e quante altre volte Erika è scoppiata in lacrime dal dolore? Di fronte a una simile perseveranza qualsiasi individuo resterebbe allibito o a bocca aperta, tuttavia la nostra tenace protagonista non si è arresa ai quei difficili ostacoli che si pongono tra lei e Kyōya.

Fondamentalmente questo aspetto può essere definito come il dilemma esistenziale, la famosa domanda da un milione di dollari della storia, la quale sembra avere anche una sorta di risposta nel corso di questa prima stagione, ma incompleta, poiché esiste una buona parte del manga che ancora non è stata adattata, e di conseguenza lo spettatore è costretto a leggere il manga per rispondere in maniera definitiva a tale interrogativo. Ovviamente non indagheremo su questioni non attinenti all'anime e riguardanti il manga, ma onestamente questo è proprio il sentimento che mi ha lasciato l'opera: incompletezza dal punto di vista narrativo. Oltretutto bisogna precisare che solo le premesse iniziali, a primo impatto, possono sembrare interessanti, in quanto tutto il resto è un lungo cliché prevedibile e scontato che, bene o male, ci saremo aspettati un po' tutti. Addirittura anche l'evento traumatizzante riguardante Kyōya, il quale rappresenta la chiave per interpretare e comprendere i suoi atteggiamenti e comportamenti, nel finale viene banalizzato in una maniera davvero inaspettata.

Ritengo che il comparto grafico non rimarrà negli annali: il character design dei ragazzi è un tantino riciclato su quasi tutti i ragazzi, tralasciando giusto qualche piccolo dettaglio, la fisionomia di Erika troppo banale e infantile, con quegli occhioni giganteschi marroni un altro po' da bambina delle scuole elementari... siamo seri? Le OST e la colonna sonora sono perfette per il tipo di anime a cui ha assistito lo spettatore e nulla da dire sul doppiaggio giapponese... purtroppo solo a fine visione ho scoperto che è stato doppiato anche in italiano!

In conclusione, ci si poteva sicuramente aspettare qualcosina in più dalle premesse iniziali, se poi dobbiamo prendere in considerazione che i produttori hanno realizzato un tredicesimo episodio il quale funge da riassuntone generale della stagione... utilizzarlo per approfondire qualche vicenda e non rendere il tutto troppo velocizzato nel finale, no? Sui personaggi l'autore ha realizzato davvero un ottimo lavoro, precisione ed efficacia sono strumenti molto importanti soprattutto quando le stagioni sono brevi e sorge la necessità di restringere gli archi narrativi. Di conseguenza diviene difficile riuscire a familiarizzare con quasi tutti i personaggi e a comprendere la loro caratterizzazione narrativa e psicologica.
Come ogni tanto mi capita di scrivere nelle mie recensioni, vi lascio con un interrogativo: "Può essere considerato "Amore" quello tra Kyōya ed Erika, vale la pena soffrire e patire tutto quel dolore per la persona che si ama veramente?" A voi la risposta!
Il mio voto finale è 7.