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Il primo isekai che vidi fu "Sword Art Online", da qui conobbi "Re:ZERO -Starting Life in Another World-"; infatti se ne parla come l'isekai per eccellenza, vince numerosi premi su questo sito ed è campione di incassi.

Scrivo subito gli aspetti che difendono tale fama.
I primi episodi sono subito densi di accadimenti, apparentemente superficiali ma poi necessari a seguire il filo della narrazione, reso contorto dai numerosi balzi temporali. Inoltre, se siamo bravi a ricordare tutti i piccoli dettagli, si prova più e più volte quella sensazione di deja-vù che è già insita negli episodi e che aspetta solo di essere rivelata.
Il protagonista, per qualche strano motivo, viene catapultato in un mondo parallelo, di ispirazione fantasy, dove non può morire. Vive però in un mondo dove il pericolo è dietro l'angolo e dove, per la sua impreparazione, troverà la morte più e più volte, e altrettante volte tornerà al check-point precedente. Questo concede alla trama numerosi benefici, si vorrà capire come farà il protagonista ad aggirare l'ostacolo, a salvare quel personaggio in pericolo, a conseguire una certa commessa; inoltre, lo spettatore proverà un senso di ansia per il futuro del protagonista, che sa essere debole; ancora, il protagonista, per veder morire sé stesso e alcuni suoi amici, subirà al risveglio dei gravi colpi psicologici, una psiche che va a formarsi e a mutare ad ogni re-born e che viene ben raccontata.
Un altro importante lato positivo è la parte tecnica, in particolare la grafica. Colori densi, brillanti, fantasticamente realistici. Ho già detto che il viaggio interiore di Subaru (il protagonista) viene ben raccontato e devo aggiungere che la regia (di un grande nome come Masaharu Watanabe) in generale è ottima: riesce a regalare emozioni, raccontare sentimenti, cattura l'invisibile. Insomma, un degno prodotto della White Fox, madre di "Steins;Gate", il mio anime preferito. A proposito, tutti questi re-born sono un po' scopiazzati dal fratello maggiore, ma chiudiamo un occhio.

Di lato negativo invece ne vedo solo uno, ma non è da poco: tutto quanto ho raccontato finora è vero solo fino ai primissimi episodi (sette-otto, diciamo), poi si incontra un calando di emozioni, nostre e dei personaggi, a cui segue una sceneggiatura sempre peggiore fino a toccare il ridicolo, e ancora una regia sempre più scontata, delle situazioni sempre più frivole... fino a quando ho deciso persino di non vedere più l'anime. Questa penso sia la cosa più grave in assoluto, perché un anime, anche non eccellente, se riesce a destare curiosità nello spettatore fino alla fine della serie, si può dire che ha vinto. Poi magari il giudizio sarà negativo, ma almeno è riuscita a trasmettere tutto quello che voleva dire. Se invece un anime, pur buono, induce il pubblico a una precoce rinuncia, fallisce miseramente; questa è la mia giustificazione al voto insufficiente.

Per tornare alla testata della recensione, dico un'ultima cosa: non può essere questo l'isekai per eccellenza, a questo punto trovo molto meglio "Sword Art Online", seppur con tutti i suoi difetti.

In ogni caso consiglio di vedere questo anime, almeno fino a dove si riesce a vedere.