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8.0/10
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"Mazinkaiser" è una mini-serie OAV di genere mecha composta da sette episodi, rilasciati tra il 25 settembre 2001 e il 25 settembre 2002, prodotta dallo studio Brain's Base in collaborazione con Dynamic Planning e Bandai Visual.
Basata su un soggetto di Go Nagai, questa serie attinge dalle precedenti produzioni del maestro su "Mazinger Z" e i suoi seguiti, non prendendo in considerazione, però, gli eventi di "Ufo Robot Goldrake".
Ciononostante, l'anime in questione non può essere considerato un "seguito alternativo" di "Mazinga Z" e de "Il Grande Mazinga", andandosi a sostituire agli eventi di "Grendizer", bensì si svolge in una continuity tutta sua.

La trama segue le vicende dell'ormai famosissimo nel franchise pilota di Mazinga Z, Koji Kabuto, il quale si ritroverà ai comandi del Mazinkaiser dopo che sarà separato dallo Z - insieme al suo Hover Pilder - in una battaglia contro le Bestie Meccaniche del Dr. Hell, venendo a conoscenza del potente robot fino ad allora sconosciuto e tenuto nascosto in un laboratorio, costruito proprio dal nonno Juzo (ideatore e progettatore dello Z e del Great).

Sebbene non rivoluzioni assolutamente quel canovaccio narrativo episodico - che è stato tanto presente nelle opere mecha più datate - riesce perfettamente a svecchiarlo e a toglierne quel senso di ripetitività, dando come risultato un buon punto d'incontro sia al nostalgico, già navigato nelle produzioni robotiche, che al neofita, il quale si approccia al genere per la prima volta.
In particolare, per un fan del manga originale di "Mazinga Z" (serializzato inizialmente su Shonen Jump di Shueisha, poi trasferitosi per problemi con la casa editrice su TV Magazine di Kodansha) questa mini-serie sarà una piacevolissima sorpresa, proprio perché ne trae tematiche ed eventi, lasciandone imparziale l'irrequieto spirito "nagaiano": un protagonista sventato ma positivo, momenti d'azione impetuosi misti a scene gore e gag slapstick a sfondo erotico.

La stessa caratterizzazione e interazione e lo stesso design che i personaggi hanno sono identici a quello del fumetto, sia nei lineamenti nella loro totalità, che nel tratto sporco o nei contorni, decisi e consistenti.
Inalterato è perfino il mecha design, il quale, a differenza degli adattamenti animati classici prodotti dalla Toei (in cui fin dall'inizio furono "addolcite" le forme più grottesche dei robot protagonisti), presenta i giganti di ferro nelle loro forme pensate originariamente.
Il Mazinga Z è più snello, dagli arti aventi colorazione nera e dal Pilder bianco, l'Afrodite Alfa più gracile e dalla testa maggiormente ampia, il Boss Robot dalle braccia e dalle gambe più sottili, e addirittura compare l'originale Venus Alfa, con cui Sayaka sostituirà l'Afrodite (nella serie animata del '72 sostituita, invece, dal Dianan Alfa).
Allo stesso tempo, ad accostarsi al "vecchio" design dei robot sopracitati vi sarà quello nuovo e "fresco" del vero mecha protagonista, l'imponente Mazinkaiser, dapprincipio creato per il videogioco "Super Robot Wars F Final"; dal design maestoso ma tagliente, il quale lo inclina ad un aspetto più demoniaco se confrontato ai Mazinger predecessori, il robottone in Super Lega New Z Alpha riuscirà a mettere in cattiva luce, nei primi atti, perfino l'impavido Tetsuya Tsurugi e il suo Grande Mazinga (i quali avranno comunque modo di dimostrare il proprio valore alla fine della serie), cavalcando il leitmotiv del poter scegliere se essere un dio o un demone pilotandolo - tema originale di "Mazinga Z" -, ma letteralmente ricalcandolo, cioè dando al pilota la capacità di "superare il potere di un dio e annientare quello di un demone".
Peculiare è anche la grande quantità di scene in cui litri e litri d’olio sgorgano a fiumi dagli automi, come se fossero sangue, dando ai super robot in questione una caratteristica che oltrepassa i limiti imposti dalla loro artificialità.

Il discorso sulla fedeltà viene applicato tale e quale altresì ai nemici e agli automi da loro comandanti.
Il Dr. Hell possiede quella cattiveria spietata e stereotipata classica, solita per un nemico ritornato in auge direttamente dagli anni '70; il Barone Ashura mantiene quel lato sadico e di sottomissione voluta nei confronti del suo superiore, "sfruttando al meglio" la sua natura ermafrodita in una scena esattamente uguale a quella del manga originale da cui è presa, muovendo una sensazione tanto bizzarra quanto scontata.
Le Bestie Meccaniche sapranno inscenare dei bei combattimenti contro i nostri e, così come per il Mazinkaiser, anche per loro la "novità" farà il suo corso, riservando sorprese per lo spettatore.

Per quanto riguarda il lato tecnico, la serie risulta essere un vero piacere per gli occhi.
La regia di Masahiko Murata è dinamica non solo nei combattimenti (tanto cinematografici e grandiosi, da riuscire a sfruttare appieno la "solennità" del Mazinkaiser), ma persino in normalissime scene in cui sono gli umani a fare l'azione o la vivacità da padrone.
Le animazioni di Brain's Base accompagnano il tutto perfettamente, dando una visuale dai colori accessi e dai persistenti effetti di luce, che ne conferiscono, come risultato, uno stile prettamente anni '90.

Superbe anche le OST realizzate dalla band Jam Project, tra cui si contraddistinguono "Fellow" e il tema di "Mazinkaiser", o ancora l'opening "Fire Wars", cantata dal talentuoso Hironobu Kageyama.

Pensieri finali: "Mazinkaiser" si è rivelato una godibilissima serie di OAV, tanto semplice (e ingenua) nell'idea quanto d'effetto e divertente nel risultato, riuscendo a rappresentare immutata - ma su schermo - l'essenza delle opere realizzate dal pennino di Go Nagai, fino ad allora sempre rimossa a favore di versioni più edulcorate.
Ne consiglio la visione a chi vuole approcciarsi a un leggero ma molto ben realizzato anime robotico, consigliando, però, a chi volesse goderselo e gustarselo appieno, di scoprirlo solo dopo essersi fatto una infarinatura generale sui media dei Mazinga, passando per le controparti a fumetti o per le serie animate originali in base al proprio gusto.

Voto finale: 8+