Recensione
Astro Boy
8.0/10
Premetto che vado a recensire i due volumetti usciti nel 1997 per la Comic Art che sono una selezione di racconti arrivata in Europa (in Francia) dalla Glenat, infatti anche dopo il fallimento della Granata Press (legata all’americana Viz) non tutti gli editori immediatamente acquistano all’epoca materiale direttamente dal Giappone anche se il mercato italiano va in quella direzione.
Chiaramente due volumi non sono nemmeno un decimo della serie originale ma si può in questo modo scegliere i migliori episodi autoconclusivi.
Alcuni di questi episodi sono (secondo me) leggermente rimaneggiati, come quelli in cui compare Tezuka stesso che spiega qualcosa di Astro Boy o il fatto che mancano alcune pagine perché non si è riuscii a trovarle tutte.
Nel primo volume c’è la postfazione di Fabrizio Francato con informazioni che ormai sono acquisite sull’autore e sull’opera, in entrambi i volumi c’è l’avvertenza che ci possono essere caricature o immagini parodistiche di altri popoli.
Nelle storie raccolte si parla di razzismo, bullismo e ambientalismo.
Mi dispiace un po’ che nei volumi Atom viene chiamato all’occidentale Astro Boy, ma su ciò posso sorvolare.
Smentisco che Atom sia il genitore del genere robotico in quanto l’esordio di questo genere è del 1934 (17 anni prima della nascita dell’eroe tezukiano) con Tank Tankuro di Gajo Sakamoto. Altri manga di altri autori seguiranno: Jinzoo Ningen, Yukai no tetsu kojo, Kairobotto per arrivare a Metropolis (1949) dello stesso Tezuka il quale prende spunto dal famoso film del 1926 di Friz Langer.
Il successo di questo manga lo convince a continuare a scrivere di eroi meccanici: siamo ormai nel 1951 e nasce Tesuwam Atom (Atom dal braccio di ferro), un robottino che incarna tutti gli ideali dei bambini giapponesi dell’epoca. Che è piccolo come loro, che ha l’aspetto di un normale bambino ma al tempo stesso è potentissimo.
Le sue avventure escono sulla rivista Shonen della Kobunsha e narrano di un robottino dalle sembianze umane, costruito dal dottor Tenma per sostituirne il figlio Tobio morto in un incidente stradale.
Essendo il ministro della scienza ottiene l’aiuto di tutti i migliori scienziati del Giappone ma nonostante ciò non può fare a meno di pensare che la sua creatura in fondo è solo un automa che non può sostituire la sua amata progenie.
Atom viene venduto ad un circo fino a quando notato dal dottor Ochinomizu viene riscattato.
Atom però vuole una sua famiglia e il dottore gli fabbrica dei genitori e un fratellino, se ricordo bene la serie tv anche una sorellina.
Da notare che fra le ispirazioni di Astro boy c’è anche il Pinocchio del nostro Collodi.
Finalmente è arrivata la serie integrale grazie a Jpop pubblicata a partire dal 2024 ma se per questa raccolta posso dare un voto pari a 8 la versione integrale risente di tutti i difetti che non si sentono in una selezione. Lungaggini, episodi simili, episodi poco riusciti… per questo suggerisco di avvicinarsi a Tetsuwan Atom con la selezione Comic Art o quella Panini che, di seconda mano, si possono trovare a prezzi abbordabili.
Chiaramente due volumi non sono nemmeno un decimo della serie originale ma si può in questo modo scegliere i migliori episodi autoconclusivi.
Alcuni di questi episodi sono (secondo me) leggermente rimaneggiati, come quelli in cui compare Tezuka stesso che spiega qualcosa di Astro Boy o il fatto che mancano alcune pagine perché non si è riuscii a trovarle tutte.
Nel primo volume c’è la postfazione di Fabrizio Francato con informazioni che ormai sono acquisite sull’autore e sull’opera, in entrambi i volumi c’è l’avvertenza che ci possono essere caricature o immagini parodistiche di altri popoli.
Nelle storie raccolte si parla di razzismo, bullismo e ambientalismo.
Mi dispiace un po’ che nei volumi Atom viene chiamato all’occidentale Astro Boy, ma su ciò posso sorvolare.
Smentisco che Atom sia il genitore del genere robotico in quanto l’esordio di questo genere è del 1934 (17 anni prima della nascita dell’eroe tezukiano) con Tank Tankuro di Gajo Sakamoto. Altri manga di altri autori seguiranno: Jinzoo Ningen, Yukai no tetsu kojo, Kairobotto per arrivare a Metropolis (1949) dello stesso Tezuka il quale prende spunto dal famoso film del 1926 di Friz Langer.
Il successo di questo manga lo convince a continuare a scrivere di eroi meccanici: siamo ormai nel 1951 e nasce Tesuwam Atom (Atom dal braccio di ferro), un robottino che incarna tutti gli ideali dei bambini giapponesi dell’epoca. Che è piccolo come loro, che ha l’aspetto di un normale bambino ma al tempo stesso è potentissimo.
Le sue avventure escono sulla rivista Shonen della Kobunsha e narrano di un robottino dalle sembianze umane, costruito dal dottor Tenma per sostituirne il figlio Tobio morto in un incidente stradale.
Essendo il ministro della scienza ottiene l’aiuto di tutti i migliori scienziati del Giappone ma nonostante ciò non può fare a meno di pensare che la sua creatura in fondo è solo un automa che non può sostituire la sua amata progenie.
Atom viene venduto ad un circo fino a quando notato dal dottor Ochinomizu viene riscattato.
Atom però vuole una sua famiglia e il dottore gli fabbrica dei genitori e un fratellino, se ricordo bene la serie tv anche una sorellina.
Da notare che fra le ispirazioni di Astro boy c’è anche il Pinocchio del nostro Collodi.
Finalmente è arrivata la serie integrale grazie a Jpop pubblicata a partire dal 2024 ma se per questa raccolta posso dare un voto pari a 8 la versione integrale risente di tutti i difetti che non si sentono in una selezione. Lungaggini, episodi simili, episodi poco riusciti… per questo suggerisco di avvicinarsi a Tetsuwan Atom con la selezione Comic Art o quella Panini che, di seconda mano, si possono trovare a prezzi abbordabili.
News