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8.5/10
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Da amante delle opere del maestro Hojo e da fan delle gatte, non potevo lasciarmi sfuggire questa sorta di sequel "what if" di «Cat's Eye» (come fu «Angel Heart» per «City Hunter»). Ambientato due anni dopo le vicende dell'opera originale, in un probabilmente futuro alternativo, ci ritroviamo le gatte che hanno cessato la loro attività ma Ai (adesso 23enne, anche se canonicamente avrebbe dovuto avere 20 anni) sente di avere ancora qualcosa da dire e decide di rivestire i panni di gatta ancora una volta ma quasi come una vigilante.

Partendo già dal nome di quest'opera, ho trovato veramente carino il gioco di parole che hanno voluto fare tra l'assonanza di Eye ed Ai e del loro significato.

La storia ha cominciato a incuriosirmi già dalle prime battute e man mano che si andava a sviluppare, nella sua semplicità, la trovavo sempre più interessante. Quindi sinceramente non ho ben capito la critica e l'enorme astio che ha ricevuto come opera. Sicuramente inferiore all'originale ormai cult, ma essendo più moderna non si perde in capitoli ripetitivi o riempitivi, andando a togliere quindi il difetto che aveva l'originale. Inoltre come già accennato, il fatto che questa volta vediamo Ai, la sorella minore delle tre, come protagonista, che ormai frequenta l'università, l'ho trovata sinceramente una ventata di aria fresca, discostandosi dai soliti schemi, essendo lei una persona più impulsiva e onesta, che agisce senza mai prima riflettere sulle conseguenze. Cosa che comunque porterà pian piano a una sua maturazione.

Riguardo il cast dei personaggi ovviamente è sempre composto dalle tre belle sorelle Kisugi, anche se adesso Rui e Hitomi ricoprono un ruolo più secondario. Rivediamo inoltre altri volti noti, come Nagaishi, che in passato ha sempre supportato le sorelle nei loro piani, questa volta come comparsa per i casi più particolari e pericolosi, anche se a causa del nuovo stile di disegno non l'avevo assolutamente riconosciuto, essendo soprattutto più magro in volto e forse anche ringiovanito, ed essendo passati due anni la cosa stona leggermente. Stessa cosa è successa con Kamiya, il fantomatico Topastra, che questa volta ha la sua importanza come personaggio, lo rivediamo biondo, ormai un famoso reporter e sarà che ormai si tratta meglio, sembra anche lui ringiovanito. L'Asatani è quella che mi ha stupito di più, è diventata proprio una bella donna in gamba (ricordando molto Saeko di «City Hunter»), mi piace il suo carattere e come ormai consideri le gatte come vecchie amiche. Ma la cosa che mi ha sconvolto di più e di cui non riesco a capacitarmi è senza dubbio la mancanza di un personaggio che aveva una certa importanza nell'opera originale, ovvero Toshio. Capisco che non essendo un sequel veramente diretto ha le sue differenze con l'originale ed era difficile rivedere tutti i vecchi volti, ma se usiamo com'è giusto che sia come base l'originale e consideriamo che sono passati due anni da quando le gatte hanno recuperato tutti i quadri di Heinz e hanno cessato la loro attività, com'è possibile che il ragazzo, quasi marito di Hitomi, sia totalmente assente? È come se volessero farci intuire che lui e Hitomi si siano lasciati (cosa alquanto improbabile) o che addirittura lui non sia mai esistito e sia sempre stata l'Asatani la loro rivale. Ovviamente non dico che fosse necessario mostrarlo, ma lo avrei almeno citato una singola volta, giusto per far capire che è vivo ed esiste e che continua a essere nella vita di Hitomi anche se noi non lo vediamo, visto che comunque durante la storia viene citato che forse sarà Ai la prima ad avere un figlio e non Hitomi. Quindi il fatto che sia stato completamente cancellato mi ha non poco rattristito. Ovviamente mancano anche altri poliziotti e personaggi del vecchio cast, ma loro non c'era la minima necessità di inserirli o citarli.

Riguardo invece due nuovi personaggi inseriti li ho particolarmente apprezzati. Abbiamo Narumi, co-protagonista della serie, che fa il giornalista ed è un gran fan delle gatte. Frequenta infatti spesso il caffé Cat's Eye dove incontrerà Ai e si instaurerà inizialmente un rapporto di amicizia. Se nell'originale avevamo come coppia Hitomi e Toshio, qui invece abbiamo Ai e Narumi. Anche se nell'originale Ai era presumibilmente innamorata di un suo compagno di scuola ma probabilmente era una cotta passeggera, visto che è totalmente scomparso. L'altro personaggio invece è Yui, sorella di Narumi, una gran pasticciona ma anche una bravissima ragazza, con cui Ai andrà subito d'accordo.

Parlando dei disegni, ammetto che la mancanza dello stile di Hojo si sente, però questo nuovo stile dato da Asai Shingo non mi è dispiaciuto affatto. È molto più giovanile e la cosa simpatica è che mi ricorda quello di Obata (Bakuman). Quindi mi ha fatto piacere poter rivedere le gatte sotto una veste più moderna e con delle tutine niente male.

Ammetto che man mano mi avvicinavo agli ultimi volumi, pian pian cresceva un'ansia dentro di me, vedendo la storia come proseguiva e che si era conclusa all'ottavo volume. Fortunatamente le mie ansie sono state dissipate una volta conclusa la lettura. Il finale l'ho trovato a suo modo figo e mi ha soddisfatto. Sono felice di vedere che siano riusciti a dargli una degna conclusione senza lasciare niente aperto, ma ho il dubbio che forse la serie sia stata axata, perché sarebbe sicuramente potuto durare qualche volume in più e far crescere maggiormente il rapporto d'amore tra Ai e Narumi. Ma comunque nel complesso è stata una serie di cui ho trovato piacevole la lettura e che mi ha fatto trascorrere dell'ottimo tempo.

Possiamo dire con certezza che le gatte hanno definitivamente appeso il costume al chiodo.