After God: prime impressioni sull'action shonen di un Giappone distopico

Nel corso dei decenni, l'immaginario distopico ha saputo assumere le sfumature più svariate all'interno dell'arcipelago nipponico, reinventandosi mondi per connotarli di futuri alternativi dai risvolti catastrofistici; si tratta di universi talora popolati di bizzarri mostri dalle fattezze gigantesche, come evocano alla mente i cosiddetti kaijū ('strani mostri') come Godzilla.
 

La proposta post-apocalittica della mangaka Sumi Eno, attraverso la sua opera di debutto in Italia After God, sembra afferire invece alle divinità e a quegli spiriti che la dimensione sacra shintoista definisce 'Kami', facendo assumere loro corporature sì mastodontiche, ma rivestendole al contempo di una bellezza e di un fascino ultraterreno. Decisamente ambigua è in verità la salvezza che i nuovi Kami propugnano, e il Giappone che si scopre durante la lettura del manga sembra spogliato di ogni serena reminiscenza collegata al divino.
Il lettore rinviene le caratteristiche dei Kami e la loro oscurità pian piano, addentrandosi tra le pagine del nuovo manga pubblicato da Dynit e disponibile dal 24 novembre 2023 nelle fumetterie, nelle librerie e negli store online specializzati.
 
Quando la giovane Waka Kamikura approda in una immaginaria Tokyo del futuro, trova una capitale deserta e alla deriva come l'intera nazione: alcune creature definite Kami hanno preso interamente possesso di vaste aree dell'arcipelago partendo dal nord verso sud. La popolazione è stata costretta a lasciare l'isola di Hokkaido e le regioni del Tohoku e del Kanto, divenute inospitali e pericolose; nella stessa Tokyo, i luoghi dove risiedono i Kami sono stati dichiarati "danger zone" e chiunque tenti di sbirciarvi all'interno non fa più ritorno.
  
Alla ricerca di una cara amica scomparsa, Waka non appare affatto intimorita dalla desolazione che la circonda, né dall'approccio che le fanno due persone sconosciute molto diverse tra loro, le quali celano entrambe diverse sfumature di mistero dietro le loro vestigia umane: Sachiyuki Tokinaga è un ricercatore che fa parte di un istituto situato nelle viscere della capitale, all'interno di edifici riconvertiti dalle infrastrutture del trasporto pubblico. L'uomo è dedito allo studio dei Kami per scovarne i punti deboli, e condurrà Waka nei laboratori di ricerca della struttura, dopo che la giovane uscirà miracolosamente indenne dal pesante scontro con Yon Uzuki, forzuta donna che le rivelerà dettagli inquietanti sulle colossali creature.
 
Grazie ai diversi elementi fantascientifici fusi con un discreto ritmo d'azione, una sottile vena horror-splatter, disegni finissimi e una buona caratterizzazione dei suoi personaggi, lo shonen manga edito in patria da Shogakukan sulla rivista Ura Sunday dal 2021 si presenta piuttosto scorrevole alla lettura; non manca di far emergere più di un interrogativo, invogliando a portare alla luce i tanti non detti che la presentazione dei vari personaggi anticipa o fa soltanto intuire, in conclusione al volume.

Sin dai primi capitoli la storia sa premere fortemente sul pedale dell'azione, pur senza privare il lettore di un adeguato inquadramento del contesto fantasy in cui i protagonisti si muovono. La percezione è quella di un mondo greve, cupo e smarrito, in cui la ricerca della salvezza personale e sociale pare sovrapporsi unicamente a un desiderio di morte.
Proprio per tale ragione, l'inserimento di una creatura che apporta alcune gag e un taglio di tanto in tanto slice-of-life, contribuisce a far virare il racconto verso un equilibrio sottilmente efficace.
 

La generale atmosfera decadente viene enfatizzata ulteriormente dagli sfondi sempre dettagliati, precisi ed estremamente realistici disegnati dalla Eno. Il suo stile grafico peculiare emerge con notevole impatto dalle tavole, capaci di restituire una rappresentazione realistica delle figure umane così come delle violente emozioni che deformano i loro volti.
Alcune illustrazioni su doppia pagina mostrano la mano piacevolmente sottile dell'autrice: qui si arriva a indugiare su volute, trine e decori, svolazzi di abiti e accessori e composizioni quasi artistiche che possono far ricordare addirittura l'estro massimo delle CLAMP, colto all'apice del loro capolavoro incompiuto X 1999.
 

Piuttosto interessante è anche la nota inserita all'interno del volume relativa al linguaggio immaginato per l'ambientazione del manga: il dialetto della prefettura di Saga diviene così protagonista, proprio mentre la storia stessa narra di un focus della popolazione giapponese nelle regioni più a sud del Giappone fino al Kyushu, per sfuggire all'invasione dei Kami.

Con cinque volumi all'attivo in Giappone, After God giunge nel nostro Paese in una versione di ampio formato 15 x 21 cm per 192 pagine proposte al consueto prezzo dell'editore a 12,90 euro; si tratta di un prezzo più alto della media per le opere a target shonen, e che pertanto potrebbe scoraggiarne l'acquisto da parte dei più, in un mercato ove le offerte alternative non mancano. Nello stesso tempo, le ampie dimensioni del volume danno modo di apprezzare il piacevole stile grafico dell'autrice, che sicuramente in un tankobon di formato standard sarebbero apparse piuttosto costrette e parzialmente sacrificate.
 

Il volume si presenta privo di pagine a colori, ben stampato su carta leggermente ruvida di color bianco sporco, dotata di una leggera trasparenza. Il tomo appare curato nella lavorazione, con la traduzione di Irene Cantoni, attento all'editing e al lettering che si differenzia su taluni personaggi; assenti i refusi, così come la sovraccoperta, là dove la copertina gioca invece con elementi lucidi su alcuni dettagli dell'evocativa illustrazione in toni di nero e blu.
  

 

 

 

 

 

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