Durante l'Anime New York City, George Wada, CEO di Production I.G. e presidente di WIT Studio, il produttore Hitoshi Ito e il regista Hiro Kaburagi, hanno rilasciato un'intervista ad Anime Corner.

Per capire meglio come i tre professionisti svolgono dei lavori così importanti, l'intervista si apre subito con il chiedere su cosa si concentrino maggiormente quando cercano nuovi progetti e come decidono se far crescere il numero di dipendenti di uno studio, e quindi assumere o mettere sotto contratto a progetto degli artisti a lavorare per lo studio stesso, oppure puntare ad una partnership con uno studio esterno e quindi esportare il lavoro: l'obbiettivo di queste pratiche, ovviamente, è la velocità di produzione degli episodi. Nel primo caso si avrà una spesa maggiore ma una velocità di produzione interna notevolmente aumentata, dall'altra una spesa minore ma un processo di produzione più mediato e macchinoso.
 
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"Noi non cerchiamo altri studi" ha dichiarato Wada. "Noi cerchiamo progetti. Poi, in base a cosa ci capita, a quanto è promettente, vediamo se produrlo con la massima priorità. Ad esempio Spy X Family ha una velocità d'animazione limitata. Per riuscire a realizzarlo avevamo bisogno di due studi. Quindi, in primis cerchiamo di fare l'anime basandoci sull'opera originale, poi iniziamo a pensare se abbia senso o no fare una partnership con un altro studio per velocizzare l'uscita dell'anime e completarlo con la massima qualità il prima possibile."

Un esempio è stato L'attacco dei giganti. WIT Studio ha gestito le prime tre stagioni mentre MAPPA si è occupata della quarta e dell'ultima stagione. Wada commenta come ha vissuto quella transizione.

"Sono molto contento per L'attacco dei giganti, è molto famoso. Spesso capita che nel momento di massima popolarità di un manga, uno studio non sia ancora pronto per far uscire l'anime: i tempi spesso non combaciano. Siamo riusciti a finire la serie perché MAPPA è entrato nei giochi. Sono contento che se ne siano occupati loro, sono uno studio stupendo."
 
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Nel caso de L'attacco dei Giganti, però, si è trattato di WIT Studio che ha passato il testimone a MAPPA, non è stata una vera e propria collaborazione formalizzata.
Però assieme ad Aniplex, CloverWorks e la casa editrice Shueisha, WIT Studio ha fondato una nuova compagnia chiamata JOEN, creata con l'obiettivo di produrre nuove serie animate unendo i talenti di più studi al posto di uno solo. Wada ha anticipato che presto ci saranno aggiornamenti in merito.

La domanda che segue è complessa, perché parte da un ragionamento ampio. Un video di un anime può diventare virale in una notte e generare milioni di fan dal nulla, com'è possibile sostenere il ritmo, combinando qualità, quantità e aspettative sempre più alte? Ultimamente l'animazione ha avuto un aumento di appassionati alla ricerca di titoli sempre nuovi e qualitativamente più appaganti. La richiesta è costante e necessita un continuo flusso di nuove uscite. Cosa pensano dunque i tre professionisti del futuro dell'industria dell'animazione? L'industria sarà in grado di reggere sul lungo periodo aspettative quantitative e qualitative? E per mantenere l'asticella della qualità tanto alta, dove si dovrebbe investire?

"Non credo che sia possibile andare avanti di questo passo." ha risposto Wada in maniera molto schietta. "L'importante è che il numero di appassionati di anime nel mondo continui ad aumentare: se i fan raggiungeranno una massa critica globale, probabilmente arriveranno finanziamenti maggiori per poter lavorare meglio alle opere, altrimenti non riusciranno a produrre titoli di qualità richiesta. In sostanza dipende tutto dal fattore di crescita dei fan." Per quanto riguarda gli investimenti, Wada non ha dubbi: si dovrebbe investire negli artisti. "I soldi andrebbero andrebbero tutti spesi per aumentare il numero di artisti e talenti a nostra disposizione".
 
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La risposta non stupisce, siccome ben sappiamo le condizioni degli animatori in Giappone. Le problematiche sono estremamente serie: salari da fame, turni di lavoro massacranti, produzione di progetti simultanei che sfiancano gli artisti e chi più ne ha più ne metta. Poi, il neo-fenomeno dell'assunzione di artisti freelance grazie al telelavoro ha frammentato ulteriormente l'industria, logorando un punto cardine dell'esperienza lavorativa in loco, cioè l'apprendistato, spesso erogato tramite uno stretto rapporto mentore-apprendista. Gli animatori veterani insegnavano il mestiere ai nuovi arrivati, mentre correntemente la vicinanza professionale è venuta meno.

Passando a note meno gravi, l'intervista prosegue con l'indagare i progetti sia di Production I.G. che WIT Studio.
Production I.G ha creato molti anime sportivi e Wada ha voluto precisare che vorrebbe realizzare un anime sul Go, il gioco tradizionale giapponese. "Non ce ne sono più stati a partire da Hikaru no Go, quindi mi piacerebbe farlo."

A parte gli sport, le storie dell'animazione giapponese si stanno addentrando nel rappresentare una pletora di realtà industriali e lavorative, come Komada Jōryūsho e Yōkoso e la serie di prossima uscita su Crunchyroll Bartender-Glass of God, che esplorano il mondo dell'alcol e dei baristi. Hitoshi Ito ha dato il suo punto di vista di produttore:
 
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"Sì, credo che ci sia un incremento della rappresentazione di lavori e industrie non legate al mondo degli anime. In Giappone l'animazione viene anche molto usata nei videoclip musicali. Penso che i creatori di anime siano sempre alla ricerca di nuovi contenuti da disegnare e animare. Stessa cosa per Great Pretender. Il progetto è partito, penso, mettendo insieme gente che voleva davvero usare l'animazione per raccontare quella storia." Poi continua: "Mi sembra che si stia guardando molto al di fuori dei confini dell'animazione prettamente giapponese, esempio a molte serie TV americane e live-action. Stiamo valutando sempre più l'idea di adattare quei franchise in anime. Production I.G sta attualmente lavorando ad un anime su Terminator."

L'industria dell'animazione giapponese, quindi, sta sicuramente guardando oltre i propri confini, sia per le storie che per la ricerca di nuovi talenti. Ma sono in primis i professionisti del settore ad ammettere che sia necessario investire sulla formazione di artisti in grado di produrre animazioni di qualità sempre, costantemente, eccelsa.

Fonte consultata:
Animecorner