Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata alle recensioni su anime e manga, realizzate degli utenti di AnimeClick.it.

Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.

L'appuntamento di oggi è totalmente "All about CLAMP" con recensioni selezionate per alcuni anime tratti a loro volta da alcuni dei molti manga realizzati dal famoso gruppo di mangaka al femminile.
Quanto ai titoli scelti: Chobits, Tsubasa Chronicle e Kobato.

E a seguire il secondo appuntamento con il sondaggione settimanale.

Per saperne di più continuate a leggere.


8.0/10
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Devo confessare (a mio demerito) che la mia prima impressione è stata molto, molto negativa. Una specie di incrocio tra Yūsaku Godai e Ataru Moroboshi trova nella spazzatura il feticcio otaku definitivo: una real doll seminuda con occhi enormi, orecchie vagamente animali - un must -, nessuna volontà e un’ingenuità da iper-minorenne; se la porta in camera e la attiva toccandola “lì”. Ossignùr. E allora che succede? La bella androide inizia a esprimersi a versetti zuccherosi e si mette a imitare i gesti del nuovo padrone. Che palle, mi sono detto, una storia già vista e per giunta condita di una dose insopportabile di melassa “kawaii”, alla quale sono allergico. Lo sfigato di turno si ritrova per le mani la solita disponibilissima aliena/dea/cosa sexy, evviva! Yawn.

Per fortuna ho resistito ancora una puntata o due, perché la storia decolla e si costruisce per piccoli tocchi molto delicati, in mezzopiano, sviluppandosi a poco a poco in modo tale che diventa impossibile non affezionarsi ai personaggi. Sempre in equilibrio sul filo ma senza mai cadere nello sdolcinato, Chii diventa una figura deliziosa e fresca, grazie anche alla splendida voce originale.
Qualcuno potrebbe obbiettare che Tokyo non è un paesotto dove tutti si conoscono e basta girare due isolati per avere sottomano tutti i bandoli della matassa, oppure che di amministratrici di condominio vedove perennemente impegnate a spazzare l’ingresso ne bastava già una, ma il tutto è talmente focalizzato sulla coppia di protagonisti che il resto è una mera quinta.

Il comparto grafico è quello che è, molto spartano e funzionale (a parte la caratterizzazione sempre azzeccata di Chii), tanto che a volte sembra di avere a che fare con un anime degli anni ottanta, ma alcune delle musiche sono molto belle, soprattutto nei passaggi “onirici” ispirati al libro misterioso.
La morale della favola ha qualcosa di perturbante, soprattutto per chi si aspettava un finale alla "Pinocchio/Sirenetta", ma tant’è: giapponesi sono e giapponesi resteranno - vedi anche l’accenno di sottotrama tecno-edipica verso la fine. Chobits è una parabola graziosa, tenera e accattivante, senza inutili sbavature “ecchi”. Sono proprio contento di averlo visto. Adesso bisognerà solo trovare un modo per levarsi dalla testa la vocina irresistibile di Chii che esclama “Hideki”…



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Devo ammettere con costernazione di trovarmi davanti alla peggiore trasposizione animata di un manga che abbia mai visto.
Peccato mortale, visto che si tratta di una delle migliori opere realizzate dalle CLAMP e sicuramente una delle storie più interessanti presenti sul mercato nipponico.
Dal punto di vista della trama si può criticare poco. Forse in certe scene manca l'intensità avvertibile nella versione cartacea, ma nulla di grave. La situazione peggiora quando, per "allungare il brodo", la produzione decide di inserire episodi non previsti nel manga: inutili e mal concepiti - mi riferisco alle puntate 16 e 26 -, spezzano senza motivo il ritmo narrativo. Ma anche in questo caso nulla di grave, visto che la trama riprende con il capitolo meglio riuscito, quello di Outo (ep. 17-25).

Veniamo alla vera magagna: la realizzazione tecnica è scandalosa. Solo due aspetti si salvano, un'animazione tutto sommato fluida e un certo gusto per la fotografia - alcuni effetti di luce sono degni di nota.
Tuttavia una serie di gravi difetti impedisce allo spettatore di potere apprezzare per bene la serie. Li vado a elencare:
- regia priva di fantasia e caratterizzata da una staticità irritante. Le inquadrature sono quasi "scolastiche", più adatte a una sit-com che a un anime d'avventura. Perfino le scene di combattimento procedono spesso per "fermi-immagine";
- colorazione approssimativa e piatta, che fa perdere alla serie i grandi effetti di contrasto presenti nel manga;
- lineart privo di spessore, talvolta insignificante, che impoverisce il character design, uno dei punti di forza dell'opera originale grazie all'eleganza del tratto;
- fondali a dir poco carenti, e non infierisco perché non è nel mio carattere. Più che sfondi sono bozze di colore, probabilmente tra i peggiori che abbia mai avuto la sfortuna di vedere in un anime;
- computer grafica insufficiente, che peraltro fa a pugni con gli elementi di animazione tradizionale. Da questo punto di vista i primi 6-7 episodi sono inguardabili. Gli effetti speciali sembrano appiccicati allo schermo con il nastro adesivo, e oltre ad apparire sempre "fuori luogo" e decontestualizzati, si fanno purtroppo notare per la loro realizzazione "spartana". Il fuoco, per esempio, è una macchia indefinita e pulsante di colore arancione, e non sembra mai avvertire la presenza di correnti d'aria.

La colonna sonora, invece, è accettabile. Ad alcuni brani non eccezionali se ne affiancano altri davvero ben fatti, come gli incalzanti "Break the Sword of Justice" e "A Song of Storm and Fire". Dolcissima e dallo splendido testo la sigla finale "Loop", cantata dalla sempre brava Maaya Sakamoto, che nell'anime è anche la voce di Tomoyo.
A proposito di doppiaggio, si segnala la scelta molto azzeccata delle voci, di Shaoran e soprattutto di Sakura.
In conclusione: Tsubasa Chronicle è una buona opera rovinata da una realizzazione tecnica d'infimo livello. Non si offendano gli animatori, ma se alla serie ci avessero lavorato i Teletubbies il risultato sarebbe stato migliore.



6.0/10
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Durante tutta la visione di quest'anime mi sono sempre sentito in sospeso, in attesa di qualche colpo di scena che desse la giusta svolta al tono della storia, ma arrivati alla conclusione posso finalmente dare un giudizio finale, che purtroppo non è proprio positivo.
Intanto parliamo un po' del plot: in un giorno di primavera, scende dal cielo in perfetto stile Mary Poppins Kobato, assieme al pupazzo Ioryogi. A quanto pare la missione della ragazza è curare i cuori feriti della gente riempiendo una misteriosa bottiglia con i loro cuori spezzati, che prendono forma di Konpeito - un tipo di caramella giapponese. Se riuscirà a riempire la bottiglia nel tempo stabilito, potrà realizzare il suo desiderio, altrimenti...

L'animazione non è particolarmente brillante, i primi piani sono fatti abbastanza bene, ma basta già allontanarsi alla media distanza che i disegni diventano decisamente approssimativi. Le musiche sono adeguate ma niente di più, inoltre una nota va detta sulla canzone che la protagonista canta abitualmente (usando un timbro secondo me eccessivamente infantile): è sicuramente carina ma non avrebbe guastato mettere un repertorio di canzoni invece di riusare sempre la stessa ogni volta, perdendo così l'effetto meraviglia a ogni "replica". Anche le sigle raggiungono appena la mediocrità: la sigla iniziale, per quanto musicalmente accettabile, è supportata da un'animazione con un sacco di tempi morti che potevano benissimo essere risparmiati, ad esempio la sequenza in cui Kobato corre in mezzo agli alberi. Delle due sigle finali la prima è una banale animazione in 3d, mentre la seconda è uno slideshow di illustrazioni tratte dal manga originale, che grazie a questo diventa la sigla più bella per merito della grandissima bravura delle CLAMP nel realizzare illustrazioni, non certo della produzione dell'anime.

Passiamo al vero punto dolente, ovvero la storia: già dai primi episodi si percepisce che manca qualcosa, ma dato che i personaggi e la storia di fondo mi sembravano interessanti gli ho dato una possibilità; tuttavia con il passare del tempo le vicende si sono trascinate senza particolari colpi di scena, e dire che di piccoli e stuzzicanti indizi ne vengono dati. Perché Kobato non può togliersi l'onnipresente cappello? E perché Ioryogi è costretto a seguirla?
Solo in parte questi quesiti trovano risposta alla conclusione della serie, che lascia le domande forse più interessanti irrisolte. E questo è il maggiore problema dell'anime: in realtà è la trasposizione animata di un fumetto ancora incompleto (se non sbaglio siamo ad appena quattro o cinque volumetti in Giappone). Soffre quindi di tante questioni irrisolte, rimanendo quindi più un'opportunità per vedere i personaggi di Kobato animati che non altro.

In definitiva, non riesco a dare più della sufficienza a questa produzione: è incompleta e lascia l'amaro in bocca ai fan delle CLAMP, ma d'altro canto non riesco a scendere oltre visto che è un'opportunità di vedere trasposta in animazione almeno una parte delle storie narrate nel manga. Insomma, prendete questa serie per com'è e se vi piace procuratevi l'eccellente edizione italiana del fumetto, sperando che le autrici accelerino la pubblicazione del manga.


IL SONDAGGIONE



La seconda questione su cui vi interroghiamo riguarda un aspetto "logistico" della rubrica ovvero il numero di recensioni che vi compaiono volta per volta.
Risulta esso adeguato (cioè, nella maggioranza dei casi fissato a tre recensioni)? Oppure se ne vorrebbero di più? O magari di meno... Oppure in funzione della lunghezza delle recensioni stesse...



Ti va bene il numero di recensioni per appuntamento?