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Adotta un titolo 1Adotta un titolo 2Titoli poco conosciuti, passati in sordina all'epoca dell'uscita o dimenticati col tempo... su AnimeClick.it abbiamo migliaia di schede anime e manga senza alcuna recensione, privando quindi i lettori di uno dei principali punti di forza delle stesse.
Per cui, ad ogni appuntamento di questa rubrica vi proporremo alcuni di questi titoli, con la preghiera di recensirli qualora li conosciate. Tutti gli utenti che recensiranno le opere proposte entro la scadenza assegnata riceveranno l'icona premio Scheda adottata. Per le regole da seguire nella stesura delle recensioni rimandiamo al blog apposito, che vi preghiamo di utilizzare anche per commenti, domande o tenere traccia dei premi (non commentate l'iniziativa in questa news).

I titoli al momento disponibili sono:

[ANIME] Panda! Go, Panda! (Scadenza: 19/10/2014)

[MANGA] Love*Sign (Scadenza: 22/10/2014)

[ANIME] Gochuumon wa usagi desuka? (Scadenza: 26/10/2014)

[MANGA] Odyssey (Scadenza: 9/11/2014)

[ANIME] Hajime no Ippo: Rising (Scadenza: 9/11/2014)


Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata alle recensioni su anime e manga, realizzate degli utenti di AnimeClick.it.

Oggi appuntamento al femminile, con gli anime Free! e Soredemo Sekai wa Utsukushii ed il manga Lui, il diavolo.

Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.


Per saperne di più continuate a leggere.


8.0/10
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VECCHIETTA: "Porta questo al tuo ragazzo [Haruka]."
MAKOTO: "Non è il mio ragazzo."
VECCHIETTA: "Non inganni nessuno, mio caro."
(da "50%OFF", una delle abrigded series tratte dall'anime)

Siamo sinceri: nessuno nutriva delle grandi aspettative per questa serie. Tutto quel che si chiedeva alla KyoAni era un prodotto che traghettasse lo spettatore da un capo all'alto dell'estate senza ammorbarlo e/o insultarlo troppo pesantemente nell'intelligenza, possibilmente fujoshi friendly ma non abbastanza da scoraggiare chi non conosce o gradisce siffatto fenomeno; un prodotto fresco, ben confezionato, ma nel complesso bidimensionale, di quelli che si lasciano vedere più che guardare, un po' come un capo di vestiario che si compri più per il prestigio della marca che per una sua intrinseca conformità a quelli che sono i nostri gusti personali. Non era una sfida. Era troppo povera di stimoli per esserlo, troppo alla portata, troppo più simile a un esercizio di stile che a un vero e proprio progetto narrativo e visivo. E così il noto studio di animazione del Kansai ha deciso di alzare la posta facendo di quelli che tutti davano per scontati fossero gli unici argomenti di "Free!", c'est à dire sole, cuore e fancervice, l'impasto di qualcosa di contenutisticamente ben più sfizioso anche se magari non esente da difetti: una bella scommessa per una vittoria, quella sul pregiudizio - anche il mio, devo dire -, se possibile ancor più bella.

"Eravamo quattro amici al bar che volevano cambiare il mondo"... ma anche no. Nessuno dei nostri protagonisti ha infatti l'età legale per farsi servire qualcosa di più alcolico di un'aranciata, né anela a grandi rivoluzioni; no, il sogno di Haruka, Makoto, Nagisa e Rin, decisamente più appropriato visto che parliamo di bambini delle elementari, è quello di poter nuotare insieme per sempre. Ma per perfezionarsi in questa disciplina Rin deve partire per l'Australia, circostanza che porta la sua amicizia con gli altri a uno sfilacciamento che potrebbe non essere soltanto fisiologico. Poco tempo dopo ad allontanarsi dal gruppo è Haruka, che improvvisamente non sopporta più di immergersi in quelle acque clorate che gli hanno regalato così tante emozioni: due fatti apparentemente scollegati ma che anni dopo, quando il primo farà ritorno in Giappone, si riveleranno essere le diverse chiavi di lettura di un unico episodio. Toccherà a Makoto e Nagisa cercare di raccogliere i pezzi, fermo restando che il passato è remeabile soltanto fino a un certo punto e che ci sono cose che sono come l'acqua: devono essere lasciate libere di fare il loro corso.

George Bernard Shaw diceva che per ogni problema complesso c'è una soluzione semplice ma sbagliata. Nel caso di "Free!" la soluzione, ovverosia rimettere in piedi il vecchio club di nuoto, è giusta ma insufficiente a raggiungere lo scopo perché Nagisa e Makoto, che hanno avuto l'idea, non hanno sentore di quel che si cela dietro la ritrosia di Haruka a entrare a farne parte e alla iattanza di Rin, per nulla contento di avere di nuovo a che fare con loro. Lo stesso spettatore gode di una visuale appena più ampia, circostanza che potrebbe procurargli qualche mal di pancia giacché per la maggior parte del tempo gli elementi a sua disposizione non sembreranno portare a nulla: perché tanto pathos, perché tanta cocciutaggine nel voler riportare indietro le lancette dell'orologio? Ma soprattutto non si capisce perché tanta sollecitudine nei confronti di Rin, che fino all'ultimo farà di tutto per rendersi gratuitamente indigesto verso chiunque: sua sorella Gou ("È Kou!"), che vuole soltanto vederlo felice; il suo kohai Nitori, un po' appiccicoso ma animato dalle migliori intenzioni; e da ultimo Rei, la new entry del gruppo, che si compiace di considerare un suo rimpiazzo ma che al tempo stesso invidia.
Ci vuole del tempo, insomma. Tempo e anche tanta pazienza, perché almeno per una buona metà della serie il rapporto mostrato-raccontato penderà un po' troppo in favore del secondo onde non scoprire prematuramente le carte. Va detto tuttavia che, eccezion fatta per l'ahimè inutile e quantomai scipita backstory di Makoto, i vari inserti collaterali al filone principale, di durata e contingenza variabili (si va dai tragicomici tentativi di Rei, che non sa nuotare, di intendere ragione dei vari stili allo shopping natatorio, passando per gli insoliti abbinamenti alimentari di Haruka e altre frivolezze assortite), non sono affatto irritanti come si potrebbe credere, ma anzi conferiscono al tutto una freschezza e una leggerezza di cui lo spettatore si sorprenderà ad avere bisogno a fronte di quella che è, a tutti gli effetti, la storia di una riconciliazione sofferta e affatto scontata. Qualcuno potrebbe obiettare che sarebbe bastato chiarirsi immediatamente, magari anche a costo di trascendere a parole o nei fatti, ma vale la pena ricordare che all'epoca Haruka e Rin erano troppo giovani - pardon, piccoli - per reagire in maniera razionale a uno strappo così profondo e ingiusto nei confronti di entrambi. Che poi l'uno o l'altro, quando non addirittura ambedue, possano riuscire indigesti è un altro discorso - non un problema, badate bene, perché i gusti son gusti, ma dovrebbe essere cura dello spettatore fare in modo che ciò non infici la sua visione d'insieme. A tale proposito Makoto, Nagisa, Gou e soprattutto Rei costituiscono dei validissimi alleati in quanto tutt'altro che sacrificati o inerti rispetto a una vicenda che, nel bene e nel male, li condiziona e li spinge a riflettere, a spendersi con convinzione per la riuscita del riavvicinamento anche a costo di prendere qualche rischio o andare contro i propri interessi - tutto, fuorché stare a guardare lo stillicidio del tutto privo di senso di un'amicizia imbrigliata tra rovi invisibili.

(No, non sono una fujoshi e no, non credo che "Free!" abbia inoppugnabili sottotoni omoerotici, ma solo callide e garbate ambiguità inserite al puro scopo di far parlar di sé. C'è solo un motivo per cui l'onore di Gou non è oggetto di disputa da parte dei protagonisti, e non potrebbe essere più semplice di così: la carne al fuoco che c'è già basta e avanza. Questo la preserva dall'ira funesta delle fujoshi con tanto di pedigree, che invece di augurarle la morte per il solo fatto di respirare la stessa aria dei cinque bellocci - magari per annegamento, vista tutta l'acqua che c'è - saranno più inclini a considerarla come la loro ambasciatrice in-universe.)

Un altro appunto che è facile muovere ai personaggi è che di per sé non sono nulla di speciale, o per meglio dire incarnano degli archetipi ampiamente collaudati: Makoto la "mamma", Nagisa il Pollon gender flipped, Rei il tecnico, Haruka il Tronky, Rin l'asso ferito. E allora? L'importante è che l'insieme funzioni, e non c'è dubbio che ognuno di loro sia, nel suo piccolo, indispensabile al fine di mantenere intatto l'equilibrio - che tutti significhino qualcosa per tutti, anche se magari sono troppo inetti o orgogliosi per darlo a vedere. E allora magari è anche giusto che i comprimari si mantengano sullo sfondo, anche se non vedo perché non coinvolgere maggiormente la sensei Amakata dal momento che persino il vecchio coach dei ragazzi, che alcuni fan hanno ribattezzato Macklemore in nome della somiglianza con l'eponimo musicista, è riuscito a ritagliarsi la sua brava nicchia. Mi sento tuttavia di assegnare una menzione d'onore a Mikoshiba, capitano della squadra di Rin, che quando non è impegnato a rendersi ridicolo di fronte a Gou, per la quale ha una comica cotta, si dimostra di una competenza e acutezza più che degne della sua qualifica. Peccato che nell'ottica di una seconda stagione, essendo già al terzo anno, il proverbiale bus sia dietro l'angolo, ma voglio credere che in ogni caso Rin non sarà così ingrato da dimenticare quanto ha fatto per lui.

Per venire finalmente all'impiattamento del prodotto, per utilizzare un'immagine alla MasterChef, tanto vale togliersi il prima possibile il dente e mettere i puntini sulle i: a meno che non si parli di donne di fede islamica - e nemmeno tutte dato che dell'hijab il Corano parla poco (sette volte al netto di centoquattordici sūre da più di seimila versetti l'una ) e in maniera tale da conferire al termine un'accezione molto ampia e sfuggente -, chi dice nuoto dice pelle, perciò è del tutto inutile, nonché francamente imbarazzante, mettersi a saltare su e giù come tante scimmie impazzite a causa dell'ovvia esposizione a cui, nel corso della serie, vanno soggetti i protagonisti. Non è fanservice, questo: è la trama a chiederlo, non le fujhoshi, e nemmeno Gou dal suo lato del Quarto Muro. Certo, qualche espediente gratuito per mettere ancora più in luce la loro - giustificata - prestanza, c'è, ma mai durante le scene di agonismo vero e proprio, sempre ben animate e cadenzate al punto giusto. È vero anche che abbracci, sguardi incatenati, sorrisi complici e altri gesti equivoci non si contano, ma la KyoAni non è certo nuova a flirtare spudoratamente con il suo target di elezione - tutte manovre che effettuate con una mano appena più pesante darebbero fastidio a chi, per vari motivi, non non ne fa parte. E poi al diavolo: la visione di quest'anime rimane, da un punto di vista prettamente grafico, stimolante a prescindere da tutto questo e dall'interesse che il nuoto suscita o meno nello spettatore nella vita quotidiana, grazie a una regia dinamica ma tutt'altro che smaniosa di pavoneggiarsi, un character design gradevole e una fotografia che sa farsi, all'occorrenza, sgargiante e sobria, sguaiata e sommessa, spensierata e suggestiva. Tra l'altro è anche assai ben recitato e puntualissimo per quanto riguarda le musiche, orecchiabili senza per questo risultare invadenti. L'opening è piacevolmente cattiva, mentre l'ending, a cui si accompagna un concept a un tempo esilarante e golosamente perverso, conquista fin dal primo ascolto per la sua vivacità.

Insomma, una bella serie, magari non imprescindibile, ma che non solo non disattende le aspettative, ma addirittura solleva di sua sponte la barra e centra l'obiettivo. Un 8 e mezzo riveduto al ribasso solo ed esclusivamente a causa dell'esecuzione un po' pasticciata dell'intreccio.



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La protagonista di questa commedia romantica è la diciassettenne Kayano Saito, ragazza piuttosto ingenua e piagnucolona.
Un giorno, all'uscita da scuola, decide di dichiarare il suo amore a Kamijo, il capitano del club di basket, con una lettera che non riuscirà a consegnare a causa della sua sbadataggine. Ironia della sorte vuole che la lettera capiti nelle mani del figlio del preside, ovvero Takeru Edogawa. Il ragazzo è pronto a riscattare la malcapitata avvisandola che, se non avesse ubbidito ai suoi ordini, non si sarebbe fatto scrupoli a pubblicare la sua lettera d'amore sui muri della scuola. Non avendo altre chance, Kayano si vede costretta ad accettare l'accordo anche se a malincuore. Ma le disgrazie non finiscono qui…
In seguito si appura che il perfido figlio del preside diventerà il fratellastro della protagonista, che incredula non riesce a convincesi della scelta improvvisa della madre, da anni rimasta vedova, di sposarsi proprio col preside del suo liceo: inizia l'era dell'incubo! Di fronte a Kayano appare un vero e proprio diavolo (Akuma in giapponese significa appunto diavolo)! Per la gioia di lui, e per la sofferenza di lei, i due cominceranno a convivere assieme sotto lo stesso tetto come una comune famiglia. Peccato che col tempo, Kayano, si invaghisce sempre di più del suo perfido fratellastro… Cosa succederà ora che la protagonista ha scoperto i suoi veri sentimenti? Il suo rapporto con Takeru durerà o è destinata a finire presto?

Dalle premesse, “Lui il diavolo”, non presenta di certo una sceneggiatura originale. La convivenza forzata, l'amore imprevisto, il riscatto, il rivale d'amore sono temi abbastanza usati negli shojo manga; eppure Akuma de soro riesce comunque a catturare l'attenzione dei lettori malgrado questi tipici cliché. Fortunatamente la coppia Kayano-Takeru si formerà ben presto, in modo così da non perdersi troppo nel classico triangolo amoroso preannunciato agli inizi.
I primi volumi del manga risultano divertenti e leggeri per poi passare a metà serie sul lato drammatico. Ecco, il difetto arriva esattamente in questo punto. La trama mi è parsa più pesante e tediosa rispetto alla prima parte del manga; ho avuto l'impressione che nella seconda parte si è concentrati troppo sulle paranoie di lei e sull'analisi della situazione famigliare: la paura di essere scoperta dai genitori per questo amore “sbagliato”, l'insicurezza di portare avanti la relazione con Takeru, la voglia di sapere il passato oscuro del ragazzo, la solitudine di tenersi tutto dentro e non poter dire nulla alla madre alla quale vuole un sacco di bene… insomma, mi pare molto calcato o addirittura esagerato in alcuni pezzi.
Per quanto riguarda i personaggi, il più interessante è senz'altro Takeru Edogawa: personaggio carismatico e di forte presenza scenica sia dal punto di vista grafico che psicologico. Il ragazzo “bello e dannato” colpisce sempre le lettrici shojo, se poi ci aggiungiamo il lato dolce e fragile del protagonista, diventa un personaggio perfetto in tutto e per tutto!
Una curiosità riguardo il personaggio in questione: la Takanashi si è ispirata al cantante Hide della rock band chiamata X Japan per creare la figura di Takeru. Lo si può notare in certi suoi free talk dove ne parla spesso e volentieri.

Il tratto dell'autrice appare abbastanza originale: accattivante, impreciso all'inizio e più proporzionato alla fine. Grande attenzione viene rivolto all'abbigliamento e alla moda in generale, in particolare emerge lo stile punk.
In definita promuovo questo titolo per i primi 5 volumi, davvero intriganti e carini, mentre boccio gli ultimi albi in quanto potevano essere gestite molto meglio.



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Cosa succede quando un piccolo re tenebroso, che ha conquistato il mondo in soli tre anni, incontra un'energica principessa poco regale quanto bella? Lui vive in un Paese baciato dal sole, lei viene da un Principato perennemente bagnato dalla pioggia. Lui non riesce più a scorgere la bellezza di ciò che lo circonda, lei crede che nonostante tutto il mondo sia comunque bellissimo. Quando Nike lascia il suo Paese per diventare la moglie del "terribile" Re Livius, scopre con grande sorpresa che il terribile sovrano demoniaco dai denti aguzzi e dall'alito pesante è in realtà un ragazzino dal faccino carino, il cui carattere però fa a pugni con il suo aspetto. Da quel momento inizia la vita di coppia di Livi e Nike, rispettivamente il "Re Sole" e l'evocatrice della pioggia.

Tratto dall'omonimo shojo manga di Dai Shina, pubblicato su Hana to Yume, "Soredemo Sekai wa Utsukushii" si presenta come una simpatica commedia romantica di stampo fantasy. In manga e anime a sfondo sentimentale accede spesso che il punto di arrivo sia la formazione della coppia e che il "dopo" sia lasciato alla fantasia dello spettatore; in "Soredemo Sekai wa Utsukushii", invece, la nascita della coppia è solo l'inizio e la storia si concentra principalmente sulle dinamiche relazionali di un duo così stranamente assortito, nonché sulla scoperta, per entrambi, di nuovi mondi e nuove parti di sé stessi. Seppur l'andazzo delle vicende segua alcuni canoni abbastanza classici, quali terzi incomodi, amiche d'infanzia appiccicose e gente varia che vuol mettere i bastoni tra le ruote alla coppia, la serie è sempre gradevole, divertente e interessante, perché a ogni episodio Nike e Livi scoprono qualcosa l'uno dell'altro, qualcosa su loro stessi e sul mondo che li circonda. Nike, che è una ragazza ottimista, allegra e sfacciata, mostra giorno per giorno la bellezza delle piccole cose al suo consorte: che si tratti di un fiore, di un cielo stellato o di un orizzonte splendente, la ragazza della pioggia riesce a trovare il bello in ogni cosa, guardando alla vita con positività e solarità. Al contempo Nike realizza quanta forza sia necessaria per sostenere il compagno nelle incombenze che il suo ruolo comporta, ma soprattutto scopre per la prima volta l'amore, quel sentimento incontrollabile che porta alla luce un suo "io" finora sconosciuto. Livi, nonostante sia il "Re Sole", è un ragazzo cupo il cui sguardo adulto contrasta con il suo piccolo corpo, è una persona che porta sulle sue spalle un peso troppo grande per la sua giovane età, ma che, grazie alla quotidianità trascorsa con Nike, riscopre la bellezza di ciò che lo circonda e della sua stessa consorte, colei che riesce a riportare sul suo viso uno sguardo tenero e un sorriso radioso, nonché la forza di tornare ad amare.
Due opposti che si completano e imparano l'uno dall'altro, in un rapporto che si mostra sempre alla pari nonostante le evidenti differenze di età... e di altezza! Nike e Livi sono divertenti, simpatici, affiatati, sorprendenti e romantici, anche un po' melensi a volte, ma il loro essere schietti e sinceri garantisce una relazione quasi del tutto priva di inutili e noiose elucubrazioni mentali. Difficile al giorno d'oggi trovare un protagonista maschile tanto intraprendente e sincero e una protagonista così risoluta ma al contempo dolce e simpatica, che non piange davanti alla prima difficoltà e che cerca di cavarsela senza l'aiuto del suo principe azzurro.
Molto ben riuscito anche il cast di personaggi secondari, dallo splendido servitore-maggiordomo Neil, passando per il cuoco, le cameriere, gli anziani consiglieri amanti del gossip e delle ragazze formose, fino ad arrivare alla strampalata famiglia di Nike. Purtroppo lo spazio dedicato a questi personaggi, escluso Neil, è davvero minimo e quasi nessuno riesce a imporre la propria presenza scenica.

L'anime rende più bello ed elegante il tratto della Shina; una particolare cura è posta sull'abbigliamento regale della coppietta, che sfoggia in varie occasioni dei deliziosi abiti in pendant. Le musiche sono orecchiabili, l'opening è energica mentre l'ending è dolce e romantica. Molto bella anche la canzone che Nike intona per evocare la pioggia, "Beautiful Rain", anche se è stata parecchio martellante. Carinissima l'idea di cambiare le animazioni della sigla iniziale a ogni nuovo episodio, difatti di volta in volta vengono aggiunti personaggi e cambiamenti negli scenari. In generale il livello tecnico è discreto seppur lontano da standard davvero buoni.

Il manga è di "Soredemo Sekai wa Utsukushii" è ancora in corso di pubblicazione e riscuote in patria un certo successo. Di avvenimenti da narrare e nodi da sciogliere ce ne sono ancora diversi, per cui è lecito sperare in una seconda stagione.
Questa è una serie innanzitutto semplice, leggera, divertente ed estremamente soddisfacente dal punto di vista romantico. Le lettrici di shojo manga sanno quanto sia raro vedere baci, abbracci e una certa intraprendenza da entrambe le parti (salvo che non si tratti di smut), di conseguenza questa serie riesce a regalare finalmente qualche piccola soddisfazione a chi non disegna un po' di amore "fisico" oltre che quello mentale.
Di anime tratti da manga shojo se ne vedono sempre troppo pochi; "Soredemo Sekai wa Utsukushii" è una gradita boccata d'aria fresca per tutti i fan del genere e allo stesso tempo potenzialmente apprezzabile anche da chi non è solito lasciarsi andare alle romanticherie. I dodici episodi introducono la coppia allo spettatore e accompagnano i personaggi fino alla piena consapevolezza dei loro sentimenti, in un modo sempre leggero e divertente. Forse soffre di alcuni momenti melensi e di situazioni problematiche risolte troppo in maniera spiccia, ma di contro regala dei protagonisti dinamici e simpatici, che si discostano dallo stereotipo, ormai tristemente diffuso, della ragazza ameba che pende dalle labbra del suo amato e del fighetto perfettino e dispettoso. Questo, per la sottoscritta, è già abbastanza.