Fra gli autori giapponesi più attesi al Lucca Comics & Games 2016 spicca il sensei Kazuhiro Fujita, che ha avuto modo di incontrare i suoi numerosi fan italiani con tutto il loro calore in un fitto calendario di sessioni autografi, showcase, conferenze stampa e interviste, ospite di Star Comics che per l’occasione ha presentato in anteprima i volumi: Ushio & Tora Perfect Edition Vol. 1, Ushio & Tora Perfect Edition Vol. 2, The Black Museum: Springald e The Black Museum: Ghost & Lady Vol. 1.

Vi proponiamo il reportage con tutti gli appuntamenti lucchesi di Kazuhiro Fujita seguiti dagli inviati di AnimeClick.it.
 
 

AnimeClick.it intervista Kazuhiro Fujita

Sabato 29/10/2016, ore 17:30, Area Stampa, Camera di Commercio, Lucca

AnimeClick.it: Un saluto a tutti gli utenti, siamo al Lucca Comics & Games e abbiamo l'onore di intervistare il maestro mangaka Kazuhiro Fujita, che ringraziamo infinitamente di essere qui.

Kazuhiro Fujita: grazie a voi per avermi invitato.

AnimeClick.it: Il maestro Fujita è noto in Italia soprattutto per il manga Ushio e Tora, ma mi piacerebbe ricordare anche il volume unico The Black Museum: Springald e Karakuri Circus.
La sua carriera ormai è abbastanza lunga e nel suo curriculum figurano varie opere di successo. Qual è la sua preferita? e qual è invece il personaggio che più le sta a cuore?


Kazuhiro Fujita: Parlare delle mie opere è un po' come parlare dei miei figli. Per ognuna di esse, mentre le realizzavo distintamente, è stata la cosa che più avrei voluto fare in quel dato momento. Se dovessi dire quale fra le mie opere mi piace di più ti direi: tutte. Ma se proprio devo sceglierne una ti dico Souboutei Kowasu Beshi, ovvero quella che sto disegnando adesso perché è quella che ho voglia di fare in questo momento.

AnimeClick.it: A tal proposito ci vuole parlare un po' più nel dettaglio di questa sua opera più recente?

Kazuhiro Fujita: L'ultimo mio lavoro parla di una casa infestata dagli spettri, casa che i personaggi protagonisti hanno intenzione di distruggere. Ho tratto l’ispirazione da un film del 1973, The Legend of Hell House, un horror inglese diretto da John Hough e basato sul romanzo americano Hell House di Richard Matheson. In questo film un gruppo di persone entra in questa casa infestata e vuole distruggere i demoni che la popolano. Quando l’ho visto per la prima volta avuto subito la voglia di farne un manga a tema. Mi affascinava molto e quando finalmente ho avuto l'opportunità di realizzarlo ne sono stato contento, mi piace tantissimo questo film.
 
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AnimeClick.it: Nelle sue storie e nel suo stile c'è sempre una certa componente horror, però il suo target di riferimento è generalmente quello shounen, adolescenziale. Si è mai dovuto "limitare" per questo? Ci son mai state occasioni in cui avrebbe voluto essere più cruento o esplicito, ma si è visto costretto a metter su carta qualcosa di più edulcorato?

Kazuhiro Fujita: La risposta è collegata sempre a quello a cui sto lavorando ora. Io faccio per lo più manga indirizzati a un pubblico molto giovane, anche per quello la violenza arriva sempre solo fino a un certo punto, non mi spingo oltre, se io mi spingessi oltre… In effetti ho una passione per questo tipo di cose ma se io mi mettessi a fare cose splatter, cose troppo violente, sicuramente tutti i miei lettori scapperebbero, io scrivo manga per loro, non è una cosa che faccio per me stesso, non è un hobby che mi piace fare solo per gusto personale, lo faccio per i lettori, in questo caso specifico per un pubblico giovane, una fascia di età relativamente bassa. C'è in me una specie di autocontrollo. Io adoro Dario Argento, mi piace un sacco, ma se facessi un manga con le cose che fa Dario Argento nei suoi film tutte le persone per cui io scrivo manga, ovvero i ragazzini, scapperebbero e smetterebbero di leggermi. Non è questo il mio obiettivo, non è che mi venga imposta una limitazione. Per esempio quando mi trovo davanti alla scena di un omicidio o a qualcos'altro di molto violento, la limitazione mi viene automatica perché sto scrivendo quel tipo di storia, è qualcosa che mi viene naturale, intendo il fatto di fermarmi a un certo punto con la violenza, perché quello che voglio fare è scrivere shonen manga, niente mi viene imposto dall'alto e non è una limitazione ma semplicemente una scelta. Se prendiamo per esempio un disegnatore italiano, nel senso di occidentale, è visto più come un artista, l'artista crea le sue opere perché è quello che vuole realizzare e non hai imposizioni, tira fuori l'espressione della sua creatività senza filtri nell'opera che realizza. In Giappone è un po' diverso, non che il manga non sia un espressione artistica della creatività, ma è sempre scritta per un determinato tipo di pubblico, è sempre realizzata per qualcuno di specifico. Quindi realizzare qualcosa facendolo solo pensando alla propria idea e alla propria creatività chiaramente non è fatta per un eventuale lettore ma solo per se stessi o per un pubblico che apprezza quel tipo di cose, ma quando si parla di genere shonen il pubblico è selezionato e ben definito. Non esiste che in Giappone una persona abbia così mano libera da fare tutto quello che vuole, perché tutti realizzano qualcosa per qualcuno, questo è il mio pensiero.

AnimeClick.it: Il suo stile di disegno spigoloso ed espressionista è molto riconoscibile e soprattutto distante dagli stili tondeggianti e "moe" sempre più di moda in questi anni negli shonen manga. Cosa ne pensa di questa tendenza?

Kazuhiro Fujita: Riguardo allo stile moe volevo appunto chiederti: ma suo serio in italiano capite la parola moe? Arrivate a capire delle cose davvero complicate! Parlando di shonen manga questi sono chiaramente diretti a un pubblico ben preciso, per farlo divertire, ed è un genere che esiste da molto tempo. Pensando ai gusti del pubblico, nell'arco di tempo da quando è nato il genere fino ad oggi, bisogna pensare ad un flusso che cambia direzione, perché i gusti delle persone cambiano. In questo flusso immagino artisti che vi entrano, seguendo le indicazioni e gusti del momento, e artisti che invece rimangono fuori da questo flusso, che hanno il loro stile ma che puntano a intrattenere quello stesso tipo di pubblico. Io semplicemente sono fra quelli che non segue la corrente, ma non per snobismo o qualcos'altro, semplicemente perché non riesco a disegnare in quel modo. Pensando allo stile moe non sono proprio in grado di disegnare donne con quei lineamenti e con quell'aspetto molto carino, non trovo che sia una cosa sbagliata, non penso niente di male a riguardo, semplicemente ci sono persone che seguono i gusti del momento e persone che non lo fanno, io ho il mio stile e rientro in quest'ultima categoria. Mi fa piacere che anche in italia apprezziate il mio stile.

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AnimeClick.it: Personalmente adoro il suo stile ed ho apprezzato in particolar modo The Black Museum: Springald per l’impronta letteraria e per l‘approfondito lavoro di ricerca sull'Inghilterra vittoriana.

Kazuhiro Fujita: Sì, in effetti in quel caso mi sono impegnato molto, ho dato del mio meglio, l'ho realizzato con tutto me stesso e sono molto contento che abbiate apprezzato!

AnimeClick.it: Nel corso di anni ha contribuito a formare, come suoi assistenti, molti bravi mangaka, quali ricorda con più piacere? E' rimasto in contatto con loro?

Kazuhiro Fujita: Per forza di cose devo sempre andare d'accordo con gli assistenti anche perché si tratta di persone con cui lavoro a strettissimo contatto per almeno quattro giorni e mezzo a settimana, sullo stesso tavolo, osservando continuamente ciò che gli altri stanno facendo, chi realizza cosa etc. Parlare fra di noi diventa indispensabile e per forza di cose devi farlo con persone con cui hai il piacere di lavorare, altrimenti sarebbe un po' difficile. Non ne ho uno più affezionato in particolare proprio perché tutti sono importanti allo stesso modo. Sì, rimaniamo in contatto continuamente, con tanti andiamo insieme alle terme, facciamo viaggi insieme, parliamo molto, quindi direi che vado d’accordo con tutti. Solo una volta è stata dura, quando un assistente se n'è andato un giorno lasciandomi solo una lettera, non penso che sia scappato perché non aveva piacere a lavorare con me, semplicemente un giorno, finito il lavoro, ha lasciato la lettera ed è andato via. Però avrei avuto piacere che me l'avesse detto di persona e non scrivendo su una lettera.

AnimeClick.it: Può rivelarci di chi si tratta, magari in Italia lo conosciamo?

Kazuhiro Fujita: In effetti questa persona poi ha abbandonato la carriera di mangaka e quello che dico sempre i miei assistenti è: mi raccomando non lasciate mai lettere per poi scappare, potrebbe non essere una grande idea per la vostra carriera. In Giappone esiste una parola specifica per questo tipo di situazioni in cui uno prende e va via lasciando solamente una lettera ma che poi non realizza le sue aspettative.

AnimeClick.it: Per concludere volevo sapere cosa ne pensa in generale del suo lavoro di mangaka?

Kazuhiro Fujita: Il lavoro di mangaka è fantastico, è un lavoro meraviglioso, certo si lavora tanto, si esce poco, si dorme poco, è molto stancante, però il fatto di rendere felici e di far contenta così tanta gente dà una soddisfazione immensa. Questo è l'aspetto che apprezzo di più, ho sempre voluto diventare un mangaka e ora che lo sono posso dire di aver realizzato un sogno.

AnimeClick.it: Con queste bellissime parole non mi resta che ringraziare infinitamente il maestro Kazuhiro Fujita per la sua gentile disponibilità, e mandare ancora un saluto a tutti gli utenti di AnimeClick.it.
 
 
Showcase: Saggio di disegno del maestro Kazuhiro Fujita
Lunedì 01/11/2016, ore 11:00, Sala Tobino, Palazzo Ducale, Lucca

Durante tutta la durata dell'incontro, l'autore si è esibito nella realizzazione di un'illustrazione rappresentante i personaggi di Ushio e Tora, non mancando di rispondere alle domande poste dagli astanti, sempre condendo il tutto col suo solito estro.
In particolar modo a un certo punto gli è stato chiesto, vista proprio la sua espansività e disponibilità, cosa ne pensasse dei suoi colleghi più schivi che rifiutano di farsi fotografare, fuggono il contatto coi fan e cose simili.

Kazuhiro Fujita: Dovete considerare che di solito quando lavoro come mangaka me ne sto chiuso in una stanzina piccola, da solo, con un foglio di carta davanti, a testa bassa continuo a disegnare, magari con solo pochi assistenti nella stanza, quindi mi capirete se ora che sto in una sala con così tante persone che mi fanno le domande, mi trovo un po' spiazzato! Dal momento che io scrivo dei manga di ambientazione fantasy, anche solo vedere tutti voi qui riuniti in questa sala è un'esperienza fantastica! (Segue applauso della platea, n.d.r.)
Grazie! Sono contentissimo, però dovete pensare che ci sono anche mangaka che non sono abituati a parlare con le persone, tendono a chiudersi in se stessi. In questo caso dovete essere gentili e parlare piano, come se si trattasse di un coniglietto! [il pubblico ride] Parlate a bassa voce, siate gentili. Se vedete che si chiude in di sé stesso non vi preoccupate, va bene così, cercate di essere comprensivi!
Lucca poi è un'esperienza molto particolare nell'ambito del panorama fieristico internazionale.

Presentatore: Vorrei fare una domanda sul modo in cui lavora: questo che sta utilizzando adesso è più o meno il modo con cui lavora normalmente? cioè dopo uno schizzo a matita passa subito all’inchiostrazione a china?

Kazuhiro Fujita: Sì, è esattamente così anche quando normalmente produco i miei manga, seguo questo procedimento: prima la matita e poi la china.

Presentatore: Cosa ne pensa del panorama del manga odierno e quali possono essere degli apprezzamenti che rivolgerebbe ad altri mangaka, sia per quanto riguarda la narrazione che per le illustrazioni?

Kazuhiro Fujita: Ci sono tantissimi manga interessanti ultimamente, per esempio L'attacco dei Giganti, e mi piacerebbe citare anche l'altra ospite giapponese presente qui a Lucca, Kaoru Mori, autrice di Otoyomegatari. Ce ne sono veramente tanti, ho citato i primi nomi che mi sono venuti in mente, ma ce ne sono veramente tanti.
 
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Presentatore: Qui a Lucca ha visto qualcosa di interessante per quanto riguarda il fumetto occidentale, qualcosa che magari l'ha colpita in particolar modo, anche solo visivamente?

Kazuhiro Fujita: Mi dispiace, ma per colpa di questi eventi che mi riguardano personalmente non ho avuto modo di girare molto per la fiera e conoscere nuovi autori, ero venuto anche per vederli però finora non ce n'è stata l'opportunità. Appena finisce questa conferenza penso che mi alzerò e andrò a comprare un po' di materiale dalla fiera.

Pubblico: Parlando di Moonlight Act, qual è la sua fiaba occidentale preferita, che poi magari ha usato nel suo lavoro?

Kazuhiro Fujita: Quando ero bambino i miei genitori mi leggevano tante fiabe Biancaneve, Cappuccetto Rosso, le fiabe di Andersen, tutte tradotte per i bambini in Giappone, quindi non ne ho una in particolare, però da ognuna ho cercato di prendere gli spunti più interessanti per creare Moonlight Act. Non ne ho una in particolare credo che mi abbiano influenzato proprio perché contenevano tante fiabe e tante suggestioni in un unica raccolta di vari autori, tradotte appositamente per i bambini giapponesi, da lì ho preso molti spunti interessanti.

Pubblico: Parlando con tanti altri appassionati di Ushio e Tora in Italia, uno degli episodi che è piaciuto di più è quello di Nirvana. Come gli è venuta quest'idea che negli anni sembra essere un po' il passaggio più forte del manga?

Kazuhiro Fujita: Non c'entra niente con il gruppo Nirvana vero?

Pubblico: Si tratta del mostro che nel fumetto rubava gli occhi ai bambini.

Kazuhiro Fujita: Ah, non sapevo che fosse stato tradotto Nirvana, in realtà in giapponese si chiama Satori. Vorrei rigirare a te la domanda: ma hai veramente compreso l’episodio?

Pubblico: Ho apprezzato tantissimo la storia proprio perché dimostra che la vita è fatta di molti grigi e non solo di bianco e nero, perché il mostro faceva del bene pur facendo del male.

Kazuhiro Fujita: Sono veramente contento perché io queste storie le scrivo per il pubblico giapponese e che siano comprensibili anche all'estero, che in particolar modo in Italia venga apprezzato e capito il mio lavoro e che gli sia dato un senso, ne sono veramente commosso e felice. Vi voglio ringraziare tantissimo perché è veramente una gioia. L'ispirazione viene dalla tradizione folkloristica giapponese dove esiste questo demone, Satori, che attacca le persone. Il discorso che facevi prima sul bianco e il nero, il giusto o sbagliato e tutto il resto nel mezzo si unisce alla storia che volevo raccontare, Ushio si ritrovava in questa parte grigia e ho usato il demone come processo di crescita, per farlo diventare adulto, è un po' un’introduzione al mondo adulto, con tutto il lato negativo che ciò comporta.

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Pubblico: Ho potuto vedere la puntata del programma TV di Naoki Urasawa con protagonista il maestro Fujita e ho apprezzato molto il rapporto gioviale che egli ha con gli assistenti nel suo studio, dove si respira un'aria molto allegra. A tal proposito volevo chiedere qual’è la divisione del lavoro nello studio tra autore e assistenti e qual’è il rapporto del maestro Fujita con l'editor nella creazione dei personaggi e delle sue storie.

Kazuhiro Fujita: Quando scrivo un manga riverso sulla pagina tutto lo stress, la rabbia, il pianto, a seconda della scena che sto facendo tutte queste sensazioni le butto sulla pagina, per esempio su una scena di combattimento ci metto molto trasporto. Quello che fanno sostanzialmente i miei assistenti è innanzitutto andare molto d'accordo fra loro e stemperare il tutto. I miei assistenti sono come una sorta di terapia, una sorta di controllo sulle mie emozioni e il mio trasporto. Durante l'esecuzione delle tavole vanno tutti d'accordo, chiacchierano, tengono alto il morale e allora riesco anche a essere come una macchina a vapore, grazie ai miei assistenti butto fuori il vapore in eccesso per evitare che possa esplodere. Io pretendo che vadano d'accordo perché altrimenti se stessero tutti in silenzio a lavorare potrei esplodere di sensazioni, a seconda del momento. Loro si occupano per lo più degli sfondi, dei palazzi, delle linee di movimento, quando un personaggio fa gli scatti ci sono sempre delle linee dinamiche che sottolineano il movimento, mentre i personaggi sono tutti fatti da me. Per quanto riguarda il rapporto con l'editor, in passato, quando ero ancora un principiante egli era un po' come un maestro, chiaramente avevo meno esperienza, lui supervisionava le tavole, mi dava dei piccoli consigli per aggiustarle, mi diceva “fermati” oppure “fai così” oppure “cerca di fare in quest'altro modo”. Avevo un rapporto maestro/allievo, funzionava così nel mondo dei manga, ora in particolare è più un discorso di conversazioni fra noi due, ci diciamo “secondo te come potrei fare?” oppure “io farei così” e quindi si arriva sempre a un compromesso. In Giappone il nome dell'editor non compare ma la storia è un lavoro a due, perché se fosse soltanto il lavoro di una persona probabilmente non sarebbe così interessante, lavorando in due, collaborando si riesce sempre a ad alzare il livello della storia e a farne un prodotto migliore.

Presentatore: Ok il tempo a nostra disposizione è terminato (…)

Kazuhiro Fujita: Ma è già finito? Non possiamo continuare ancora per un po', il tempo di finire il disegno!

Presentatore: Certo, certo, ci mancherebbe altro! Non appena il maestro finirà il disegno ci sarà una piccolissima appendice. Voi sapete che questa è l'edizione del cinquantesimo anniversario per Lucca Comics & Games, in quest'occasione avevamo deciso di omaggiare gli ospiti presenti agli showcase con un oggetto un po' particolare, quasi un’onorificenza, che il nostro direttore Renato Genovese ha concepito: questa bella Stella d'Oro, che sarò lieto di conferire, come una medaglia olimpica, al maestro Fujita.

Kazuhiro Fujita: Scusate ma mi sono perso un po' nel parlare, mi stava piacendo la conversazione con voi. (L’autore firma il disegno e riceve la medaglia, applaudito dal pubblico in sala, n.d.r.). Sono veramente contento, di solito i mangaka non ricevono questo tipo di onorificenze, queste medaglie d'oro, stando sempre nella loro stanzetta a disegnare. Il fatto di poter ricevere una cosa del genere mi onora tantissimo, sono emozionatissimo e contentissimo! Grazie!
 
 

Press cafè: Kazuhiro Fujita incontra la stampa specializzata

Sabato 29/10/2016, ore 10:00, Area Stampa, Camera di Commercio, Lucca

Presentatore: Buongiorno a tutti! Oggi siamo molto onorati di avere il sensei Kazuhiro Fujita qui al nostro consueto appuntamento con il Press cafè. Si tratta del primo degli ospiti giapponesi di quest'anno, io gli ho già spiegato che voi tutti siete dei grandi esperti del suo lavoro, per cui si troverà in un ambiente familiare e rilassato. Abbiamo anche un'esposizione delle pubblicazioni del maestro, che gentilmente Cristian Posocco ha allestito.
Faccio io la prima domanda e poi lascio a voi la parola. Nel 1996 si è chiusa l'epopea di Ushio e Tora, sono passati vent'anni, se dovesse riscriverlo a partire da oggi che cosa cambierebbe?


Kazuhiro Fujita: In realtà l'ho scritto veramente con tutto il mio impegno, mettendoci tutto quello che volevo metterci, è esattamente quello che volevo scrivere, quindi arrivato alla fine non avevo più niente da esprimere riguardo quella storia in particolare, quindi spero che sia piaciuta alle persone che l'hanno letta e che l'abbiano apprezzata. Riguardandolo retrospettivamente non cambierei nulla.

Assieme a Toshiki Inoue si è occupato delle sceneggiature degli episodi della serie animata di Ushio e Tora. Può parlarci di come avete collaborato nell’adattamento del manga per la televisione, che è stato diviso in due parti?

Kazuhiro Fujita: Quando mi è stato detto che avrei dovuto affidare ad Inoue la sceneggiatura ero un po’ preoccupato, per la trasposizione di tutto quello che avevo messo nel manga in un anime più corto. Penso di aver parlato in un modo anche un po' forte con Inoue dicendogli ‘Guarda questa è la mia preoccupazione, che tu riesca a trasporre e a dare il senso del manga che ho scritto, e concentrarlo nei pochi episodi dell’anime’. Inoue mi ha risposto ‘Non ti preoccupare io sono un grandissimo fan del tuo manga, quindi stai tranquillo’. Ha realizzato la sceneggiatura e me l’ha sottoposta, ed io sono rimasto molto colpito. Bellissima! Io stesso non sarei mai stato in grado di concepirla. Voglio approfittare di questa intervista per scusarmi con Inoue, il quale è una persona molto timida e forse è rimasto un po' male dopo il nostro primo colloquio, quindi approfitto di questo momento per scusarmi con lui pubblicamente.

Volevo chiedere al sensei qualcosa sulla processo di creazione che ha dato origine a Karakuri Circus, come è venuta l'idea di unire una storia circense a delle marionette?

Kazuhiro Fujita: Innanzitutto complimenti per la maglietta che è molto figa! L'idea che avevo in mente sin dall'inizio era di realizzare uno shonen con con una ragazza che riuscisse a trasmettere il senso di diverse emozioni come il coraggio e il senso di protezione verso un bambino, questo è quello che volevo trasmettere. Per quanto riguarda le marionette è un tipo di idea che avevo già sfruttato per Ushio e Tora e ho cercato di utilizzarla anche all'interno di questo manga. Sempre in riferimento al fatto che si tratta di uno shonen rivolto ai giovani, per quanto riguarda il discorso del circo, le marionette spesso vengono usate nell'ambito del circo, no? Il movimento della mano che muove i fili mi ricordava molto quello della gestualità di un mago, o di persone che utilizzano le mani per creare incantesimi. Ho fatto ricerche su questo argomento e da lì è partita un po' tutta l'idea di realizzare il manga.
 
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Sono un estimatore di Ushio e Tora e penso che sia tra i manga più interessanti dei passati decenni, ancora oggi secondo me ha delle caratteristiche che lo rendono unico, da un lato per la profondità dei personaggi e dall'altro per l'espressività che riesce a dare ai volti. E’ un viaggio di crescita del personaggio attraverso tutto il Giappone, è molto interessante. Si capisce che dietro c'è un grande lavoro di ricerca storica, ma anche sulle tradizioni e sulle creature della mitologia giapponese. Ci vuole parlare di questo particolare lavoro e di questo viaggio?

Kazuhiro Fujita: In particolare non è che abbia fatto una grande ricerca perché tutte queste storie di mostri sono già presenti nella mitologia giapponese, mi venivano raccontate direttamente da mio padre, da mia madre, dal nonno e dalla nonna. Come tutti i giapponesi sono cresciuto con queste storie fantastiche di mostri e di demoni. Io ho sempre apprezzato questo genere di storie e la cosa è nata abbastanza spontaneamente, basandomi su racconti che avevo sentito. Così è venuto fuori Ushio e Tora. In realtà vorrei fare io una domanda a voi: come lo vedete il mostro, come lo interpretate? Perché pensavo di aver scritto qualcosa solo per i giapponesi, non pensavo che fosse stato recepito da tante altre persone in giro per il mondo.

Penso che il suo lavoro abbia avvicinato al Giappone moltissima gente che si trova a lontanissimo, ad esempio qui in Italia, e che non conosceva minimamente questo tipo di cose. Credo che anche se i lettori stranieri non avessero conosciuto gli yokai e le leggende giapponesi prima di Ushio e Tora, la profondità delle emozioni e dei sentimenti che il sensei è riuscito a esprimere attraverso il suo lavoro ha raggiunto i lettori di ogni paese e di conseguenza ha generato un interesse verso la tradizione giapponese.

Kazuhiro Fujita: Cercherò di dare una risposta molto professionale. In Giappone ci sono tantissimi mangaka, all'interno di questa categoria ci sono i nuovi autori che cercano di emergere. Nel mio caso specifico Ushio e Tora era destinato a Shonen Sunday, il mio obiettivo era a disegnare un manga per quei lettori in modo che si divertissero, che fossero contenti. In realtà quando un mangaka professionista disegna qualcosa non lo fa pensando alle persone fuori dal Giappone lo fa esclusivamente per i lettori di quella determinata rivista, il resto è una conseguenza. Sono veramente contento che abbiate letto il manga avendo avuto modo di approfondire concetti tipicamente giapponesi e ne sono contentissimo.

C'è una differenza nel mercato del manga dal 1983, quando è uscito Ushio e Tora, rispetto ad oggi? Perché si esporta molto di più rispetto a quegli anni gli anni. Ne risente di questi cambiamenti?

Kazuhiro Fujita: Rispetto ai manga di vent'anni fa, una cosa che non è cambiata nei lettori è sicuramente il sentimento di attesa, la passione con cui si leggono i manga. Quello che secondo me è cambiato è il fatto che adesso il lettore vuole tutto e subito, non so come esprimerlo bene, il fatto che se nei nuovi manga il pubblico non trova quasi subito qualcosa di interessante, questi vengono scartati, quindi bisogna trovare subito qualcosa che colpisca immediatamente la loro attenzione. Nei manga a cadenza settimanale, se io facessi queste scene di impatto, questi climax che attraggono l'interesse del lettore, troppo diluiti nel tempo, sarebbe dispersivo, quindi bisogna trovare un po’ di equilibrio.

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Nel 2012 il sensei ha partecipato a due raccolte fondi a favore delle vittime del terremoto e dello tsunami del marzo 2011 nel Toho. La prima è stata il Drawing Showdowns di Saibara Rieko, dove ha realizzato con il maestro Shimamoto Kazuhiko delle fanart che nel 2012 sono state messe all’asta; ha poi disegnato una storia breve in due parti avente per protagonisti Ushio e Tora, per il volume speciale Heroes Come Back. Può parlarci di queste due esperienze e perché ha deciso di usare Ushio e Tora per questo one-shot?

Kazuhiro Fujita: E’ stato un momento tragico della storia del Giappone, in quel momento la gente cercava di aiutarsi a vicenda, di dare supporto. Anche nel resto del mondo ci sono state delle campagne. Nel mio caso, in quel momento ho pensato quale fosse il manga più conosciuto e apprezzato, e non avevo a disposizione una grande scelta, sono andato con Ushio e Tora, perché sapevo che era quello più conosciuto e apprezzato.
Ho saputo anche del terremoto che c’è stato qui, quindi sono cose che chiaramente toccano un po’ tutti, non solo il Giappone. In quei momenti, quando la gente perde la propria casa e ci sono altre tragedie correlate, una persona pensa ‘Perché è toccato a me, perché questa tragedia è capitata qui, a me’.
Quando arrivano i mostri si pensa che qualcuno ci sta punendo, ma nel caso di Ushio e Tora si crea anche una collaborazione con i mostri, e non tutte le cose negative sono causate da loro, i mostri non sono necessariamente collegati a tutto quello che di malvagio sta accadendo. Il messaggio è fatevi forza anche in questi momenti. E Tora, il demone che combatte e aiuta gli umani, ha chiaramente anche questo tipo di significato.

Avrei un'altra domanda a proposito del maestro Shimamoto che ha disegnato per Comics Bomber il ritratto del sensei Fujita. Vorrei sapere se ha letto il manga di Shimamoto e se pensa di essere stato rappresentato realisticamente.

Kazuhiro Fujita: mi fa piacere che conosciate questo fumetto, quando prima ho sentito il nome di Shimamoto Kazuhiko mi sono chiesto: ma come? lo conoscono anche in Italia? Anche se avessi voluto dire qualcosa di brutto su di lui non avrei mai potuto perché lui è il mio Senpai. E’ un po' come un gioco di botta e risposta tra noi due, anch’io ho ritratto Shimamoto nel personaggio di un mio manga, è una cosa amichevole fra noi. Se avete qualche commento o critica sul suo lavoro potete tranquillamente dirlo a me, non mancherò di riferirglielo quando lo incontrerò in Giappone, andiamo molto d'accordo quindi non è un problema!

C’è qualche manga fra quelli del panorama odierno che apprezza e c'è qualche mangaka che ritiene possa essere il suo erede?

Kazuhiro Fujita: Parlando di manga mi piacciono quelli che disegno io, però ce ne sono tantissimi di disegnatori che mi piacciono. Colgo l'occasione per parlare molto positivamente di Kaoru Mori, ospite qui a Lucca di un'altra casa editrice, i suoi manga Emma e Otoyomegatari mi piacciono tantissimo, sono delle storie così emozionanti, così coinvolgenti emotivamente e di alto livello che mi fa veramente apprezzare il lavoro che faccio, il lavoro di disegnatore in generale, è una disegnatrice che apprezzo tantissimo. Ma ce ne sono tantissimi anche nell’ambito del mio stesso genere, lo shonen, a volte li guardo e dico: “maledetto! sei riuscito a fare qualcosa meglio di me!” Ce ne sono veramente tanti.

Come è nato Moonlight act, tratto da un filone di fiabe di tradizione sia orientale e occidentale?

Kazuhiro Fujita: Ci sono dei momenti in cui ritorni alle storie che ti sentivi raccontare da bambino, è una cosa che mi piace molto al di là della mia scrittura ordinaria rispetto allo shonen manga. Mi sono ispirato al sentimento infantile.

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Kazuhiro Fujita, nato a Asahikawa il 24 maggio 1964, è noto soprattutto come autore del manga Ushio e Tora, pubblicato nel 1990, e di cui ha curato sia i disegni che la storia. Ha lavorato successivamente anche all'OAV dedicato di cui ha curato la storia originale. Lo scorso anno è tornato sull'opera per il nuovo anime di 39 episodi, in questo caso si è occupato del soggetto originale e della series composition. La serie originale ha anche vinto nel 1992 un Shogakukan Manga Award nella categoria shōnen e nel 1997 un Seiun Award.
Le altre sue opere sono Karakuri Circus (1997), Lo sguardo sinistro della Luna (2007), The Black Museum - Springald (2007), Moonlight Act (2008), The Black Museum - Ghost & Lady (2015). Attualmente è al lavoro sullo shounen horror/soprannaturare Souboutei Kowasu Beshi, di cui è uscito in Giappone solo il primo volume nel corso dell'anno e da noi ancora inedito.