Benvenuti ad una nuova puntata della mia personale "crociata" culinaria per far comprendere che la cucina giapponese non è solo sushi e sashimi! In questi anni ho scritto molto a tal proposito, a volte soffermandomi su una singola specialità (vedi ad esempio il ramen, i takoyaki o l'oden), altre volte proponendovi veloci carrellate (dallo street food al comfort food). Quest'oggi vi butto là altri 11 piatti 11 per cui vale la pena allargare le frontiere del gusto!

SHABU SHABU
 

Di origine cinese, introdotto nel paese all'inizio del secolo scorso, potrebbe essere equiparato ad una sorta di fonduta.
In un brodo a base di alga konbu (anche se ogni ristorante propone la sua variante) si cuociono fettine sottilissime di carne (sia manzo che maiale) e pezzi di verdura (come funghi o cavolo). Una volta cotti, i vari bocconi si raffreddano immergendoli in una salsa fredda che può essere di due tipi: gomadare a base di soia e sesamo e ponzu a base di soia e yuzu (una sorta di limone nipponico). Finite carne e verdure, nel brodo che avanza si cuociono i noodles, per chiudere in bellezza il pasto.
Il costo può variare fra i 20 e i 60 euro e spesso la carne e le verdure sono a volontà.
Piccola curiosità: il nome shabu shabu è onomatopeico, anche se ci sono discordanze sul suono che dovrebbe rappresentare: per alcuni infatti rievoca il fischiare della pentola durante la cottura a bollore mentre per altri indica il rumore del pezzo di carne quando è calato e cotto nel brodo bollente.


KAISEKI RYORI
 

Più che un piatto, qui si tratta di un tipo di pasto che si può trovare in ristoranti specializzati oppure che è spesso offerto nelle ryokan: è alta cucina giapponese, composta da una serie di piccoli piatti dalla presentazione curatissima, fortemente legata alla natura e alla stagione. Possono comprendere zuppe, sashimi, piatti grigliati, al vapore, fritti o in salamoia; come contorno sono spesso associati riso, zuppa di miso, verdure marinate e frutta.


MOTSUNABE
 

Piatto originario della zona di Fukuoka, si è poi diffuso in tutto l'arcipelago dove si può trovare con leggere varianti: è una deliziosa zuppa la cui base è composta da carne di manzo e di maiale (soprattutto le frattaglie di quest'ultimo, come la trippa), cavolo, aglio, peperoncino, miso e erba cipollina. Ad essa si può aggiungere tofu, salsa di soia, bonito, alghe e sesamo. Come per lo shabu shabu, anche qui, una volta mangiato il tutto, si usa il brodo rimanente per cuocere sia pasta che riso.


UNAGI NO KABAYAKI
 

I giapponesi ne vanno matti e sembra sia molto apprezzato anche dagli stranieri: l'unagi è l'anguilla che in questo caso si prepara mettendola allo spiedo e alla griglia su fuoco a legna, insaporendo il tutto con una salsa a base di brodo d'anguilla, con l'aggiunta di sake e salsa di soia. Il tutto è poi disteso su un letto di riso bianco.
A Nagoya ne esiste una variante in cui il riso è aromatizzato al té verde.
Piccola curiosità: per tradizione questo piatto dovrebbe essere consumato solo in un preciso giorno di mezza estate chiamato Doyo-no-Ushi-no-Hi (Giorno del bue) perché essendo un piatto molto nutriente permette di recuperare le energie perse durante le torridi ed umide estati nipponiche.


KANI
 

La parola kani significa granchio e quello più apprezzato da queste parti è il kegani, che vive appunto nell'Oceano Pacifico. I giapponesi impazziscono soprattutto per il kanimiso, che è la polpa centrale. In Hokkaido invece prediligono un'altra specie: si tratta del granchio reale di Kamtchatka detto tarabagani.


FUGU
 

Per chi ha il gusto della sfida, ecco il pesce palla, più noto da queste parti con il nome di fugu. Al suo interno è contenuta una tossina altamente velenosa (la tetrodotossina) e per cui non esiste antidoto; per questo per poterlo preparare e servire al pubblico, gli chef seguono corsi di preparazione rigidissimi e sono severamente controllati.
Oltre che sotto forma di sashimi, il fugu si può gustare marinato e fritto (tipo karaage) oppure cotto in brodo in maniera simile allo shabu shabu. I viaggiatori dei tour targati Animeclick hanno potuto provarlo e sono ancora tutti vivi!
Piccola curiosità: in Giappone è proibito servire tale pesce al tavolo dell'Imperatore, poiché non è permesso mettere a repentaglio la sua vita.


TAMAGOYAKI
 

Se avete visto One week friends vi ricordete senza dubbio gli sforzi della protagonista per trovare la giusta quantità di zucchero per ottenere un tamagoyaki perfetto (nel suo caso erano 18 grammi ogni due uova). Puo essere chiamato anche tamago o dashimaki, (letteralmente uovo fritto), oppure atsuyaki tamago che significa grosso uovo fritto.
È una semplice frittata di uova arrotolata, inserita frequentemente nei bento pronti. Le uova sono sbattute aggiungendo mirin e zucchero (per renderlo più dolce) o salsa di soia e spezie; il tutto è poi fritto in una makiyakinabe (una padella speciale) e, in alcune ricette, viene aggiunto del sake.


CHAWANMUSHI
 

Il nome deriva dal metodo di cottura: chawan vuol dire ciotola e mushi significa vapore. È una sorta di budino cotto appunto con il vapore (o in alternativa a bagnomaria), a base di uova, dashi, pesce bianco, pollo, gamberetti, pasta di acciughe e, ingrediente insolito, noce di gingko.
Di solito è mangiato come antipasto usando comunemente il cucchiaio e servito tipicamente in una ciotola per il tè. Si consuma per lo più durante l'inverno perché è servito caldissimo in apposite ciotole con coperchio.


TSUKEMONO
 

Piatto principalmente estivo e tipico della cucina kaiseki, accompagna spesso le portate principali, soprattutto il riso bianco. Il nome significa cibi in salamoia e infatti non sono nient'altro che verdure in salamoia a base di aceto, sake, miso, salsa di soia, zucchero o senape giapponese.
I più usati a questo scopo sono il ravanello giapponese (daikon), il cocomero, la melanzana, la carota, il cavolo, lo zenzero e la cipolla. Sono molto apprezzati per l'inconfondibile sapore e hanno funzione anche di stuzzichini, digestivi, pulizia del palato, guarnitura e condimento. Sono talmente presenti nella cucina nipponica che esistono ristoranti totalmente dedicati ad essi.


TAMAGOKAKE GOHAN
 

Un piatto molto semplice e soprattutto facilemente riproducibile anche a casa nostra: è composto infatti da tre soli ingredienti che sono riso, uovo crudo e salsa di soia. Cotto il riso, lo si pone in una ciotola e, quando è ancora caldo, ci si versa sopra l'uovo, si mette un filo di salsa di soia e si mescola il tutto, in modo che l'uovo, a contatto con il riso caldo, formi una cremina. Finito.
Perché sia buono occorre usare però materie prime di alta qualità; anche questo piatto è talmente apprezzato in patria da avere ristoranti specializzati!


KASHIPAN
 

Chiudiamo con una nota dolce: il kashipan è una sorta di brioche dolce/salata farcita in vari modi. Potete trovarla ripiena di marmellata, con il curry o profumata al melone, giusto per citarne solo alcuni; è in vendita nei konbini e nelle panetterie per poche centinaia di yen.

Fonte consultata:
Japanization