Tante volte ci è stato chiesto di fare una rubrica dove inserire il bianco e il nero, Capuleti e Montecchi, Livorno e Pisa, giorno e notte...insomma due punti di vista diametralmente opposti su cui poter discutere e magari anche schierarsi.

Dobbiamo ammetterlo, il timore che tutto finisca in un inutile flame ci ha sempre frenato ma, visto che ultimamente voi utenti vi siete dimostrati meno "scalmanati", ci siamo detti in Redazione "Why not"?

AnimeRing!

Un titolo, anime o manga, due recensioni a confronto. Due recensioni di voi utenti, il vostro diverso punto di vista sul "palco" di AnimeClick.it.
Come nel miglior incontro di Wrestling, come nella più epica delle Battle rap, saranno le vostre opinioni a sfidarsi fino all'ultimo colpo anzi...spoiler!
 

Andiamo a scoprire  il titolo su cui faremo discutere voi utenti!
 
In un mondo caotico e stressante come il nostro, in cui le persone sono sempre più di fretta e di corsa, si sta via via perdendo il piacere dell'assaporare le piccole cose, la gioia del quotidiano e del riposo, dando sempre per scontate le cose piacevoli, come ci fossero dovute, e ricordando invece sempre quelle tristi e spiacevoli. Su questo tema Kozue Amano sviluppa Aqua e Aria, due manga tramite cui spingere il lettore a riflettere sul piacere del quotidiano e delle piccole cose, di come la felicità nasca da esse e dall'attitudine con cui il singolo individuo si approssima ad esse ed alle persone ad lui vicine.

Dall'opera di Kozue Amano sono state varie serie animate, la prima delle quali, Aria the Animation, andata in onda nel 2015 per un totale di 13 episodi, una sorta di introduzione al mondo e ai personaggi di Neo-Venezia.

Oggi è giunto il momento di emettere un verdetto!

La domanda è una sola: voi da che parte state?

A FAVORE

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“Aria the Animation” è un anime di tredici episodi prodotto nel 2005 dallo studio Hal Film Maker e diretto da Jun’ichi Satou. L’opera è la trasposizione animata di alcuni capitoli del manga “ARIA” di Kozue Amano, nonché del suo prequel “AQUA”.

Ci troviamo nell’anno 2301, ovvero a circa 150 anni dalla terraformazione di Marte. Mentre alla Terra è stato dato il nuovo nome di Man-home, il pianeta rosso è ora conosciuto come “Aqua” e ospita, tra le altre attrazioni, la città di Neo-Venezia, ovvero la perfetta ricostruzione del capoluogo veneto ormai sommerso dalle acque. É qui che si svolgono le avventure della nostra protagonista Akari Mizunashi, la quale si impegna per poter diventare, un giorno, un’Undine esperta.

Come le successive, la prima serie di “Aria” dimostra alla perfezione che ordire trame tragiche o spettacolari non è strettamente necessario per colpire e appassionare lo spettatore. Un’atmosfera sognante e rilassata, la magia del quotidiano e l’estrema semplicità sono gli elementi che fanno da padrone in questa splendida opera e che la rendono un prodotto di tutto rispetto.

Già in questa prima stagione si delineano le tematiche e gli aspetti caratteristici che fungeranno da direttrici anche in “The Natural” e “The Origination”.
Innanzitutto, più volte si mette in evidenza quanto il mondo in cui vivono le nostre protagoniste sia un “miracolo straordinario”: il pianeta Aqua, infatti, è il prodotto del duro lavoro degli esseri umani che assieme si sono impegnati per offrire alla gente un luogo piacevole e confortevole in cui vivere. Se le serie successive sono più dedite all’esplorazione delle calli e dei canali di Neo-Venezia, in “The Animation” ci si sposta spesso al di fuori della città e si viaggia tra terme suggestive, paesaggi bucolici e spiagge di sabbia bianca. In ognuna di queste occasioni, Akari non potrà non contemplare il mondo meraviglioso che le è stato donato, e neanche mancherà di ringraziare le persone che l’hanno creato e quelle che continuano a rendere possibile la sua esistenza.
Altro elemento essenziale dell’opera sono le frasi e i pensieri dei suoi personaggi, in particolare della sua protagonista: esse sono espresse con la più genuina naturalezza e vengono direttamente dal cuore. Nella contemplazione di un luogo o di un avvenimento straordinario, la nostra Akari non può fare a meno di lasciarsi andare a paragoni semplici, lontani da sceneggiature complesse e ricercate, e simili a poesie che solo i bambini riuscirebbero a comporre e che gli adulti mai avrebbero il coraggio di scrivere. L’ occasionale stucchevolezza che ne potrebbe derivare, poi, è sapientemente smorzata dal tormentone di Aika “Vietate le frasi imbarazzanti”.
Per quanto riguarda l’aggettivo “straordinario” da me utilizzato in precedenza, è bene precisare che il più delle volte esso è sinonimo di “ordinario”. Ovviamente suona come una forte contraddizione, ma una delle prerogative di “Aria” è proprio l’assenza di sviluppi improvvisi e colpi di scena eclatanti. Un’espressione che a quest’opera starebbe a pennello è, infatti, “La felicità è nelle piccole cose”: ogni episodio è un invito a rallegrarsi, ad emozionarsi, a commuoversi per tutto quello che ci circonda e per i piccoli avvenimenti di ogni giorno.

Passando ai personaggi, non c’è bisogno di dilungarsi molto. Questi tredici episodi sono serviti essenzialmente a introdurre e a darci un’infarinatura generale di protagonisti e comprimari, mentre per una caratterizzazione più approfondita si dovranno attendere le stagioni successive. Al primo impatto, comunque, essi risultano tutti molto simpatici, ognuno con il suo tipico intercalare e la distintiva faccia da super-deformed (quest’ultimo, forse, un po’ troppo utilizzato).

Arriviamo al lato tecnico. Il character design presenta linee abbastanza morbide ed è ben realizzato la maggior parte delle volte. Le animazioni non sono né fluidissime né legnose, mentre i fondali, anche se non perfetti, riproducono fedelmente i luoghi della laguna veneta. Le ost sono piacevoli e rilassanti, in linea con lo spirito dell’opera e con la sua ambientazione italica. Stupenda e suggestiva l’opening “Undine”, la mia preferita tra le sigle di apertura delle varie serie. La regia di Jun’ichi Satou, infine, si può descrivere con i medesimi aggettivi utilizzati per il sopracitato comparto sonoro.

In conclusione, “Aria The Animation” è una perfetta introduzione all’universo creato da Kozue Amano. Già questa prima stagione trasmette tutti i messaggi ricorrenti anche nelle opere successive: l’invito ad apprezzare le piccole cose, a godersi ogni istante di vita quotidiana e, soprattutto, ad essere grati degli innumerevoli doni che abbiamo ricevuto, primi fra tutti le persone che ci circondano e il mondo in cui abitiamo. Voto: 9.


CONTRO 

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Be’, vedendo quello che si dice in giro, quest’anime dovrebbe essere una gioiellino preziosissimo. E sarà anche che io sono insensibile o le cose che mi appassionano davvero sono altre, ma a tutto c’è un limite. Graficamente piacevole, per i suoi tempi, con buoni disegni aggraziati (anche se i derfomed non si possono guardare), colori piacevolissimi, rilassanti, luminosi ma mai accessi, musichette sonnacchiose in tema con l’ambientazione distesa della neo laguna veneta – per altro riportata in modo piuttosto fedele – , e anche se le animazioni sono pochine, non è che ci sia tutto ’sto gran che d’azione, quindi vanno bene. Ora, la prima nota insopportabile è data da quei gatti che sembrano degli sgorbi pure a confronto con i pokemon (e ce ne vuole…), con tra l’altro dei miagolii storpiati e insopportabili. La seconda e decisiva e inaggirabile risiede effettivamente nell’atmosfera stessa e in quello che la serie vuole essere; tante giornate spensierate, ingenue, dedicate a un mestiere che più placido non si può, con via via l’aggiunta di nuove presenza che “arricchiscono” la soavità e i dolci sentimenti delle protagoniste apprendiste gondoliere. E il punto sta proprio qui: slice of life va bene; ma questo è il festival della banalità, delle carinerie stucchevoli e delle smancerie da ragazzine pucciose, condito come se non bastasse da un sorriso svampito al secondo e da delle vocine così… così, kawaii – troppo sdegnose già dopo dieci minuti. Inoltre la caratterizzazione dei personaggi è completamente piatta e sdolcinata (anche chi sembra dura, sotto-sotto…), e la pacatezza così leggera di ogni puntata autoconclusiva fa terribilmente effetto valium. La magia del quotidiano e la poesia delle piccole cose sono tutt’altro, e bisogna essere capaci di tirarli fuori con semplicità e asciuttezza per mostrarli in modo veramente toccante e non svilirne tutto il significato. Certo, Aria non mi ha fatto battere il record di abbandono di una serie, ma non sono andato oltre la metà degli episodi. Impossibile seguirla per chi abbia anche solo una puntina di testosterone nel sangue. A chi voglia scoprire il lirismo dietro la realtà di ogni giorno consiglio con tutto il cuore di vedersi prima qualcuno dei gioielli di Shinkai.



Potete far sentire la vostra voce, oltre che nei commenti, anche con un mini sondaggio che durerà tre giorni!

Cosa ne pensate di Aria the Animation?