Cos’è che spinge una persona a scrivere una recensione? I motivi possono essere tanti: c’è, ad esempio, il piacere di scrivere, la voglia di esprimere il proprio giudizio oppure, cosa molto più triste, un ordine diretto dai piani alti di Animeclick.
Io, in effetti, sono un po’ la somma di queste tre cose (specie l’ultima); però ogni volta nutro sempre la speranza (o illusione? n.d.Oberon) che siano state le emozioni che l’anime è riuscito a comunicarmi ad avermi indotto a prendere la tastiera e cominciare a scrivere. Sono abbastanza sicuro che abbiate già visto il voto giù in basso, per cui credo che vi starete domandando come mai sto facendo un discorso simile per un anime che, in sostanza, non mi è piaciuto.
Che emozioni può aver mai suscitato in me? Ma anche le emozioni negative, ovviamente, sono emozioni: pensate all’effetto che sensazioni come incredulità, frustrazione, noia o rabbia hanno nella nostra vita. Tuttavia, non voglio essere ipocrita: la maggior parte di questi anime che potremmo definire con grande gentilezza come “mal riusciti”, possono essere tranquillamente ignorati; ce ne sono alcuni, però, in cui il senso del ridicolo raggiunge picchi talmente elevati che secondo me meritano di essere almeno raccontati. Lo sforzo inumano compiuto dagli autori per costruire sceneggiature senza nessun senso logico, infatti, deve essere premiato in qualche modo, altrimenti si correrà il rischio di veder realizzati solo anime bellissimi e ciò sarebbe un vero peccato. Ed è proprio questo ciò che mi propongo di fare per le prossime recensioni: parlare dei titoli che, secondo il mio modestissimo ed inutile parere, possono essere considerati come i peggiori della stagione. E cercherò di farlo in un modo che spero troverete divertente.

Ma ora basta con i preamboli e partiamo col primo anime e cioè con questo Island, un anime che è riuscito a colpirmi e ad affondarmi nel giro di pochi minuti.
 
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Faccio un'altra piccola premessa: quando parlerò di questo tipo di anime, il più delle volte mi limiterò a sfruttare i commenti lasciati dal pubblico per individuare i dieci motivi per cui quel particolare titolo va considerato come “mal riuscito”; per Island, però, i commenti erano troppo pochi, non sono stati moltissimi quelli che l'hanno seguito (chissà perché). Per rimediare alla cosa ho deciso di usare un’altra tecnica assolutamente non originale: il racconto dettagliato del primo episodio e delle stranezze in esso contenute. Inutile aggiungere che se qualcuno è interessato a quest’opera e vuole godersela senza subire spoiler, allora farebbe meglio ad andarsi a vedere il primo episodio prima di continuare la lettura del mio articolo.
 
Island nasce come una visual novel sviluppata dalla compagnia Front Wing nel 2016 per Microsoft Windows e Playstation vita. Nel 2016 ha avuto ben due adattamenti manga, il primo disegnato da NyaroMelon per Akita Shonen ed il secondo disegnato da Naoya Yao per la rivista Cosplay Channel edito da Simsum Media. Infine nel 2018 abbiamo l'adattamento anime, prodotto da Feel con la regia di Keiichiro Kawaguchi.

L’anime inizia con un ragazzo che si sveglia sulla spiaggia dell'isola di Urashima, completamente nudo, senza ricordare nulla né di sé stesso né degli eventi che lo hanno portato in quel posto. Però scordiamoci di lui per qualche secondo perché l’attenzione si sposta subito su un gruppetto di quattro ragazze dall’aria giuliva che stanno tornando a casa da scuola. Tre di queste stanno parlando di quella che può essere considerata come l'invenzione che sicuramente rivoluzionerà il mondo della meccanica ad uso domestico: il cane robot. L’ultima invece, la bella Karen, le segue immersa nei suoi pensieri.
Quando le altre tre reclamano la sua attenzione, la ragazza che non s’era manco presa la briga di ascoltarle dato l’alto livello preso dalla loro discussione, decide che quando è troppo è troppo; così inventa una scusa improbabile e fugge via. Dopo una lunga corsa la ragazza si ferma per riprendere fiato e rivolge il suo sguardo alla spiaggia: ovviamente scorgerà il ragazzo di cui parlavo all’inizio, steso sulla sabbia completamente nudo. Una persona dotata di senno chiamerebbe la polizia o la buoncostume; ma la nostra Karen sa bene che il suo punto di forza è la corsa e non il ragionamento, per cui decide che non è il caso di perdere tempo e si lancia a perdifiato verso lo sconosciuto. Però, a causa dell’eccessivo impeto, proprio quando sta per raggiungerlo inciampa in un granello di sabbia finendo proprio sul… ma perché usare le parole quando si possono usare le immagini? Guardatevi la diapositiva numero 1.
 
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Diapositiva numero 1: l'accoglienza tradizionale di Urashima

Inutile aggiungere che dopo questo lieto evento il ragazzo sarà in grado di risollevarsi (in più sensi).
La scena si riapre alla centrale di polizia, dove il ragazzo confermerà all’agente in servizio di non ricordare assolutamente niente sulla sua identità; ricorda però, udite udite, di essere un viaggiatore del tempo e di essere lì per salvare il mondo. L'agente, invece di chiamare la neuro, come sarebbe logico fare, decide di sorvolare sulla cosa. Ma mentre sta riflettendo sul cosa fare, la sua meditazione viene interrotta da una chiamata dal sindaco del paese il quale fa presente all'agente qual è la sua linea politica, basata sul famosissimo slogan “aiutiamoli a casa loro”. Il forestiero, in poche parole, deve andarsene immediatamente dall'isola.
L’agente, allora, accompagnerà immediatamente al porto lo sconosciuto, ma proprio quando sembra di essere arrivati ai saluti e lo spettatore si illude che possano partire i titoli di coda ad interrompere questo scempio, il poliziotto riceve una chiamata alla radio e il nostro viaggiatore del tempo, approfittando del suo momento di distrazione, se la dà a gambe. Dalla radio, infine, veniamo a conoscenza che Karen, che tra l’altro è la figlia del sindaco, è scomparsa.
A questo punto mi pongo due domande:
  1. Ma chi lo ha addestrato questo poliziotto? Topo Gigio?
  2. Karen era stata alla stazione di polizia al massimo due ore prima. Come può essere considerata già un soggetto scomparso? Se su quest'isola non ci si vede per un paio d'ore si chiama la polizia?
Intanto il nostro fuggitivo si è nascosto in una barca vuota trovata a random; una volta a bordo decide di aprire un cassetto ed indovinate un po'? Ci trova dentro Karen addormentata! Questo sì che è un vero colpo di scena a cacchio di cane! E, forse memore dei servigi offerti dalla ragazza sulla spiaggia, lui cercherà di approfittare dell'occasione e baciarla. Da questo momento cominciano un paio di minuti di puro delirio: Karen comincerà a starnazzare come un'oca, dal nulla si materializzerà il sindaco (no davvero, da dove cavolo è spuntato costui?) che pianterà a sua volta un casino accusando il "fetuso" di aver disonorato la figlia. Poi Karen scappa, il padre la insegue e l’agente (che nel frattempo stava sorvegliando il nulla) pure. E a quel punto la voglia di scappare viene pure a me, ma dalla parte opposta rispetto alla direzione presa dalla manica di invasati.
Intanto l'uomo senza nome decide di passare la notte sulla spiaggia.
Mentre se ne sta tranquillo a pensare agli assurdi eventi della giornata appena conclusa, vede una ragazza che, chissà perché, indossa un cappello da comandante di transatlantico, passeggiare a pochi metri da lui (diapositiva 2) intonando una canzone che definirei miracolosa per due ordini di motivi: in primo luogo perché la sua voce riesce ad annullare ogni rumore circostante trasformando la spiaggia in una perfetta sala prove; in secondo luogo perché permette allo sconosciuto di ricordare il suo nome ed anche quello della ragazza, facendo intuire l'esistenza di un legame fra loro.
 
Diapositiva n.2: "Piacere sono Capitan Findus"

Rinne (questo il nome della ragazza), decide allora di prendere Setsuna (questo il nome dello sconosciuto) in casa come domestico, consentendo così a quest'ultimo di ottenere il sospirato permesso di soggiorno. La ragazza gli mostrerà così la casa e dopo aver quasi distrutto un orribile vaso della dinestia Qing (???) da 15 milioni di sterline (messo lì solo per far capire ai visitatori che la sua famiglia è sfacciatamente ricca), Setsuna farà conoscenza con la madre di Rinne, una donna che vive chiusa in camera e che comunica attraverso bigliettini lasciati passare sotto la porta, manco fosse il panda di Ranma 1/2.
E si arriva al mattino seguente: al risveglio Setsuna riceve la visita di Sara, una ragazza vestita da sacerdotessa e che ha con tutta evidenza litigato col suo parrucchiere. Giudicate da soli guardando la diapositiva numero 3.
 
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Diapositiva n.3: "Il vero dramma è farsi uno shampoo senza soffocare"

La ragazza, non si sa come (si vede che l'isola ha un'intensa vita notturna) è già a conoscenza dell'intera faccenda, così afferra Setsuna e lo trascina nel suo ufficio. Qui, dopo una simpatica disquisizione sulla misura ideale del seno, la sacerdotessa comincia ad esporre al ragazzo le sue teorie e, dopo averlo stordito con un quarto d'ora di ammorbanti teorie sui viaggi nel tempo, si lancia verso di lui nel tentativo di colpirlo con un coltello; ma dato che in questo anime cadono tutti, inciampa nell'unico foglio di carta presente sul pavimento e si procura un'emorragia dal naso. Setsuna, però, non è un ragazzo che serba rancore per cui, dopo averla medicata, incassa da lei delle promesse sessuali per il futuro e se ne torna a casa.

L'anime continua ancora per qualche minuto ma, a parte un'altra canzone miracolosa di Rinne, non succede praticamente più nulla. Per cui posso passare ad una breve analisi complessiva dell'anime.

Spulciando nella scheda qui in database, ho notato che il giudizio complessivo su questo anime non è stato così severo come il mio: per giustificare questa tendenza potrei dire che una buona parte dell'utenza l'ha abbandonato subito dopo lo scempio del primo episodio o che una buona parte dei "soddisfatti" erano persone che conoscevano la visual novel (che con tutta probabilità non è affatto un prodotto scadente, ma non conoscendolo non posso affermarlo con certezza) e che sono stati influenzati da questo nel giudizio. Ma qualunque sia il motivo, pur ritenendo insindacabile l'opinione di ognuno, non posso essere d'accordo con chi afferma che a questo Island vada accordata almeno la sufficienza. Come anime, infatti, è un prodotto senza capo né coda: sia che la si consideri nella sua totalità, sia che si considerino solo i singoli eventi che la compongono, la sceneggiatura oscilla sempre tra l'assurdo, lo sconclusionato e l'irritante. Bizzarre teorie sui viaggi nel tempo, intrecci familiari da soap opera di serie B, piani complicatissimi che non servono a niente, personaggi capaci di fotocopiarsi nel tempo, sono solo una parte del campionario del delirio narrativo rappresentato in quest'opera. Proprio i personaggi sono forse la parte migliore dell'opera ma sono troppo pochi e dopo un po' si lasciano trascinare anche loro nel vortice della noia. 
 
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In definitiva questo Island si è rivelato, sempre secondo la mia modestissima opinione, un anime davvero deludente. Sinceramente non saprei se consigliarlo o meno agli amanti del trash: di parti memorabili ce ne sono tante, si pensi che quello che è stato raccontato in questa sede è giusto la punta dell'iceberg. Ci sono, però, anche parti decisamente lunghe che sono noiose e basta, e questo sicuramente renderebbe irritante la visione anche a coloro che, come me, hanno un insana passione per le opere mal riuscite. Tutti quanti gli altri possono benissimo fingere che quest'anime non esista: col titolo scarno che ha, è pure difficile trovarlo nel database, per cui evitarlo non dovrebbe essere troppo complicato.