Le aspettative riposte verso Hanebado! erano, personalmente, altissime. Da anni chiedevo un nuovo anime che ritraesse seriamente dello sport femminile e finalmente sono stato accontentato. Vero sport, vero agonismo, belle ragazze ma senza scadere nel banale: sì, Hanebado! è stata la serie estiva che maggiormente ho atteso, forse anche troppo.

Hanebado! è un anime di tredici episodi disponibile su Crunchyroll, trasposizione del manga di Kousuke Hamada, tutt'ora in corso in patria. Il titolo vuol dire letteralmente "Il Badminton di Hane", in riferimento alla particolarissima protagonista Ayano Hanesaki, figlia di una leggendaria giocatrice che le ha inculcato a forza l'amore per il badminton finendo per farle odiare lo sport, la stessa madre e se stessa. L'anime ritrae principalmente la storia di due atlete - oltre Hane vi è Nagisa Aragaki- che devono comprendere per quale motivo abbiano dedicato tutta la loro vita a questo sport; devono comprendere cosa sia il badminton per loro e quale sia il loro badminton.
 
 
Il... cosa??

"Ma cosa è 'sto badminton? Ma dai, davvero è alle olimpiadi?" Mentre urlavo il mio amore in attesa di questa serie, queste sono solo alcune delle domande che mi venivano poste. Sinceramente comprendo benissimo lo straniamento, il badminton è uno sport di secondo piano nel nostro paese, perciò facciamo chiarezza.
Si tratta di una disciplina molto in voga in Asia (e non solo), in tantissime scuole giapponesi viene praticato quanto la pallavolo se non di più. Le atlete nipponiche sono al momento campionesse della Uber Cup, più comunemente noto come il mondiale a squadre, mentre la squadra maschile è arrivata seconda nella corrispettiva Thomas Cup. Alle Olimpiadi di Rio del 2016 il Giappone ha inoltre vinto la medaglia d'oro nel doppio femminile e bronzo nel singolo femminile. Quindi sì, è uno sport che ha una forte rilevanza culturale nel paese che ospiterà le prossime olimpiadi.

Del resto, come ammesso dallo stesso Hamada (il quale si innamorò di questa disciplina alle Olimpiadi di Londra del 2012, grazie al duo d'argento Fujii & Kakiiwa), le due protagoniste sono un chiarissimo omaggio a due amate atlete giapponesi: Nagisa è Yamaguchi Akane (oro nella Uber 2018, bronzo nel singolo del Mondiale di Nanchino 2018) e Ayano è Ohori Aya, con la quale condivide ogni piccolo aspetto in campo e non solo (entrambe mancine, stesse movenze, stessi punti di forza, entrambe figlie d'arte, stessa età quando il manga inizia nel 2013 eccetera).

Non ci sono dubbi quindi che quest'opera voglia davvero parlare di atlete e di sport, arrivando ovviamente al sogno delle Olimpiadi del 2020.

Il Mio Badminton

Quando abbiamo una passione che ci arde dentro sappiamo perfettamente quanto essa possa definire il nostro Io, ed è così anche per i personaggi di Hanebado! che tramite il loro amore per questo sport cercano di comprendere di più se stessi. Un percorso che difatti non viene portato avanti solo dalle due protagoniste ma anche dai vari personaggi secondari, alcuni alle volte eccessivi e troppo caricaturali (soprattutto Kaoruko) ma tendenzialmente tutti ben delineati e costruiti a prescindere dal loro ruolo nella storia. Una menzione d'onore va a Elena, la migliore amica d'infanzia di Ayano, un ottimo personaggio che dimostra di essere più volte la voce della ragione in mezzo a queste ragazze troppo annebbiate dalla competizione.

Il percorso di Ayano e Nagisa si scontra, s'intreccia, esplode e si ricuce. Le due ragazze non sono altro che le facce di una stessa medaglia, arrivando anche a scambiarsi i ruoli con l'avanzare della storia. Ayano distrusse Nagisa nel loro primo incontro (qualche mese prima dell'inizio della storia) ma al suo epilogo entrambe si posero la stessa domanda: "Perché gioco?"

Ayano ha sempre visto il badminton come un surrogato dell'amore materno. Vincere voleva dire essere accettati, avere le sue attenzioni e i suoi sorrisi; tutti sforzi vanificati quando la madre l'abbandona repentinamente, lasciando la ragazza a chiedersi perché continuare a dannarsi l'anima con questo sport. Lei ha mai giocato esclusivamente per voglia di farlo?

Nagisa ha sempre visto il badminton come una naturale conseguenza delle sue innate doti fisiche. Ma è la verità? Davvero basta possedere questa forza fisica superiore, soprattutto alla luce di come Ayano l'ha umiliata? Perché gioca se non ha, a suo dire, nessun talento?

Cosa fare quando pensi che il percorso che hai portato avanti per tutta la tua vita sia quello sbagliato? Ayano vive nella negazione cercando di fuggire dai propri sentimenti mentre Nagisa annega nella rabbia per quella cocente sconfitta; due atteggiamenti opposti ma equamente distruttivi che trovano una conclusione proprio quando il fato, guarda un po', li riunisce nella stessa scuola (e grazie all'intercessione di Elena).

Parliamo di ragazze liceali, in quella età di mezzo dove non sei più una bambina ma chiaramente neanche un'adulta, non sai ancora se la te stessa di oggi sarà la stessa persona che porterà avanti il tuo cuore tra qualche anno. Il tempo stringe e bisogna comprendere chi si è, partendo dalla prima domanda: "Perché gioco?"
 
Mama non M'ama

 
Sicuramente l'elemento più controverso e decisamente più pesante della storia riguarda la situazione familiare di Ayano.

Uchika Hanesaki è stata una grandissima campionessa di badminton e il rapporto con la figlia è sempre stato perpetuato tramite i loro allenamenti giornalieri. Finché la piccola Ayano perde la sua prima partita, venendo per questo abbandonata dalla madre, che addirittura andrà a vivere in Danimarca crescendo un altro giovane prodigio come se fosse sua figlia, Connie Christensen.

Questa storia non ha scusanti. Assolutamente esagerata e sopra le righe. La signora Uchika è da far internare e anche le scuse che accampa nel prosieguo della serie non sono particolarmente degne di menzione (oltre che essere spoiler).

Il grande difetto della serie è tutto qua, Ayano incontrerà infatti Connie (venuta in Giappone proprio per conoscere, e battere, la "sorellastra") entrando in una vera e propria crisi esistenziale. La tranquilla ragazza diventa una psicopatica, decisa a inseguire una sorta di vendetta nei confronti della madre e di Connie, trasformandosi da protagonista a vera e propria antagonista della storia, palesando la sua rabbia e frustrazione proprio come aveva fatto Nagisa dopo la sconfitta del torneo precedente: maltrattando chiunque e pensando esclusivamente alle vittorie, fregandosene della squadra e delle amicizie.

Nagisa, come dicevo precedentemente, in una sorta di ribaltamento dei ruoli diviene il personaggio positivo, con lo spettatore soventemente incline a odiare a morte Ayano per il suo detestabile atteggiamento. Alle due non rimane altro da fare se non parlare la stessa lingua, ovvero affrontarsi e rendersi conto di quanto le loro differenze in realtà le rendano uguali.
 
Chi c'è dall'altra parte della rete?

Se diversa gente si è comunque avvicinata a questo anime è anche per via di palesi pregi nel reparto tecnico.

L'adattamento anime è nato non per caso o per una mera questione di marketing ma grazie agli enormi sforzi del produttore Shunsuke Hosoi, il quale andò a lavorare alla casa di produzione TOHO principalmente per poter rendere realtà questo progetto.

Hosoi ha lavorato quindi a stretto contatto con la Liden Films, col regista Shinpei Ezaki e col produttore Tomohiko Shinka (grande esperto di badminton), seguendo insieme diverse partite per poter dare il meglio nella lavorazione. I pregi nelle animazioni sono immensi e chiari a tutti: le partite sono ritratte nel modo migliore possibile, ogni piccolo dettaglio è curato in modo ineccepibile, ogni goccia di sudore e anche la realizzazione e i movimenti del volano sono estremamente realistici, non dandoci nemmeno modo di lamentarci di particolari cali nel corso della serie.
Le scene sportive sono il fiore all'occhiello di questo anime e per quanto sia ovvio l'uso del rotoscopio, esso non toglie nulla alla dedizione dello staff, che arriva a farsi assistere anche da due giocatrici professioniste: Yukino Nakai e Nao Ono.
Episodi standard sono composti tra i 3.500 ed i 5.000 disegni ma il supervisore degli intercalari, Taiga Sakikabara, ha dichiarato come nella produzione del secondo episodio abbiano lavorato con 10.000 disegni.

Ovviamente tutto ciò (che potete riscontrare in fonte 1 e fonte 2) non vuol dire per forza che ci troviamo di fronte a una grandissima opera ma il lavoro profuso e la passione dietro questo anime sono più che tangibili. Vorrei anche sottolineare un elemento che magari è stato sottovalutato dai più: il rumore.
Il mangaka disse che una delle cose che più lo colpirono quando vide le sue prime partite dal vivo dagli spalti fu proprio il rumore del volano: "Volevo disegnare un rumore simile". Infatti non possiamo sottovalutare quanto duramente abbia lavorato il direttore del suono Kazuhiro Wakabayashi (il quale ha già ricoperto questo ruolo per anime di un certo livello come Ghost in the Shell - Stand Alone Complex, Wolf's Rain o il più recente Mob Psycho 100) per riprodurre fedelmente un elemento così essenziale, oltre che l'impegno profuso come direttore del doppiaggio. Non da meno sono state le seiyuu delle due protagoniste: le semi-debuttanti Miyuri Shimabukuro (Nagisa) e  (Hane), le quali hanno pure giocato diverse volte a badminton per comprendere meglio i personaggi e la serie, oltre che portare avanti diversi e divertenti special su YouTube.
 

Mi piace concludere quindi con una nota positiva, ricordando chi c'era dall'altra parte della rete, ovvero coloro che hanno lavorato a questo anime del quale probabilmente non vedremo mai la seconda stagione (ma che la meriterebbe).

Chi altro c'è però dall'altra parte della rete? Ci siamo noi e coloro che abbiamo di fronte, con i nostri difetti, le nostre ansie, i nostri errori ma anche tantissime speranze. La persona che è dall'altra parte della rete magari è la nostra nemesi, magari è invece la nostra salvezza. Magari siamo noi stessi, alla ricerca di un qualcosa che dia un senso alla nostra vita, proprio come Aya e Nagisa.