Il 7 marzo del 1999 andava in onda sulle tv giapponesi il primo episodio di Digimon Adventure, una serie che ha caratterizzato l'infanzia di molti, sia in Giappone che in Italia, gettando le basi per un franchise ancora oggi molto redditizio, di cui questa prima serie animata rappresenta il capitolo più amato.

La genesi di questo popolare brand è da ricercare nel contesto storico degli anni '90, caratterizzato da un notevole slancio in campo tecnologico, da videogiochi all'avanguardia (quelli poligonali della Sony Playstation, del Nintendo 64 e del Sega Saturn e Dreamcast), dal boom di Internet, che finalmente diventa fenomeno di massa in tutto il mondo, e dei primi giochi online.
Nascono manga e anime come Corrector Yui o telefilm come Denkou Choujin Gridman/Super Human Samurai Cyber Squad che fanno della rete informatica il loro fulcro, immaginandola come un vero e proprio mondo a sè, che vive parallelamente al nostro. C'è ansia, curiosità e paura per il futuristico 2000 che è di lì a venire e per il tanto chiacchierato Millenium Bug che si porterà con sé al suo arrivo.
Esplode il boom dei Tamagotchi, animaletti virtuali da allevare, e dei Pokemon, videogioco di ruolo Nintendo basato su mostriciattoli di fantasia da catturare, far crescere e combattere fra loro e destinato a sempre più crescenti fortune.

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I Digimon (デジモン Dejimon, crasi di デジタル Dejitaru/Digital e モンスターMonsutā/Monster) nascono nel 1997, periodo in cui la popolarità dei Pokemon Nintendo andava crescendo per via dell'inizio della serie a cartoni animati a loro dedicata.
Padre dei Digimon è Akiyoshi Hongo, misterioso nome dietro a tutte le produzioni legate al franchise ma di cui non si conoscono molte informazioni.
La casa produttrice è la Bandai, già madre del Tamagotchi, che lancia sul mercato una versione aggiornata del popolare giocattolo. I Digimon V-Pet (Virtual Pet) sono dei Tamagotchi più complessi, che rendono possibile non soltanto allevare e far crescere (i Digimon, come il pulcino alieno del Tamagotchi, cambiano forma man mano che crescono) il piccolo mostro contenuto al loro interno, ma anche connettere due dispositivi per far combattere fra loro le creature dei due giochi.
Pian piano, il fenomeno dei Digimon si allarga e la casa produttrice Bandai immette sul mercato non soltanto numerose versioni differenti del V-Pet, ma anche giochi di carte, pupazzi e videogiochi (il primo titolo dei Digimon esce nel 1998 per il Sega Saturn).

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Come per tutti i grandi fenomeni mediatici di questo tipo, anche per i Digimon nasce un adattamento manga, C'mon Digimon, disegnato da Hiroshi Izawa e pubblicato nel 1997 su V-Jump di Shueisha, rivista dedicata ai videogiochi a cui i Digimon saranno inscindibilmente legati.
Concluso questo, lo stesso autore si metterà all'opera su un secondo manga, decisamente più fortunato.
Digimon Adventure V - Tamer 01 occuperà le pagine di V-Jump dal 1998 al 2003, finendo raccolto in nove volumi.
Protagonista della storia è un bambino del mondo reale che viene trasportato in un mondo parallelo abitato da creature chiamate Digimon e che insieme ad un mostriciattolo di nome Zeromaru lotta per salvare il mondo digitale dalle oscure trame di Daemon.
Il successo del manga permetterà a quel bambino, Taichi Yagami, di continuare a vivere nuove avventure, seppure in un diverso formato. E' il momento, per i Digimon, di espandersi verso un nuovo settore, quello che darà loro la maggior popolarità: l'animazione.



Nella primavera del 1999 i cinema giapponesi proiettano un cortometraggio di venti minuti dedicato ai mostri digitali, Digimon Adventure.
Protagonista della storia è un bambino che i fans di Digimon Adventure V - Tamer 01 ben conoscevano, ossia Taichi Yagami, anche se la sua storia è qui riscritta in maniera differente rispetto al manga e il personaggio è più giovane anagraficamente. Taichi, un bambino giapponese come tanti altri, assiste alla nascita nel mondo reale di un Digimon, un mostro proveniente da un mondo digitale. Lui e la sorellina Hikari si prendono cura del piccolo Koromon, che cresce attraversando numerosi stadi evolutivi per giungere poi alla battaglia contro un altro mostro digitale arrivato nel mondo degli umani, il gigantesco Parrotmon.
Grandi nomi sono coinvolti nella realizzazione del corto, a partire dal regista, l'oggi celebre Mamoru Hosoda (La ragazza che saltava nel tempo), per continuare con la sceneggiatrice Reiko Yoshida (Tokyo Mew Mew, Virtua Fighter). Il character design è affidato a Katsuyoshi Nakatsuru (Dragon Ball, Dr. Slump & Arale, Beet Vandel Buster), mentre la colonna sonora al compianto Takanori Arisawa (Sailor Moon).
I tre personaggi principali Taichi, Hikari e Koromon/Agumon/Greymon hanno rispettivamente le voci di Toshiko Fujita (Dai in Dai no daibouken, Rui in Cat's Eye, Mamiya in Hokuto no Ken), Kae Araki (Chibiusa in Sailor Moon, Miaka in Fushigi Yuugi, Felicia in Darkstalkers) e Chika Sakamoto (Yaten/Sailor Star Healer in SailorStars, Daisuke in Ginga Nagareboshi Gin).

Il cortometraggio si colloca come ideale prequel per una serie televisiva realizzata dalla Toei Animation che debutta sugli schermi televisivi il giorno successivo all'uscita nei cinema di Digimon Adventure e che porta lo stesso titolo. Digimon Adventure (o Digimon Adventure 01 che dir si voglia, occupa i palinsesti televisivi per 54 puntate, fra il Marzo del 1999 e quello del 2000.
Gran parte dello staff che realizzò il cortometraggio è riconfermata per la serie televisiva, da Katsuyoshi Nakatsuru a Takanori Arisawa, da Reiko Yoshida ai tre doppiatori succitati, che riprendono i loro ruoli.
Cambia invece la regia, ora affidata a Hiroyuki Kakudou (Aoki Densetsu Shoot, Dragon Ball GT, One Piece) e si aggiungono numerosi doppiatori importanti, da Ai Maeda a Chikao Ohtsuka, da Masami Kikuchi a Junko Takeuchi, per caratterizzare i protagonisti umani e i numerosissimi mostri virtuali.

Digimon Adventure 4

Digimon Adventure 01 è la storia di sette bambini giapponesi: Taichi Yagami, Yamato Ishida, Sora Takenouchi, Koushirou Izumi, Mimi Tachikawa, Jou Kido e Takeru Takaishi (ai quali si aggiungerà, nella seconda parte della serie, anche Hikari, la sorella minore di Taichi vista nel prequel cinematografico). Durante un campo estivo, i ragazzi vengono trasportati misteriosamente in un mondo parallelo composto di dati digitali e abitato da creature mostruose, i Digimon. Fra questi, otto creature si uniranno rispettivamente ai "bambini prescelti": Agumon, Gabumon, Piyomon, Tentomon, Palmon, Gomamon, Patamon e Tailmon. Traendo forza dal legame che li unisce con i loro rispettivi partner, questi possono trasformarsi in stadi evolutivi via via più potenti mediante il dispositivo elettronico chiamato Digivice (fedelissima riproduzione del Digimon V - Pet della Bandai) di cui ognuno dei protagonisti è in possesso.

L'avventura dei ragazzi e dei mostriciattoli digitali dapprima assume le connotazioni di una prova di sopravvivenza. I protagonisti, che non si conoscevano se non di vista o sommariamente prima del campo estivo, dovranno imparare a cavarsela da soli in un mondo ostile e fantastico, esplorandone ogni anfratto e apprendendone i luoghi e le caratteristiche e appianando le loro divergenze caratteriali in favore di un obbiettivo comune. In seguito, quella dei bambini prescelti diventa una battaglia per la salvezza del mondo, digitale o umano che sia, da tutta una serie di creature malefiche che intendono soggiogarlo.


Digimon Adventure 01 ricorda proprio la struttura di quei videogiochi a cui esso si ispira, presentando una storia suddivisa in rigide saghe e un mondo suddiviso in numerose aree, ognuna con un proprio "boss finale" da sconfiggere dopo molti combattimenti contro mostri minori.
Allo stesso tempo, però, ha i connotati del romanzo di formazione, di una storia che è, tacitamente, metafora del passaggio dall'infanzia all'adolescenza e delle fantasie dei bambini. Temi, questi, saggiamente già anticipati da "Butterfly", la sigla che apre la serie (nonché stessa canzone che, curiosamente, chiudeva il cortometraggio cinematografico), cantata da Kouji Wada, artista che sarà al servizio dei Digimon per molti anni. La canzone, infatti, parla esplicitamente dell'importanza dei sogni dei bambini, elemento portante della storia ancor più che i mirabolanti combattimenti fra mostri digitali, e riesce a imprimersi nella memoria collettiva degli spettatori giapponesi al punto da venire ancora oggi ricordata in diversi remix per i videogiochi musicali.

Dopo un sogno senza fine, in questo mondo dove non c'è nulla
Sembra che i sogni che ci stanno tanto a cuore perderanno
Ma anche con ali inaffidabili, piene di immagini che da esse non vogliono staccarsi
Sono certo che riusciremo a volare

Dopo un sogno senza fine, in questo mondo dove non c'è nulla
Forse non è poi così male, dopotutto, distanziarsi dal senso comune
Anche con ali maldestre, tinte di immagini che da esse non vogliono staccarsi
Sono certo che riusciremo a volare


Il comparto tecnico della serie è all'avanguardia, sia per quanto riguarda la colonna sonora (si ricordi il tema musicale delle evoluzioni, "Brave Heart" di Ayumi Miyazaki), sia dal punto di vista di disegno e animazione. Sorprendente e al passo coi tempi l'uso della computer grafica nelle sequenze con le trasformazioni dei Digimon protagonisti.
 


Il successo della serie tv porta a nuovo merchandising ad essa dedicato, a cominciare dalla raccolta degli episodi in home video e da numerosi album musicali e drama cd a tema, continuando con nuovi V - Pet, peluches, carte, figurine e pupazzi, per finire con nuovi videogiochi, per Playstation o Bandai Wonderswan, che le si rifanno esplicitamente. Fra il merchandising derivato da Digimon Adventure vi è anche un adattamento in una serie di tre romanzi, usciti nel 2001.
Nel Marzo del 2000, più o meno contemporaneamente alla fine della serie televisiva, esce nei cinema giapponesi un film da essa tratto, realizzato dallo stesso staff che lavorò al corto pilota, Mamoru Hosoda compreso: Digimon Adventure - Our war game (Dejimon Adobenchā: Bokura no uoogeemu).
Questa nuova avventura vede Taichi, Yamato; Takeru e Koushirou e i loro Digimon affrontare Diablomon, un malvagio mostro che intende minacciare il mondo reale prendendo possesso della rete informatica e controllando il lancio di un missile nucleare puntato sul Giappone.
Il film, ispirato da Wargames - Giochi di guerra, film americano del 1983 che giocava su computer, hacking e attacchi missilistici, è poi servito in tempi più recenti d'ispirazione al regista Hosoda, che ne ha ripreso spunti per il suo lungometraggio Summer Wars del 2009.
Una delle più azzeccate intuizioni di Our war game è quella dell'evoluzione combinata. Nel film, infatti, WarGreymon, il Digimon di Taichi, e MetalGarurumon, il Digimon di Yamato, si fondono fra loro, raggiungendo un nuovo stadio evolutivo, e diventando Omegamon.
Questo artifizio narrativo, di grandissimo impatto, verrà poi ripreso nelle produzioni Digimon successive.

Digimon Our War Game

Il successo della prima serie animata dei Digimon porta immediatamente alla produzione di un sequel, Digimon Adventure 02, trasmesso tra il 2000 e il 2001, che porta avanti e conclude le vicende di Taichi e compagni, pur relegandoli ad un ruolo di secondo piano in favore di nuovi protagonisti. La saga Digimon è poi continuata con nuove storie, slegate da quelle di Digimon Adventure: Digimon Tamers (2001), Digimon Fronter (2002), Digimon Savers (2006), Digimon Xros Wars (2010), Digimon Universe: Appli Monsters (2016).

Digimon Adventure Tri

Tuttavia, Digimon Adventure è la serie che i fan ricordano con più affetto, quella da cui è iniziato tutto, quella che sicuramente tutti i fan hanno visto e a cui magari molti si son fermati. In Giappone questo lo sanno bene, e non si sono lasciati scappare l'occasione di festeggiare l'anniversario delle avventure di Taichi e compagni: quindici anni dopo la prima messa in onda, tra il 2015 e il 2017, è stata prodotta una serie di sei film per il cinema chiamata Digimon Adventure Tri, che riprende le vicende dei protagonisti ormai cresciuti, che frequentano il liceo o le scuole medie, sono alle prese con gli esami, i dubbi per il futuro, i primi amori e gli strascichi di quelle battaglie vissute durante l'infanzia di cui adesso riescono ad avvertire il peso in maniera diversa. Richiamati a risolvere nuovi misteri e nuove crisi riguardanti il mondo digitale insieme ai vecchi compagni, i nostri sono stavolta accompagnati dalla timida Meiko, nuova prescelta legata al misterioso Meicoomon. I film, accompagnati da un enorme battage pubblicitario che ha visto proiezioni cinematografiche, mostre tematiche e nuovo merchandise, hanno dalla loro un potente effetto nostalgia dovuto anche alla ripresa di colonne sonore e sigle originali (sfortunatamente, il cantante originale di "Butterfly", Kouji Wada, se n'è andato per una malattia a metà della produzione dei film, ma ci ha regalato una nuova versione della storica sigla a corredo dei lungometraggi) e di buona parte dei vecchi doppiatori, e sembra che i progetti per Taichi e compagni non si fermino qui, dato che è stato annunciato un nuovo film, col ritorno del character designer originale Katsuyoshi Nakatsuru, per festeggiare il ventesimo anniversario.
 


E in Italia? Digimon Adventure arriva sui nostri teleschermi, trasmesso dalla Rai, a settembre 2000. Aldilà di qualche piccola censura e dell'inserimento della sigla italiana (cantata dai Manga Boys) come sottofondo alle scene dell'ultimo episodio al posto della colonna sonora originale, l'adattamento italiano era molto ben fatto e, fortunatamente, prendeva dall'adattamento americano soltanto i nomi di personaggi e Digimon e non la colonna sonora, mantenendo quella giapponese come sottofondo agli episodi e nelle preview degli episodi successivi. Al contrario di Pokemon, di cui invece era giunta in Italia l'edizione rimaneggiata dagli Americani, Digimon manteneva persino i nomi dei mostri scritti nel sillabario giapponese, e questo fu molto apprezzato. Molto buono era anche il doppiaggio curato da LaBibi.it, che schierava per i vari personaggi molti doppiatori celebri della scuola romana (Massimiliano Alto, Maura Cenciarelli, Davide Lepore, Alessio Cigliano, Marco Vivio, Ilaria Latini) e altri (Cinzia Villari, Paola Majano, Michela Alborghetti, Monica Vulcano, Tatiana Dessi) che gli spettatori italiani avrebbero poi imparato a conoscere nelle successive serie Digimon e nelle altre serie, giapponesi e non, che la Rai avrebbe trasmesso negli anni a seguire.


Con Digimon, infatti, iniziò un periodo piuttosto florido per la Rai, che non soltanto replicò questa prima stagione in successione svariate volte nell'anno scolastico 2000 - 2001, ma acquistò anche altre serie simili, come Monster Rancher (basato su un videogioco Tecmo per Playstation e Game Boy Advance) o Medarot (tratto da un videogioco Natsume per Game Boy), e molte altre serie giapponesi (spesso e volentieri del catalogo Dynamic Italia) come Guru Guru, Super Gals, Super Doll Rikachan, Ufo Baby, Nadja Applefields, Strange Dawn e i vari film di Dragon Ball con doppiaggio romano, trasmesse più o meno regolarmente e con una certa cura negli adattamenti, al contrario della rivale Mediaset, nella prima metà degli anni 2000.

La trasmissione di Digimon Adventure, molto pubblicizzata, riscosse un modesto successo, supportata anche da un discreto giro di merchandising che comprendeva pupazzi, carte da gioco, videocassette e magazine dedicati. La paventata guerra delle emittenti profetizzata dalla stampa si ebbe, ma il nuovo corso della Rai non riuscì mai a far calare il successo dei Pokemon, che grazie ai nuovi episodi televisivi, ai nuovi film e ai nuovi videogiochi schiacciarono ben presto i rivali. A quasi vent'anni di distanza, infatti, il successo dei Digimon in Italia si è completamente spento, e le serie più recenti, compresi i film di Digimon Adventure Tri, non sono state, sfortunatamente, importate nel nostro paese.