È notizia recente l'arrivo in streaming su Netflix dei film dello Studio Ghibli, l'apprezzato studio d'animazione fondato da Hayao Miyazaki e Isao Takahata e diventato col tempo uno dei fiori all'occhiello dell'industria animata giapponese. Ma se per più di una generazione di appassionati i film di Miyazaki e Takahata sono ormai classici intramontabili, da vedere e rivedere, ci siamo resi conto col recente annuncio di quanti siano gli spettatori, specialmente tra i più giovani, che ancora non hanno avuto occasione di vedere uno o più di questi titoli. 
Abbiamo quindi deciso di portarvi una panoramica di alcuni dei titoli più famosi e apprezzati dello studio in concomitanza alla graduale distribuzione dei film su Netflix. Oggi ci dedichiamo ad uno dei film più importanti dello Studio e una delle opere in grado di far nascere l'anime boom della seconda metà degli anni '90.
 
Studio Ghibli

Giappone, periodo Muromachi (1336-1573). Ashitaka, principe guerriero della dinastia Emishi, nello scontro con Nago, un dio-cinghiale posseduto da un demone, viene ferito e colpito da una maledizione. Il giovane è costretto ad abbandonare il suo villaggio per evitare che il maleficio si estenda all'intero suo popolo e per cercare di comprendere le origini dell'odio che ha spinto il demone fino a lui. Durante il viaggio Ashitaka si imbatte in San, una ragazza allevata dai lupi che ha giurato vendetta contro Lady Eboshi, capo di un Tatara-ba (città del ferro) che basa la sua economia sulla produzione di armi da fuoco. Costei ha come obbiettivo la distruzione dell'intera foresta sacra, protetta dallo Shishigami e tanto cara a San e agli spiriti guardiani zoomorfi, allo scopo di ricavare miniere per l'estrazione del ferro. Sarà l'inizio di un'epica battaglia fra uomini e dei in cui Ashitaka, "con pupille non offuscate", avrà un ruolo determinante.
 

Mononoke Hime, 1997, è l'opera "adulta" di Miyazaki che ha sancito la sua consacrazione al grande pubblico grazie all'enorme successo in patria e alla distribuzione internazionale, che gli ha permesso di conquistare l'America e l'Europa. Il film rappresenta uno spartiacque nella sua cinematografia per il profondo pessimismo di cui è impregnato, ma è anche una svolta stilistica per la crudezza inusitata di alcune sequenze: battaglie cruente, sangue, ferro e fuoco esordiscono nella grammatica del regista e la narrazione dal respiro epico e grandioso è impreziosita da articolate scene di massa e da un montaggio di raffinata architettura.

La pellicola, incentrata sull'eterno e irresolubile conflitto tra l'uomo e la natura, è un affascinante kolossal animato, un affresco potente ed evocativo ammantato di misticismo e imbevuto nel folklore del Sol Levante, con particolare riferimento alla leggenda degli yōkai e degli shikigami, o 'kami', della cosmogonia scintoista.
Nel suo medioevo fantastico il cineasta di Akebono sembra voler fissare il punto di rottura nell'equilibrio tra uomo e natura che è descritto come una mitica caduta degli dèi per mano dell'uomo, vista anche come metaforica scomparsa delle antiche tradizioni ancestrali sotto i colpi della modernità.
 

Ancora una volta Miyazaki sovverte gli schemi patriarcali regalandoci due intensi ritratti di donna che si inseriscono a pieno titolo nel suo ricco e variegato universo femminile: l'ordine e la giustizia sociale instaurati da Lady Eboshi sono in netta antitesi all'anarchica armonia del mondo naturale di San. Eboshi novella Prometeo ruba il "fuoco" della conoscenza agli dèi (nella fattispecie l'arte della metallurgia e della pirotecnica) per donarlo agli uomini, ed è descritta come un'illuminata guida che aiuta i lebbrosi e restituisce dignità alle donne liberandole dalla schiavitù.
San, la ragazza selvaggia, è una versione cupa e feroce di Nausicaä. Ma a differenza di quest'ultima il suo rapporto con gli umani è conflittuale, rifiuta qualsiasi pacificazione, ed è votata a distruggere il Tatara-ba. Si sente figlia naturale della dea-lupo Moro, la sua vita e la sua anima appartengono alla foresta sacra e, come gli altri animali, si considera un mononoke (spirito vendicativo).
Ashitaka, che incarna il coraggio, la grinta, l'equilibrio interiore e la statura morale del classico eroe miyazakiano (Conan, Pazu), ha una forza comunicativa e un rapporto diretto con la natura che lo pongono al di sopra delle parti come unico punto di contatto fra i due mondi contrapposti.
 

I temi classici dell'autore nipponico - la dicotomia fra tecnologia e ambiente, il confine tra spazio dell'uomo e spazio naturale, la purezza d'animo come viatico della salvezza, il ruolo centrale delle figure femminili - sono affrontati con un approccio più critico e disincantato del solito. In particolare nel rapporto uomo/natura l'autore non assume atteggiamenti compiaciuti né verso il furore di San e la sua cieca difesa della foresta, né verso il progresso civile di Lady Eboshi. Anche se nell'immaginario narrativo 'miyazakiano' nel Tatara-ba si intravede il germe della città-stato industriale e guerrafondaia di Indastria nella serie post-apocalittica Conan, il ragazzo del futuro.

Da un punto di vista tecnico/artistico il film è la degna coronazione di uno sforzo immane da parte dello Studio Ghibli, anche a fronte di un investimento economico senza precedenti. Il risultato è quanto di meglio si fosse visto prima per l'epoca: fondali stupefacenti per la bellezza primordiale dei paesaggi e per la ricchezza di dettagli, disegni e animazioni dalla fluida naturalezza ed eleganza, colori vividi e brillanti che esaltano il senso di immersione nell'atmosfera del film. Una messa in scena estremamente curata che riesce a trasmettere anche il contrasto tra le sensazioni più flebili come la dolce brezza boschiva e quelle più forti come l'odore pungente del fumo e della polvere da sparo.
Come sempre, a completare l'opera ci pensa il solito Joe Hisaishi, che dimostra una sintonia ormai collaudata con il regista e la sua colonna sonora forma un tutt'uno con le immagini: ispirandosi direttamente al retaggio musicale popolare, le sue melodie sono suggestive e a tratti maestose e si avvalgono dell'esecuzione dell'orchestra filarmonica di Tokyo con grande profusione di strumenti tradizionali dall'irresistibile fascino esotico.
 
 
Nel grande libro delle visioni di Miyazaki, Mononoke hime rappresenta una delle pagine più intense e drammatiche, in grado di stupire con le sue invenzioni fantastiche ma anche di far riflettere con il suo potente monito ecologista. E' anche un inno, appassionato e disperato, alla sacralità della vita in ogni sua forma: "Gli alberi gridano quando vengono abbattuti, ma gli uomini non possono udire i loro gemiti…" è un passaggio chiave del film. La filosofia di Miyazaki è mutata negli anni e il suo ottimismo si è gradualmente offuscato, il suo ambientalismo idealista si è impregnato di maturo umanesimo che, ammettendo l'impossibilità di un perfetto equilibrio tra uomo e natura, afferma comunque il valore assoluto dell'esistenza.
 
«Non stiamo tentando di risolvere i problemi globali. Non può esserci un lieto fine nella battaglia tra la schiera degli dèi e quella degli uomini»
Hayao Miyazaki.
 


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