Sono passati ben sei anni dalla seconda stagione di Chihayafuru, da quando avevamo lasciato Chihaya in ospedale, con il suo dito ferito, a riflettere su ciò che per lei rappresenta Arata. Nel contempo, Kana faceva da sprone ad un Taichi troppo rassegnato, guardando al futuro con il consueto ottimismo.

Dopo una lunghissima attesa, Chihayafuru torna con la sua terza incarnazione anime su Crunchyroll, portando in scena vecchi e nuovi personaggi insieme a un carico di emozioni e sentimenti che si mescolano allo Hyakunin Isshu e nei suoi poemi trovano forma ed espressione.

 
Dopo un inizio che rivanga ricordi d’infanzia, Taichi e Chihaya prendono parte al ritiro della Fujisaki, ma appena tornati a scuola scoprono che le qualifiche per Maestro e Regina si svolgeranno negli stessi giorni della loro gita scolastica. Chihaya è in crisi: ovviamente vorrebbe partecipare alle qualificazioni ma, a dimostrazione che con il passare del tempo il suo mondo si è un po’ ampliato, non vorrebbe neanche perdersi la gita scolastica, tappa unica e irripetibile per ogni adolescente che si rispetti. Ma non c’è tempo per disperarsi poiché è in procinto di iniziare il torneo dell’associazione Yoshino, al quale partecipano i giocatori di classe A e B, dunque i più abili di tutta la nazione.
 
Chihayafuru 3

La terza stagione di Chihayafuru si discosta leggermente dalla seconda, la quale, seppur ottima, si era impelagata per troppo tempo in un lungo torneo a squadre, offrendoci una panoramica di tutta la Mizusawa, ma mostrando al contempo pochi elementi interessanti per la crescita degli stessi membri. Questa volta, seppur il numero di episodi sia sempre il medesimo, la serie ci porge moltissimi spunti e altrettante occasioni di crescita per i suoi protagonisti. Senza dubbio mette un po’ in disparte una grossa fetta della Mizusawa, ma riesce comunque, seppur in piccolo, a regalare anche alla cerchia di esclusi dei momenti dolcissimi. Mentre Komano esplica sentimenti della cui esistenza potevamo solo sperare, la frizzante Sumire mostra un palese progredire verso la maturità come persona, come giocatrice e come ragazza innamorata, e ahimè non corrisposta, del bel Taichi. In diverse occasioni, la giovane mette in gioco la sua determinazione e il suo stesso amore, insegnando all’adorato senpai un’importante lezione.

D’altro canto, Taichi, che già nella serie precedente avevamo visto in preda allo sconforto e alla negatività, inizia da questo momento un vero percorso di crescita, che lo porta, tra alti e bassi, a cercare la sua raison d’être nel karuta, ma anche come persona. Mentre Arata e Chihaya hanno un obiettivo ben preciso, legato a quel sogno che hanno iniziato a rincorrere da bambini, Taichi è ancora privo del suo posto nel mondo, poiché il valore di quella promessa non è per lui né essenziale né fonte di ispirazione così come lo è per i due amici. Cosa fare quindi se il karuta sembra non essere il vero obiettivo della vita? Cosa fare se, nonostante gli sforzi, non si riesce ad elevarsi al pari dei rivali? Sarebbe meglio ritirarsi? Porsi altre mete? La mente di Taichi vaga per tutta la serie tra queste domande, trovando e perdendo, di volta in volta, i motivi per proseguire.
 
Chihayafuru 3

Arata e Chihaya restano invece sostanzialmente uguali al passato. D’altronde, entrambi hanno sempre avuto ben chiari i loro obiettivi e non c’è altro nella vita che li tormenti. Arata, legato fermamente ai ricordi di bambino, su di essi continua a percorrere la sua strada, cercando di costruire e ricostruire ciò che quel tempo breve ma intenso gli ha regalato. Il suo legame con il passato e con il nonno defunto plasma la sua personalità e anche il suo modo di giocare a karuta, senza regalare quindi particolari sconvolgimenti. Per l'apparentemente immobile Chihaya arriva però il momento del cambiamento, quando tutta la sua superficialità viene messa a nudo, ed ella stessa non può fare a meno di rendersi conto dell'ingenuo egoismo che l'ha sempre caratterizzata. Forse, però, è arrivata anche per lei l’ora di mettere in discussione se stessa, per affrontare l’importante scalata verso il titolo di Regina con maggiore maturità.

La serie non si adagia sul triangolo di protagonisti, e anzi, in maniera forse un po’ inaspettata, indugia parecchio su dei giocatori particolari quali il maestro Harada e la ex Regina Inokuma, rendendoli protagonisti di avvincenti gare che sono anche uno scontro generazionale. Se il primo non è più giovanissimo, e le sue partite risentono quindi di un fisico ormai provato, la seconda, seppur più giovane, ha corpo e mente gravati dal peso di altre cose che, come il karuta, sono diventate importanti nella sua vita di donna adulta. Entrambi però ci offrono un torneo spettacolare, evidenziando come e quanto il karuta non sia uno sport a esclusivo appannaggio di un corpo giovane, ma che mente e cuore possono fare la differenza anche partendo da uno svantaggio fisico legato all’età. 
 
Chihayafuru 3

A fare da contraltare alla determinata Inokuma, troviamo l’affascinante Midori Sakurazawa, allenatrice della Fujisaki, che nello scontro tra Regina ed ex detentrice del titolo trova l'occasione per un momento di riflessione sulla propria vita da giocatrice di karuta. Soprannominata "la più forte vice-Regina", Sakurazawa ha giocato cinque incontri per il titolo di Regina e li ha persi tutti; osservando l’abilità di Shinobu, la donna non può far altro che rendersi conto del divario che la separa dalla Regina in carica e realizza con commozione il sacrificio che la ragazza ha affrontato per riuscire ad ottenere una tale simbiosi con le carte.

Approfondiamo invece qualche dinamica familiare di Shinobu e non possiamo fare altro che continuare a vivere il tormento interiore di una ragazza che, forte delle idee con cui è cresciuta e ha vissuto il karuta, si scontra con il mondo, totalmente all’opposto, di un personaggio come Chihaya.
 
Chihayafuru 3

A dispetto di tutto, è però un altro personaggio che in questa terza stagione diventa perno attorno a cui quasi tutti gli altri personaggi, volenti o nolenti, ruotano: Hisashi Suo, Maestro in carica e vincitore del titolo per cinque volte consecutive. Silenzioso, etereo, quasi invisibile, Suo è sprone e meta, rivale e idolo, punto di arrivo dell'ambizione di molti personaggi maschili e nota stonata nel mondo del karuta concepito da Chihaya. In contrasto con la sua impercettibile presenza fisica, l'essenza di Suo e la sua concreta esistenza come Maestro gravano concretamente su mente e cuore di qualunque giocatore, ed è proprio lui, che senza rendersene neanche conto, diventa per Taichi, Arata e Chihaya il motivo per proseguire, rinforzare le ambizioni personali e trovare la propria dimensione in questo mondo. Suo è certamente uno dei personaggi meglio riusciti dell'intera serie, poiché con il suo fare tra il serio e il faceto, accoglie in sé tutti i diversi sentimenti di chi gioca a karuta con estrema passione e determinazione.
 
Chihayafuru 3

Chihayafuru 3 continua a percorrere la strada delle serie precedenti mescolando in maniera perfetta gioco, sentimento, ambizione, cuore e anima, con gli splendidi poemi dello Hyakunin Isshu a fare da filo conduttore, legando tra loro personaggi e sentimenti. E l'esempio più alto lo abbiamo nell’ultimo episodio, quando Chihaya, la roccia che ha ripetutamente infranto un’onda, trova conforto nelle parole del suo insegnante, che le offre come supporto e consolazione quello stesso poema che è, in maniera figurata, causa del male della ragazza.

Il livello tecnico di Chihayafuru 3 è buono così come quello delle serie precedenti; l’anime mantiene, grazie a luci e colori, la sua ormai consolidata atmosfera e anche la regia, ancora a opera di Morio Asaka, continua a dimostrarsi ottima durante le partite. Kōsuke Yamashita torna ad occuparsi delle musiche così come Yūko Kakihara della sceneggiatura. Altro gradito ritorno sono i 99RadioService che cantano la nuova opening "Colorful", mentre l’ending prende una nuova strada rispetto al passato e sostituisce la delicata voce di Asami Seto con il gruppo Band Harassment, che canta la forte e malinconica "Hitomebore". In alcuni episodi è chiaramente evidente come il mix di luci, suoni, inquadrature e colori sia perfettamente riuscito e riesca a trasmettere al meglio la forza di alcuni momenti, fossero anche solo attimi, fondamentali.
 
Chihayafuru 3

Torna anche il vecchio cast di doppiatori, eccezion fatta per il maestro Harada, con Kenta Miyake che raccoglie in maniera magistrale il testimone lasciato dal defunto Unshō Ishizuka. Quello che però notiamo immediatamente nelle voci già note dei protagonisti è quel tocco più adulto che traspare sin dalle primissime battute di Chihaya e Taichi ma anche di Komano e Sumire, dandoci davvero l’impressione che, dalla passata stagione, dentro i nostri eroi qualcosa abbia davvero iniziato a cambiare e crescere.
 
Chihayafuru 3 è la chiara dimostrazione che la storia di Chihaya & co. ha ancora tantissimo da dare e altrettanto da raccontare. Questa terza stagione è certamente la più forte a livello emotivo, quella che più ha costretto i personaggi, protagonisti e non, a mettersi in discussione, senza poter più fuggire o nascondersi. È un momento di forte presa di consapevolezza di molte cose, ed è chiaro che da questo momento in poi, molto potrà e dovrà cambiare.

Lo Hyakunin Isshu celebra l’amore e la sofferenza, la bellezza delle stagioni e lo scorrere del tempo e nei secoli i suoi poemi restano attuali investendo con forza la vita di chiunque li legga. Allo stesso tempo, Chihayafuru ci mostra amore, gioia, dolore e il mondo interiore in continuo cambiamento dei suoi personaggi. E lo fa trascinandoci nelle sue partite con il cuore in gola, emozionandoci per un regalo inusuale, commuovendoci per una parola di conforto e lasciandoci senza fiato in una stanza battuta dal sole del tramonto.