«Quando avevo undici anni, sono stata rapita da loro per due settimane. E quando mi hanno rapita, mi hanno fatto una richiesta in un luogo irraggiungibile tra i monti.
Mi hanno chiesto di diventare la loro divinità della saggezza.»
 
Quando era ancora una bambina, Kotoko Iwanaga venne rapita dagli yokai. Dopo averla portata in un luogo sperduto, le creature le chiesero di diventare la loro mediatrice dei conflitti, un'intermediaria capace di risolvere le problematiche del loro mondo soprannaturale. La piccola accettò senza riserve e successivamente venne ritrovata su una panchina di un parco, priva della gamba sinistra e dell'occhio destro. Kotoko era diventata la venerabile Maestade degli yokai.
Oggi Kotoko è una "fresca diciassettenne" che cerca di conquistare il cuore di Kuro Sakuragawa, un ragazzo conosciuto in ospedale due anni prima. Per quanto il sentimento della giovane sia sincero, Kuro non è semplicemente un ragazzo carino per cui perdere la testa, poiché la sua stessa esistenza esula dall'ordinario e si unisce a quella di Kotoko tramite il doppio filo del destino.
 

In/Spectre (Kyokou Suiri) nasce nel 2011 come light novel a opera di Kyō Shirodaira e Chasiba Katase. Un maggiore successo arriva nel 2015, con la nascita della trasposizione manga che vede nuovamente impegnati i due autori ai testi e ai disegni. Nel 2020 giunge infine la trasposizione anime ad opera dello studio NasBrain's Base, e la serie conosce quindi la notorietà e un discreto successo.
L'anime, composto da 12 episodi, è stato trasmesso con sottotitoli in italiano su Crunchyroll.

In/Spectre è una serie piuttosto singolare, non certamente per l'abusato quanto sempre affascinante tema degli yokai e del mondo soprannaturale, bensì per il peculiare metodo di risoluzione dei casi proposti nel corso delle puntate. Se si parla di creature mistiche quali hayakashi, probabilmente si penserà immediatamente ad una serie ricca di azione e magia, ma in realtà la Maestade Kotoko, detective del mondo soprannaturale e mediatrice di conflitti tra spiriti di svariato genere, si serve di un'imbattibile quanto straordinaria arma, ossia, la parola.
Episodio dopo episodio, Kotoko e Kuro vengono coinvolti in vari casi che riguardano controversie tra gli yokai, gli esseri umani e altre creature che aleggiano in un mondo visibile solo a pochi prescelti. La trama però non si limita alla risoluzione di casi, ma imbastisce in sottofondo delle sotto-trame  riguardanti Kuro, la sua natura e la sua misteriosa famiglia.
 

I primi tre episodi farebbero pensare ad una struttura episodica della trama ma è invero dal terzo episodio stesso che si gettano le basi per una saga che coprirà la serie fino alla fine. La prima puntata, pur nella sua semplicità, cattura il pubblico grazie alla forte presenza scenica della minuta Kotoko, mentre la seconda metà dell'episodio ci offre un concitato momento d'azione in cui anche il pacato Kuro inizia a rivelare i misteri che avvolgono la sua esistenza.
Risolto anche il caso presentato nella seconda puntata, parte la saga di "Nanase d'acciaio", la quale ha messo ben in mostra punti di forza e debolezza di questa trasposizione animata.

Con lo scorrere della serie veniamo a conoscenza di nuovi personaggi, amici e nemici, e altrettanti misteri che ruotano attorno al mondo della Maestade e di Kuro, in una maniera quasi sempre interessante e coinvolgente. Il carattere brioso e sfacciato di Kotoko rende la narrazione gradevole e interessante, ma i problemi iniziano a nascere quando si entra nel vivo della risoluzione del caso di Nanase d'acciaio. Per quanto Kotoko, e in parte Kuro, abbiano cercato di mantenere alta l'attenzione e la suspense durante la risoluzione del caso, è pur vero che da un certo punto in poi è quasi inevitabile per lo spettatore avvertire una sorta di stanchezza dovuta ai molti dialoghi che tardano a portare alla risoluzione del caso. L'arma di Kotoko, la sua dialettica, diventa quindi una lama a doppio taglio che rischia di far perdere il pubblico, desideroso di svelare il mistero dietro la morte della idol, tra un ragionamento e l'altro. La saga di Nanase d'acciaio poteva forse durare un po' meno, così da non sfiancare lo spettatore quanto la stessa Kotoko.

La cosa più interessante della "dialettica Kotokiana" è che essa non si limita mai a esporre la verità, poiché spesso la stessa protagonista è ignara di quale sia la vera versione dei fatti: ciò che importa è risolvere il conflitto, fornire una spiegazione attendibile, convincere gli astanti che ciò che esce dalla sua bocca sia una verità accettabile. Il caso di Nanase è in tal senso esemplare, poiché Kotoko inventa e propone al suo pubblico diverse soluzioni, nessuna delle quali è verità vera ma si tratta invero di ipotesi basate su fatti più o meno comprovabili e/o accettabili.
 

Nonostante il sopraccitato difetto, che potrebbe comunque non essere tale per tutti, In/Spectre ha una trama solida e molto interessante ma è quasi interamente la mattatrice Kotoko a reggere sulle sue spalle l'intera trama. La ragazza e Kuro sono stati probabilmente creati appositamente in maniera tanto sbilanciata quanto complementare: pacato, silenzioso e mite lui, esuberante, arguta, diretta e dalla lingua sciolta lei. Kotoko non perde mai occasione di mostrare a Kuro e a chiunque altro quanto lei sia innamorata e felice di stare con lui, non senza qualche dichiarazione esplicita e imbarazzante. Nonostante questo suo lato apparentemente frivolo, Kotoko è una ragazza intelligente, determinata ed estremamente dedita al suo ruolo. Si tratta insomma di un personaggio sfaccettato con una personalità che cattura la simpatia dello spettatore, e probabilmente lo stesso Kuro si è lasciato coinvolgere da questa personalità così interessante, accettando di fidanzarsi con lei nonostante il deciso rifiuto iniziale.

Di contro, il giovane protagonista maschile si presenta come un personaggio un po' troppo blando, a maggior ragione se si pensa che la sua partner è la succitata Kotoko, la quale senza alcuna fatica lo oscura, se non addirittura fagocita. In realtà Kuro avrebbe tutto il potenziale per essere un personaggio comunque interessante, poiché il suo background e i poteri di cui veniamo a conoscenza nel corso della serie, sembrano essere molto più interessanti di quelli di Kotoko. Inoltre, per tutto il corso della serie non facciamo che chiederci quando, come e perché egli abbia ceduto alle avances della ragazza e siamo quasi portati a chiederci se non sia stata un'accettazione passiva. Il finale però spazza via almeno qualche dubbio, e ci porta a comprendere un po' meglio quello che è l'attuale rapporto amoroso tra i due, in una maniera tanto dolce e romantica quanto inaspettata.
 

Il livello tecnico di In/Spectre è quello medio di una produzione televisiva, senza particolari cali per tutta la sua durata ma senza neanche qualche dettaglio che la faccia spiccare particolarmente. Il character design dei personaggi è maggiormente curato quando si parla delle ragazze mentre i personaggi maschili, Kuro in primis, risultano un po' anonimi. Gli yokai e le varie creature soprannaturali hanno un aspetto molto variegato che passa dal buffo, al tenero al maestoso e una particolare attenzione viene data disegno degli occhi di Kotoko, che spiccano particolarmente grazie anche al bel color ametista.
Le animazioni sono fluide quanto basta e anche nei momenti più concitati fanno il proprio dovere.

Seppur anche la colonna sonora non sia particolarmente degna di nota, le sigle iniziali e finali sono invece molto azzeccate: la opening, "Mononoke in the Fiction", cantata dal gruppo Uso to Chameleon e la ending, "Last Dance", cantata da Mamoru Miyano
A farsi notare in maniera degna è invece il doppiaggio, non tanto per la performance del veterano Mamoru Miyano, che su un personaggio calmo e di poche parole come Kuro non riesce a brillare come suo solito, quanto per quella della giovane Akari Kito, voce di Kotoko che sembra voler compensare le pochissime linee di dialogo del suo personaggio precedente più famoso, ossia, Nezuko di Demon Slayer. La giovane seiyuu riesce a mostrare il suo ottimo potenziale grazie alla parlantina sciolta del suo personaggio che le permette di passare da toni pacati ed eleganti ad altri più infantili e passionali.
 
 
Seppur non esente da qualche difetto dovuto soprattutto alle lungaggini della saga principale della serie, In/Spectre è un anime molto buono, interessante, intrigante e capace di alternare momenti di tensione ad altri più teneri e divertenti. Kotoko è senza dubbio la protagonista assoluta della serie ma il suo partner riesce in qualche modo a ritagliarsi uno spazietto nella sua ombra, grazie ad un background interessante che aspetta ancora di essere svelato per intero.
Probabilmente non vedremo mai una seconda serie ma In/Spectre merita comunque un'occasione in virtù delle sue particolarità e di una protagonista apprezzabile sotto ogni punto di vista. La visione è consigliata soprattutto agli amanti del soprannaturale e a chi non ha paura di godersi più parole che azioni.