Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata alle recensioni su anime e manga, realizzate degli utenti di AnimeClick.it.
Se volete farne parte anche voi... rimboccatevi le maniche e recensite!

Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.

Per saperne di più continuate a leggere.

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In questa seconda stagione, le nostre idol zombie tornano a farci emozionare grazie alla loro volontà di riscattarsi: le Franchouchou infatti, dopo un concerto rivelatosi un mega flop, si ritrovano piene di debiti e costrette a lavorare sodo per ritornare a splendere sul palco e salvare così la prefettura di Saga.

In confronto alla stagione precedente, qui la trama inizia a infittirsi e a farsi più intrigante, portando lo spettatore a interrogarsi su quelli che sono i misteriosi pericoli dai quali Saga deve essere effettivamente salvata. A questo proposito, abbiamo l'introduzione di un nuovo, enigmatico personaggio che, a quanto pare, conosce molto bene il manager Kotaro e i suoi piani per il gruppo di idol. Inoltre, in merito al passato di Saga, veniamo finalmente deliziati con ben due episodi che narrano la storia di Yugiri, della quale, fino ad ora, si sapeva ben poco. Se due episodi vi sembrano eccessivi per raccontare le vicende passate di una delle ragazze del gruppo, non preoccupatevi, perché sono molto godibili e coinvolgenti.

Il ritmo della narrazione è abbastanza lento, questo perché la maggior parte degli episodi sono, se così si possono definire, autoconclusivi, e non portano a un vero e proprio sviluppo della trama. La vera svolta si ha verso la fine della stagione, subito dopo un breve riassunto di tutti gli avvenimenti principali. E pochi episodi saranno sufficienti a dare una spiegazione a tutto ciò che è rimasto in sospeso? In effetti, la risposta è no: il finale, davvero spiazzante, inaspettato e d'impatto (letteralmente) fa sorgere l'inevitabile necessità di una terza stagione (rivelatosi un film in seguito all'annuncio ufficiale). In primo luogo, per poter dare un senso alle ultimissime scene e, in secondo luogo, per darci altre informazioni mancanti su certi personaggi.

Anche questa stagione, come la prima, presenta i suoi toni leggermente cupi, ma anche siparietti comici che ne fanno, in parte, una commedia.

In tutto questo, la musica non è certo posta in secondo piano rispetto alla trama. D'altronde, trattandosi di un anime che parla di idol, era inevitabile. Le canzoni sono tutte piacevoli da ascoltare, specialmente quella cantata sul tetto da Junko che, inutile dirlo, ha una voce superiore al resto delle ragazze. Un vero peccato che sia durata davvero poco, ma fortunatamente è possibile ascoltare la full version su YouTube. Il mega concertone finale è stato sensazionale.

Dal punto di vista tecnico, i disegni e la qualità dell'animazione rimangono pressoché gli stessi della prima stagione, di una qualità accettabile e piacevole alla vista. Devo riconoscere che la CGI in particolare ha fatto un salto di qualità ed è diventata guardabile, non rovinando affatto le scene dei concerti. Sebbene durante il primo episodio non fossi abbastanza convinta al riguardo, mi sono dovuta ricredere proseguendo con la visione.

Se avete visto la prima stagione di "Zombie Land Saga" e l'avete apprezzata, allora non potete assolutamente perdervi "Zombie Land Saga Revenge", che reputo leggermente più godibile della prima. In fondo, siamo entrati nel vivo della narrazione, per questo attendo con ansia l'arrivo del film che potrà forse rispondere finalmente a tutti i miei quesiti.

A questa stagione darei un 8+ per il salto di qualità, ma, dato che non è possibile, un 8 meritatissimo.

8.0/10
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"LISTENERS" è l'ultima opera di Dai Sato, già noto per opere come "Eureka Seven", "Ghost in The Shell: Stand Alone Complex" e "Space Dandy". La serie è ambientata in un mondo distopico post-apocalittico, nel quale la musica è scomparsa. Echo Rec è un ragazzo che si guadagna da vivere raccogliendo rifiuti e scarti nella città discarica di Liverchester, e vedrà cambiare la sua vita radicalmente dall'incontro di una ragazza svenuta tra le cianfrusaglie della discarica, chiaro omaggio ad Alita. La ragazza soffre d'amnesia, ed Echo le darà il nome Mu. La ragazza si scoprirà essere una Player, ovvero una persona dotata di un jack sul corpo al quale può essere collegato un amplificatore che permette di generare un Mecha, usato per combattere la razza degli Earless, che sembrano minacciare l'esistenza del genere umano. Mu sembra avere dei legami con Jimi Stonefree, il Player più famoso della storia, scomparso una decina d'anni prima in un evento che avrebbe dovuto risolvere la questione degli Earless, ma che si tradusse in una sonora sconfitta per l'umanità. Echo e Mu intraprendono così un viaggio per scoprire cosa nasconda il passato di Mu e cosa la leghi a Jimi Stonefree.

"LISTENERS" è una serie fantascientifica che prende spunto da temi della Controcultura, come già fatto in passato da altre opere, riproponendoli con un proprio tocco d'originalità. Mu ed Echo viaggiano ininterrottamente in un mondo disastrato, affrontando e superando numerose avversità, conoscendo nuove persone e scoprendo nuovi luoghi, esperienze che permettono loro di intraprendere una propria crescita interiore, nel tentativo di trovare la propria posizione nel mondo. Ciò non va a riflettersi solo su di loro, ma anche sulle persone con cui interloquiscono durante il viaggio, che ne usciranno positivamente influenzate. I riferimenti musicali presenti nella serie sono innumerevoli, sia nelle ambientazioni che nei personaggi, come, ad esempio, il Bar Oasis, Jimi Stonefree, mix di Jimi Hendrix e del suo brano "Stonefree", o Denka (Sua Maestà), chiaro rimando a Prince. Gli stessi titoli degli episodi rimandano a brani musicali degli artisti citati nella serie.
La trama è il punto dolente della serie, in quanto risulta evidentemente troppo compressa per una serie di dodici episodi, che sarebbe stata certamente sviluppata in modo migliore con un numero maggiore di episodi. In tempi di pandemia globale si è probabilmente preferito ridurre la produzione per contenere i costi, a scapito della scorrevolezza della trama.

Il character design di pomodorosa è davvero buono e ricorda molto quello di "Eureka Seven". I personaggi hanno un aspetto abbastanza infantile, ma simboleggiano l'ottimismo degli stessi nei confronti di un mondo devastato e oscuro. Il design dei personaggi e dell'ambiente circostante si bilanciano alla perfezione. Notevole la cura nel rappresentare le apparecchiature dei Player, fedeli riproduzioni di modelli d'amplificatori realmente esistenti. Il design dei Mecha ha delle note steampunk che si adattano alla perfezione al mondo in cui questi interagiscono. I loro movimenti abbastanza goffi, anche durante i combattimenti, rendono un buon livello di realtà delle loro azioni, della difficoltà nell'usarli, oltre ad offrire una sottile vena di comicità, la quale è sempre presente durante la serie.

Rye Takahashi presta la sua voce a Mu, mentre Ayumu Murase è quella di Echo. Uno dei punti di forza di "LISTENERS" è proprio la chimica che si instaura tra i due personaggi principali, resa perfettamente dai doppiatori. La forza del loro rapporto, la loro singola essenza, l'essere disponibili l'uno per l'altro, tutto ciò ci viene trasmesso egregiamente. Attraverso la voce di Mu possiamo capire la sua ricerca interiore e i suoi sentimenti più profondi, così come attraverso la voce di Echo possiamo veramente sentire il suo forte desiderio di uscire dalla propria bolla di sicurezza. Altri doppiatori di rilievo presenti in "LISTENERS" sono Rie Kugimiya (Al da "Fullmetal Alchemist") nei panni di Nir, Junichi Sawabe nel ruolo di Denka, Atsuko Tanaka come Kim, e Jun Fukuyama come Jimi.
La musica è ovviamente l'anima di questa serie e la fa da padrona. In ogni episodio vengono usati parecchi riff di chitarra, declinati per ogni stato dell'animo, a seconda delle emozioni che il regista ci vuole veicolare. Ogni episodio presenta un'ending differente, cantata da Rie Takahashi. Attraverso ogni ending, chiaramente studiate per ciascun episodio, possiamo apprezzare il talento di Rie Takahashi e le emozioni che ci vuole trasmettere.

Questa serie sarebbe stata davvero un gioiello, se fosse durata ventiquattro episodi, i soli dodici l'hanno certamente penalizzata per quanto riguarda lo sviluppo della trama e di alcuni personaggi. La figura di Jimi poteva essere sviluppata maggiormente rispetto a quanto fatto, così come gli Earless. Considerando comunque che la musica è il punto focale della serie, attorno alla quale ruota tutto il resto, "LISTENERS" è stato comunque un anime che ho apprezzato, le componenti s'incastravano abbastanza bene. Già il solo cercare tutti i riferimenti musicali è stato divertente. Non è certamente una serie per tutti, ad alcuni potrà risultare pedante in certi momenti, ma è comunque godibile, si lascia guardare e migliora di episodio in episodio fino al climax finale.

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“I no Naka no Kawazu Taikai wo Shirazu” - “La rana in un pozzo non può concepire l’oceano”.
Sebbene l’anime abbia un altro titolo “A te che conosci l’azzurro del cielo - Her Blue Sky”, il famoso proverbio giapponese, tratto da quanto appreso da un’antica storiella indiana e citato espressamente nell’anime con un’aggiunta molto significativa, rappresenta sostanzialmente il leit motiv della narrazione.
L’anime sembra infatti ispirarsi alla metafora sulla visione ristretta del mondo determinata giocoforza da un’esperienza limitata: e il limite nella trama è rappresentato dall’ambientazione della storia, ossia un piccolo paese lontano dalle grandi città e povero di attrattiva e opportunità per i giovani che vi vivono (“il pozzo”). E il limite del pozzo è proprio sentito dai più giovani: ambizioni e aspirazioni sono tarpati dalla poca attrattività del paese e dalla realtà sempre uguale e monotona, nonché dalla prospettiva di non realizzare i propri sogni perché impossibili.

Così si spiega l’incipit (in una sorta di flashback) della trama: Shinnosuke “Shinno” decide di andarsene dal paesino alla fine delle scuole, per seguire il suo sogno di diventare un chitarrista di successo, andando nella capitale. Il prezzo della scelta: Shinno deve sacrificare la sua relazione, perché la sua fidanzata Akane decide di rimanere al paese, per occuparsi della piccola sorella Aoi dopo la morte di entrambi i genitori in un incidente. Aoi è affascinata dall’attività musicale del piccolo gruppo di amici di Shinno e ambisce a suonare il basso.
La storia poi continua nel futuro e riprende con Aoi che frequenta le scuole superiori e che coltiva lo stesso sogno di Shinno: andarsene a Tokyo per diventare una bassista di successo, perché letteralmente odia la monotonia della vita familiare con la sorella e di quanto offre il paese. La sorella maggiore Akane ha un onesto lavoro senza infamia e senza lode, e ciò appare ad Aoi come un fallimento dei suoi sogni e delle sue ambizioni (poteva seguire il suo grande amore a Tokyo). Al contrasto che si genererà tra le sorelle, all’insofferenza di Aoi alla realtà che la circonda, si aggiungono una serie di accadimenti “di fantasia” o sovrannaturali che conferiscono alla trama un tocco di sapiente leggerezza che conferisce all’anime originalità e profondità, fino all’happy ending per la sorella maggiore e una evoluzione interiore di Aoi.

Si tratta pertanto di una bella trama con tante sfaccettature che includono: il rapporto di amore/odio tra sorelle di differenti età, l’amore e la competizione tra sorelle che amano due versioni di Shinno, l’amicizia e l’affiatamento tra tutti i personaggi, i temi dei rimpianti e dei rimorsi. Aoi è la protagonista, ma il messaggio più potente lo lancia la sorella Akane: è così forte l’amore che nutre per la sorella minore Aoi, che si sacrifica al punto di rinunciare a tutto e restare al paesello, pur di non farle mancare nulla. Molto struggente il passaggio in cui Aoi scopre una sorta di diario in cui Akane ha scritto minuziosamente ogni giornata in cui impara sostanzialmente a sostituirsi ai genitori nella crescita della sorella... e altrettanto forte è la reazione di Aoi in cui realizza di essere stata egoista e ingiusta nei confronti di Akane, accecata dalla sua voglia di uscire dal quel mondo così triste ai suoi occhi.
Di contorno si aggiungono poi i vari sentimenti degli altri personaggi: in particolare Shinno nella doppia veste di giovane ambizioso e adulto deluso. Le loro interazioni sul finale dell’anime, oltre a essere divertenti, confezionano la “morale” dell’anime e completano il senso dell’antico proverbio a cui viene aggiunto: “La rana dentro il pozzo non sa nulla del grande oceano, nonostante ciò conosce l'azzurro del cielo”.

Si tratta pertanto di una storia adatta a tutti: sia agli adolescenti inquieti e ricchi di speranze come Aoi (che è un personaggio abbastanza completo con i suoi punti di forza e di debolezza) sia ad adulti come Akane e Shinno che, dopo aver compiuto le loro scelte “di vita” dolorose, si ritrovano a fare un primo bilancio della propria esistenza, per capire che in fondo la vita può comunque riservare loro una seconda chance, per vivere felici senza necessariamente “accontentarsi”.
In breve, si tratta di una storia che mi ha colpito per la sua delicatezza e verità di vita; merita di essere vista e meditata, ed è valida sia per ragazzi che si potranno facilmente identificare con Aoi sia per ragazzi “cresciuti” che hanno già le cicatrici della disillusione, dei rimpianti e/o rimorsi.
Last but non least, essendo un film che ruota attorno al mondo musicale, non potevano mancare composizioni più elaborate dei soliti sottofondi, e ammetto che ogni canzone cantata o suonata è piacevole. Anche il comparto grafico a mio avviso rappresenta un punto di forza e non di debolezza.