Talvolta si dice che per comprendere in pieno il vero significato della vita bisogna guardare in faccia la morte, l’evento più nefasto, temuto e certo che pone la parola fine al ciclo di un essere vivente. I latini dicevano memento mori, ricordati che devi morire, un costante richiamo alla caducità dell’uomo e alla sua fragilità. Nulla è eterno, anche la realtà davanti a noi che ci può sembrare un fatto scontato: non solo le persone periscono, ma anche intere nazioni, popoli, ideali, stili di vita e convinzioni intime che a priori riteniamo insite nel nostro stesso DNA. Se c’è invece un qualcosa di peggiore della morte stessa, quella è la "vita-in-morte", termine coniato per indicare quello stato in cui, nonostante il cuore continui a battere, l’anima di una persona si va pian piano a spegnersi, ovvero quando ogni ragion d’essere abbandona il corpo di un uomo, riducendolo ad un guscio vuoto, privandolo della forza di alzare lo sguardo verso il futuro. Non rimane quindi che un’unica opzione se si vuole rimandare il più possibile il giorno fatale, ossia combattere, per il proprio bene e per quello degli altri.

Vita, morte e lotta sono alcune delle chiavi di lettura più suggestive di 86 Eighty-Six e quindi non potevamo che aprire questa recensione facendo loro un cenno. In realtà, gli argomenti su cui si può aprire una discussione sull’ultima grande fatica dello studio A-1 Pictures sono davvero molteplici, che essi siano relativi all’anime in sé o a tutto quello che è girato dall’inizio della sua produzione fino alla messa in onda del suo ultimo episodio. Quella che di sicuro è stata la serie anime sci-fi più seguita del 2021 ed uno fra i progetti più ambiziosi dell’annata passata ha avuto anche di certo una storia particolarmente travagliata alle spalle, sintomo di un problema ben più complesso. Analizzare ciò che è stato 86 Eighty-Six è un po’ come scalare una montagna, un lavoro che richiede pazienza, un percorso fatto di piccoli passi in avanti e anche qualche saltello all’indietro. C’è tanto di cui parlare, quindi rimbocchiamoci le maniche e immergiamoci in questo mondo fatto sangue e metallo, cercando di capire per bene quali sono stati i punti che, nel bene e nel male, hanno caratterizzato il risultato finale di questa serie da 23 episodi.
 
86 Eighty-Six

86 Eighty-Six prende vita nel 2016 come light novel originale scritta da Asato Asato, pubblicata sotto l’etichetta Dengeki Bunko di ASCII Media Works a partire dall’anno successivo. Le illustrazioni sono realizzate da due disegnatori distinti: Shirabii, che si occupa del character design, e da I-IV, che ha curato i modelli delle macchine. Inizialmente pensata come una storia autoconclusiva, l’opera ottiene la serializzazione anche grazie alla vittoria del Dengeki Novel Prize, diventando da subito una delle novità più promettenti all’interno della sua prestigiosa collana di titoli. Il successo, sia di pubblico che di critica, in Giappone e all’estero, non stenta ad arrivare e, di conseguenza, l’attenzione sulla serie inizia a salire. Spuntano, inoltre, i primi spin-off e adattamenti manga (fra cui uno che è arrivato anche in Italia per mezzo di J-POP Manga).

Nel 2020 viene annunciato un adattamento animato prodotto dall’acclamato studio di animazione A-1 Pictures, che già passato si era fatto carico di alcuni importanti anime tratti dalle light novel di Dengeki Bunko, uno fra questi Sword Art Online. Il progetto viene affidato ad un gruppo di talenti capitanati da Toshimasa Ishii alla sua prima esperienza come regista generale, ma allo stesso tempo con un curriculum molto interessante alle spalle. Il primo episodio dell’anime debutta nell’aprile del 2021, dopo vari rinvii dovuti alla pandemia e ad altri problemi di natura tecnica che, purtroppo, si verificheranno anche successivamente. Infatti, nonostante il primo cour di 11 episodi sia riuscito a rispettare la tabella di marcia, il secondo cour andato in onda nell’autunno successivo è stato tartassato da slittamenti e imprevisti che hanno in seguito costretto lo staff a rilasciare gli ultimi due episodi della serie solamente a marzo 2022. Tutte le 23 puntate di 86 Eighty-Six sono ora disponibili in streaming su Crunchyroll.
 
86 Eighty-Six

Gli eventi di 86 Eighty-Six sono ambientati in un mondo alternativo, su un continente (che ricorda molto l’Europa) dilaniato da una guerra mai vista finora. La Repubblica di San Magnolia è ormai in guerra da anni contro l’Impero di Giad, uno stato invasore che è riuscito a sviluppare un esercito, la Legione, composto unicamente da spietati droni autonomi dotati di un’avanzatissima tecnologia bellica. A questo conflitto, bisogna però aggiungere i dissidi interni alla stessa Repubblica, che, proprio in seguito allo scoppio delle ostilità, da nazione fondata su principi liberali si è trasformata in uno stato autoritario caratterizzato da una forte segregazione razziale. La loro società è, infatti, composta dallo strato egemone degli Alba, coloro che possiedono capelli e occhi argentati, e i Colorata termine usato per indicare tutti coloro che non appartengono alla prima categoria. Questi ultimi vivono relegati nel distretto 86 (in inglese eighty-six è uno slang che significa "scartato"), da cui prendono il nome, e sono gli unici che combattono sul fronte contro le forze della Legione, a bordo di gigantesche macchine di ferraglia denominate Juggernaut. Stando alla propaganda del regime, loro non vengono considerati come esseri umani e non godono di alcun riconoscimento: per la Repubblica questa è una guerra dove "non ci sono mai vittime", condotta a distanza da un'élite militare che non ha mai visto un campo di battaglia e che si limita a teleguidare, in qualità di Handler One, gli eighty-six attraverso un dispositivo di comunicazione detto Para-RAID.

Il primo cour dell’anime racconta le storie intrecciate di due giovani, un’Alba e un Colorata. Vladilena Milizé è un maggiore dell’esercito repubblicano, una ragazza che in poco tempo è riuscita a far carriera nelle armi grazie alla sua risolutezza e al suo forte idealismo, il quale si scontra spesso contro il pensiero vigente all’interno della sua società. Lei è da poco diventata l’Handler One dello squadrone Spearhead, uno fra i battaglioni più forti e duraturi fra quelli presenti nel distretto 86, ma allo stesso tempo uno dei più temuti. Il loro comandante è un tale Shinei Nouzen, soprannominato Undertaker, il becchino, per via dell’attaccamento ai suoi compagni morti in battaglia, e noto per aver posto fine alla carriera di numerosi Handler One a causa del suo spaventoso talento, il quale lo rende in grado di rintracciare le "voci" della Legione e di conseguenza anche i loro movimenti. Seppur a distanza, il loro incontro segnerà un punto di svolta nelle loro rispettive vite. Lena scoprirà le terribili verità dietro questa misteriosa guerra che sta devastando il continente, facendo anche i conti con l’ingiusta realtà che la circonda e la sua stessa ingenuità da privilegiata, mentre Shin dovrà capitanare i suoi in quella che è a tutti gli effetti una missione suicida dalla quale non si possono tirare indietro e, allo stesso tempo, continuerà nella ricerca del suo fratello maggiore scomparso in battaglia e con cui condivideva un legame assai particolare.
 
86 Eighty-Six

Gli undici episodi che adattano il volume uno della light novel originali si basano sulla contrapposizione di questi due racconti, ciascuno dei quali offre una prospettiva diversa degli eventi, influenzandosi a vicenda man mano che la storia prosegue su entrambi i fronti. Da un lato abbiamo Lena e la sua decadente Repubblica, dall’altro Shin e la sua inesorabile battaglia. Il filone che segue la vita della maggiore è arricchito di argomenti politici e morali, che ruotano attorno alla morte degli ideali liberal-democratici. Come potete ben intuire, si tratta di un tema abbastanza difficile da sviluppare all’interno di una serie anime che ha come target un pubblico relativamente giovane; in 86 Eighty-Six il problema, però, non si presenta grazie alla capacità dell'autrice di prendere spunto da situazioni che si sono presentate nella realtà.

I libri di storia ci insegnano come i simboli e i valori legati alla libertà e all’uguaglianza vengono strumentalizzati da coloro che invece vogliono sovvertirli. Quelli a cui assiste Lena sono i tipici processi che portano all’instaurazione di un regime basato sulle disparità: la corruzione di corpi neutrali (l’esercito), la propaganda incessante di chi detta le leggi dall’alto, l’indolenza della società civile, la stratificazione del popolo e così via. In tutto questo, ci sono le incertezze interiori della protagonista e il suo percorso di crescita che la porterà inevitabilmente a scontrarsi con un mondo che non riflette gli ideali in cui lei crede e ad accettare la sua condizione di impotenza davanti a problemi insormontabili.

Se prendiamo un episodio qualsiasi fra quelli del primo cour, noteremo come si passa velocemente fra i due fronti: in un determinato momento osserviamo la critica situazione della Repubblica e nell’istante dopo ci ritroviamo su un campo di battaglia dove regnano lacrime e sangue. La storia vista attraverso gli occhi di Shin è quella più movimentata, fatta di scene di azione e combattimento che potrebbero ricordare alla lontana una serie anime mecha, visto che parliamo pur sempre di scontri fra macchine di metallo. Ma non solo, perché lo scenario che vede protagonista lo squadrone Spearhead è contraddistinto dalla freddezza della morte in battaglia e dal velo di mistero che avvolge la vera natura e i veri scopi della Legione. La maggior parte dei soldati cadrà inevitabilmente come le foglie in autunno, mentre chi sopravvivrà un giorno di più si ritroverà faccia a faccia con un destino incerto. Meglio non affezionarsi a questo folto cast di personaggi, visto che i loro bei momenti di tranquillità fra una battaglia e l’altra sono veramente effimeri. Il tutto fa da cornice alla missione personale di Shin, intenzionato a porre una pietra sul suo oscuro passato, costi quel che costi, perché quella è la sua ragione di vita e anche di tormento. Inoltre, verranno forniti piccoli pezzi del puzzle che si cela dietro il mondo di 86 Eighty-Six e i suoi protagonisti, per la felicità di tutti coloro che si fanno intrigare da quel tipo di worldbuilding basato su enigmi e informazioni frammentate.

Piccola avvertenza prima di proseguire: saranno presenti qui sotto alcuni spoiler sulla trama e sui personaggi. Nello specifico, vi consigliamo di aver guardato almeno il primo cour prima di leggere il prossimo paragrafo.
 
86 Eighty-Six

Se il primo cour aveva fatto come suo cavallo di battaglia il gioco di contrapposizioni fra Lena e Shin, la seconda parte della serie anime, che adatta i volumi due e tre della light novel, assistiamo ad un cambio di registro per quanto riguarda la narrazione. Una larghissima parte dell’attenzione è ora spostata su Shin e i compagni che sono sopravvissuti al suo fianco alle prese con una nuova battaglia, questa volta combattuta sotto l’esercito della Federazione, nata dalle ceneri dell’Impero, all’interno di un nuovo capitolo della storia di 86 Eighty-Six dove sarà approfondito il personaggio di Undertaker. I toni dinamici della prima parte fanno spazio adesso alle lunghe introspezioni dei vari eighty-six scappati dalla Repubblica, alle prese con un futuro incerto e un passato drammatico che pesa ancora sulle loro spalle. Shin, in particolare, sarà messo alle corde dalla sua condizione di estrema passività nei confronti della vita, a causa del trauma provocato da suo fratello e la separazione che ne è conseguita dopo. Le parti movimentate dove si combatte a fil di spada non spariscono dalla scena, ma i ritmi vengono scanditi da lunghi periodi di transizione dove vengono versati fiumi di parole in merito alla condizione degli ultimi membri dello Spearhead, a qualche piccolo retroscena su cosa sta accadendo nella Federazione (seppur non con la stessa attenzione con cui è stata scrutinata la Repubblica), e al rapporto che unisce Shin, Frederica e l'antagonista principale di questo arco narrativo. Il secondo cour parte con un passo lento e di piombo fino a porre le basi di quello che sarà lo spettacolare climax finale, arrivato più tardi del previsto dopo i numerosi rinvii dovuti agli ormai noti problemi di produzione subiti dal progetto.

Nonostante ciò, l’anime di 86 Eighty-Six è andato avanti per la sua strada, pur fra mille dubbi e timori, ma alla fine il risultato che ne è venuto fuori è riuscito a rispettare tanti degli obiettivi preposti. Innanzitutto, ci siamo ritrovati davanti ad un buon adattamento della light novel originale, il quale ripropone con fedeltà e cura la prosa di Asato Asato, che ha supervisionato il lavoro di sceneggiatura condotto da Toshiya Oono. Certo, i compromessi ci sono stati: alcuni dettagli sui retroscena della guerra sono stati compressi il più possibile per non far risultare l’anime troppo pedante, così come sono state omesse le dettagliatissime descrizioni delle armi e tattiche belliche, e dimezzate le lunghe digressioni dei protagonisti. Quel che conta davvero è la sostanza, che è stata preservata e anche arricchita dalle scelte registiche di Ishii, il quale ha fatto sua la narrazione di 86 Eighty-Six e l’ha impostata secondo i suoi canoni artistici. Questo lo si è visto molto nella prima parte dell’anime, dove il regista si è impuntato molto sul contrasto e le transizioni fra la storia di Lena e quella di Shin, vertendo molto sui parallelismi e sui simbolismi, due elementi molto presente all’interno di tutto l’anime e che si evolvono con il passare degli episodi. Trasporre una light novel in un anime non è mai facile; perciò, un pregio che bisogna attribuire ad 86 Eighty-Six è quello di aver tradotto le parole in immagini, l’aver traslato ciò che viene spiegato attraverso la scrittura utilizzando il potere della rappresentazione visiva.
 

Altra nota positiva della produzione è stato l’apporto dell’eccellente colonna sonora realizzata da Yamamoto Kohta e Hiroyuki Sawano. Lo stile musicale, ormai da tutti riconoscibile, di quest’ultimo ben si sposa con la trama sci-fi di 86 Eighty-Six e le linee guida tracciate dalla squadra di lavoro. I momenti clou della serie vengono accompagnati dalle immancabili insert song che fanno entrare lo spettatore ancor di più nel vivo degli eventi, mettendo in risalto i sentimenti espressi dai personaggi. Da promuovere anche, in generale, il reparto delle animazioni, che si mantengono su buoni livelli e che appaiono abbastanza fluide durante le parti più dispendiose dove il ferro si scontra con dell’altro ferro. Sempre a tal proposito, c’è da citare lo sforzo fatto per ricreare al meglio il mecha design dei Juggernaut, della Legione e degli altri armamenti militari progettati da I-IV: ogni macchina ha il suo design unico che la contraddistingue, specie i "bestioni" che fanno da boss finale nelle battaglie decisive.

In definitiva, per chiudere il breve discorso che si è fatto sul comparto tecnico (che di sicuro meriterebbe tutto un articolo a parte, viste anche le mille vicissitudini affrontate dalla produzione), c’è da tirare un sospiro di sollievo: 86 Eighty-Six ha ricevuto l’adattamento che si meritava, nonostante le mille difficoltà che lo staff di A-1 Pictures si è trovato ad affrontare. Abbiamo dovuto aspettare circa tre mesi per vedere gli ultimi due episodi della serie, un’attesa che avrà pesato a molti, ma che per fortuna è stata ripagata vista la bontà registica, stilistica, di sceneggiatura e aggiungiamoci anche di impatto emotivo (per chi ha seguito con piacere l’anime) presente nell’epilogo; insomma, negli episodi andati onda nel marzo scorso ritroviamo tutto ciò che di buono era stato fatto nei mesi precedenti, a testimonianza di quanto lo staff abbia creduto in questo progetto fino alla sua conclusione. Ci auguriamo in futuro di non ritrovarci in situazioni come quella che abbiamo visto con 86 Eighty-Six, anche se gli insostenibili ritmi attuali dell’industria degli anime porteranno di certo a nuove problematiche simili in futuro. Le avversità possono pure aiutare a stimolare una squadra di animatori, spronarli a realizzare il proprio obiettivo rischiando il tutto per tutto, però lo stress eccessivo portano inevitabilmente ad un sovraccarico che mina il processo creativo e le energie, a partire da quelle dei singoli.
 
86 Eighty-Six
I fiori rossi spesso presenti nell'anime sono i Lycoris radiata, gigli che nell'estremo oriente vengono associati al concetto di morte.
 
86 Eighty-Six è stato nel suo complesso un interessante esperimento. La light novel di Asato Asato deve buona parte del suo successo ad una trama con basi solide ed un pizzico di originalità, che unisce la tradizione della fantascienza Made in Japan con un racconto di guerra di chiara ispirazione occidentale, racchiudendola in un palcoscenico che richiama tante suggestive tematiche vicine all’attualità, le quali vengono spesso tratteggiate con abbastanza attenzione e accuratezza nei dettagli. In più, bisogna aggiungere le storie personali dei due protagonisti Lena e Shin, che attraverso innumerevoli ostacoli provano a cercare le risposte per fermare il dolore che affligge il loro mondo, intrinseco di misteri, e le convinzioni per andare avanti su questa strada irta di pericoli e incertezze. L’anime riesce a ripercorrere fedelmente tutte queste idee e a riproporle in maniera creativa, cercando di rendersi il più possibile appetibile e ad aperto ad un giovane pubblico di spettatori. C’è voluto quasi un anno per trasmettere tutti gli episodi, complice soprattutto una sequela di difficoltà tecniche che però lo staff è riuscito, in qualche modo, a superare, portando a termine un lavoro di tutto rispetto che non ha nulla da invidiare ad altre produzioni presenti attualmente sulla piazza. Vista la specificità di cosa viene raccontato in 86 Eighty-Six, come viene raccontato e il perché viene raccontato, quest’anime è destinato a riunire intorno a sé una folta nicchia di appassionati piuttosto che una grandissima platea, e forse rimarrà questo il suo grande limite. Se ribaltiamo invece questo punto di vista, ci ritroviamo davanti ad una piccola perla che speriamo possa continuare a venire apprezzata anche negli anni a venire.