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5.0/10
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Gli occhi brillavano all'idea di imbattermi in un anime che raccontasse il golden time della vita universitaria, il tempo dell'indipendenza, delle feste folli, delle forti esperienze sentimentali, il tempo delle sessioni d'esame passate a tracannare dodici litri di caffè. Purtroppo, ho dovuto ricredermi fin da subito, perché Golden Time, di golden ha soltanto il titolo.

Lo smarrimento del protagonista maschile (coinvolto in un incidente, che gli danneggia pesantemente la memoria) poteva sicuramente funzionare in assonanza con la confusione di qualsiasi matricola, nel passaggio tra adolescenza e maturità. Invece, l'autrice di Toradora sceglie volutamente di trasformarlo in un caso patologico da clinica psichiatrica, catalizzatore di ogni avvenimento. Se in un episodio appare una situazione divertente (tipo l'immancabile reclutamento in una setta di esaltati, la seratona in discoteca, la prima sbronza) l'arrivo di una disgrazia è eminente.

Mancano poi dei personaggi con del carattere, essenziali per spianare le difficoltà di Tada Banri.
Tranne la mitica Nana-sempai (strizzatina al manga della Yazawa), il resto circoscrive un campionario umano sterile.
L'amicone/figaccione si eclissa dopo una capatina dal parrucchiere, l'otaku chiamato 3D svolge la mera funzione di spalla nei momenti collettivi, il comparto femminile è un inno all'isteria. In particolare, Koko, che incarna alla perfezione la classica "rompiballe" ad alto tasso di stalking, con complessi d'inferiorità multipli, lontana anni luce dalla fiera ragazza dalla gonna svolazzante esibita nella locandina.

Altro elemento veramente insopportabile, l'assenza in ventiquattro episodi di una crescita. Si rimane impantanati nel passato, si rimane impantananti in una visione del mondo infantile.
Capisco il blocco del protagonista, ma a vent'anni guardi comunque il mondo sotto un'altra prospettiva, soprattutto nei rapporti con l'altro sesso. Al contrario, ci si fossilizza su schemi stereotipati da shoujo, come il canonico triangolo amoroso, tralasciando la scoperta di nuove sensazioni ed esperienze (in particolare esperienze hot).

Infine, un appello a chi scrive storie con studenti universitari.
Volete per una volta mostrare la reale vita di uno studente universitario?
Dove sono l'ansia da esame? Il rapporto intimo con la macchinetta delle bibite? I professori dalla voce soporifera? I fiumi di post-it appiccicati in ogni spazio libero? Le sedute notturne in biblioteca? Lo sguardo fisso sulla copertina di un libro, con l'intenzione prima o poi di aprirlo per studiare?
Anche questi aspetti erano da ricercare, per proporre qualcosa di innovativo e qualche gag comica, giusto per stemperare una trama già pesante di suo.