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4.0/10
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“Big Order” è una serie del 2016, tratta dal manga di Sakae Esuno, già autore del noto “Mirai Nikki”. Dieci puntate contrassegnate dal suo classico stile, che, ahimè, non sono mai riuscito ad apprezzare appieno. Una serie che contiene una buona dose di azione, di psicologia e, oltre a tutto ciò, una massiccia carica di elementi soprannaturali, che rendono tutta la vicenda piuttosto oscura e misteriosa.
Dieci puntate che, a mio avviso, non riescono mai veramente ad esprimere qualcosa di concreto. Si rimane con un’idea vaga, un mix di elementi mal coagulati, che l’autore non riesce a fondere pienamente. Riprende a piene mani dalla sua opera precedente, ma l’effetto finale è tutt'altro che soddisfacente.

La storia inizia pure in maniera piuttosto intrigante: un protagonista canonico, Eiji Oshimiya, che si risveglia nel suo letto e si avvia per andare a scuola. Peccato che il mondo intorno a lui paia essere stato sconvolto da qualche sorta di cataclisma. E’ completamente distrutto, qualcosa di spaventoso è successo in passato, ma, per il momento, non c’è bisogno di saper cosa.
Giunto a scuola gli viene presentata la nuova compagna di classe, la bella e tenera Rin Kurenai, che, guarda caso, si scoprirà essere anche la sua nuova vicina di casa. Che possa nascere qualcosa? Chissà, per il momento la fanciulla è troppo occupata a… Tentare di uccidere il giovane protagonista.
E per chiunque si chiedesse il motivo, a quanto pare è stato a causa di un desiderio di Eiji se il mondo, dieci anni prima, è stato distrutto in quel modo. E’ un Order, ovvero una persona che ha acquisito dei poteri in base a un proprio desiderio. Sperava di scappare dalle proprie responsabilità, ma dopo molti anni, sono venuti a prenderlo. Chi? A voi il piacere di scoprirlo.

Come già detto, l’esordio si presenta in grande stile, con una riflessione iniziale sui desideri degli esseri umani, un protagonista che pare nascondere un grande segreto e una compagna di classe che tenta subito di ucciderlo. Una buona premessa che, però, viene subito sfatata dagli sviluppi successivi, assolutamente inadeguati e poco accattivanti.
I personaggi che si incontrano lungo il cammino, oltre a essere alquanto stereotipati, non offrono nemmeno una semplice indagine caratteriale. Sono semplici manichini, che si attengono a poche istruzioni di base e non vanno oltre a questi binari. Non ci sono evoluzioni caratteriali, o meglio, per alcuni di essi avvengono cambiamenti così repentini da risultare irrealistici. Eiji parte come un semplice ragazzo, leggermente spaventato, per diventare subito dopo una sorta di Re indiscusso, con manie di onniscienza. Peccato che, sul finale, muta ancora, e si trasforma nuovamente in un ragazzino della sua età, che non riesce a organizzare nel migliore dei modi le proprie relazioni sentimentali.
Stesso discorso per la sorellina, Sena, che esordisce in un certo modo, ma viene completamente ribaltata nel corso della serie, senza un motivo apparente. Insomma, da un lato vi è immobilità, dall'altro indecisione. Per una serie che avrebbe avuto tanto bisogno di alcuni capisaldi su cui poggiare.
Anche la trama, a un certo punto, perde il filo del discorso e incomincia a sbandare a destra e a sinistra. Ho avuto come l’impressione che l’autore non si sia tanto concentrato sulla linearità, o comunque sul creare una storia coerente, ma abbia puntato a caricare la storia di tanti, troppi, elementi. C’è la yandere che tenta di ucciderlo, i superpoteri, una sorta di relazione incestuosa (o comunque poco chiara) con la sorellina, la sacerdotessa timidina, un pizzico di yaoi, il padre perduto, un po’ di scene sensuali (quasi a caso), un po’ di tradimenti qui e là… Insomma, pare più che altro una lista della spesa. Tanti fattori che faticano a vivere assieme, in una storia di sole dieci puntate, la quale mostra subito un certo appesantimento.

Per quanto riguarda la grafica, non saprei se darle un giudizio positivo o meno. Le atmosfere cupe erano necessarie, ma alle volte appaiono alquanto soffocanti. I personaggi mostrano un design piuttosto monotono, che sa di “già visto”, come ad esempio la stessa Rin (che abbia ripreso Yuno di “Mirai Nikki”? Uhm…). Oltre a ciò, però, ho notato alcune piccole sbavature e scelte poco comprensibili al fine di una visione piacevole.
Le musiche sono nella norma e, in linea di massima, svolgono il loro dovere, così come il doppiaggio. Negativa, invece, la regia, anche se, a essere onesti, le colpe, a mio avviso, dovrebbero essere spartite tra questa e, ovviamente, la storia. Si sarebbe potuto fare qualcosa di meglio? Probabile, ma effettivamente già il materiale a disposizione era piuttosto caotico e confusionario.

Il finale ha deluso, un po’ come tutta la serie. Una conclusione che non conclude niente e che, in fin dei conti, lascia ancora molti dubbi in sospeso. Senza dimenticare che, volendo essere puntigliosi, tutti i perigli incontrati da Eiji sarebbero potuti essere facilmente evitati. Bastava che quest’ultimo sbloccasse interamente i suoi poteri ben prima dell’ultimo episodio… Dopo dieci puntate così cariche, il “nemico” finale viene sconfitto in maniera quasi affrettata e semplicistica.
In conclusione, non posso proprio dire di aver apprezzato “Big Order”. Un andamento lento e noioso, per una serie di dieci puntate che è apparsa ai miei occhi lunghissima e pesantissima. Forse sono io a non digerire lo stile di Sakae Esuno, ma, in ogni caso, alcune lacune rimangono più che evidenti.

Voto finale: 4… Meno!