Recensione
Ooku - Le stanze proibite
10.0/10
Consiglio a tutti di recuperare questa serie perché è molto interessante, originale e ben scritta.
Le premesse per lo sviluppo di questo Giappone alternativo in cui il potere è retto dalle donne è il fatto che una misteriosa malattia, detta "vaiolo dalla faccia rossa", ha ridotto ai minimi termini la popolazione maschile e quindi i membri del sesso opposto hanno dovuto assumersi il compito di svolgere tutti i lavori tradizionalmente affidati agli uomini, mentre i pochi ragazzi che sopravvivono all'infanzia sono destinati o a matrimoni combinati, se appartenenti alle classi sociali più elevate in quanto potersi sposare è diventato un privilegio, o a essere usati come stalloni da riproduzione, se invece fanno parte di quelle più umili o sono schiavi.
In questo quadro, l'ooku pieno di adoni è praticamente il simbolo del potere delle donne shogun, ma non aspettatevi qualcosa di erotico: l'autrice mostra chiaramente la natura politica, le logiche di potere, le divisioni gerarchiche e gli intrighi che caratterizzano ogni harem, indipendentemente dal fatto che sia composto da donne o da uomini, e puntualizza come in un simile contesto è difficile che si sviluppi l'amore, e nel caso succeda, esso sarà doloroso e contrastato.
Però, la trama non si incentra solo sulle storie d'amore, spesso tragiche, ma anche sugli altri tipi di affetti, come le relazioni familiari e l'amicizia, anzi di quest'ultima ne abbiamo numerosi esempi commoventi, come i legami di solidarietà tra gli uomini dell'ooku, il gruppo che viene a formarsi attorno al medico Gosaku e il rapporto profondo tra la shogun Yoshimune e la sua fida consigliera e amica d'infanzia Hisamichi o tra la shogun Iemochi e Kazu.
Dal momento che la storia si dipana nell'arco di tutto il periodo dell'epoca Edo a partire dal regno del terzo shogun Tokugawa, i protagonisti e il cast di personaggi che li circondano sono numerosi ma sono tutti diversi tra loro nel carattere e nell'aspetto e i loro archi narrativi aiutano il lettore a comprendere meglio questo mondo e incarnano le tematiche dell'opera e nessuno di loro è in eccesso o poco sviluppato. Adoro come ogni protagonista e personaggio secondario femminili sia complessa, competente e tosta a modo suo e vengano rappresentate anche donne brutte o di mezza età o anziane. Inoltre, sono presenti delle cattive che rimangono nelle mente del lettore per le loro capacità e gli effetti delle loro azioni come la spietata politica Somma Kasuga, la madre di Kakyo, il cui amore morboso e incestuoso per quest'ultimo e le violenze sessuali da lei perpetrate su di lui, lo portano a diventare uno degli amanti della shogun Ienobu per scappare da lei e la pericolosa sociopatica Harusada, la cui crudeltà finirà per influire non solo sui suoi contemporanei ma sulle generazioni successive.
Fumi Yoshinaga analizza le ingiustizie causate da un sistema sociale basato su gerarchie rigide, come la prostituzione sia un male e praticamente uno stupro e come quest'ultima e i matrimoni combinati si somiglino (una giusta osservazione mossa anche da Marjane Satrapi in "Persepolis") e puntualizza tutti problemi e l'inefficacia delle casate dinastiche, oltre a promuovere il messaggio "uomini e donne sono uguali in vizi e in virtù e in temperamenti e in capacità, quindi meritano di essere trattati allo stesso modo" e a mostrare quanto gli esseri umani siano tutti fragili di fronte alle malattie e ai disastri naturali e la sessualità possa essere complessa, ad esempio sono molteplici i casi di omosessualità situazionale nell'ooku o nel mondo esterno per via della mancanza del sesso opposto, e possa essere separata dai sentimenti nel vissuto quotidiano.
E' da osservare anche il fatto che l'autrice ha svolto un profondo lavoro di ricerca su quest'epoca che le ha consentito di creare una deviazione dalla storia reale e delle evoluzioni del pensiero e delle credenze e delle azioni compiute dai personaggi plausibili e coerenti con il loro contesto storico.
L'unica cosa che mi ha lasciato un po' perplessa è il ritorno al patriarcato promosso dal governo Meiji nel finale. Però, tenendo conto che la narrazione esplicita come lo shogunato Tokugawa sia caduto perché è salito al suo apice un uomo stupido e incapace e che il ricordo del matriarcato di quest'epoca Edo viene ancora ricordato dalle persone che equivalgono ai reali personaggi storici che hanno sostenuto la liberazione della donna e l'equità tra i generi in Giappone e il sessismo che continua purtroppo a pervadere la società giapponese, credo che Fumi Yoshinaga abbia voluto dire "donne, state attente che c'è sempre chi vuole condannarvi a un'esistenza di negazione, sottomissione e soprusi" e "donne, non arrendetevi mai".
Degli appelli che ritengo importanti dal momento che anche in quei paesi dove le donne hanno ottenuto la libertà esistono ancora stereotipi sessisti, tipo "alle donne e alle ragazze non possono piacere la fantascienza, l'horror e i generi fantasy che non siano il romantasy e non sono capaci di scriverli perché non sono femminili", "le scrittrici possono realizzare solo storie dal taglio intimistico e romantico poiché così è la natura di una donna" e "le artiste possono disegnare solo cose carucce e pucciose e dedicarsi solo alla decorazione", e uomini misogini convinti che sia colpa delle donne se non si fanno più tanti figli e che il femminismo abbia "rovinato" l'amore e la famiglia e donne sofferenti da sessismo internalizzato che vanno loro dietro (una mia amica ha la disgrazia di avere una sorella che ha sposato un misogino di prima categoria perché pensa che alle donne serva solo la bellezza per andare avanti e vizia suo figlio mentre è severa con le figlie poiché dice che "è un maschio, a lui non servono le regole" e ritiene che questa mia amica sia infelice visto che non è madre mentre in realtà è una scelta fatta da lei e di cui non si è pentita).
Le premesse per lo sviluppo di questo Giappone alternativo in cui il potere è retto dalle donne è il fatto che una misteriosa malattia, detta "vaiolo dalla faccia rossa", ha ridotto ai minimi termini la popolazione maschile e quindi i membri del sesso opposto hanno dovuto assumersi il compito di svolgere tutti i lavori tradizionalmente affidati agli uomini, mentre i pochi ragazzi che sopravvivono all'infanzia sono destinati o a matrimoni combinati, se appartenenti alle classi sociali più elevate in quanto potersi sposare è diventato un privilegio, o a essere usati come stalloni da riproduzione, se invece fanno parte di quelle più umili o sono schiavi.
In questo quadro, l'ooku pieno di adoni è praticamente il simbolo del potere delle donne shogun, ma non aspettatevi qualcosa di erotico: l'autrice mostra chiaramente la natura politica, le logiche di potere, le divisioni gerarchiche e gli intrighi che caratterizzano ogni harem, indipendentemente dal fatto che sia composto da donne o da uomini, e puntualizza come in un simile contesto è difficile che si sviluppi l'amore, e nel caso succeda, esso sarà doloroso e contrastato.
Però, la trama non si incentra solo sulle storie d'amore, spesso tragiche, ma anche sugli altri tipi di affetti, come le relazioni familiari e l'amicizia, anzi di quest'ultima ne abbiamo numerosi esempi commoventi, come i legami di solidarietà tra gli uomini dell'ooku, il gruppo che viene a formarsi attorno al medico Gosaku e il rapporto profondo tra la shogun Yoshimune e la sua fida consigliera e amica d'infanzia Hisamichi o tra la shogun Iemochi e Kazu.
Dal momento che la storia si dipana nell'arco di tutto il periodo dell'epoca Edo a partire dal regno del terzo shogun Tokugawa, i protagonisti e il cast di personaggi che li circondano sono numerosi ma sono tutti diversi tra loro nel carattere e nell'aspetto e i loro archi narrativi aiutano il lettore a comprendere meglio questo mondo e incarnano le tematiche dell'opera e nessuno di loro è in eccesso o poco sviluppato. Adoro come ogni protagonista e personaggio secondario femminili sia complessa, competente e tosta a modo suo e vengano rappresentate anche donne brutte o di mezza età o anziane. Inoltre, sono presenti delle cattive che rimangono nelle mente del lettore per le loro capacità e gli effetti delle loro azioni come la spietata politica Somma Kasuga, la madre di Kakyo, il cui amore morboso e incestuoso per quest'ultimo e le violenze sessuali da lei perpetrate su di lui, lo portano a diventare uno degli amanti della shogun Ienobu per scappare da lei e la pericolosa sociopatica Harusada, la cui crudeltà finirà per influire non solo sui suoi contemporanei ma sulle generazioni successive.
Fumi Yoshinaga analizza le ingiustizie causate da un sistema sociale basato su gerarchie rigide, come la prostituzione sia un male e praticamente uno stupro e come quest'ultima e i matrimoni combinati si somiglino (una giusta osservazione mossa anche da Marjane Satrapi in "Persepolis") e puntualizza tutti problemi e l'inefficacia delle casate dinastiche, oltre a promuovere il messaggio "uomini e donne sono uguali in vizi e in virtù e in temperamenti e in capacità, quindi meritano di essere trattati allo stesso modo" e a mostrare quanto gli esseri umani siano tutti fragili di fronte alle malattie e ai disastri naturali e la sessualità possa essere complessa, ad esempio sono molteplici i casi di omosessualità situazionale nell'ooku o nel mondo esterno per via della mancanza del sesso opposto, e possa essere separata dai sentimenti nel vissuto quotidiano.
E' da osservare anche il fatto che l'autrice ha svolto un profondo lavoro di ricerca su quest'epoca che le ha consentito di creare una deviazione dalla storia reale e delle evoluzioni del pensiero e delle credenze e delle azioni compiute dai personaggi plausibili e coerenti con il loro contesto storico.
L'unica cosa che mi ha lasciato un po' perplessa è il ritorno al patriarcato promosso dal governo Meiji nel finale. Però, tenendo conto che la narrazione esplicita come lo shogunato Tokugawa sia caduto perché è salito al suo apice un uomo stupido e incapace e che il ricordo del matriarcato di quest'epoca Edo viene ancora ricordato dalle persone che equivalgono ai reali personaggi storici che hanno sostenuto la liberazione della donna e l'equità tra i generi in Giappone e il sessismo che continua purtroppo a pervadere la società giapponese, credo che Fumi Yoshinaga abbia voluto dire "donne, state attente che c'è sempre chi vuole condannarvi a un'esistenza di negazione, sottomissione e soprusi" e "donne, non arrendetevi mai".
Degli appelli che ritengo importanti dal momento che anche in quei paesi dove le donne hanno ottenuto la libertà esistono ancora stereotipi sessisti, tipo "alle donne e alle ragazze non possono piacere la fantascienza, l'horror e i generi fantasy che non siano il romantasy e non sono capaci di scriverli perché non sono femminili", "le scrittrici possono realizzare solo storie dal taglio intimistico e romantico poiché così è la natura di una donna" e "le artiste possono disegnare solo cose carucce e pucciose e dedicarsi solo alla decorazione", e uomini misogini convinti che sia colpa delle donne se non si fanno più tanti figli e che il femminismo abbia "rovinato" l'amore e la famiglia e donne sofferenti da sessismo internalizzato che vanno loro dietro (una mia amica ha la disgrazia di avere una sorella che ha sposato un misogino di prima categoria perché pensa che alle donne serva solo la bellezza per andare avanti e vizia suo figlio mentre è severa con le figlie poiché dice che "è un maschio, a lui non servono le regole" e ritiene che questa mia amica sia infelice visto che non è madre mentre in realtà è una scelta fatta da lei e di cui non si è pentita).
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