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Mirokusama

Episodi visti: 12/12 --- Voto 7,5
Se chiedessi a un qualsiasi appassionato quale filone abbia caratterizzato maggiormente l’animazione giapponese negli anni del nuovo millennio probabilmente questi mi risponderebbe gli isekai, e a occhio potrebbe anche avere ragione; ma un altro gruppo che non stanca mai e che ancora oggi trova una fiorente produzione è quello degli anime che puntano su un cast completamente femminile, soprattutto se composto da ragazze giovani, dolci, carine ed estremamente moe. Le “cute girls doing cute things” non hanno (ancora) conquistato il mondo, ma hanno dimostrato negli anni di poter essere non solo lo specchietto per le allodole per otaku del genere, ma anche un canovaccio su cui poter costruire serie valide e in grado di approfondire una determinata tematica tanto da far appassionare pure chi a quell’argomento non era minimamente interessato. Ed è proprio questo il caso di “Hōkago Teibō Nisshi”, un anime tanto semplice quanto accattivante, incentrato sulla pesca in ambito scolastico.

Protagonista di “Hōkago Teibō Nisshi” (lett. “Diario doposcuola dei frangiflutti”, da qui in poi contratto in “Teibo”) è Hina Tsurugi, quindicenne trasferitasi da Tokyo alla città marittima di Ashikita, situata nel Kyushu, la più meridionale tra le isole principali dell’arcipelago giapponese. Hina è una ragazza felice ma abbastanza timida, appassionata principalmente di piccoli lavori sartoriali nei quali è molto abile e che spera di coltivare come hobby anche nella sua nuova scuola nel club del fai da te. Sulla strada del suo desiderio però si opporrà Yuki Kuroiwa, studentessa della sua stessa scuola al terzo anno che, attraverso piccoli sotterfugi volti a sfruttare l’ingenuità della ragazza, la convincerà ad iscriversi al ‘Club Frangiflutti’, di cui lei è presidentessa, incentrato sulla pesca e sul trattamento di quanto pescato, dalla pulizia fino alla cottura e relativa consumazione. Inizialmente Hina è contraria all’idea, data anche la sua fobia per insetti e animali apparentemente sgradevoli come possono essere i pesci appena pescati, ma dopo vari e buffi tentativi armata di canna e lenza finisce per appassionarsi alle sensazioni che le regala la pesca e decide quindi di entrare a far parte del club insieme alla già citata presidentessa Yuki, l’amica d’infanzia Natsume e la senpai del secondo anno Ono.

Tecnicamente l’anime potrebbe anche finire qui come contenuti, “Teibo” infatti è un piacevolissimo slice of life dove le giornate si susseguono tranquille e spensierate dedicandosi alla pesca del momento con relativi dubbi, problemi, soluzioni e benefici finali. Gran parte del suo fascino risiedono principalmente in due motivi: la forza e la simpatia del cast di protagoniste e la cura dedicata alla pesca nei suoi dettagli e differenze a seconda dei pesci da catturare.
Parlando dei personaggi, riconducibili praticamente ai quattro membri del club più la loro responsabile, la brilla e fervente bevitrice infermiera della scuola Sayaka Kotani, si può dire che la loro forza sono sicuramente le essenziali ma efficaci caratterizzazioni; la timida ma volenterosa Hina, la melliflua Yuki pronta a tutto per privilegiare i suoi interessi ma in fondo più buona di quanto sembri, l’allegra amica disposta a tutto Natsumi Hodaka, già conoscitrice della materia pesca, e la tanto capace quanto silenziosa ma sempre presente senpai Makoto Ono, formano un gruppo eterogeneo e bilanciato in grado di rendere vivaci e divertenti le dinamiche che si sviluppano durante le, teoricamente lunghe e tediose, sessioni di pesca, e sono capaci di ritagliarsi tutte non solo momenti particolari in cui vengono esplorate maggiormente nella loro personalità ma anche il sincero interesse di chi le guarda che finisce, inevitabilmente, per affezionarsi ad ognuna di loro grazie ai loro pregi e difetti. E a testimonianza del loro ottimo ‘lavoro’ c’è il modo in cui sono riuscite a rendere accattivante un’attività come la pesca; personalmente sono un grandissimo appassionato di pesce se si parla di consumarlo ma già pulirlo rappresenta un ostacolo non indifferente, figuriamoci quanto sarebbe pescarlo! Eppure, grazie al clima spensierato e amichevole che si respira in ogni episodio, persino io avrei voluto provare l’ebbrezza di lanciarmi in spericolati tentativi a colpi di canne e retini, destinati probabilmente a concludersi in ingloriosi buchi nell’acqua. Cosa che, fortunatamente, non capita al “Club Frangiflutti” visto che è in grado di sfruttare sia le tecniche di pesca più adatte a seconda della situazione sia la fauna ittica a disposizione: che siano surellini o polpi, gamberi o scorfani, vongole o merlani, nulla sfugge alla ‘furia predatoria’ del club ma allo stesso tempo nulla viene lasciato al caso in fase di preparazione e attività vera e propria; ogni pesce ha le sue caratteristiche e necessita dei dovuti mezzi e accorgimenti per essere pescato e l’anime non si risparmia in dettagli esplicativi in ogni circostanza, partendo dalla canna e alla lenza fino all’esca migliore da utilizzare e pure i movimenti da fare affinché il pesce abbocchi all’amo. Questi particolari arricchiscono ulteriormente la visione riuscendo ad attirare sia l’attenzione degli appassionati sia la curiosità dei più ignari.
E il merito della buona riuscita di queste elementari sessioni di pesca condite da un gruppo di ragazze solari e simpatiche si può ascrivere certamente anche al buon lavoro dello staff che ha curato questa trasposizione; “Hōkago Teibō Nisshi” nasce infatti come manga dal pennino di Yasuyuki Kosaka e diventa anime, purtroppo ufficialmente inedito nel nostro Paese, nel martoriato anno 2020 grazie allo studio Doga Kobo, già avvezzo alla produzione di anime con caratteristiche simili, a cui va fatto un ulteriore plauso visto le difficoltà avute nella realizzazione della serie a causa della pandemia di covid19 che hanno portato a un’interruzione dell’anime andato in onda nella prevista stagione primaverile e ripreso con successo, e medesima qualità, nella seconda parte della stagione estiva, nonostante lo studio avesse altri importanti progetti in lavorazione nello stesso periodo. Complimenti più che meritati quindi possono essere fatti a Takaharu Okuma e Fumihiko Shima che hanno curato regia e composizione della serie così come a Katsuhiro Kumagai che si è occupato del character design della serie rifacendosi all’originale del manga rendendolo sicuramente più banale ma altrettanto gradevole. Gli splendidi fondali marittimi, i colori sempre chiari e brillanti e la animazioni pulite e scorrevoli nella loro relativa semplicità completano una rappresentazione grafica che trasmette egregiamente le sensazioni di tepore, calma e leggerezza che ti aspetteresti da un placido pomeriggio al mare in compagnia di amici pronti a condividere la stessa passione. Discorso questo accostabile anche alle musiche di Miki Sakurai che accompagnano questi pomeriggi assolati, così come è assolutamente apprezzabile il doppiaggio giapponese affidato, nell’ordine, a Kanon Takao (Hina), Natsumi Kawaida (Natsumi), Satomi Akesaka (Makoto) e Yu Sasahara (Yuki) che, come capita spesso in questo genere di anime, sono anche le cantanti delle due simpaticissime sigle, delle quali personalmente ho apprezzato molto l’ending visto che univa l’allegria della musica al fondamentale fattore kawaii rappresentato dalle protagoniste in adorabili versioni super deformed.

Credo di non avere nient’altro da dire su questa serie e probabilmente sono stato anche troppo prolisso perché cinque minuti di un episodio potrebbero riassumere anche meglio i pregi e i motivi che mi hanno fatto volere così bene a quest’anime; ovviamente ha anche aspetti negativi, non è certo la serie che consiglierei a chi non ama gli slice of life, i ritmi blandi o le storie che non portano avanti una trama vibrante e coinvolgente, ma per chi cerca una pausa rilassante tra gli anime che hanno quelle caratteristiche è sicuramente la scelta ideale: non troppo moe e kawaii da risultare stucchevole, non troppo specificatamente incentrato sulla pesca da risultare noioso per i non appassionati e non troppo frivolo sull’argomento da risultare quindi superficiale. In due parole, semplice ma validissima. E dal mio punto di vista, genuinamente adorabile.


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maxcristal1990

Episodi visti: 8/12 --- Voto 5
"Hokago Teibo Nisshi", questo anime tratta l'argomento pesca e vede come protagonista Hina. Questa ragazza, alle prime armi, trascinata da un amica di vecchia data, viene quasi obbligata a prendere parte a questo club scolastico di pesca. Yuki la presidentessa del club, Makoto e Natsumi, insieme a lei raggiungeranno i membri necessari per tenere attivo il club scolastico e così andare tutti i giorni ad imparare nuove cose sulla pesca. Andando avanti Hina scoprirà la sua passione per la pesca.

Sinceramente non so come mai ho iniziato a vederlo: sapevo già che sarebbe stato un anime senza potenziale per me, visto gli argomenti trattati. Ammetto, infatti, che questo genere non rientri assolutamente tra i miei preferiti e che le animazioni sono nella media, da "non male". Ho deciso per un drop visto che mi sembra di guardare un documentario sulla pesca più, che un adattamento animato. Spiega le tecniche di pesca e i diversi tipi di pesci: come vanno pescati e dove. In alcuni casi spiega perfino come cucinarli.
Non so dire se le informazioni trasmesse siano corrette oppure no, visto che non ci capisco molto di pesca, ma un consiglio lo posso lasciare tranquillamente, se siete appassionati di pesca guardatevi davvero un documentario che insegna meglio e dà informazioni molto più precise. Per il resto a parte non aver trovato un senso a questo anime posso aggiungere che è molto ripetitivo e molto scontato. Animazioni mediocri, musiche snervanti (che forse userei per far addormentare un figlio di due anni) e dialoghi molto semplici.
A parer mio, da evitare.