Giunge, come una doccia gelida, la notizia del decesso di Akira Toriyama, avvenuta a 68 anni, a causa di un grave ematoma subdurale, lo scorso 1 marzo 2024. La notizia giunge dal suo stesso Bird Studio, il quale informa che i funerali saranno svolti, secondo la sua volontà, in forma privata e non saranno accettati fiori, doni, visite o interviste ai familiari.

 

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E' uno di quegli autori che non hanno di certo bisogno di presentazioni, a cui tutti noi appassionati di manga e anime dobbiamo qualcosa di più o meno grande, in maniera più o meno trasversale.
Un personaggio unico nel mondo dell'editoria manga, proveniente dalle campagne della prefettura di Aichi, amante del disegno e insofferente ai meccanismi della fredda e stressante società del lavoro giapponese.
Debutta come mangaka per Shueisha alla fine degli anni settanta, con storie brevi comiche e irriverenti, ma il primo, vero successo è Dr. Slump, storia di uno scienziato e di una robottina tutti da ridere, che fra il 1980 e il 1985 diventano fenomeno di culto in Giappone, risultando ancora oggi amatissimi dal pubblico cresciuto nell'era Showa.

 

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Si dice che il suo redattore dell'epoca (il tirannico Kazuhiko Torishima, oggi pezzo grosso di Hakusensha) abbia concesso all'autore il diritto di chiudere Dr. Slump solo se fosse riuscito a superarne il successo con la sua opera successiva, un certo Dragon Ball che era partito come una rilettura comica del Viaggio ad Occidente. La storia ci insegna che ci è riuscito, dato che Dragon Ball è nel corso degli anni diventato un colosso, conosciuto in tutto il mondo, che ha cresciuto generazioni di lettori di manga e appassionati di anime, ha ispirato futuri mangaka, ha generato infinito merchandise e continua la sua corsa ancora oggi, con la nuova serie Dragon Ball Super e i vari progetti ad essa collegati.
Dopo la fine del manga di Dragon Ball, Toriyama si è ritirato nella sua assurda casa arancione a forma di astronave, progettata da lui stesso, nella prefettura di Aichi, lavorando a vari volumi unici (Cowa, Kajika, Sand Land, Nekomajin...) e come illustratore e character designer per videogiochi (suo il design di tutti i giochi di Dragon Quest, per esempio, ma ha anche lavorato a Blue Dragon). Nell'ultimo periodo, lavorava anche e soprattutto come consulente per Dragon Ball Super e si stava godendo l'adattamento animato del suo Sand Land che presto diventerà anche un videogioco.

 

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Tanto grande è stata la sua portata nel mondo dei manga, dato che in un modo o nell'altro tutti coloro che sono nati dopo il 1980 sono stati influenzati da lui, quanto grande e incolmabile è il vuoto che ci lascia nel cuore sapere che non c'è più, che non potrà più incantarci con le sue storie giocose, divertenti e allo stesso tempo pregne di una poesia tutta loro. Esse resteranno sempre con noi, nel nostro cuore, perché ci hanno cresciuto, e lasceremo che siano loro a ricordarci il nostro amato maestro Toriyama, rappresentato come un robottino-mangaka pigro, superbo e insofferente, ma proprio per questo adorabile, all'interno della sua opera d'esordio.
Come fan di anime e manga non possiamo far altro che ìringraziarlo per le tante, troppe cose che ci ha donato e sperare che riposi in pace, in un'aldilà allegro e spensierato anche solo la metà di quello da lui ritratto in Dragon Ball. Non saremmo qui, senza di lui. Nel nostro piccolo, ricordiamo il dossier che ripercorre la sua carriera scritto sul nostro sito qualche anno fa.

Fonte consultata: Nikkei
Si ringrazia Shinya Yamada per la segnalazione.