Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata alle recensioni su anime e manga, realizzate degli utenti di AnimeClick.it.

Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.

È il genere d'azione che la fa da padrone nell'appuntamento di oggi. Sono stati selezionati due manga, MW di Osamu Tezuka e Black Cat di Kentaro Yabuki, e la serie anime Gunslinger Girl - Il Teatrino.

E a seguire il nuovo appuntamento con il sondaggione settimanale.

Per saperne di più continuate a leggere.


9.0/10
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Cupo, ambizioso, grottesco, atavico, inquietante, corrotto, spietato, drammatico, nichilista, nefando, strisciante. Un Tezuka in grandissima forma prende per mano il lettore e lo trascina fin dalle prime pagine in un vortice di perdizione e lucida perfidia, una vera e propria parata degli orrori in formato tascabile in cui vengono mischiati sapientemente azione, mistero, amore e tragedia fino a un finale che, seppur precipitoso e intuibile, non manca di tenerlo inchiodato fino all'ultimo pannello. Dopodiché, il vuoto: quel particolare, inconfondibile, indimenticabile vuoto che ti prende quando finisci di leggere qualcosa di incredibilmente buono e che non sai bene se e <i>come</i> affrontare. C'è chi ricomincerebbe immediatamente la lettura in questione e chi si butterebbe a peso morto perfino sul manuale delle istruzioni della lavatrice per non dover pensare al vuoto da essa lasciato, manco si trattasse di una persona e non di un'opera fittizia. Una cosa è certa, comunque: in pochi desiderano guardarvi attraverso, e quasi nessuno lo considera benigno. Io sì, perché a ben vedere molto spesso quel che noi chiamiamo vuoto non lo è affatto, come nel caso di questo manga.

Giappone, primi anni Sessanta. La tranquilla isola di Okino Mafune, situata vicino ad Okinawa, diventa l'incolpevole teatro di una tragedia che, se portata alla luce, implicherebbe delle gravi ripercussioni sui già precari rapporti tra il governo del paese del Sol Levante e quello degli Stati Uniti. All'interno dell'isola è infatti custodito, a insaputa della popolazione, l'MW, un potente gas tossico creato appositamente per essere impiegato come arma batteriologica; un'improvvisa fuoriuscita dello stesso causa la morte di tutte le persone che si trovano a Okino Mafune in quel momento. O quasi.
Due ragazzini sono infatti riusciti a scampare alla strage, fatto di cui neppure le autorità sono a conoscenza: si tratta del teppistello Iwao Garai e di Michio Yuki, un grazioso bambino finito nel mirino della <i>gang</i> del primo in quanto discendente di una famosa famiglia di attori di teatro <i>Kabuki</i>. La tragedia di cui sono stati testimoni, unita a un sentimento d'amore reciproco, fa sì che i loro destini si leghino l'uno a quello dell'altro in maniera indissolubile nonostante le differenti scelte di vita: Garai diventa prete, mentre Yuki decide di uscire dal seminato familiare convertendosi in un astro nascete del mondo della finanza. La psiche di quest'ultimo, probabilmente a causa della sua giovane età, ha subìto dei gravi danni a seguito dell'inalazione dell'MW, rendendolo un giovane emotivamente instabile e privo di qualsivoglia senso del pericolo. Anche la sua aspettativa di vita ne risulta irrimediabilmente ridotta. Garai, invece, sembra non avere sofferto di conseguenze visibili, ma il ricordo delle cicatrici che si porta dentro basta per impedirgli di vivere un'esistenza serena. L'amore che prova per Yuki è per lui un'ulteriore fonte d'angoscia: passato da seduttore a sedotto, impaurito e affascinato al tempo stesso dalla sua imprevedibilità, vorrebbe porre fine alla loro relazione, ma non ci riesce.
Quindici anni dopo l'incidente di Okino Mafune, di cui il resto del mondo è rimasto all'oscuro, una serie di strani omicidi comincia a disseminare il panico tra i pezzi grossi della politica e della finanza giapponese. Le vittime hanno tutte a che fare, in maniera più o meno diretta, proprio con l'MW. Con sommo orrore Garai apprende che la mano che si cela dietro a questo disegno omicida appartiene a Yuki, il quale cerca di coinvolgerlo nel suo progetto di vendetta contro coloro che, di fronte a una simile tragedia, hanno preferito anteporre i propri interessi insabbiando la cosa il più velocemente ed efficacemente possibile. Progetto che va ben oltre la loro uccisione, in quanto il vero obiettivo del giovane è quello di impossessarsi nientepopodimeno che del famigerato MW ed usarlo per sterminare l'intero genere umano. Potrà contare sulla lealtà del prete anche stavolta oppure quest'ultimo troverà la forza di ribellarglisi?

La psicologia dei personaggi è resa in modo puntuale e incredibilmente approfondito, non solo nel caso dei due protagonisti bensì anche per quanto riguarda i comprimari. Illuminante a tale proposito è la figura di Sumiko, una ragazza molto legata a padre Garai che diventerà ben presto una pedina nelle mani di Yuki. Sulla plausibilità degli effetti provocati dell'MW su quest'ultimo, naturalmente, trattandosi di un gas fittizio si può discutere soltanto a un livello puramente teorico.
Molte altre sono le tematiche scottanti trattate in questo manga, allora come ai giorni nostri: l'incertezza intrinseca a certe operazioni politiche, l'omosessualità, la perdita dell'innocenza, l'arrivismo, l'amore, la morte, l'errata percezione dei veri valori, lo smarrimento del genere umano che si vede sempre più spogliato della propria identità nonostante l'apparente e crescente libertà. Il tutto è trattato con estrema sensibilità, senza emettere giudizi o erigersi a detentore della verità assoluta da parte di Tezuka, il cui tratto fa un delizioso contrasto con quanto disegnato.

Anche l'impianto narrativo supera brillantemente la prova del tempo, nonostante la già menzionata frettolosità del finale. La trama non soltanto regge, ma è impreziosita da una sceneggiatura la cui geniale essenzialità le conferisce ulteriore spessore.

In conclusione: un manga da leggere indipendentemente dai propri gusti personali, anche se il prezzo dell'edizione Hazard può costituire un deterrente. Un'opera che ti spinge inevitabilmente a porti delle domande, le cui immagini rimangono impresse a fuoco nelle retine del lettore anche a distanza di tempo, proprio come dovrebbe accadere con tutte le grandi opere; in altre parole, ad affrontare proprio quel vuoto di cui alle volte si ha erroneamente paura, incapaci di comprendere che fa parte di noi come noi facciamo parte di esso.



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"Gunslinger girl – Il Teatrino" è una serie anime del 2008 di 13 episodi, sequel di “Gunslinger girl”, una serie anime del 2003. La visione della prima serie non è obbligatoria per potere seguire lo svolgimento di questa, ma è comunque consigliata.
La storia è ambientata poco dopo la fine della prima serie: l’ "Ente Pubblico per il benessere sociale" continua la sua lotta al terrorismo e con esso continuano le vicende agrodolci delle bambine cyborg; le novità rispetto alla prima serie riguardano principalmente i terroristi, che passano dall’essere “antagonisti senza nome” a veri personaggi. In questa serie si fanno inoltre riferimenti, anche se spesso molto vaghi, alla situazione politica italiana, come il controllo mediatico e il contrasto tra nord e sud, materializzato nella costruzione del ponte sullo stretto di Messina.

Nell’analizzare il lato tecnico è impossibile non fare un paragone con la prima serie, viste le nettissime differenze nelle due opere. Il confronto volge inevitabilmente al prevalere della prima. Il disegno segue i canoni dello stile moe, molto usato negli anime moderni, soprattutto se di genere sentimentale. In linea di massima questo stile, oltre a essere, a mio parere, veramente indigesto ai fan della prima serie, si dimostra sin dai primi secondi assolutamente inadatto al contesto in cui si svolge l’opera: vedere sparatorie e uccisioni con in mezzo delle bambine dai grandi occhioni colorati, che tra l’altro reagiscono alla vista dei cadaveri con freddezza e indifferenza, dona all’opera un aspetto irrealistico al limite della caricatura; l’esatto opposto della prima serie, che aveva puntato invece alla ricostruzione realistica.
Le animazioni, non avrei mai creduto di doverlo dire un giorno, sono peggiori di quelle della serie del 2003. In molti casi i personaggi, nonostante siano assassini professionisti, tengono le armi in posizioni assurde: tenendo un fucile d’assalto con una mano sola oppure puntano una pistola con il gomito completamente piegato, posizioni in cui è praticamente impossibile nella realtà tenere l’arma ferma ed evitare di sbagliare il colpo per il contraccolpo.

Anche la parte sonora, sebbene qui i difetti siano meno gravi, non brilla e rappresenta un passo indietro rispetto alla prima serie: in primis il cambio di alcuni dei doppiatori, un'esigenza condivisibile visto il diverso studio di produzione, ma che rende l’opera ancora più indigesta ai fan della prima, sempre se è ancora possibile. Le musiche sono pezzi da piano-bar classici più qualche canzone j-pop. L’opening è carina sia dal punto di vista grafico sia da quello musicale per il suo aspetto sperimentale; purtroppo dalla settima puntata subisce un cambio di veste grafica che la standardizza; questa nuova veste grafica ha, tra l’altro, il difetto di “spoilerare” un avvenimento importante della trama.

L’anime rimane simile alla prima serie nell’impostazione di base: molti dialoghi e pochi combattimenti. I primi due episodi mi hanno dato l’idea erronea che la produzione avesse puntato per un approccio più action, cambiando di fatto il target dell’anime, ma dal terzo episodio in poi l’anime torna sui binari e mantiene lo stesso stile fino alla fine. I fan del genere action probabilmente non troveranno in "Gunslinger Girl – Il Teatrino" la loro serie preferita.

Come ho già accennato in questa serie, al contrario della prima, la nostra attenzione sarà rivolta anche ai terroristi. Il movimento terrorista appare chiaramente ispirato al partito Lega Nord, in brevi fotogrammi si vedono addirittura le bandiere del partito. Purtroppo l’aggiunta di questi nuovi personaggi non ha i risultati sperati, l’anime cerca infatti di spaziare tra i due “fronti”, dedicando di volta in volta episodi agli uni o agli altri, finendo però per dedicare troppo poco tempo a entrambi. Nella prima serie 13 episodi non erano bastati a farci scoprire del tutto le complesse ragazzine cyborg; in questa serie la mole di personaggi finisce per non aggiungere nulla di nuovo e anzi rovina quanto fatto in precedenza. I complessi caratteri delle bambine si riducono a infantili bisogni di attenzioni dai loro supervisori, i rapporti con gli stessi ad amori a senso unico; l’atmosfera malinconica che aveva contraddistinto la prima serie è sparita.
Anche sul lato dei terroristi non va meglio. L’assassino Pinocchio, probabilmente il più importante, è un personaggio stereotipato. Personalmente non sono un maniaco dell’originalità, ma in un anime psicologico un personaggio stereotipato, specie se molto importante, è una cosa grave.

Concludo la recensione scagliando comunque una lancia a favore di Gunslinger Girl: anche se questo capitolo non è stato dei migliori, Gunslinger Girl va guardato come una tragedia con un ottimo primo atto, un secondo atto non molto convincente e un eccellente epilogo. Infatti, da lettore del manga, vi posso dire che il meglio deve ancora venire. Spero quindi in una degna terza serie e, in mancanza di questa, consiglio l’ottimo manga che proprio in questo periodo è alle battute finali.
Consiglio la visione ai fan degli anime psicologici e drammatici senza troppe pretese. Voto: 5.



7.0/10
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Train Heartnet è un ragazzo come tanti altri. Allegro, spensierato, sempre in movimento e senza un soldo in tasca. Le sue giornate passano serene in compagnia del suo amico, Sven Vollfied, tra una giocosa lite e un'altra. Sembrerebbero persone del tutto comuni, normali agli occhi di chiunque, ma la realtà è ben diversa. Train e Sven sono sweeper, ovvero cacciatori di taglie che si guadagnano da vivere catturando i vari ricercati più o meno pericolosi (e di conseguenza più fruttuosi). Le loro abilità sono fuori dal normale e riescono sempre a raggiungere il traguardo prefissato, ma la loro caratteristica è anche il buon cuore, dato che molte volte rifiutano di incassare la ricompensa per aiutare qualcuno in difficoltà. Inoltre una caratteristica di Train, la più importante e anche la più segreta, è una sola: porta con se l'identità segreta di Black Cat, famosissimo cacciatore di taglie sparito dalla scena qualche anno addietro, noto per la sua straordinaria abilità con la pistola e per la sua... incredibile crudeltà.
Tutto questo è Black Cat, creato dal maestro Yabuki Kentaro, uno shonen di 20 numeri che racchiude in sé molte caratteristiche del genere, ma che sa catturare e stupire il lettore in non pochi punti.
La storia non esita a ingranare già dal primo numero, mostrandoci subito quali saranno i protagonisti e i personaggi principali che saranno ci accompagneranno per tutta la vicenda: oltre ai già citati Train e Sven, la vicenda ruoterà anche intorno ad una strana ragazzina bionda di nome Eve, che ha con se una terribile capacità che potrebbe essere letale per malintenzionati, ma persino per i suoi amici. Oltre a questi tre, nel primo numero farà la sua apparizione anche una ragazza di nome Rinslet che sarà un'ottima spalla per i nostri protagonisti, racchiudendo intelligenza, astuzia e bellezza, come una Fujiko dei manga odierni.

La tenacia e la costanza sono i punti forti del manga, vengono mostrati vari personaggi che per raggiungere il loro traguardo non esitano a mettere a rischio le loro vite. Il coraggio e lo sprezzo del pericolo sono una costante del genere, ed anche qui non perdono la loro importanza e la loro lucidità, presenti in ogni momento. Ovviamente un altro elemento che non poteva mancare era l'amicizia e il sacrificio verso coloro che si ama e che si vuole proteggere, forse unica vera forza motrice della vicenda, la vera e propria anima non solo del protagonista, ma anche dei suoi amici, disposti ad accompagnarlo e ad aiutarlo, nonostante certe volte non siano d'accordo con le sue scelte.
Black Cat non si limita a mostrarci vicende singole, slegate tra di loro, come quelle mostrateci nei primi numeri: infatti la trama principale viene fatta capire al lettore già da subito, mostrandoci due vere e proprie organizzazioni rivali, che saranno il vero campo di battaglia per Train e i suoi. I Kronos Numbers e gli Apostoli delle Stelle sono alle soglie di una vera e propria guerra segreta, fornendo a Train l'occasione di sistemare del tutto i conti in sospeso con la sua nemesi, Creed, leader della seconda organizzazione citata.
Train si muove principalmente grazie al ricordo di una sua amica che gli ha letteralmente cambiato la vita, mostrandogli le meraviglie e i veri valori del mondo. Essa rimarrà per sempre scolpita nei ricordi del ragazzo e fungerà anche come una coscienza sempre presente.

Lo stile della storia e la sua capacità di attirare l'attenzione sono molto buoni, raccontandoci una vicenda che di certo non spicca di originalità, ma che comunque non annoia e in molti punti appassiona anche, mostrandoci molte vicende e situazioni che danno solo che piacere ad esserle lette, soprattutto per un profano del genere. Si, profano, perchè Black Cat attualmente potrebbe piacere più a chi inizia a muovere ora i primi passi verso il vasto mondo dei manga, che ai lettori navigati. La saturazione attuale del genere shonen ha portato molte delusioni e ha stancato tantissimi lettori che ormai poco più si avvicinano al genere, cercando situazioni diverse. E questo è un vero peccato, perchè il fenomeno può privare l'avvicinamento a molti manga come questo, capaci di attirare l'attenzione e di appassionare il lettore, proprio come è successo a me.

L'edizione è curata da Star Comics, presentandoci un formato standard della casa, resistente, con carta abbastanza spessa (soprattutto dal numero 8 in poi) e bianca, e che non corre il rischio di deteriorarsi subito, presentandoci magari distaccamenti di pagine vari. Anche il prezzo è quello comune di 3.90€, consentendo una non eccessiva spesa nel caso del recupero degli arretrati: fortunatamente tutti i numeri sono reperibillissimi e non presentano rialzi del costo per la possibile rarità nel settore. Infatti la casa è famosa per la sua ampia disponibilità di arretrati, che tanto facilita la vita ai lettori di manga.

Concludo consigliandovi immancabilmente di leggere quest'opera, non sarà un capolavoro, ma comunque non annoierà, anzi regalerà piacevoli momenti di lettura e sicuramente non stonerà nella vostra collezione di manga.



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