NO.06Ecco qui l’ennesimo anime di noitaminA, contenitore anime per pubblico adulto di seconda serata di Fuji TV; il programma ultimamente ha sfornato molti prodotti interessanti: AnoHana, C Control, Usagi Drop e questo fantascientifico No.6., con la produzione dello studio Bones, che ha realizzato delle animazioni di buona qualità, in alcuni punti suggestive e di grande impatto, specie negli scenari.

È possibile creare l’utopia, la società perfetta in cui tutti vivono in pace ed in prosperità, una società che promuove la scienza e la conoscenza?

No.6 punta a questa eccellenza e il nostro protagonista, Shion, all’inizio della trama ne è un perfetto ingranaggio: egli è uno studente delle medie dotato di un quoziente intellettivo molto elevato e perciò fa parte di una scuola d’elite nel quartiere di Cronos; qui conosce frequenta un altro personaggio chiave: la geniale Safu, che è chiaramente innamorata di lui.
L’elite conduce una vita privilegiata ed ovattata, ma Shion non accetta questa società così conformista, già ne percepisce la falsità e da dentro gli nasce un disagio, che una notte si manifesta tramite un urlo di ribellione nella tempesta.
Aprendo la finestra per il suo sfogo, apre anche un varco per Nezuni, un ragazzino ferito fuggito da un centro di correzione, Shion lo accoglie e lo cura. Ecco scontrarsi per la prima volta due realtà: la crudeltà dell’inferno e l’ingenuità del paradiso. Questo fatto costerà al protagonista l’espulsione e la ricollocazione nel quartiere dei lavoratori Lost Town, egli non potrà più studiare, ma sarà impiegato come guardiano di un parco. Intanto passano quattro anni, Shion si è ormai adattato a questo nuovo stile di vita, e, nello svolgere le sue mansioni, incappa nel più scomodo segreto di No.6. La polizia politica lo arresta per metterlo a tacere; comparire Nezumi per salvarlo e ricambiare il favore: l’unica maniera per salvarlo è portandolo via, via dal noto, via dalla madre, via da Safu.

Ma cosa c’è al di fuori di No.6? chi vi vive non l’ha mai saputo, la sua realtà e sempre stata protetta da altissime mura, la città è un enclave verde e prosperosa e come questa ce ne sono altre 5. Fuori c’è la desolazione, il resto della terra è desertico, inquinato, ostile, è una discarica in cui riversare tutto ciò e chi non serve. Difatti No.6 non parla solo di una dittatura malata, parla anche di un pianeta malato, intossicato dell’inquinamento dell’uomo e di una natura violentata, che cavalca la sua vendetta su uno sciame di api portatrici di morte.

Riprendendo la domanda iniziale, l’anime ci vuole dimostrare che non è possibile creare la società perfetta, poiché coloro che hanno il comando e tentano di elevarsi a giudici di vita e di morte, del giusto e dello sbagliato; in tal modo essi, presi da manie di grandezza, non creano l’ideale, finiscono invece per costruire una prigione ideale, un abominio. La memoria storica insegna che le dittature ideologiche o religiose si sono sempre rivelate dei fallimenti, poiché limitano la libera determinazione dell’individuo e in No.6 non fa eccezione: non si può avanzare dubbi sulla perfezione del sistema o si viene arrestati; non si può essere curiosi; non si può essere infelici, tutti devono essere sempre felici; ognuno porta un braccialetto elettronico tracciabile, il “grande fratello”, come insegna Orwell, sa sempre con chi sei e cosa fai; la censura non risparmia nemmeno Shakespeare; coloro che non servono più, come gli anziani, vengono terminati, vige un regime di eutanasia sistematico…

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Se questo è il trattamento riservato ai cittadini, figuriamoci come sono considerati coloro che vivono al di fuori dal muro, non sono nemmeno reputati umani, e lì in quell’inferno Nezumi ha perso la sua umanità; come del resto altri personaggi con cui verrà in contatto Shion: Inukashi, la locandiera guardiana dei cani, non ha più fiducia negli umani, tanto che ritenere i suoi cani la propria unica famiglia; o ancora il contrabbandiere Rikiga totalmente privo di morale. Shion porterà un raggio di sole nelle cupe vite di questi disgraziati personaggi, in particolar modo nella vita di Nezumi; egli vuole abbattere questo muro crede nella “terza via”. Così fantascienza ed azione cedono il passo a scene lente e rassicuranti in stile slice of life, che a loro volta vengono bruscamente interrotte da altra azione. Assistiamo ad un mutamento psicologico inverso nei dei due protagonisti: Shion è spaesato quando viene in contatto con questa dura società, ma saprà adattarsi e progressivamente perderà la sua ingenuità, il suo idealismo si infrangerà contro la dura realtà delle cose; al contrario Nezumi riacquisterà la sua capacità di provare sentimenti e di sentirsi vicino finalmente ad un altro essere umano.

Si grida allo yaoi, chi lo fa non credo che sappia esattamente cosa sia uno yaoi, il prodotto presenta certi profili di “shouen-ai”, amore tra ragazzi, ma è un amore così velato, così delicato per nulla fisico, che non disturba coloro che non sono amanti del genere, me compresa, non potrà mai intaccare la virilità di un avventato spettatore di genere maschile, guardatelo tranquilli! Certo, se avete una totale avversione e chiusura per il trasporto anche più platonico tra uomini, allora è meglio starne alla larga, per evitare di ridurre il proprio giudizio sul prodotto al disprezzo di questo unico elemento.

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Il finale è stato molto discusso, le fazioni si dividono tra coloro che l’apprezzano e coloro che lo denigrano, si sostiene che l’epilogo sia affrettato e che al storia necessiterebbe di più puntate. Non nego che avrei gradito un prolungamento e non so se l’anime copra tutte le novel da cui è tratto, ma io mi pongo nel primo gruppo e dico che un finale agro-dolce si presta perfettamente per questa storia, che è la storia dell’agro-nezumi/dolce-shinon. Magari il manga che è ancora in corso in Giappone potrà colmare alcuni nostri dubbi e/o proseguire le vicende. È indubbio che alla luce di tutto il personaggio di Safu sia un po’ “sacrificato” ma non potava essere altrimenti, vista la svolta che hanno preso le vicende interpersonali, e di quel speciale rapporto che si è creato tra i due protagonisti maschili. Spesso ci si lamenta di un finale lieto, perché troppo scontato, ma poi si finisce per lamentarsi anche di un finale è alternativo, inaspettato, esso viene reputato come un epilogo senza senso.

La colonna sonora ben si presta all’anime, non sono malvagie né l’opening "Spell" di Lama, in cui i protagonisti si scompongono in tanti quadratini in pixel, né l’ending, il lento, "Rokutō Sei no Yoru" di Aimer, certo non spiccano per originalità musicale, restando lì nell’anonimato delle molte sigle da anime. Al contrario un punto forte del prodotto sono indubbiamente le animazioni, con una buona espressività dei personaggi e fondali di forte impatto.

In definitiva questo prodotto di noitaminA e Bones, che ha visto il debutto del regista Kenji Nagasaki, tratta tematiche già ampiamente esplorate, da fantascientifiche dittature utopiche, a realtà da “day after”, con elementi soprannaturali e punizioni natural-divine, lo fa con una narrazione a tratti lenta e rassicurante a tratti incalzante e scioccante; forse non dirà nulla di nuovo, ma senza infamia e senza gloria può intrattenere e farsi apprezzare per il suo comparto grafico.