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Adotta un titolo 1Adotta un titolo 2Titoli poco conosciuti, passati in sordina all'epoca dell'uscita o dimenticati col tempo... su AnimeClick.it abbiamo migliaia di schede anime e manga senza alcuna recensione, privando quindi i lettori di uno dei principali punti di forza delle stesse.
Per cui, ad ogni appuntamento di questa rubrica vi proporremo alcuni di questi titoli, con la preghiera di recensirli qualora li conosciate. Tutti gli utenti che recensiranno le opere proposte entro la scadenza assegnata riceveranno l'icona premio Scheda adottata. Per le regole da seguire nella stesura delle recensioni rimandiamo al blog apposito, che vi preghiamo di utilizzare anche per commenti, domande o tenere traccia dei premi (non commentate l'iniziativa in questa news).

I titoli al momento disponibili sono:

[MANGA] Facciamo i pervertiti (Scadenza: 15/2/2015)

[DRAMA] Attack No.1 (Scadenza: 18/2/2015)

[ANIME] Desert Rose - Snow of the Apocalypse (Scadenza: 22/02/2015)

[ANIME] Licensed by Royal (Scadenza: 25/2/2015)


Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata alle recensioni su anime e manga, realizzate degli utenti di AnimeClick.it.

Oggi appuntamento libero, con gli anime Otaku no Video, Occult Academy e Zankyo no Terror.

Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.


Per saperne di più continuate a leggere.


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Spesso, tra gli Occidentali, sopratutto Italiani e Yankees, il termine otaku viene utilizzato positivamente, in modo tale da identificare, scherzosamente, l'appassionato di anime/manga sprovvisto di occhi a mandorla con un'etichetta divertente e foneticamente stramba. Un po' come accade quando una persona che s'interessa di animazione vintage viene bollata alla buona come girellaro, quando in realtà la nomea è negativa e serve ad identificare esclusivamente le persone di quaranta e passa anni le quali conservano morbosamente il ricordo degli anime della loro infanzia; difendono a spada tratta gli adattamenti poco fedeli dell'epoca e i doppiaggi storici; bollano aprioristicamente come scadente tutta l'animazione non compatibile con il loro imprinting a base di televisioni regionali, Rai e Mediaset. Allo stesso modo di girellaro, anche otaku è un termine molto infelice nel suo significato originario. Nel contesto della società giapponese, l'otaku è un individuo asociale, ossessionato in modo negativo da determinati anime, manga, videogiochi ed altre manifestazioni dello sfrenato consumismo nipponico. L'otaku è quello che quando vede un'anime sente l'esigenza di andare a rubare e/o comprare i rodovetri e i numerosi gadget annessi; uno che s'innamora delle idol virtuali in 2D, se ne compra le bamboline in vetroresina e si rivolge ad esse come se fossero ragazze vere; una persona la quale si lava poco, la cui sessualità spesso viene uccisa dall'eccessivo contatto con donnine pucciose e/o perfette le quali non hanno alcuna corrispondenza con le donne in carne e ossa del mondo reale. Ci sono anche quelli ossessionati dalle armi (come ad esempio Kensuke Aida di "Evangelion", messo lì da Anno non a caso) e così via.

"Otaku no Video" è il famoso documentario otaku creato dalla GAINAX, studio nato in seno alla rivoluzione macrossiana del 1982 la quale ha ufficiosamente generato il fenomeno (Haruhiko Mikimoto e Shoji Kawamori durante la lavorazione di "Macross" usavano chiamarsi tra di loro otaku). Tuttavia, la società giapponese del boom economico, con la sua competitività e i suoi ritmi frenetici, presentava già prima del 1982 una piaga composta da individui alienati dal consumismo e ossessionati da determinati suoi prodotti. L'esempio più lampante è il protagonista di "Gundam", Amuro Rei: lui è il tipico figlio unico viziato di genitori divorziati e assenti, i quali pensano unicamente alla carriera trascurandolo; quando Amuro ha un momento libero, si chiude nella sua stanza al buio a riparare Haro o a smanettare con congegni elettronici di vario tipo. Secondo numerose interviste ai giovani dell'epoca, essi s'identificavano parecchio con Amuro, sopratutto gli studenti universitari come Kawamori, Anno, Mikimoto, Hirano e copagnia, i quali diventeranno con "Macross" gli artefici del "sogno otaku" descritto in "Otaku no Video". Infatti, guardando "Macross", si nota subito la grande attenzione maniacale degli autori ai dettagli, alle armi, al design, ai congegni elettronici ecc. Tomino aveva preso un giovane dell'epoca e lo aveva messo sopra un robottone a fare la guerra, né più né meno. Se il monito di "Gundam" era comunque ottimista e legato alla fiducia nelle nuove generazioni, è con "Z Gundam" che il fenomeno otaku viene stroncato in toto dal maestro, attraverso vari moniti e provocazioni più o meno velate. Kamille, il protagonista del'anime, è messo ancora peggio di Amuro: è un asociale completo, in rotta di collisione con tutto e con tutti, il quale odia i genitori e via via con il trascorrere della serie impazzisce completamente, in quanto non riesce ad uscire dal suo tetro guscio fatto di solitudine, ossessione e grigiore.

Non a caso ho tirato fuori Tomino, in quanto vedendo "Otaku no Video" si nota come gli addetti ai lavori della GAINAX, indubbiamente cresciuti a pane e Sunrise, lo omaggino molte volte, anche citando opere quasi sconosciute all'occidente come "Xabungle" e "Ideon". Come dicevo in precedenza, questo documentario è comunque ottimista, in quanto il sogno otaku viene palesemente esaltato e idealizzato. Tuttavia, molto correttamente, la parte di "Otaku no Video" più solare è quella animata, mentre le scene reali, composte da provocatorie interviste più o meno congegnate a veri e propri otaku tout court, a tratti sono molto inquietanti e deprimenti. Siamo infatti ben lontani dal nomignolo simpatico che ci si attribuisce erroneamente tra italiani: l'otaku nel suo significato originario viene presentato in tutte le sue forme, da quello il quale ha abbandonato gli studi per scrivere fanzine e una volta finita la passione ricorda la cosa con piacere, fino ad arrivare a quelli che vanno a rubare i rodovetri, a quegli altri i quali ammettono esplicitamente di aver perso l'interesse sessuale verso ragazze vere, oppure a quegli altri ancora i quali vivono in una stanzetta fetente piena di VHS e registrano dalla mattina alla sera tutti gli anime che vengono trasmessi senza censure sulle TV minori.

L'otaku esiste in virtù del benessere economico. Sono stati proprio gli otaku infatti a distruggere la fascia giornaliera, comprando i numerosi OAV creati apposta per loro, contenenti opere dagli aspetti tecnici mostruosi, dai rifiniti particolari, dalla conturbante sessualità di sottofondo e dai numerosi cliché iterati a oltranza. La maggiorparte dell'animazione attuale da fascia serale segue concettualmente la scia di quel tipo di OAV, tuttavia con canoni diversi, più o meno infelici, indotti dalla moda in voga al momento (per adesso siamo nella viral fase "anime moe tratto da novel"), e ancora più cliché, capziosità consumistiche, personaggi-fanservice, idols virtuali e quant'altro. Non c'è comunque stato un ricambio generazionale di autori validi (dietro ad un "Dangaioh" a caso c'erano nomi del calibro di Toshiko Hirano, Hideaki Anno e Shoji Kawamori, nonostante la banalità narrativa e contenutistica del titolo).

Per noi Occidentali è molto importante vedere "Otaku no Video", a prescindere dalla solita fighetteria autocelebrativa tipica della GAINAX (che personalmente trovo abbastanza irritante), in quanto è utile a capire veramente cosa vuol dire otaku e in che contesto tale nomea nasce. Ciò detto, l'ottimismo di "Otaku no Video" adesso come adesso è molto ingenuo: il sogno otaku ormai è bello che morto e sepolto, come decretato in modo molto intelligente dal seminale "Welcome to the N.H.K." di Takimoto.

Una lettura indispensabile per comprendere appieno il fenomeno otaku, anche dal punto di vista della postmodernità che lo ha generato, è l'ottimo "Generazione Otaku. Uno studio della postmodernità" del filosofo giapponese Hiroki Azuma.



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La trama di quest'anime vede coinvolta un'accademia dedicata all'occulto (come lascia ben immaginare il titolo stesso). Una ragazza di nome Maya succede al padre e diventa la direttrice di un'accademia dove accadono fatti al di fuori della norma... altrimenti che accademia dell'occulto sarebbe? L'elemento scatenante sarà un ragazzo proveniente dal futuro che piomba dinnanzi a lei (completamente nudo) e ha l'arduo compito di cambiare il passato per evitare un futuro di indicibili disgrazie per il genere umano. Per riuscire nell'impresa dovranno cercare la "chiave di Nostradamus" ossia il punto d'origine della "sventura". Si parte da zero, senza nessuna indicazione, non sarà un compito facile! Anche perché al ragazzo inizialmente non verrà concessa troppa credibilità.

Quest'anime potrebbe essere portato come eccellente esempio di quanto sia doveroso giudicare ogni opera unicamente quando la si è visionata nella sua interezza. "Sekimatsu Occult Accademy" è un'opera straordinaria, ma questa mia considerazione è andata creandosi unicamente grazie agli ultimissimi episodi, prima dei quali ho dovuto fare i conti con una trama apparentemente scialba e priva di mordente, decisamente al di sotto di qualsiasi aspettativa, decisamente al di sotto di una misera sufficienza.
Tre quarti dell'anime purtroppo viaggiano su questo tipo di binari, offrendo pochissimi spunti degni di nota, pochissimi spunti seriosi, insufficienti per catalogarlo come vero horror, insufficienti per tenere alto l'interesse, insufficienti sotto svariati punti di vista, ma... sono gli ultimi tre episodi a cambiare completamente le carte in tavola e tutto ciò che ci saremmo aspettati sin dalle primissime battute l'otterremo in abbondanza proprio nelle battute conclusive. E' un peccato che si sia dovuto aspettare tanto per giungere a questo piacevolissimo risultato, ma l'esito conclusivo ci ripagherà ampiamente della fiducia accordata a quest'opera.

Il comparto grafico è molto curato: sfondi e colori, nonché il disegno e la caratterizzazione di alcuni personaggi, sono da ritenersi decisamente superiori alla media. E' il caso soprattutto di Maya, la protagonista principale, che può vantare uno stile grafico particolare e molto gradevole, da accoppiare a un caratterino piuttosto pepato e apparentemente poco simpatico, ma dotato di una forte "umanità". Intorno alla sua figura insomma è stato creato un personaggio interessante sotto molteplici sfaccettature. Gran parte dei personaggi secondari acquisteranno anch'essi una notevole profondità solamente nelle battute finali, dove sarà un continuo susseguirsi di piacevolissimi colpi di scena.

La soundtrack, pur non eccellendo in nulla, svolge molto bene il suo compito, con tracce gradevoli e appropriate al contesto.

E ora alcune curiosità. Sono parecchi i richiami di "Occult Accademy" a elementi narrativi già ben noti in film di medio/grande successo. Io ne ho trovati perlomeno tre:
* Le cabine usate per viaggiare nel tempo hanno l'inconfondibile design di quelle presenti nel film "La mosca".
* Il fatto che il ragazzo che viaggia nel tempo per cambiare il passato (se già questo non bastasse a farvi saltare in mente qualcosa) e arrivi a destinazione completamente nudo sono elementi tipici associabili a "Terminator"; in aggiunta, il futuro "malvagio" che viene presentato è assai simile a quello immaginato nel titolo in questione.
* Vi è una parte dove dei ragazzi si sottopongono a una breve esperienza di morte per poi essere rianimati pochi minuti dopo, e questo è un chiaro richiamo a "Linea mortale".
Questi son quelli che ho trovato io, ma ho ragione di pensare che ve ne possano essere altri.

Il voto, in questo caso, è la parte di più difficile della recensione, dato che tre quarti dell'opera viaggiano su livelli scialbi e ben lontani dalla sufficienza, ma, come già detto in precedenza, le battute conclusive si rivelano inaspettatamente gradevoli, stravolgendo completamente i ritmi iniziali. Il mio sarà un 7 e mezzo che arrotondo volentieri a 8.



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"Pull the trigger on this world".

"Zankyou no Terror" è un anime di questa stagione estiva che ha ricevuto notevoli consensi da parte del suo pubblico, ma che da alcuni ha ricevuto delle critiche che, personalmente, non condivido affatto.
Partiamo da un presupposto: "Zankyou no Terror" parla di due "terroristi", ma se state cercando un anime in cui i personaggi principali agiscono sulla spinta di meri istinti brutali, due personaggi che dovrebbero essere la raffigurazione degli aspetti negativi dell'animo umano, personaggi alla Light Yagami per intenderci, allora avete sbagliato anime.

"Zankyou no Terror" parla di due ragazzi di soli diciassette anni, Nine e Twelve, che organizzano attacchi terroristici molto particolari, in quanto questi sono esclusivamente degli atti dimostrativi, atti che hanno lo scopo di voler comunicare qualcosa, voler far sentire la propria voce, e non quello di mietere vittime innocenti. Infatti i due, che nei panni di terroristi si fanno chiamare "Sphinx", lanciano degli indovinelli alla polizia, dando loro modo di disinnescare di volta in volta le bombe piazzate. Questi indovinelli, che vengono recapitati alla polizia attraverso dei video caricati online, nascondono un indovinello ancora più grande, ovvero il motivo e le intenzioni che si celano dietro tali attacchi. Gli Sphinx non colpiscono la popolazione, ma colpiscono le istituzioni, il governo, e parte integrante del piano è che vi sia qualcuno pronto a risolvere tale enigma, in modo da portare alla luce del sole un grande complotto organizzato dalle istituzioni giapponesi ai danni di ventisei bambini provenienti da diversi orfanotrofi del Giappone, tra cui vi sono anche Nine e Twelve. Colui che riuscirà a risolvere l'indovinello e indagherà sul passato dei due ragazzi è il detective Shibazaki.

"Zankyou no Terror"contiene innumerevoli spunti di riflessione, presentandosi come una denuncia nei confronti delle istituzioni che esercitano il loro potere andando a colpire le popolazioni più deboli. In questo caso specifico sono gli orfani, bambini soli al mondo, ad essere utilizzati e considerati come dei semplici oggetti da coloro che si trovano a capo del cosiddetto piano "Athena", piano che vede coinvolti i maggiori esponenti delle istituzioni giapponesi. Quando è la tua stessa nazione a farti del male, quando è la tua stessa nazione a non riconoscere il valore della tua esistenza, allora per rivendicare i propri diritti, per richiedere che venga fatta giustizia, molte volte non rimane atro che "premere il grilletto", utilizzare mezzi estremi per attirare l'attenzione della popolazione e pretendere di essere ascoltati, rivendicati, perché, se lo si facesse per vie legali, probabilmente il tutto verrebbe insabbiato.

Shinichiro Watanabe, il regista di tale anime, ha cercato secondo me di dare voce agli invisibili della società, ai deboli, le cui vite vengono spesso spezzate e portate via proprio da chi invece avrebbe il compito di proteggere il suo popolo. Watanabe ci invita a non dimenticare, a ricordare, poiché è solo ricordando le atrocità compiute dal genere umano che si può evitare che tali orrori si ripresentino in futuro.

Parlando più in dettaglio dei vari personaggi, Nine è il personaggio razionale, quello che progetta gli attacchi e quello più determinato tra i due a portare avanti la loro missione. Twelve invece è un ragazzo impulsivo, un ragazzo che a differenza di Nine è molto attratto dalla "normalità" che non può vivere. Se Nine è la testa, Twelve è invece il cuore.
Passiamo ora ai due personaggi più contestati, e secondo me meno compresi, di questa storia. Sto parlando di Five e Lisa.
Five è una ragazza il cui passato è collegato a quello di Nine e Twelve e che guida le indagini dell'FBI, intervenuta per risolvere il caso Sphinx. Inizialmente il ruolo di Five appare poco comprensibile, non si capisce bene a quale gioco stia giocando, ma a mano a mano apparirà sempre più chiaro che quella che sembrava essere una "villain" in realtà non lo è. Five è solamente una vittima proprio come Nine e Twelve, che ha cercato di trovare una ragione di vita (che qui non posso spoilerare) per poter sopravvivere. Il suo ingresso nella storia è tutt'altro che inutile visto che i suoi continui interventi portano la storia a cambiare direzione, fino ad arrivare a svolte imprevedibili.
Lisa Mashima è se vogliamo il personaggio più umano della serie. Lisa è una ragazza vittima di bullismo e con una madre psicopatica, costretta a scappare di casa, ritrovandosi così senza un posto dove andare. Il suo incontro con gli Sphinx avverrà in una situazione particolare, e a poco a poco si avvicinerà sempre di più ai due venendo coinvolta nel loro piano. Il suo personaggio è stato criticato per essersi dimostrato poco "utile", quando invece ha una funzione ben precisa. Lisa non è l'eroina della serie, non compirà alcun gesto eroico, ma farà un qualcosa che per Nine e Twelve non è affatto scontato: li farà sentire utili, amati. Lisa è la "normalità" che manca nella vita dei due giovani.

La narrazione ha un andamento sostenuto, tale da riuscire a tenere incollato allo schermo e col fiato sospeso lo spettatore. I soli undici episodi di cui l'anime è composto possono per certi versi rappresentare un limite, perché ci sono alcuni aspetti che, volendo, si sarebbero potuti approfondire. Garantisco però che la qualità generale dell'anime non ne risente, poiché Watanabe è riuscito comunque a dire e a trasmettere tutto quello che era necessario.

Il finale, dopo un penultimo episodio che lascia sgomenti, chiude con assoluta coerenza l'intera serie, riportando così ogni tassello al suo posto. Ogni azione dei due protagonisti assumerà un preciso significato, e il tutto si chiuderà con l'unico finale a parer mio possibile. Un finale intenso, altamente drammatico, ma tutt'altro che buonista, poiché alla fine della fiera ognuno sconterà le proprie colpe.

Un applauso vero e proprio meritano le OST, alcune delle quali hanno accompagnato delle scene rendendole sublimi, e che secondo me rimarranno nella storia degli anime. Mi riferisco in particolar modo ad "is", "Von", e "Birden".

Concludo consigliando caldamente la visione di questo anime che secondo me presenta un fortissimo impatto emotivo. È difficile rimanere impassibili, indifferenti, ed è molto difficile non essere travolti dalle emozioni. Watanabe a parer mio ha creato un piccolo gioiellino, non perfetto ad ogni costo, ma che comunque è in grado di commuovere e smuovere le coscienze.

Nine e Twelve chiedono di non essere dimenticati, ed io non li dimenticherò mai.