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Adotta un titolo 1Adotta un titolo 2Titoli poco conosciuti, passati in sordina all'epoca dell'uscita o dimenticati col tempo... su AnimeClick.it abbiamo migliaia di schede anime e manga senza alcuna recensione, privando quindi i lettori di uno dei principali punti di forza delle stesse.
Per cui, ad ogni appuntamento di questa rubrica vi proporremo alcuni di questi titoli, con la preghiera di recensirli qualora li conosciate. Tutti gli utenti che recensiranno le opere proposte entro la scadenza assegnata riceveranno l'icona premio Scheda adottata. Per le regole da seguire nella stesura delle recensioni rimandiamo al blog apposito, che vi preghiamo di utilizzare anche per commenti, domande o tenere traccia dei premi (non commentate l'iniziativa in questa news).

I titoli al momento disponibili sono:

[ANIME] Gekijouban Major (Scadenza: 10/6/2015)

[LIVE] 
Battle Royale II (Scadenza: 14/6/2015)

[SERIAL] Friends (Scadenza: 17/6/2015)

[MANGA] Master Mosquiton (Scadenza: 21/6/2015)

Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata alle recensioni su anime e manga, realizzate degli utenti di AnimeClick.it.

Oggi aumentiamo il numero di titoli dedicandoci a recensioni più brevi, con i manga L'uomo tigre, Guru Guru Il girotondo della magia, Le situazioni di lui e lei e gli anime Sono hanabira e Nitaboh.

Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.


Per saperne di più continuate a leggere.


7.0/10
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"Non preoccuparti, l'Uomo Tigre sa bene ciò che fa"

L'Uomo Tigre è sicuramente una storia di cui tutti dovrebbero aver sentito parlare almeno una volta nella vita. L'anime è girato sui teleschermi per generazioni e ha incantato i ragazzini per decenni. Sicuramente l'anime era più apprezzabile della versione cartacea, che comunque non è da cestinare del tutto.
La trama dell'Uomo Tigre è piuttosto originale e se consideriamo l'epoca in cui fu scritta probabilmente anche abbastanza rivoluzionaria. Leggendolo questa differenza generazionale si sente parecchio, a partire forse da uno dei luoghi principali dove si svolge la trama, ossia un orfanotrofio. Al giorno d'oggi i manga si svolgono in una scuola, in un club sportivo ecc, ovvero in luoghi simbolo comunque di un benessere sociale che nell'Uomo Tigre non ci sono. Questo non soltanto per volere dell'autore ma anche perché la situazione giapponese di allora era appunto quella. Lo stesso lo possiamo vedere in altri manga "d'epoca". Questo passaggio di scenografie si sente a mio avviso.
La storia comunque si evolve nel migliore dei modi, il manga non si dilunga all'infinito e l'autore è bravo a mantenerlo sempre su buoni livelli creando delle situazioni particolari che a me non sono dispiaciute.

I personaggi, con l'esclusione forse del protagonista, non sono buoni. A partire dall'antagonista poco incisivo agli avversari, ai bambini dell'orfanotrofio e ai personaggi femminili. Tutti questi non mi hanno convinto. Il protagonista è un tantino più curato, ha una personalità riconoscibile e un carattere ben formato. Ovviamente i disegni a livello di espressività non aiutano e per questo forse anche per gli altri personaggi il giudizio è ingiusto.
Le immagini risentono del tempo in maniera quasi smisurata nei combattimenti, meno nella vita quotidiana. Il fatto che il combattente protagonista porti una maschera poi gli dà il colpo di grazia. Nelle fasi appunto di azione ne vengono fuori in sostanza immagine statiche, prive di movimento e non si può non tenerne conto.

Passando all'edizione è piuttosto onerosa per quello che offre. 10,00 euro a volume sono veramente tanti, anche perché non è che abbia numerosissime pagine, tranne forse un paio di volumi. Apprezzo sicuramente le note a fondo volume e la copertina rigida anziché la sovracoperta, ma per un totale di 150,00 euro, che è il costo complessivo dell'opera, si può avere di meglio sia come edizione sia come contenuti.

Tirando le somme a questo manga avrei dato comunque la sufficienza per quello che è stato, considerando l'età, nel panorama fumettistico e di animazione. Do un 7 per incentivare i giovani d'oggi a ripescare i manga originali, le matrici di quelli che sono i manga odierni.




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E' possibile che un hentai sia così interessante e ben fatto da meritarsi un voto che sfiora la perfezione? La mia prima impressione era che fossero state date valutazioni fin troppo entusiastiche a questo episodio, ma mi sono dovuto ricredere: qui emerge quello che definirei "il lato pulito del sesso", dove le protagoniste - sì, perché stiamo parlando di uno yuri - mettono una dolcezza estrema nelle loro azioni, rispettano la partner e sembrano cercare più il piacere dell'altra che il proprio. Già il titolo dell'episodio nella versione italiana - Un bacio a quei petali - rende l'idea della dolcezza e del sensuale romanticismo su cui si basa l'anime.

La storia che è alla base di questo episodio è, a dirla tutta, piuttosto banale: Reo, una biondina scontrosa, dopo aver passato dei momenti di passione clandestina nell'infermeria della scuola con la sua ragazza Mai, si ammala ed è costretta a letto. Mai le tiene compagnia, ma quando l'aiuta a lavarsi le sue mani si spingono verso zone molto sensibili: tra le due scoppia di nuovo la passione, e il giorno seguente le parti si invertono: Reo è guarita mentre Mai ha un forte raffreddore e deve rimanere a letto, accudita a sua volta da Reo.

L'anime si distingue per i flashback e per i momenti in cui viene mostrata l'intensità del rapporto che lega tra loro le due ragazze; anche se le situazioni sono un po' stereotipate - la dichiarazione nel viale della scuola, sotto una cascata di petali di ciliegio, o il gesto di "inchiodare" l'amata al muro per dichiarare i propri sentimenti - emerge una dolcezza e un romanticismo che non sfuggono a chi, anche in un hentai, cerca qualcosa di più profondo. C'è una trama che lega le scene di sesso, e queste (probabilmente tra le prime vissute dalle ragazze) sono sempre presentate come la naturale conseguenza dell'amore che c'è tra le due protagoniste. Questi momenti sono molto delicati - baci e carezze, anche molto arditi e sensuali - e non si giunge mai a situazioni più spinte che ci si potrebbe aspettare in una relazione omosessuale tra ragazze. Finale molto sentimentale, che ha quasi il sapore di una nuova dichiarazione di amore eterno.

Grafica gradevole, sia per le ambientazioni che per il chara design: le ragazze sono molto carine e ben proporzionate, siamo molto lontani dagli eccessi che si trovano solitamente negli hentai. Colonna sonora che non è limitata ai gemiti e alle urla che le protagoniste si lasciano sfuggire durante le loro performance sessuali; le musiche che sottolineano le parti narrative, ma anche i momenti più piccanti tra le due giovani amanti, sono melodiche e romantiche: come il faro che illumina i protagonisti delle scene più importanti di una commedia, riescono a sottolineare l'estrema dolcezza che è alla base di tutto il racconto.

Un anime di ottima fattura; se non si hanno pregiudizi per gli hentai o per gli yuri andrebbe visto da tutti: è la prova che, volendo, anche in questo genere si possono creare dei lavori con una storia interessante, che escono dai soliti schemi e danno ampio spazio al sentimento e al romanticismo.




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GuruGuru è un manga che in Italia ha avuto una storia sfortunata, dato che è stato interrotto dopo pochi numeri sottiletta. L'anime ricalca la storia solo in parte, quindi è praticamente impossibile risalire alla storia completa. Ed è sempre stato un peccato, perché io amo questo manga. E adesso che è iniziata una seconda serie, spero che qualche casa editrice si ricordi di riportarlo. Saranno scaduti i diritti, o no? Tuttavia, posso capire il poco successo: non è un manga che può piacere a tutti.
Leggendo la trama, sembrerebbe un fantasy come tutti gli altri, anzi, pure poco originale: il prescelto, un ragazzo di nome Nike, dovrà intraprendere un viaggio assieme a Kokori, l'ultima maga di una tribù scomparsa, per sconfiggere il re del male che minaccia il mondo. Ed in effetti è a tutti i conti un fantasy, con combattimenti contro i demoni, magie, fate e altre strane creature. Ma non è un fantasy normale.
GuruGuru è una presa per le terga. Si riferisce soprattutto agli RPG d'avventura (non per niente si parla sempre di livelli dei personaggi), ribaltando la situazione e parodiandola. È un manga che fa della demenzialità a livello più basso possibile, ma mai volgare, il suo punto di forza e riesce in pieno nel suo obiettivo. Riesce a bullarsi persino del fan service, quando Nike inizia a perdere sangue dal naso per le mutandine di Kokori, che si rivelano essere dei davvero poco sexy mutandoni da nonna! La trama è presente e, nonostante l'intento parodistico, riesce anche ad essere interessante, con tutto il segreto della tribù di Kokori, le spade di Nike, le profezie, ecc. Ma alla fine non è che un mero pretesto per rigirare tutto in maniera comica, prendere in giro magie, avventure e la serietà dei personaggi.
Non per niente Nike non è affatto un eroe, anzi; lo si può definire senza alcun dubbio un antieroe, un maniaco, un fifone e un cretino, tant'è che come smacco finale gli viene attribuita pure la caratteristica di ladro. Di qui si capisce che la caratterizzazione dei personaggi è ottima, perché di nuovo fa della parodia e dell'esagerazione il suo punto di forza. I personaggi sono tutti degli idioti e consapevoli di esserlo, si comportano come tali e tutta la storia risulta essere un'immensa idiozia. Ma fa ridere parecchio. Non per niente, non si percepisce mai alcuna vera minaccia da nessuno dei nemici, stupidi peggio che i protagonisti, anzi, a volte si tende a fare il tifo per loro o comunque sono percepiti come parte di quel mondo; non sono cattivi, è che li dipingono così.
E poi c'è la particolarità che ho sempre apprezzato: i commenti. Vi è mai capitato di guardare un brutto film con i vostri amici e finire per prenderlo in giro per tutta la durata, con il solo scopo di farvi quattro risate? Ecco, GuruGuru fa esattamente questo, si fa metastoria e mentre narra avvenimenti demenziali commenta assieme a te la demenzialità della cosa. Nell'anime la voce narrante rende meglio, ma anche nel manga alcuni commenti uniti alle vignette risultano simpatici, perché spesso anticipano quello che il lettore sta pensando.
Forse l'unica pecca sono i disegni, inizialmente bruttini e poi infantili, ma si adattano perfettamente al tipo di storia affatto seria che vogliono narrare. Manga consigliatissimo… Se mai faranno una nuova edizione!




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Ciò di cui mi appresto ora a parlare è un film d'animazione del 2004 diretto da Akio Nishizawa, regista particolarmente legato al mondo della musica, come avrò modo di evidenziare più avanti.
"Nitaboh" è una di quelle opere che ti permettono di assaporare la storia: basato sull'omonimo romanzo storico di Daijo Kazuo, ci presenta la vita, divenuta quasi leggendaria, di Nitaroh, grande suonatore dello shamisen (il tipico liuto giapponese a tre corde) e fondatore dello stile Tsugaru, vissuto nel periodo Tokugawa. Il racconto comincerà con Nitaroh ancora bambino e lo seguirà fino al momento in cui il suo genio sarà finalmente riconosciuto. Nel mentre tante saranno le difficoltà: reso cieco da una malattia, dovrà lottare aspramente contro i propri limiti, contro la società e contro i todoza (membri di gilde di musicisti ciechi che in quel periodo avevano ottenuto grandi privilegi grazie al sostegno dello shogunato). Avrà comunque al suo fianco vari amici e sostenitori, che lo aiuteranno, anche se il più spetterà comunque a lui, in una grande prova di forza di volontà.

Questo genere di storie per certi versi non passerà mai di moda: se c'è una regia competente a gestirle, sono in grado di commuovere e catalizzare l'interesse del pubblico praticamente a colpo sicuro. E credo che sia il caso di "Nitaboh". Sebbene di fatto si sappia in partenza dove si andrà a parare, l'interesse dello spettatore rimane acceso, ed egli riesce a provare empatia per lo sfortunato ma determinato protagonista.
Questo è stato reso possibile anche - e forse si potrebbe dire soprattutto - alle buone scelte operate sul versante tecnico; non parlo tanto del comparto grafico (che è nella norma, né eccezionale né scadente), ma piuttosto di quello sonoro. Già, perché come detto all'inizio, la regia è particolarmente legata alla musica, e così quest'ultima non fornisce solo spunto per la trama, ma va a costituire una componente essenziale della narrazione. E, certo, quanti sono affascinati anche solo in generale dall'Oriente non potranno non apprezzare lo spazio dedicato al suono dello shamisen, accompagnato qui e lì durante il film anche da brani più "moderni", ma comunque adatti alle circostanze.

Concludiamo dunque con la consueta pagella:
Trama: 8
Personaggi: 8
Finale: 8
Grafica: 7
Sonoro: 9

E dunque chiudiamo la recensione con un bell'otto. Buona visione!




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Kareshi kanojo no jijou è uno degli shoujo manga più profondi e maturi che abbia mai letto. Ventuno volumi da leggere trattenendo il respiro perché ognuno di essi rivela nuovi retroscena e sviluppi inattesi a questa storia d'amore tanto fragile quanto forte.

Le vicende ruotano intorno a Yukino Miyazawa e Arima Soichiro. Due persone eccezionali a detta di tutti, studenti modelli, dei geni in grado di rendere speciale tutto ciò che fanno, dei veri e propri idoli per i compagni di classe e motivi di vanto per le proprie famiglie. Yukino è una ragazza alla moda, bella, molto curata, che sin da piccola si prefissa come obiettivo quello di diventare la numero uno in ogni campo, una donna in carriera potente in grado di ottenere ciò che vuole. Ma al di là di una forte ambizione personale, ciò che la spinge a fare sacrifici pur di arrivare alla meta, è il desiderio di sentirsi elogiata e apprezzata dal resto del mondo. Anche Soichiro è un bellissimo ragazzo che ottiene molto successo in tutto ciò che fa, ma a differenza di Yukino, ottiene ottimi risultati per sfuggire alla considerazione di una famiglia che lo ha sempre criticato e abbandonato, definendolo un fallito come il padre naturale. La voglia di vendetta e il desiderio di dimostrare che lui è diverso, lo porteranno a scontrarsi con la cara Yukino che ovviamente lo teme come rivale. Due mondi molto simili, due persone che nascondono la loro vera natura agli occhi degli altri per paura di essere feriti, due cuori in sintonia che dopo un primo scontro iniziale inizieranno a capirsi e ad amarsi con la promessa di cambiare.

Una grande storia d'amore che nasce lentamente, passo dopo passo e alla quale ruoteranno molti altri personaggi di grande importanza che daranno quel tocco di "pepe" a questa relazione eterna ed immutabile. Ogni protagonista imparerà a conoscere meglio se stesso, ad accettarsi e soprattutto ad amarsi perché è questo il grande insegnamento di questo dolce manga, essere sempre sé stessi.
Lo stile di disegno di Masami Tsuda è pulitissimo, chiaro ed accattivante, direi a dir poco irresistibile. È inoltre una mangaka straordinaria perché nonostante i temi importanti trattati in Karekano, è riuscita a dare quel tocco di humuor che rende la lettura più scorrevole e piacevole.
È stata anche tratta una serie televisiva di ventisei episodi, ben fatta ma, e mi permetto di segnalarlo, il manga è davvero tutt'altra cosa. Gli ultimi episodi dell'anime dato il budget ristretto sono stati ridotti a una serie di inquadrature fisse e di commenti tra i personaggi con dei baloon, rovinando così la parte finale. Per fortuna il manga ha una storia molto più profonda che continua quindi consiglio di leggerlo in primis.

Riepilogando, consiglio a tutti di leggere questo piccolo capolavoro che talvolta ci permette di immedesimarci in qualche suo personaggio e che racconta con abile maestria e delicatezza, il fragile mondo dell'introspezione e dei sentimenti.
Voto: dieci e lode.