Orario. Una città fantastica, cosmopolita e brulicante di vita al cui centro si erge una titanica torre senza apparente limite alle sue dimensioni, né verso il cielo, né verso il profondo della Terra, direzione in cui sviluppa un dungeon presumibilmente infinito, ma sicuramente ancora in larga parte inesplorato.

DanMachi - Dungeon ni Denai wo Motomeru no wa Machigatteiru darou ka?Già ricca di una folta e variegata umanità di ogni razza (umani, elfi, parum, nani…), Orario attira verso di se soprattutto avventurieri, pronti a fiondarsi dentro al dungeon per affrontarne i mostri e a ricavarne tesori che poi alimentano l’economia della superficie. Ci sono anche gli dei che, un po' (e non a caso…) come nei miti dell’antica Grecia, vivono allegramente insieme agli altri abitanti portando avanti le loro attività e formando spesso attorno a loro dei gruppi di fedeli persone, le cosiddette “famiglie”.

Onde esplorare questo mondo del fantastico ci poniamo, noi spettatori, dal punto di vista di Bell Cranel, un giovane avventuriero in erba giunto dalla campagna in cerca di avventure e quasi subito divenuto unico membro della famiglia di Hestia, una “giovane” ed adorabile dea, anch’essa a muovere le sue prime attività nel mondo degli umani.
Nel frattempo però a Bell capita la malaugurata disavventura di venire aggredito all’interno del dungeon da un minotauro errante, mostro forte contro il quale non era assolutamente preparato. Morte certa avrebbe colto Bell senza l’intervento della bella (insomma…) avventuriera di prima classe Aiz Wallenstein, meglio nota come “Principessa della spada”. Bell, manco a dirlo, se ne infatua e si pone l’obbiettivo di arrivare alla sua altezza (per poi dichiararsi…).

Nato come adattamento di una light novel di discreto successo scritta da Fujino Oomori e illustrata da Suzuhito Yasuda, DanMachi, sintesi del titolo completo Dungeon ni Denai wo Motomeru no wa Machigatteiru darou ka? (che in italiano diviene “È sbagliato cercare di incontrare delle ragazze in un Dungeon?”), assurge rapidamente ad anime del momento durante la stagione primaverile di quest’anno, facendo anche spingere le vendite della novel al livello dei best sellers. Inizialmente ciò si dovette all’irruzione del personaggio di Hestia, adorabilmente moe nell’aspetto e negli atteggiamenti ed anche visivamente impattante con il ben famoso nastro blu che porta nel suo abito tipico a sorreggere le sue “oppai” di livello discretamente alto.

 
DanMachi - Bell CranelDanMachi - Hestia


Ma a prescindere dalla bella presenza di Hestia, anche ben interpretata nel doppiaggio di Inori Minase, che cosa ha da offrire allo spettatore questo DanMachi? Considerato il titolo, il target di riferimento della novel, ed osservate le avventurose vicende di Bell, ne possiamo concludere che, pur incastonata in un mondo fantasy in cui sono state importate anche alcune meccaniche dei moderni videogiochi di ruolo (RPG), la storia di DanMachi altro non sia che la trasposizione della vita ideale di un’adolescente, specie se questo è smanioso di scoprire cose nuove, conoscere il mondo e magari scoprire “l’altra metà del cielo”. Da qui la fissa di Bell per l’irraggiungibile Aiz, primo ingranaggio che muove le sue azioni, gioia e dolore del suo avventuroso pane quotidiano.

DanMachi prosegue così a seguire le spedizioni di Bell, intrattenendo lo spettatore sfruttando a dovere cliché ed elementi classici del genere. Gli stessi compagni che pian piano lo accompagneranno sono figure più o meno già viste in passato: la piccola “discriminata-mal pagata-sfruttata” trasporta equipaggiamenti Lli; il fabbro “talentuoso ma con scheletri nell’armadio” Crozzo; l’avventuriera fuorilegge Ryuu. Ma proprio perché già quasi li conosciamo da prima, probabilmente riuscirà più semplice affezionarcisi ed entrare in empatia con loro.
Va un po’ presa da parte la famigerata Aiz. Anche lei incarna una figura già vista, quella della tipa bella, silenziosa e un po’ algida (…) però dall’inizio alla fine della serie di lei non sapremo quasi nulla. Un po' poco per uno dei personaggi che spinge più di tutti il protagonista (anche più di Hestia, a conti fatti…). Probabilmente per raccontarla meglio è nata la novel spin-off Sword Oratoria, che racconta le sue avventure all’interno della famiglia Loki.

 
DanMachi - Bell e la torre di Orario

J.C. Staff realizza con questa sua ultima produzione un lavoro piuttosto soddisfacente in cui il livello qualitativo si mantiene in genere su un livello più che discreto con picchi qualitativi che si raggiungono nelle scene d’azione più incalzanti. Un appunto più critico sarebbe dovuto alle ambientazioni: sicuramente Orario e dintorni sono ben rappresentati, ma è anche vero che la varietà di ambienti, e relativi stili e paesaggi è assai poca, e difatti saremo quasi sempre o nel contesto cittadino, alla distanza monotono, o nel sinistro Dungeon, quasi sempre una buia caverna con la sola eccezione del 18° piano nella parte finale.
Suoni e musiche fanno però la loro parte accompagnando lo spettatore. Meritevole assai il doppiaggio, garantito nel risultato dalla presenza di vari professionisti nipponici del settore, dalla ormai superstar Yoshitsugu Matsuoka (Bell), all’ottima prova della già citata Inori Minase, fino alla sempre vivace e simpatica Maaya Uchida (Lily), e i vari Yoshimasa Hosoya (Crozzo), Haruka Tomatsu, Saori Hayami (Ryuu), Yoko Hikasa.

 
DanMachi indubbiamente intrattiene a dovere lo spettatore e magari lo fa divertire anche abbastanza, tra simpatiche combriccole, fantastiche avventure e battaglie che da piccole si fan grandi culminando in uno scontro del tutto simile a una raid quest di un qualche popolare MMORPG.
Tuttavia nel venire animato, DanMachi consuma anche grande parte del materiale a disposizione dalle novel cartacee, per cui molti spunti e domande che la serie può fare emergere resteranno in sospeso: cosa si nasconde nelle più basse profondità del dungeon, perché questo è quasi considerato come vivo, perché vari dei si interessano a Bell, e se questi riuscirà un giorno a raggiungere Aiz, sono domande che avranno risposte, forse, solo in futuro (e magari non in animazione visto il poco materiale da prendere ancora e il botto che hanno fatto le novel di recente).
Si potrebbe quindi considerarlo come un prologo a una storia più grande, ma sarebbe anche un problema relativo, meglio godersi semplicemente la serie. Del resto “Non ci serve una mappa per sognare”.