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Adotta un titolo 1Adotta un titolo 2Titoli poco conosciuti, passati in sordina all'epoca dell'uscita o dimenticati col tempo... su AnimeClick.it abbiamo migliaia di schede anime e manga senza alcuna recensione, privando quindi i lettori di uno dei principali punti di forza delle stesse.
Per cui, ad ogni appuntamento di questa rubrica vi proporremo alcuni di questi titoli, con la preghiera di recensirli qualora li conosciate. Tutti gli utenti che recensiranno le opere proposte entro la scadenza assegnata riceveranno l'icona premio Scheda adottata. Per le regole da seguire nella stesura delle recensioni rimandiamo al blog apposito, che vi preghiamo di utilizzare anche per commenti, domande o tenere traccia dei premi (non commentate l'iniziativa in questa news).

I titoli al momento disponibili sono:

[MANGA] Toki, il santo d'argento (Scadenza: 5/7/2015)

[ANIME] L'incantevole Creamy - Il ritorno di Creamy (Scadenza: 8/7/2015)

[LIVE] 
Calling You (Scadenza: 12/7/2015)

[SERIAL] 
Star Trek - La serie classica (Scadenza: 15/7/2015)

Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata alle recensioni su anime e manga, realizzate degli utenti di AnimeClick.it.

Oggi appuntamento libero, con i manga Sakuragari - All'ombra del ciliegioMy little monsterUno scontro accidentale sulla strada per andare a scuola può portare a un bacio?

Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.


Per saperne di più continuate a leggere.


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Si incontra non poca difficoltà nel recensire opere variegate ed eterogenee come le raccolte di racconti o di strisce, a maggior ragione se ciascuna storia ha un genere diverso dalle altre e non c'è un filo conduttore che le leghi. Uno scontro accidentale sulla strada per andare a scuola può portare a un bacio? - d'ora in poi semplicemente Uno scontro accidentale - è un esempio perfetto di quanto riportato. Volume unico scritto e disegnato dal tanto dissacrante, quanto geniale Shintaro Kago, il manga in questione è composto da numerose scenette e brevi racconti a tema satirico e spesso tendente all'umorismo nero, i quali denunciano in modo irriverente i più svariati aspetti della vita quotidiana giapponese e non, spaziando tra luoghi comuni, etica e politica, e sfociando talvolta nel puro nonsense fine a se stesso. Ogni racconto tende a degenerare in scene splatter o a sfondo sessuale - ove non di entrambi i generi -, non disdegnando nemmeno un certo gusto per l'orrido e il raccapricciante, effetto reso alla perfezione tramite il tratto estremamente preciso e realistico del mangaka, enfatizzato a sua volta dalla netta tendenza allo sperimentalismo della regia e dell'impostazione di vignette e balloon.
Uno scontro accidentale deve il proprio nome all'omonimo racconto, che ben si presta a riassumere il carattere generale dell'opera: un ragazzo e una ragazza vengono costretti da alcuni scienziati a simulare uno scontro, all'angolo di una strada, in cui finiscono per baciarsi, o meglio, per collidere bocca contro bocca. Lungi dall'essere in qualsivoglia modo romantico, l'autore fa sì che ad ogni tentativo i malcapitati riportino contusioni, emorragie e fratture multiple al volto e al resto del corpo, finendo inevitabilmente per morire; denuncia verso lo sperimentalismo scientifico? Puro nonsense? Non penso sia dato saperlo, ma proprio in questo sta il fascino e il punto di forza di Kago.
Un ulteriore tentativo di analisi dei racconti penso risulterebbe inutile, vista l'estrema difficoltà che penso chiunque troverebbe nel riassumere e descrivere adeguatamente gli stessi, e considerato al contempo che l'impatto grafico cui punta l'opera rende l'apprezzamento di Uno scontro accidentale fortemente soggettivo il modo migliore per comprendere quanto sto dicendo è, semplicemente, leggerlo. Ciò detto, la tecnica e l'estro del maestro sono innegabili, motivo per cui il voto assegnato risulta essere un otto abbondante; la lettura di Uno scontro accidentale, tuttavia, è consigliata solo agli stomaci forti.




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Badate a non sorridere di alcun brano di questa storia. Se cercate un amore idealizzato, quello come le foglie degli alberi, destinato col tempo a scolorire, sbiadire e appassire, allora lasciate perdere. Se cercate quello più vicino alla natura umana, quello come le rocce ai piedi degli alberi, scarsamente visibile, a volte non piacevole, ma necessario, allora dovete leggere quest'opera. O forse no? Difficile capire quanto si avvicini alla realtà, perché Sakuragari è una storia intensa, potente, tragicamente plausibile.
L'autrice, Yuu Watase, si cimenta per la prima volta con un tipo di manga complesso. Lo yaoi è un genere relativamente recente ma che ha profonde radici nella cultura nipponica. Omosessualità e pederastia erano realtà comuni del Giappone feudale, anche se col tempo sono cambiate e continuano ancora a mutare. La Watase in genere si cimenta con opere dal gusto fantasy (non per questo meno intense) mentre qui predilige lo sfondo storico, proprio per cogliere quei profondi cambiamenti e mutamenti che la società giapponese ha affrontato e i drammi di chi ha vissuto (o meglio, subito) quei cambiamenti. Ma la mangaka afferma di voler usare il tema storico e il genere prescelto solo come pretesti per raccontare una buona storia. Il risultato è notevole.

Siamo nel Giappone subito dopo la Grande Guerra, in un periodo in cui il paese viveva grandi mutamenti già fin dai tempi della Restaurazione Meiji. I giapponesi sotto ogni aspetto, dalla cultura, alla politica, all'economia, stavano cercando affannosamente un compromesso fra le tradizioni e le peculiarità del loro passato, e l'occidentalizzazione e la modernizzazione forzate. Inevitabili i conflitti a seguito di tali stravolgimenti. Conflitti di proporzioni nazionali (crisi economica, rivolte sociali) e altri su scala più intima. In questo confuso scenario, si situano le tragedie di due vite. Un giovane di bassa estrazione sociale tenta di conquistarsi un futuro con gli studi, ma un giorno per caso la sua strada si incrocia con quella dell'erede di una potente famiglia di origine aristocratica che cerca di adattarsi al cambiamento entrando nel mondo dell'industria. E' solo l'inizio di un cammino lungo e contorto fatto di bellezza e orrore, di gioia e rancore, di affetto e violenza, di amore e morte. Un cammino che però ha per coronamento una rinascita, nonostante le cicatrici del passato, che non spariscono; soprattutto perché non si vuole che spariscano. Sono ferite troppo profonde. Un male troppo sublime e troppo necessario.

Maestra del tratto come della narrazione, la Watase ci regala uno straordinario affresco di emozioni in un'opera che è difficile catalogare. A metà fra il romanzo di formazione, l'erotico, lo storico, il romantico, questo manga è senza dubbio uno dei migliori prodotti in tutte queste categorie. Disegni eleganti e precisi, che lasciano il lettore incantato e rapito, soprattutto quando il tratto viene usato con raffinata eleganza anche per scene che richiamano la depravazione e il disgusto. Uno stile delicato con l'efferatezza. L'edizione poi è arricchita da tavole a colori se possibile ancor più suggestive e allusive di quelle dei capitoli. Anche le copertine con i petali di ciliegio a rilievo aumentano l'eleganza del tutto.

Per chi era abituato alle opere precedenti dell'autrice questo manga forse sorprenderà. Sakuragari ci ricorda che c'è sempre qualcosa di violento nella bellezza, di capriccioso nell'affetto, di artificioso nella virtù. Ma ci ricorda anche che è tutto parte dell'essere umano: la sua carne e il suo spirito, le sue aspirazioni e le sue fobie, l'angoscia e la pienezza. Ci invita ad abbandonarci alla nostra umanità. Ci ricorda che non possiamo vivere di assoluti, né possiamo vivere senza di essi.




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Se per coincidenze astrali, un giorno vi imbatterete in My Little Monster (come è capitato alla sottoscritta) dimenticatevi completamente il mondo shoujo degli ultimi anni.
Dite addio alla classica eroina sentimentale, desiderosa di incontrare il fatale amore segnato dal destino. Mizutani (o meglio Mitti) come unico obbiettivo della sua esistenza, si è prefissata il raggiungimento di un milione di reddito annuo, e per ottenere tale cifra, la road-map stabilita prevede l'inevitabile percorso studio-università-lavoro. Non sono ammesse distrazioni, figurarsi un fidanzato. Compiti, test, esami scandiscono le giornate, diventando, involontariamente, la matrice che azionerà l'incontro con il protagonista, distante anni luce dal modello di principe azzurro inneggiato da folle estasiate di ammiratrici.
Yoshida rappresenta (senza tanti giri di parola) un caso umano da evitare, un ragazzo dal carattere impulsivo, bambinone e selvaggio. Insomma, l'anticristo dell'uomo ideale.
Le apparenze però ingannano, e oltre i pregiudizi, oltre alle immagini di facciata, ci si rende conto della disperata ricerca di affetto, bramato indistintamente da tutti i personaggi, desiderosi di incontrare quell'essere speciale, con il quale condividere i momenti di depressione o memorie buie del passato.

Finalmente, dopo "Le situazioni di Lui e Lei", un'altra storia imperniata sul tema della solitudine e dell'amicizia, argomento sovente bistrattato negli shoujo, alla stregua della peste bubbonica.
Per un'oscura ragione, il termine "amico" implica automaticamente un'illogica mutazione nel termine "sfigato", un'illogica trasformazione in un predente dal cuore infranto, reduce dalla calca dei reverse-harem o dal "Il triangolo no! Non l'ho avevo considerato!".
Anche in My Little Monster, ad un certo punto, si palesa la famigerata figura geometrica a tre lati, la storia però riesce a discostarsi dal consueto valzer di musi lunghi, gelosie nevrotiche e occhiatacce, per trasmettere vivamente quel sentimento magistralmente decantato da Cicerone ("Se un uomo salisse in cielo e contemplasse la natura dell'universo e la bellezza degli astri, la meraviglia di tale visione non gli darebbe la gioia più intensa, come dovrebbe, ma quasi un dispiacere, perché non avrebbe nessuno a cui comunicarla").

Infine, i momenti intensi sono alternati da spassosissime scenette comiche. In particolare ho adorato il tratto chiaro e spumeggiante della mangaka, soprattutto nella realizzazione delle faccine chibi, fra le quali spicca (ed è da incorniciare) la poker-face della protagonista.
Fidatevi, la visione dei codini impazziti, vale l'acquisto dei tredici volumetti, contraddistinti tra l'altro da un'originale copertina, atta ad evidenziare (con il collare da cane e la relativa catena) il work in progress della vicenda e l'evoluzione, la maturazione dei protagonisti.