Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata alle recensioni su anime e manga, realizzate degli utenti di AnimeClick.it.

Oggi appuntamento libero, con gli anime Joker Game Shimoneta e il manga Black Cat.

Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.


Per saperne di più continuate a leggere.


4.5/10
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“Joker Game” è un anime storico/militare di dodici episodi andato in onda nella primavera 2016. La storia è ambientata nel 1937, alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale, quando il tenente colonnello Yuuki dell'esercito imperiale giapponese fonda un'agenzia di spionaggio, l'Agenzia D. Le premesse sembrerebbero ottime. Sicuramente nel panorama odierno un anime sullo spionaggio ambientato in tempo di guerra appare come una novità intrigante e ambiziosa, ma purtroppo il concept non è tutto.

Il problema principale di “Joker Game” è la sua totale incapacità di intrattenere. Chi sono queste persone? Che cosa stanno facendo? Qual è il loro obiettivo? Perché me ne dovrebbe importare? All'inizio di ogni episodio ti viene data una vaga idea di quale sia la situazione, e poi ti ritrovi per più di venti minuti a seguire una vicenda di cui non sai nulla con persone a te sconosciute che fanno cose per... qualche motivo, e solo alla fine ti viene rivelato chi fosse la spia e quale era il suo obiettivo. E a quel punto non ti resta altro che ascoltare sbigottito la ending pensando: “E quindi?”. Gli episodi sono quasi tutti autoconclusivi, ognuno dedicato a una spia e alla sua missione, sempre che voi riusciate a capire quale sia questa missione senza addormentarvi a metà puntata. Se vi mettete di impegno, sforzandovi di comprendere cosa stia succedendo, state pur certi che ogni vostra certezza andrà in frantumi. Una delle cose in cui “Joker Game” riesce particolarmente bene è quella di farti sentire un idiota. E ti chiedi se non stai capendo assolutamente nulla perché è così che deve essere o perché sei tu che non ci arrivi. E' un po' come dare un esame di fisica applicata quando il tuo corso di laurea è in lingue straniere. Perché dovrei sapere questa roba?

Il secondo devastante problema di questo anime sono i personaggi stessi. Innanzitutto il character design. Non che sia brutto, anzi, trovo che si adatti molto bene all'ambientazione e alle tematiche trattate, solo che avrei gradito una maggiore caratterizzazione dei personaggi. Voglio dire, si assomigliano tutti. E' stata veramente dura riuscire a distinguere e riconoscere le spie nel corso dei vari episodi. Inoltre non hanno nemmeno delle personalità ben definite, si comportano e agiscono allo stesso modo e questo ha reso ancora più complicato simpatizzare per loro, contando anche il fatto che gli episodi sono autoconclusivi. E' difficile rimanere coinvolti dalla storia se il protagonista non è interessante o addirittura se non riesci nemmeno a capire chi sia.
Alla fine, non ho saputo niente di quelli che dovrebbero essere i protagonisti di questo anime. Magari perché sono spie, magari perché era proprio questo lo scopo: fornire qualche informazione frammentata in modo che lo spettatore possa arrivare a delle proprie deduzioni. Se non vi importa molto dei personaggi, ma volete solo un anime che parla di spionaggio, forse “Joker Game” fa al caso vostro. Se invece volete rimanere coinvolti dalla trama, dai protagonisti e dalle loro storie, vi conviene andare in cerca di altro.
Abbiamo modo di vedere le spie “agire” insieme solo nei primi due episodi e in quello conclusivo. Il finale è aperto, o meglio non conclude nulla perché da concludere di fatto non c'era niente, vista l'assenza di una trama principale. Chissà se vedremo mai una seconda stagione in futuro.

Il comparto tecnico è buono, come ormai ci ha abituato Production I.G. Le animazioni sono nella media dello studio senza però particolari meriti/demeriti, anche perché le scene d'azione scarseggiano, e la cosa mi ha lasciata alquanto basita: vista la trama, credevo che l'azione fosse la caratteristica principale di un anime del genere.
Grafica, colori e fotografia sono adatti all'atmosfera, e senza dubbio il prodotto è ben curato dal punto di vista dell'ambientazione e del periodo storico. Globalmente la serie mantiene sempre un tenore serio e maturo, rimanendo fedele a sé stessa, senza andare fuori tema.
Molto buone sia opening che ending, specialmente la ending dei MAGIC OF LiFE, anche se sinceramente sembrava più la sigla di uno spokon. Per quanto riguarda la colonna sonora mi è rimasta impressa soltanto una OST, forse perché era presente in loop in ogni benedettissimo episodio, in ogni scena, in qualsiasi situazione e momento della giornata. Però bella, eh!

Qual era lo scopo di questo anime?
Probabilmente è adatto a chi cerca un anime maturo dove bisogna mettere in moto il cervello e far fare ai propri neuroni dei salti mortali per riuscire a unire tutte le tessere del puzzle e a seguire la trama. Attenzione però, c'è il serio rischio di perdere alcuni pezzi di questo puzzle durante la visione, e alla fine vi ritroverete con un'opera incompleta; confusi e stanchi vi chiederete se sia valso la pena un simile sforzo per seguire dodici puntate di un anime che vi avrà lasciato il nulla. Perché a me, dopo questa esperienza, è rimasto solo un gran mal di testa e tanta voglia di dormire. Beh, svegliatemi, se mai dovesse uscire una seconda serie; anzi, meglio di no.



8.0/10
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Black Cat è un manga di ben venti volumi di Kentaro Yabuki, autore che adesso è noto per essere il disegnatore di To Love-Ru. In To Love-Ru comunque si occupa solo dei disegni, davvero ottimi, mentre in Black Cat ha scritto anche la storia, un’ottima storia, che, pur seguendo gli stilemi classici degli shonen manga (è stato pubblicato su Shonen Jump) riesce a essere originale.

Black Cat è la storia di Train Heartnet, un killer facente parte di Kronos Number, una potentissima organizzazione segreta che controlla due terzi degli interessi mondiali.
La sua vita cambia quando incontra Saya, una sweeper (cacciatrice di taglie), e decide di lasciare l’organizzazione. Le cose purtroppo si mettono male, un altro membro di Kronos, Creed, per far tornare Train sulla retta via uccide Saya.
Anni dopo Train è diventato uno sweeper che vive alla giornata, finché non fa di nuovo la sua comparsa Creed, intento a distruggere Kronos Number e voler conquistare il mondo.

Come detto, la storia è abbastanza classica nel porsi al lettore, e a prima vista sembra un manga qualunque. Ma Black Cat ha elementi originali, che nel corso della lettura vengono man mano svelati, rendendo la storia molto intrigante.
Il fumetto inizia in modo semplice per poi rivelare le sue vere potenzialità. Dopo i primi numeri che presentano la storia, i personaggi e il mondo in cui agiscono, fa la sua comparsa quello che è il nemico della serie, Creed appunto, e la storia inizia a delinearsi.

L’elemento shonen del manga è molto presente, infatti con l’arrivo di quelli che sono chiamati “apostoli delle stelle” il fumetto si riempie di personaggi dotati di poteri straordinari, alcuni molto originali, altri già visti, ma che daranno il via a molti combattimenti.
Il protagonista Train è un po’ atipico, del resto lui combatte con una pistola, ma l’autore riesce a creare degli ottimi combattimenti sfruttando la cosa nel modo giusto.
Ma non è solo questo. Black Cat ha anche una bella trama seria, la storia di Train e Saya, cardine dell’intero fumetto, è molto profonda e bella da leggere.

I personaggi sono tantissimi, tutti ben caratterizzati, Train su tutti ovviamente. I comprimari non sono da meno, Sven ed Eve, sono delle ottime spalle, sia nelle scene comiche che durante i momenti d’azione. Il gruppo di cattivi è molto vario, e poi ci sono tutti i personaggi di mezzo.

I disegni sono ottimi, migliorano di volume in volume, e si nota molto l’evoluzione grafica dell’autore confrontando il primo volume con l’ultimo.

La lettura è consigliata a chi cerca un ottimo manga pieno d’azione, sorretto da una validissima trama e pieno di personaggi divertenti e carismatici.

L’edizione di Star Comics è molto buona, negli standard della casa editrice, abbastanza curata, e offre un ottimo rapporto qualità-prezzo.



7.0/10
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Pur non ritenendomi affatto un moralista bacchettone e pur vivendo felicemente di determinati spunti erotici e richiami sessuali di vario genere, in alcuni momenti non ho proprio potuto fare a meno di pensare a quanto degradata sia la moralità in generale (sì, anche la mia) e a quanto ossessionanti possano essere le continue e reiterate provocazioni di carattere sessuale che ogni sacrosanto giorno ci vengono propinate quasi in ogni dove: si tratta di un vero e proprio bombardamento sessuale, al quale la maggioranza di noi si sarà senza alcun dubbio così abituata da non farci praticamente neanche più caso, eppure è senza dubbio un richiamo particolarmente efficace qualora si voglia attirare l'attenzione, un ormai ottimo veicolo anche per mezzi pubblicitari di ogni tipo. Eppure... eppure ci potrebbe essere ben di peggio, a ben vedere: avete mai pensato a una forma di dittatura che prevede una moralizzazione forzata della popolazione? Qualcosa che impedisca, con sanzioni severissime, anche solo il pensare determinate cose, qualcosa che bandisca le riviste, le parolacce e qualsiasi altro tipo di oscenità in generale... ci avete mai pensato? Gli autori di "Shimoseka" a quanto pare sì, ed è proprio grazie un'idea di questo tipo che nasce questa serie animata.

In un Giappone portato a una moralità imposta coattivamente qualcuno decide di opporsi in modo drastico attuando un'opera di puro "terrorismo sessuale", cercando di far riacquistare alla popolazione una "normalità" senza alcun dubbio migliore di quella artificialmente imposta. Da tutto ciò (manco a dirlo) nasceranno una serie di situazioni assurde e imbarazzanti e assolutamente esilaranti: si tratta infatti di un'opera ecchi con risvolti comici demenziali e pur tuttavia capace di far comprendere, sin dal primo episodio, l'assurdità di un'imposizione di questo tipo, che rischia oltretutto di ottenere il risultato opposto a quello auspicato, generando degli individui sessualmente repressi e capaci di esplodere da un momento all'altro.
Sarebbe anche da pensare a quanto il Giappone faccia realmente attenzione a un certo tipo di moralità, tuttavia potendo tranquillamente essere preso ad esempio negativo per tutta una serie di eccessi e depravazioni che definire eccessive sarebbe solo un valido eufemismo. Quest'opera credo sia nata anche a seguito di una riflessione di questo tipo, o perlomeno può facilmente condurvi.

Graficamente l'opera si assesta su livelli medio-alti, con disegni e colori vivaci, adeguati al genere di racconto che si ha intenzione narrare. I personaggi hanno una caratterizzazione medio-buona, ma alcuni di essi andranno un pochino "indebolendosi" strada facendo, perdendo spessore, e di altri forse si sarebbe benissimo potuto fare a meno. Buona la soundtrack e relative OST, in particolar modo quelle di apertura e chiusura.

Parlando di "Shimoseka" ci è impossibile non menzionare l'odiosissima e onnipresente censura, e mai come in questa serie è in qualche modo giustificata, visto che, sia a parole che coi fatti, si andrebbe spesso e volentieri a superare abbondantemente il limite massimo di decenza; tuttavia, seppur sia stata realizzata in modo simpatico e scherzoso, la censura è riuscita comunque ad arrecarmi un fastidio non indifferente che avrei preferito evitare.

Ricapitolando, "Shimoseka" parte da un'idea semplice e geniale (per un ecchi), inizia nel migliore dei modi e riesce a divertire come poche altre opere sarebbero capaci di fare, tuttavia la trama prende una piega debole e banale nelle battute conclusive, vanificando tutto quel che di buono si era fatto precedentemente; anche il finale vero e proprio risulta deludente, debole e abbozzato alla meno peggio, frettolosamente direi: è un finale che non riesce a chiudere la serie pur non trattandosi (a mio avviso) di un tentativo di tenere aperta la storia per una possibile seconda serie, credo sia semplicemente stato fatto male, con troppa leggerezza. Nelle ultime quattro puntate sono riuscito a trovare ben poco da salvare, non mi sono affatto divertito come nei passaggi precedenti e questo, purtroppo, in sede di valutazione, deve avere il suo peso. Posso serenamente assegnare un 7 a questo titolo, anche se credo si dovrebbe parlare di un 6 e mezzo stiracchiato, ed è un peccato, con degli sviluppi maggiormente curati quest'opera poteva ambire a tutt'altro tipo di giudizio.