Il nuovo film Kimi no na wa. (Your name.) di Makoto Shinkai  ha debuttato nei cinema giapponesi da pochissimo: il 26 agosto. Il 43enne regista di La voce delle stelle5 Centimetri al secondoIl Viaggio Verso AgarthaIl Giardino delle Parole ha molti estimatori qui in Italia che sperano nell'arrivo presto di questa pellicola.
In attesa dello sbarco (sperato) da noi, due nostri staffer che si trovavano in Giappone nei giorni scorsi  hanno approfittato dell'occasione per visionare questo titolo tanto atteso. Riportiamo con piacere il parere di Zelgadis e Kotaro!
 
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Ricordiamo che Makoto Shinkai è, oltre che regista, anche sceneggiatore del lungometraggio, e ad affiancarlo c'è il direttore delle animazioni Masashi Ando (La città incantataQuando c'era Marnie) e il character designer Masayoshi Tanaka (AnoHanaToradora!).
 
STORIA: Mitsuha è una studentessa delle superiori che vive in una cittadina rurale immersa nel profondo delle montagne. Vive con la sorellina e la nonna, mentre suo padre, il sindaco del paesino, non sta a casa quasi mai. Mitsuha non ama il posto dove vive e anela il meraviglioso stile di vita di Tokyo. Taki, invece, è uno studente che vive nel centro di Tokyo che passa il tempo con i suoi amici, lavora part-time in un ristorante italiano e si interessa di architettura e belle arti. Un giorno, Mitsuha ha un sogno in cui lei è un giovane uomo. Anche Taki ha un sogno in cui è uno studente di liceo femminile in un paese di montagna che non ha mai visitato. Qual è il segreto che si cela dietro questi sogni?



 
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IL PARERE DI ZELGADIS
 
Non mi è mai piaciuto Shinkai. Sarà forse perché la vita sa essere depressiva già di per sé, ma ho sempre trovato eccessivamente pesanti i suoi racconti di amori lontani e senza speranza.
Spesso poi (come ne "La voce delle Stelle") si trattava di storie inserite in scenari che faticavo molto a definire "verosimili". Ma a questo regista ho sempre riconosciuto l'estrema delicatezza con cui riesce a raccontare i sentimenti grazie anche ad un uso davvero magistrale degli scenari, delle animazioni e della colonna sonora. Sono andato al cinema quindi abbastanza controvoglia, aspettandomi un nuovo "5cm al secondo".
Invece inaspettatamente stavolta il film mi è piaciuto moltissimo e sono arrivato alla fine dell'ora e mezza senza che mi sia pesato. Non che manchino le solite tematiche dell'amore lontano e impossibile, ma in questo film Shinkai riesce a gestire benissimo i tempi passando dalla commedia iniziale, ai momenti di mistero con colpo di scena rivelatore e poi alla suspense nella forsennata lotta dei due protagonisti contro il destino predeterminato.
Non è che manchino le solite tematiche di Shinkai e gli approfondimenti psicologici; e non mancano nemmeno le paure, i dubbi o le aspettative dei protagonisti, ma tutto è messo al servizio di una storia vera e propria. Storia che per onestà è alquanto inverosimile, ma c'è, è una trama viva che rende la narrazione meno pesante, fa agire i personaggi e fa sì che anche la parte sentimentale risulti più autentica. Insomma si può tranquillamente dire che è uno Shinkai che riesce ad essere più fruibile al grande pubblico senza dover rinunciare alle sue peculiarità. Il finale infatti è un enorme fluire di emozioni, in cui c'è la summa dello Shinkai regista.
Happy o Bitter ending, non svelo come finisce, ma anche il finale opposto non avrebbe cambiato il mio giudizio. Complimenti quindi a Shinkai, un ottimo film che consiglio specialmente a quelli a cui il regista non riesce proprio ad andare giù. Per quanto mi riguarda però con questo film è riuscito molto a farmi ricredere sul suo conto.
 

IL PARERE DI KOTARO
 
“Il tuo nome è…”, il nuovo film di Makoto Shinkai, è un po’ diverso rispetto a quello a cui ci avevano abituato i precedenti lavori del regista. Non è più (fortunatamente) un mediometraggio abbastanza fine a se stesso ma offre una storia interessante e articolata, vissuta da una coppia di personaggi che, pur essendo i classici studenti normalissimi, viene approfondita il giusto in vari aspetti delle loro vite, aiutando il coinvolgimento dello spettatore. Un incontro fortuito dal tocco sovrannaturale da cui nasce un forte sentimento, sullo sfondo di una misteriosa cometa portatrice di sventura e di molti misteri di cui sarà bello venire a capo. La storia si barcamena tra gag simpatiche e momenti drammatici/romantici per poi giungere a una conclusione che, per una volta, è abbastanza soddisfacente e concreta.
Come di consueto, nulla da dire sul mostruoso apparato tecnico, sempre fiore all’occhiello dei lavori di Shinkai. Il film è costellato da numerosi brani musicali assai gradevoli e visivamente è uno spettacolo.
La scena si sposta di continuo dai grattacieli di Tokyo a una cittadina di campagna coi suoi templi e i suoi matsuri e viceversa, il tutto rappresentato con un realismo maniacale: quando, ad un certo punto, il protagonista ha un appuntamento con una ragazza e i due vanno alla Mori Tower di Roppongi sembrava proprio una proiezione diretta su schermo dei miei ricordi, e le molte, bellissime, vedute di Tokyo mi hanno ricordato perché amo questa città.