Da quando, nel 1991, si sono conclusi sia il manga che l'anime di City Hunter, in realtà, il detective privato inventato negli anni Ottanta da Tsukasa Hojo non ci ha mai abbandonato davvero, facendo capolino in tutta una serie di film animati, special televisivi, sequel alternativi, manga spin off e adattamenti live action, fino ad arrivare al 2019, con il film animato City Hunter: Private Eyes, che segna il suo grande ritorno in forma animata.
A pochi anni di distanza, il baldo Ryo Saeba torna sugli schermi cinematografici con City Hunter The Movie: Angel Dust, uscito in Giappone a settembre 2023 e presentato in pompa magna con un'immensa campagna pubblicitaria che ha tappezzato interamente il cinema Toho a Shinjuku e la piazza circostante.
Non c'era luogo migliore per pubblicizzare un film di City Hunter, dato che la storia di Ryo è ambientata proprio in quella Shinjuku, del resto.

 

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City Hunter The Movie: Angel Dust ha fatto subito parlare di sé perché si pone come "l'inizio del capitolo finale", ha l'obbiettivo di adattare la parte finale del manga che era stata tagliata dagli adattamenti animati. All'inizio, in realtà, è la solita trama alla City Hunter. C'è la solita bella ragazza, stavolta la bionda Angie alla ricerca di un gatto (un gatto che risulterà immediatamente familiare a chi conosce bene Shinjuku...), che richiede l'aiuto del nostro Ryo, il quale tenterà in tutti i modi di metterle le mani addosso ma dovrà fare i conti con le trappole e le martellate di Kaori. Niente di nuovo, ma questa trama "di rito" si interseca subito con qualcosa di più complesso, che coinvolge in un modo o nell'altro tutti i personaggi principali del manga, lanciandoli in una vicenda ricca di colpi di scena, intrighi e azione, che fa emergere la figura di Shin Kaibara. Questo losco figuro, che Tsukasa Hojo aveva dapprima introdotto in Cat's Eye/Occhi di gatto e ripescato con un ruolo differente in City Hunter, per farne il boss finale, è un personaggio molto importante per la storia di Ryo, e Hojo stesso si era rammaricato della sua assenza negli adattamenti animati precedenti, quindi ha colto la palla al balzo per introdurlo qui, lanciando City Hunter verso il suo finale anche in versione animata.

 


Ma Angel Dust deve fare i conti con le tante differenze tra il manga e anime degli anni Ottanta, e con i circa quarant'anni che ci separano dai tempi di City Hunter, quindi per potersi porre come ideale conclusione dell'anime basata su cose del manga che erano state saltate, ha dovuto fare diversi aggiustamenti alle vicende, rendendo la Red Pegasus (nome dato nell'anime all'organizzazione criminale nota nel manga come Union Teope) una sottobranca della più potente Union Teope, e ha dovuto creare una storia tutta nuova e differente dal manga per introdurre il personaggio di Kaibara e mettere varie pulci nell'orecchio riguardanti il passato di Ryo, cardine della parte finale del fumetto. Questi cambiamenti sono stati approvati, come detto in una recente intervista, dall'autore stesso, che ha fortemente voluto questo film perché desiderava tanto vedere Kaibara animato.
Ryo e gli altri sono ancora quelli di sempre, ma in realtà l'ambientazione è ai giorni nostri e la Angel Dust (la droga che dà il titolo al film), non è più una droga, come nel manga, ma delle avveniristiche nanomacchine che stimolano chi se le inietta. L'effetto è lo stesso, a livello pratico, ma lo staff ha voluto evitare a tutti i costi di inserire la parola "droga" nel film.
A parte questo, Angel Dust è più o meno sempre City Hunter: tante gag che ormai conosciamo bene, ma anche tanti momenti d'azione spettacolari e adrenalinici, un pizzico di romanticismo e qualche dramma qua e là. I nuovi personaggi introdotti non si fanno ricordare più di tanto, ma i vecchi sono ancora lì, con tutte le loro caratteristiche che ben conosciamo e amiamo. C'è anche qualche vecchia conoscenza in più, dato che il film si apre presentandoci Hitomi, Ai e Rui, le tre "gatte ladre" di Occhi di gatto, qui integrate nella vicenda e protagoniste di spassose gag insieme a Ryo e Falcon, e c'è anche un cameo di pochi secondi dei personaggi di Lupin III, a dire il vero abbastanza fine a se stesso, ma probabilmente dovuto, dato che recentemente il ladro creato da Monkey Punch aveva incontrato le ladre di Tsukasa Hojo in uno special.
Le vicende relative ai nuovi personaggi sono raccontate in maniera un po' fumosa, ma intrattengono, e guardare una storia di City Hunter è comunque sempre piacevole.

 



Come accennavamo, è un City Hunter ambientato ai giorni nostri, con personaggi che usano lo smartphone per andare sui social e guardare video, quindi si fa un po' fatica a riconoscere in Angel Dust la Shinjuku anni Ottanta della serie originale, che sembrava uscita da un film americano dell'epoca. Angel Dust è un atto d'amore nei confronti della Shinjuku attuale, che viene omaggiata mostrando chiaramente i suoi elementi più caratteristici come la testa di Godzilla del cinema Toho di Kabukichō (costruita nel 2015) o il famosissimo gatto 3D (costruito nel 2021). La scena si sposta poi a Odaiba, dove viene chiaramente mostrata la statua del Gundam Unicorn (costruita nel 2017): del resto, sia Gundam che City Hunter sono prodotti dalla Sunrise. Ci pensa altro, in compenso, a provocare effetto nostalgia e a riportarci agli anni Ottanta della storica serie animata. In primis il doppiaggio, che vede il ritorno dei doppiatori storici originali ancora vivi di tutti i personaggi già apparsi nella serie animata. Tuttavia, se i doppiatori dei personaggi maschili ancora rendono benissimo, in primis Akira Kamiya nel ruolo di Ryo, l'età che avanza si fa sentire sui personaggi femminili, giovani e belli ma dalle voci visibilmente invecchiate. Tra le voci dei nuovi personaggi spicca Miyuki Sawashiro nei panni di Angie, scelta come omaggio al live action francese del 2019, Nicky Larson et le parfum de Cupidon, dove dava la voce a Kaori nel doppiaggio giapponese del film.

 


Anche dal punto di vista della colonna sonora (come abbiamo detto più approfonditamente qui), Angel Dust fa di tutto per riportarci con la mente al sound tipico degli anni Ottanta. Il film si apre con una nuova, bella, versione della storica sigla di Occhi di gatto, "Cat's Eye" di Anri, stavolta più soft e cantata in inglese, e si chiude con l'iconica "Get Wild" dei TM Network nella sua versione originale. Nel mezzo, diversi brani nuovi dalle sonorità ora retrò ora più moderne, in gran parte affidate agli stessi TM Network che firmano per il film tre brani nuovi: "Whatever Comes" e "Devotion", due pezzi rock dal ritmo energico, e "Angie", un particolarissimo gospel molto drammatico. I brani orchestrati, invece, sono opera di Taku Iwasaki, che già conosciamo ad esempio per il suo lavoro su Gurren Lagann.

 


Il film arriverà nei cinema italiani il 19, 20 e 21 febbraio 2023 per Plaion e vedrà il ritorno di diversi doppiatori storici della serie anni Ottanta come Guido Cavalleri (Ryo) e Jasmine Laurenti (Kaori), diretti da Mosé Singh e coadiuvati da mostri sacri del doppiaggio nostrano come Massimiliano Lotti (nuova voce di Falcon che sostituisce il recentemente scomparso Vittorio Bestoso), Patrizia Scianca, Marco Pagani.

 

 

Chi si aspetta da City Hunter The Movie: Angel Dust una storia che porti avanti la trama di City Hunter e gli dia una conclusione, probabilmente rimarrà deluso: il film è per tre quarti il "solito" City Hunter e solo nella parte finale si trasforma in una sorta di antipasto per ciò che eventualmente vedremo in futuro. Non "il finale" quindi, ma "la prima parte del finale", una storia di passaggio che mette pulci nell'orecchio traghettandoci verso progetti futuri. In sé, si fa guardare, intrattiene bene, ha una splendida colonna sonora e fa molto piacere ritrovare doppiatori storici, perciò i fan di City Hunter non possono comunque lasciarselo sfuggire e non ne resteranno delusi, dato che riporta su schermo tutto ciò che si ama di City Hunter e traghetta gli spettatori verso una delle sue parti più belle, che speriamo di vedere animata quanto prima. Nel frattempo, a tenerci compagnia, arriverà il live action giapponese che verrà distribuito su Netflix in primavera.



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