Forse non tutti saranno d'accordo, ma probabilmente ad oggi Kyoto Animation è il miglior studio di animazione per tecnica e forza espressiva. La cura maniacale per il linguaggio del corpo e la comunicazione non verbale, fanno sì che i personaggi acquisiscano vita anche senza parlare: per questo ho stappato lo spumante quando hanno annunciato la trasposizione in film animato di A Silent Voice; non riuscirei a pensare ad uno studio più adatto.
Di contro però, dopo i grandi successi de La Malinconia di Hauhi Suzumiya e K-On!, lo studio ha faticato a trovare una sua identità e ha alternato alti e bassi rivelando il suo tallone d'achille nelle sceneggiature e riuscendo a creare opere di buona fattura solo in slice of life puri (Hyouka e Hibike Euphonium) e quasi mai nelle commedie.

L'ultima commedia era stata Myriad Colors Phantom World, un nonsense fatto solo di fanservice che non sono riuscito a portare a termine e, leggendo la trama online, mi ero fatto l'idea che Kobayashi-san seguisse la stessa falsariga. Anche la visione del primo episodio non mi aveva per nulla convinto, ma in realtà ero già caduto nella trappola. Ho continuato a vedere il secondo, e poi il terzo e in breve i personaggi e le gag mi avevano coinvolto a tal punto che non riuscivo più a farne a meno.

Kobayashi-san Chi no Maid Dragon

Trama:
Kobayashi è un'impiegata come tante che trascorre la sua vita noiosamente tra ufficio e appartamento in cui vive da sola. Durante una serata in cui si è lasciata andare troppo con l'alcool finisce con il perdere la sua fermata del treno e a vagare per le campagne della città (l'immaginaria Oborozuka nell'anime, ma ispirata alla reale Koshigaya nella prefettura di Saitama). Qui incontra un drago proveniente da una dimensione parallela, ferito da una spada divina e ormai in fin di vita. Kobayashi la cui fede negli dei è pari a zero (e credendo comunque di avere le visioni per aver alzato troppo il gomito), riesce ad estrarre la spada e a salvare il drago, proponendole di diventare una cameriera al suo servizio. Il fiero drago, una femmina di nome Tohru, inizialmente rifiuta la proposta ritenendo gli esseri umani inferiori e sciocchi.
La mattina successiva tuttavia, Kobayashi, aprendo la porta del suo appartamento pronta per andare a lavoro, si ritrova di fronte un gigantesco drago, che assunte le sembianze di una giovane fanciulla vestita da maid, le comunica di accettare la sua proposta e che da quel giorno diventerà la sua cameriera personale. Inizia così questa strana convivenza tra l'annoiata impiegata e la cameriera drago assolutamente ignara di usi e costumi della società umana, ma desiderosa di soddisfare le esigenze della sua padrona. A complicare la situazione, giungeranno poi dalla dimensione parallela tanti nuovi personaggi che cominceranno a vivere tra gli uomini causando situazioni sempre più surreali e divertenti.

Kobayashi è la tipica office lady giapponese. Single, vessata dai superiori, costretta a lavorare fino a tardi e che trova come unica valvola di sfogo l'alcool. Vivendo sola, sia il suo aspetto che la sua casa sono trascurati. La solitudine è un qualcosa che non vuole ammettere neppure a se stessa, ma seppure non mai viene toccato l'argomento a parole, è lampante allo spettatore dai suoi gesti e dalle sue azioni. Nel momento in cui suo malgrado si trova una famiglia, la vediamo pian piano diventare più responsabile e prendersi maggiormente cura di sé stessa e degli altri.
Tohru è sola anche lei. Viene da un mondo fantastico dove ogni giorno, per quel poco che ci viene detto, deve combattere per la sopravvivenza e dove non c'è spazio per i sentimentalismi. Stanca e ferita, trova compassione e calore in un insignificante essere umano e decide così di cambiare vita provando a adattarsi nella società umana.

Kobayashi-san Chi no Maid Dragon

Ovviamente non c'è nulla di nuovo nella tematica, ma non viene presentata con appesantimenti. Dato che entrambe devono adeguarsi alla nuova vita e che Tohru non sa nulla della società umana, non mancano gag e fraintendimenti. L'incontro tra Tohru e Kobayashi, per la verità, viene mostrato solo nella parte finale dell'anime, prima resta sempre solo accennato, come a voler concentrare l'attenzione sul loro rapporto piuttosto che sul come ci si sia arrivati. A dare ancora maggiore interesse è poi l'arrivo di Kanna, una piccola bambina drago che è un puro concentrato di moe. I suoi atteggiamenti da bimba pucciosa, hanno scatenato una vera Kanna-mania sul web e d'altronde come poter resistere al desiderio di coccolarsi tutto il giorno questa bambinetta così carina?
Anche Kanna viene dallo stesso mondo di Tohru e anche lei dovrà adattarsi alla società frequentando anche la scuola. Alla fine diventa praticamente come una figlia per Tohru e Kobayashi.

Ed è proprio nei rapporti tra i tre che l'anime da il meglio di sé. Nei piccoli gesti quotidiani, nello zelo di Tohru di voler compiacere Kobayashi ma a suo modo, nei piccoli bisticci quotidiani tra le due come se fossero una coppietta anziana, nella titubanza di una Kobayashi combattuta tra i suoi doveri lavorativi e l'andare al festival scolastico della piccola Kanna facendola felice... Il tutto in un'atmosfera sempre divertente e leggera con gag (a volte fin troppo ripetute) che riescono sempre a strappare un sorriso.

Kobayashi-san Chi no Maid Dragon

Particolarmente ben riusciti sono i titoli che riescono anche ad essere autoironici. Infatti al titolo principale viene sempre affiancato tra parentesi un sottotitolo di commento. E così ci troviamo titoli del tipo:"Tohru, la cameriera più forte della storia! (Capirai è un drago)" oppure "I classici dell'estate (La puntata fanservice insomma)".

Oltre al duo Tohru-Kanna di casa Kobayashi, molti altri personaggi decidono di attraversare le dimensioni e venire a vivere tra gli umani. Molto spesso questo è funzionale alle gag o a mostrare i personaggi in situazioni differenti (ad esempio al comiket): nei fatti però i personaggi al di fuori del trio di protagoniste non riescono mai ad elevarsi oltre lo stereotipo iniziale.
In tutto ciò il fanservice è decisamente (anche troppo) abbondante. Ho trovato alcune scene con i bambini un po' eccessive (Riko e Kanna che giocano a twister o l'attaccamento morboso di Lucoa a Shōta) e il personaggio di Lucoa decisamente odioso.
D'altronde però è sempre un anime comico, non c'è spazio per approfondire tutti, e i personaggi secondari svolgono il loro ruolo da macchiette egregiamente.

Pregevole la prestazione recitativa delle doppiatrici principali e menzione particolare va alle due sigle Aozora no rhapsody dei Fhána che piano piano diventa un vero tormentone, e Isshukan communication, cantata proprio dalle seiyuu stesse.

Kobayashi-san Chi no Maid Dragon
 
In definitiva, Miss Kobayashi's Dragon Maid è un anime divertente e che riesce a far riflettere. Il giudizio può variare in base al grado con cui si riescono a tollerare alcune scenette che si spingono forse un po' troppo sopra le righe. Ma va altresì detto che che si tratta di gag estemporanee limitate solo ad alcuni personaggi secondari e non il succo della storia che nel complesso risulta invece molto godibile. Anche il taglio che viene dato serve proprio a far divertire lo spettatore. Non si indugia sulla possibile drammaticità, ma sin da subito si entra nelle scenette divertenti di vita quotidiana. Solo in un secondo momento e con molta delicatezza, vengono man mano introdotti i possibili spunti di riflessione. E alla fine il mosaico dei personaggi è esaustivo e appagante e ci si affeziona talmente da volerne seduta stante una seconda stagione. E dire che dopo il primo episodio volevo dropparlo... dannata Kyoani, me l'ha di nuovo fatta sotto il naso!