Gli anime stagionali fanno parte di una grossa industria, (nel 2017 si è anche registrato un nuovo record nei ricavi) che però riesce a malapena a sfamare tutti i giovani animatori che donano anima e corpo per la realizzazione di questa o quella serie. 
La AEYAC, un'organizzazione no profit (acronimo di Associazione per Aiutare l'Industria dei Giovani Animatori), ha pubblicato i risultati di un sondaggio condotto via Internet per capire meglio le condizioni lavorative di questi giovani animatori.

I risultati sono allarmanti: più della metà ha rivelato di ricevere aiuti finanziari dalla famiglia, poiché il solo guadagno del lavoro non è sufficiente.


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Sono stati sentiti 44 giovani che lavorano da meno di 3 anni nell'industria a proposito delle loro condizioni di vita, di eventuali debiti, del tragitto casa-lavoro e altro. L'età media è di 23 anni, con una media di un anno e cinque mesi circa di esperienza lavorativa. 12 dei 44 giovani vive ancora a casa con i genitori, 11 dei quali non riesce ad essere fonte di sostentamento per la propria famiglia. Gli altri 32 non vivono coi genitori, ma 11 di loro ricevono aiuti finanziari dalla famiglia.

La metà del totale riceve sostegno economico sia che viva in famiglia o che abbia un luogo proprio, perché il guadagno lavorativo non è sufficiente. Le cose però peggiorano: 19 dei 32 dicono di aver attinto ai risparmi per poter vivere lavorando per l'industria degli anime, e altri 10 hanno affermato di non aver messo da parte quasi nulla. 14 di questi giovani animatori ha già un debito, poiché hanno attinto alle borse di studio per vivere e dovranno restituire il denaro utilizzato.
 



Questi sono solo alcuni dei dati del sondaggio condotto dall'AEYAC: i risultati completi verranno pubblicati a marzo. L'organizzazione è nata nel marzo 2016 con lo scopo di aiutare e incoraggiare chi sceglie di dedicarsi al mondo dell'animazione. L'associazione organizza eventi, workshop e meeting per ampliare e permettere agli animatori di rafforzare le proprie capacità.

Le condizioni dell'industria dell'animazione, soprattutto per i giovani animatori, sono spesso molto difficili: alcuni personaggi dell'ambiente, come Katsunori Shibata, hanno condotto campagne di crowdfunding per aiutare i giovani animatori in difficoltà. Anche Animator Dormitory e Young Animators NPO cercano di essere d'aiuto con delle donazioni. Animator Dormitory offre anche alloggi a basso prezzo e aiuti.

Le spese dei giovani animatori sono care per via dei luoghi in cui si trovano gli studi in cui si recano: lavorano spesso freelance e per molte ore. Un animatore impiegato alla Xebec ha pubblicato una propria busta paga mensile che risultava ammontare a 131.330 yen (978€ circa). Il contratto base, ha spiegato, è di 130.000 yen più 5.300 yen che servirebbero a coprire le spese di viaggio, ma ben 3.970 yen (30€ circa) se ne vanno in tasse. L'orario di lavoro si aggirava sul in indicazione del tipo "tutto quello che puoi fare in un giorno" ore. Ogni mese doveva poi consegnare una specie di cartellino con gli orari compilato a mano.

La JAniCA (Associazione Giapponese per gli Animatori) nel 2015 pubblicò uno studio condotto su 759 persone sulle condizioni lavorative e le ore lavorate dagli animatori dell'industria giapponese. Ne emerse che la paga in Giappone del 2013 per gli animatori ammontava a circa 3.3283 milioni di yen (quasi 25.000€).

Fonte consultata:
Anime News Network