Immaginate di essere me: un femminista, metallaro che ha scelto un panda rosso come mascotte del suo contest (lo Yaruki) che si imbatte in Aggretsuko. Secondo voi c’era una qualche piccola speranza che io potessi uscirne indenne?

Aggretsuko (Aggressive Retsuko) è un anime trasmesso la scorsa primavera su Netflix; 10 episodi dalla durata di 15 minuti ciascuno, ambientato in un mondo popolato da animali antropomorfi con protagonista Retsuko, un panda rosso di 25 anni che da 5 lavora nel reparto contabile di una classica azienda giapponese. Una più che classica Office Lady che vive in un mondo fortemente maschilista e che viene trattata orribilmente dal proprio capo, ma che ha un’arma molto speciale per combattere la frustrazione lavorativa: ogni giorno, prima di tornare a casa, si reca ad un Karaoke e urla Death Metal a squarciagola, mentre il kanji di “rabbia” le pulsa in fronte.
 
 
Ti hanno mai detto che assomigli ad Hello Kitty?

Restuko è nata nel 2016 dall’estro di YETI (la sua vera e propria creatrice) ed è un prodotto Sanrio, la stessa azienda di Hello Kitty. Retsuko è chiaramente una perfetta combinazione tra il classico Kawaii della Sanrio e la loro volontà di stare al passo dei tempi.

Che sia una mera strategia di marketing o che sia l’espressione di un intento avanguardistico a noi fruitori poco cambia, quel che rimane è che Retsuko è un perfetto simbolo non solo della lotta femminista ma anche generazionale. Il sessismo e il classismo giapponese in questo sito sono sicuramente noti a tutti, citiamo ad esempio il tremendo fenomeno del Karoshi, e Aggretsuko è un perfetto specchio di una realtà lavorativa che va oltre l’Oceano Pacifico. Un urlo contro i capi che spersonalizzano i propri impiegati, guardandoli dall’alto del proprio ruolo, perpetuando nei loro confronti una sorta di vendetta atavica verso il meccanismo societario, memori di quando erano loro l’ultima ruota del carro.
 
Retsuko in quanto Donna

Il fetore del maschilismo giapponese (dico giapponese perché è fortemente contestualizzato, ma il principio può valere dovunque) si sente profondamente fin dall’inizio. Ton è il capo della divisione commerciale, un grosso maiale che vuole essere trattato come un Dio. I suoi sottoposti sono obbligati a pulirgli la postazione di lavoro, svuotare il suo deumidificatore e addirittura servirgli il senza mai ricevere neanche un piccolo ringraziamento. Ovviamente sarà sempre in prima linea per sottolineare ogni errore e sbraitare per ogni amenità (i gradi di rotazione delle spille, come versare da bere…), ma del resto ogni maiale (e che non me ne vogliano i maiali) come lui trova un grandissimo piacere nello sbraitare contro una Donna. Niente fa più paura di una Donna che potrebbe prendere il tuo posto, non solo a lavoro ma anche nella società.

Quando si parla di argomenti così delicati non si deve mai e poi mai fare l’errore di dare al problema un solo volto. Ton per quanto disgustoso è soltanto una parte di un meccanismo più complesso, le lotte sociali per la parità dei sessi partono da ben lontano, lui è “semplicemente” cresciuto con determinate, ed orribili, certezze che non ha mai avuto modo di mettere in dubbio; lui stesso paleserà i suoi veri problemi con Retsuko definendola una “figlia della bolla speculativa”, una donna senza scopi, senza sogni, che lavora solo perché lo fanno tutti, che vuole una famiglia perché la vogliono tutti, il contrario di un uomo che ha dovuto lottare perché inseguiva un ideale, e quindi non vede perché avere rispetto di una persona che non dà valore alle opportunità che ha davanti.
 

Tutto questo è vero o comunque giustificabile? "Ni". Per quanto questo ragionamento non giustifichi assolutamente nessun tipo di coercizione, una tirata d'orecchi alla nostra protagonista comunque è di dovere. Allo stesso tempo però ci si può sorprendere se una ragazza di 25 anni, schiacciata da delle prove per le quali non era pronta, pensa che avrà sollievo dalle sue pene terrene soltanto diventando una moglie?

Cercare un marito solo come via di fuga è un altro di quei meccanismi che fanno rientrare anche “te” nelle cause del sessismo della società. Lottare contro il maschilismo non vuol dire solo denunciare, ma anche non diventarne parte senza nemmeno rendersene contro.

Ovviamente questa serie è piena di personaggi femminili meravigliosamente positivi, partendo da Gori (capa della sezione marketing) e Washimi (segretaria personale del Presidente, “proprio il tipo di donna che Ton odia”), due Donne fortissime, di gran potere, che non solo sono rispettate da chiunque ma che non si fanno problemi ad aiutare le proprie colleghe.

Retsuko anche tra i suoi pari ha dei buoni amici come la volpina Fenneko ed Haida. Due veri e propri compagni in armi, essenziali per poter sopravvivere "alla giungla" della vita d'azienda.

Infine avrei il piacere di citare Tsunoda, il cerbiatto che fa continuamente occhi da cerbiatto per entrare nelle simpatie di Ton, riuscendo con la sua dolce bellezza a rigirarsi chiunque. Lei viene spesso detestata da Retsuko e Fenneko, ma è davvero un personaggio negativo? È una ragazza (probabilmente ventenne) che gioca le sue carte in un gioco dove tutti gli uomini barano. Magari non consiglierei a nessuno di fare così (anche perché spesso è Retsuko a pagarne le conseguenze) però non me la sentirei mai di biasimarla.
 
 
Retsuko in quanto venticinquenne.

Ho da pochissimo compiuto 27 anni e quindi anche io faccio parte della generazione di Retsuko, ma sottolineiamo prima di tutto le differenze di un ventenne giapponese rispetto a uno italiano: Retsuko si laurea a 20 anni e subito dopo entra in un’azienda con un contratto a tempo indeterminato, con la sicurezza che in quell’azienda ci morirà. Non c’è bisogno di dire che questa realtà è pura utopia in Italia per mille e più motivi.

Ormai i tempi sono diversi rispetto alla nascita di Hello Kitty, la Sanrio ha compreso di ritrovarsi di fronte ad un pubblico ormai cresciuto e che richiede a gran voce una mascotte che possa essere carina ma anche parlare di loro, quindi nessuna sorpresa  se son stati creati personaggi più al passo coi tempi. Retsuko non è la sola, impossibile non citare Gudetama, un tuorlo tanto caruccio quanto depresso, sempre stanco e abbattuto dalla vita. 

Quel che ha di speciale la ragazza è il suo essere così incredibilmente normale. Sente il peso di un periodo che i suoi coetani conoscono appieno, le sue urla piene di tantissima rabbia, infarcite di insulti verso il boss, rappresentano in realtà tutti noi. Un sentimento condivisibile da tutta una generazione schiacciata da una realtà che ti mette alla prova fino all'estremo, temendo che sognare voglia dire essere degli sprovveduti che potrebbero non avere futuro. E quindi si canta incazzati.

La voce di Retsuko
 
Senza usare mezzi termini si può semplicemente asserire che Aggretsuko è proprio una gran bella serie, anche andando oltre il suo valore narrativo e sociale. Tecnicamente assolutamente ineccepibile, la trama orizzontale è sempre interessante, non mancano svolte interessanti e tantissimo divertimento, poi la componente musicale è a dir poco fantastica.

Ma in conclusione mi piacerebbe spendere due parole su un altro elemento, proprio sulla voce di Retsuko. Su internet si è chiesto come mai la sua voce diventasse "maschile" nel momento in cui inizia a cantare, facendo storcere il naso anche a qualcuno come se si stesse togliendo valore ad un lato femminile, reputo questa critica sicuramente esagerata soprattutto alla luce di CHI dà la voce alla Retsuko incazzata, ovvero Rareko, il regista e sceneggiatore della serie.

In un certo senso potremmo considerarlo il padre della panda rossa così come YETI la madre. Ma preferirei adottare una chiave di lettura diversa e quindi considerare Rareko come Retsuko stessa. Chiaramente non puoi creare, discorso che vale anche per YETI, qualcosa come Aggretsuko senza averlo vissuto di persona, e non vedo per quale motivo Retsuko stessa non possa trascendere il genere tramite la voce di chi l’ha creata (e non un seiyuu qualunque), in un possibile ruolo di portavoce generazionale e non solo.
 
 
Anime breve, divertente, interessante e con un eccellente messaggio dietro. Potete non vederlo soltanto se non avete Netflix, altrimenti non avete assolutamente scuse. Tecnicamente ineccepibile e ci sarà una seconda stagione nel 2019.
Il genere può sicuramente non essere per tutti, ma una chance (o due) la merita sicuramente.