Spulciando tra saggi, interviste e articoli, sempre in cerca del nuovo approfondimento da scrivere, diventa abbastanza comune imbattersi in numerosi aneddoti dietro le quinte su questo o quell'anime, personaggio o studio di produzione. Piccole curiosità, non tali da realizzarne articoli dedicati, ma abbastanza interessanti da volerli diffondere agli interessati.

In questa rubrica andremo quindi a raccogliere alcuni di questi aneddoti e curiosità.

Il castello insonne


Mushi Production, la celebre compagnia d'animazione fondata da Osamu Tezuka, fu una delle principali artefici dell'esplosione dell'animazione giapponese televisiva, avendo dato il via ad un vero proprio Anime Boom con la trasmissione di Tetsuwan Atom. Per poter riuscire a sostenere l'impegno di una serie a cadenza settimanale per diversi anni - impresa mai tentata prima in Giappone - venne tuttavia richiesto a tutto lo staff produttivo uno sforzo titanico. Animatori che letteralmente vivevano nella sede della compagnia, dormendo in dormitori appositi o persino sotto dei giornali nella stanza di lavoro, altri talmente stanchi e spossati da star male e venire ricoverati... il direttore della compagnia, Kaoru Anami, addirittura morì di karoshi dieci giorni prima della conclusione della serie. Alla Mushi Production non ci si riposava mai, c'era sempre qualcuno al lavoro e dalle finestre si vedeva sempre qualche luce accesa a qualsiasi ora del giorno e della notte, tanto che la sede della compagnia venne soprannominata il castello insonne.
 
Mushi Production, il castello insonne

Fonti consultate:
- Intervista a Yoshiko Watanabe (Man-Ga vol.1)
- Osamu Tezuka, Una biografia manga, Coconino Press

Quando Yasuo Otsuka si rese conto dei propri limiti


Hols, il principe del sole fu la prima regia del giovane Isao Takahata, un'opera ambiziosa e profonda come non se n'era mai vista prima nell'animazione giapponese. Yasuo Otsuka, il direttore delle animazioni del film, era tuttavia insoddisfatto della piega presa dal film in quanto avrebbe voluto avere maggior voce in capitolo nella stesura della sceneggiatura. Ma col proseguire della lavorazione, Otsuka e il resto dello staff non riuscivano a restare al passo con Takahata, a comprendere il personaggio di Hilda e la sua psicologia. Mentre Miyazaki rimaneva shockato dalla scena di Hilda nella neve circondata dai lupi, solo Yasuji Mori sembrava riuscire a capire dove Takahata volesse arrivare e cosa stesse facendo. Vedere Takahata all'opera e capire cosa volesse dire essere un vero regista d'animazione portò Yasuo Otsuka ad un'epifania: la regia non faceva per lui, andava oltre le sue capacità. Col successivo Il gatto con gli stivali, Otsuka non volle saperne assolutamente nulla di regia... lui si sarebbe occupato di quel che sapeva fare meglio: dirigere le animazioni, divertirsi nel dare vita ai personaggi e nel far muovere le cose. Un semplice artigiano dell'animazione, e a questo avrebbe dedicato tutta la sua carriera.

Fonte consultata:
La gioia di animare di Yasuo Ōtsuka

Gli shojo sono artisticamente indietro di 10 anni


A quanto ci racconta Moto Hagio, una delle più importanti mangaka shojo di sempre e membra del prestigioso Gruppo del '24, in passato c'era una forte supponenza da parte degli editor maschi di mezz'età nei confronti dei manga per ragazze, che erano ritenuti di dieci anni qualitativamente più arretrati. Elementi come l'assenza di sfondi erano visti come una mancanza di abilità delle mangaka, e non come una precisa scelta stilistica funzionale alla narrazione e affine ai desideri del pubblico femminile a cui tali manga erano rivolti. Anche all'interno delle giurie per la selezione dei premi c'era una notevole difficoltà, tra i giurati maschi, a comprendere e apprezzare gli shojo, arrivando addirittura a farli leggere alle loro mogli o assistenti. Col tempo la mangaka si abituò a tali commenti e pregiudizi, iniziando a ignorare l'opinione di quei "vecchi bacucchi" e accettando che la maggior parte dei lettori maschi non fosse in grado di capire il tipo di narrazione dei manga per ragazze.
 
Un esempio di manga shojo senza sfondi

Fonte consultata:
The Moto Hagio Interview conducted by Matt Thorn (Part Three of Four) (classic.tcj.com)

Eureka Seven, surf e ambientalismo


Dai Sato, sceneggiatore e responsabile della series composition di Eureka Seven, ha raccontato come durante la realizzazione della serie avesse intervistato un gran numero di surfisti per meglio trasporli nella serie. Durante questi incontri emerse l'importanza di proteggere l'ambiente perchè era divertente surfare, idea che colpì Sato molto più profondamente di quanto avrebbe potuto fare un'argomentazione morale o ideologica. Da questa base Sato decise di voler trasmettere questo messaggio a tutti i giovani che avrebbero visto l'anime.
 

Fonte consultata:
Dai Sato talks with Doug McGray about animé – in Japan and around the world – and Sato’s development as a writer and creator (japansociety.org)

Kazuo Koike, lo scrittore di sigle


Si è spento poche settimane fa il grandissimo mangaka Kazuo Koike, tra le più importanti figure del movimento gekiga, autore di titoli imprescindibili come Lone Wolf & Cub, Crying Freeman o Lady Snowblood e creatore di una scuola appositamente dedicata a insegnare le basi delle immagini drammatiche. Kazuo Koike, tuttavia, non è stato solo un profilico e talentuoso mangaka, ma nel corso della sua carriera ha anche scritto i testi di numerose sigle e canzoni di anime. Tra le canzoni da lui scritte vi sono Theme of Z, la canzone in sottofondo a tutti i combattimenti di Mazinger Z, l'endind Bokura no Mazinger Z ed entrambe le sigle di Great Mazinger.
 

Fonte consultata:
Kazuo Koike (1936-2019) (blog.alltheanime.com)