Oggi vi riproponiamo questa recensione di LaMelina del 2013. Per tutta l'estate renderemo omaggio allo Studio Kyoto Animation con articoli e recensioni delle opere più significative.
 
Per non dimenticare
 


"Questo è proprio un bel posto. Diversamente dal mio paese,
ci sono dei giorni in cui senti il freddo penetrarti le ossa.
Tuttavia, percepisci sempre un gran calore scaldarti il cuore."

Le parole di congedo di Dera, nell'ultimo episodio della serie, riescono perfettamente a descrivere la sensazione che provoca e l'atmosfera che richiama Tamako Market, anime in 12 episodi della stagione invernale 2013, che vedeva alla direzione delle animazioni il recentemente scomparso Futoshi Nishiya, e alla regia episodi Yoshiji Kigami e Yasuhiro Takemoto, anche loro passati a miglior vita come il collega nel tragico incendio del 18 luglio 2019. Anche dopo questa fatidica data, nel momento in cui più se ne sente il bisogno, le avventure quotidiane della carinissima figlia del Tamaya, della sua combriccola di amichette e vicini di casa, riescono ancora a divertire, a rasserenare e a scaldare il cuore dello spettatore.

Dolcissimo e dal gusto genuino della semplicità, simboleggiata dal dolce per eccellenza giapponese, il mochi, Tamako Market è uno slice of life ambientato in un quartiere commerciale, l'Usagiyama, che sembra sempre addobbato a festa. Le persone che visitano il mercato in cui è nata e cresciuta Tamako hanno spesso l'impressione che sia imbastito un matsuri, il tipico festival di quartiere giapponese. La quotidianità di questa dimensione casereccia accoglie lo spettatore in un tenero abbraccio, che ha la morbidezza dei mochi e il calore di una famiglia.
 
TamakoRece1

Orfana di madre, Tamako è una liceale che adora divertirsi e godere delle piccole felicità di ogni giorno. Prima e dopo scuola aiuta suo padre e suo nonno, insieme alla sorellina, a gestire il negozio di mochi di famiglia. E proprio dei mochi ha la consistenza il carattere della protagonista: delicata e appiccicosa, tondeggiante e carina nelle forme, dolce e genuina all'assaggio, sa conquistarti piano piano con la sua semplicità... Tamako ha un vero e proprio fetish per i mochi, e come essi riesce a farsi amare in un qualsiasi periodo dell'anno tu voglia assaggiarne la morbidezza. Tutti gli abitanti del quartiere adorano quest'agnellino di ragazza, che porta il suo sorriso a destra e a sinistra, senza sosta, riempiendo di gioia ogni giorno la strada su cui affacciano i negozi.

In uno dei tanti giorni "normali", e perciò felici, dell'Usagiyama, una sorta di pappagallo tropicale di nome Dera, alla ricerca di una sposa per il suo principe, si imbatte in Tamako e resta folgorato dalla gentilezza e dalla spontaneità della ragazzina. Ospite auto-invitato, l'uccello si impianta in casa Kitashirakawa, non disdegna mai i mochi offertigli tanto da lievitare quasi fosse un mochi egli stesso, e aiuta Tama-chan ad affrontare la sua crescita.
Dera, forse il personaggio meglio riuscito di tutto l'anime, non solo è divertente, fa un sacco di battute, è goffo e sbadato; ma è anche capace di esprimere con estrema classe e naturalezza concetti e visioni della vita da vera morale favolistica. Ogni tanto le sue citazioni appaiono come delle lezioni di vita, altre volte come delle chiavi di lettura del periodo adolescenziale, il lasso di tempo in cui l'uomo tende a cambiare più che in altri momenti della sua esistenza.
 
TamakoRece2

La dimensione dell'ogni giorno, della quotidianità, è il punto di forza di Tamako Market e ciò che lo rende più specificamente appartenente al suo genere di commedia. È nello scorrere del tempo in ogni sua reincarnazione stagionale che la vicenda si svolge: fra festività ed eventi, dal Capodanno alla primavera, il cambiamento attraversa la vita della protagonista, invogliandola a maturare e a valutare più possibilità di futuro. Nell'ogni giorno risalta il nucleo familiare: la famiglia è al centro di ogni azione, di ogni scelta, di ogni pensiero di Tamako. Dove per famiglia, però, la protagonista intende l'intero quartiere, le sue amiche e i nuovi arrivati dai tropici a casa Kitashirakawa.

Niente è lasciato al caso. Come in ogni produzione KyoAni che si rispetti, la cura del dettaglio è quasi maniacale: sfondi, colori, animazioni, primi piani, musiche, tutto si incastra perfettamente, offrendo allo spettatore una visione completa e soddisfacente. Una serie delicata, serena, che sa commuovere ed emozionare, e che ti fa affezionare al microcosmo del quartiere Usagiyama, al punto che dopo non vuoi lasciarlo più.
 
TamakoRece3

A un anno di distanza, nella primavera del 2014, arriva nelle sale cinematografiche un film sequel. Stavolta a portare scompiglio nel quartiere commerciale Usagiyama non è un uccello parlante, ma l'amore. Tamako Love Story è una pellicola delicata ed emozionante e, proseguendo il racconto da dove si è interrotto, centra l'obiettivo in pieno.

Come la serie, anche questo film per la grande sala punta sulle situazioni normali che ogni ragazzo vive nell'età adolescenziale, confida nella realtà dell'ogni giorno e ne rivaluta la bellezza, riuscendo a conquistare lo spettatore senza fare troppi ghirigori o esasperazioni. La KyoAni, con una zampata da vecchia volpe, coglie l'unico punto in sospeso di Tamako Market e ne realizza un lungometraggio di un'ora e mezza, che risulta vincente esattamente perché risolve la delicata situazione fra Tamako e Mochizō, che tanto aveva preoccupato i fan della coppia. La love story della figlia del Tamaya e del suo dirimpettaio fa sussultare il cuore, in un sentimentalismo mai scontato o smielato, ma che in ogni inquadratura riesce a regalare sospiri d'amore.
 
TamakoRece4

In uno scenario poetico che richiama alla mente il ritratto romantico del Giappone, coi suoi lunghi fiumi, le stazioni, i viali pieni di alberi, si consuma il sentimento che Tamako Kitashirakawa e Mochizō Ōji provano l'uno per l'altra. La frase che per tanti anni Mochizō ha portato chiusa nel cuore, perché la timidezza e la paura di fallire l'hanno zittito, è forse la battuta che tutti si sarebbero aspettati di ricevere nel finale della serie. Ma è solo in questo film che la coppia nata dalla progenie dei due mochiya dell'Usagiyama finalmente convola, regalando allo spettatore emozioni che fanno perdere l'equilibrio. Di fronte allo Shinkansen in partenza, la sbadata ed eccentrica liceale col fetish dei mochi rincorre il sogno di ogni ragazza alla scoperta dell'amore, mentre in gola le esplode silenziosamente un «Ti amo».

Amaro come il caffè. Dolce come lo zucchero. Tamako Love Story riesce a essere una mescolanza perfetta di questi due sapori, che fanno il bello e il cattivo tempo della gioventù. Insomma, come i mochi, il tipico e caratteristico dessert giapponese dalla forma e consistenza delle nuvole, questo lungometraggio è la crasi perfetta del gusto per i palati più raffinati. È proprio davanti a una tazza di nero fumante, all'interno della caffetteria "Hoshi to Pierrot", che Tamako e Mochizō si prendono una pausa di riflessione e ricevono parole di saggezza, che aiutano non solo loro, ma anche noi, a sbloccare l'impasse nella quale a volte ci andiamo a ficcare. Mentre i due guardano una foto di vecchi ricordi, il presente saluta il passato per diventare futuro.
 
TamakoRece5

È la paura del cambiamento, che subentra con la fine del liceo e con i questionari sulla scelta universitaria, uno dei temi portanti degli shōjo manga a cui Tamako Love Story strizza l'occhio, portando in scena una delicata storia d'amore fra due amici di infanzia, di quelle che per decenni hanno impregnato di inchiostro le pagine di svariati fumetti. Il profondo legame che unisce i due ragazzi è rappresentato dal telefono senza fili che Tamako e Mochizō usano fin da piccoli per mettere in comunicazione le finestre delle loro case... e i loro cuori. E proprio dietro la tenda delle due finestre, che separa gli innamorati come facevano i fusuma nella letteratura antica, si consumano l'imbarazzo e l'aspettativa di un amore che sta sbocciando.

Anche in questo caso, la maestria della casa d'animazione della vecchia capitale si percepisce nella cura del character design, ma soprattutto nella scelta dell'ambientazione delle scene chiave. Anche il vento che scompiglia i capelli o i primi piani dei personaggi sono tecniche sapientemente orchestrate per ottenere il massimo da questa piccola ma grande storia d'amore. La colonna sonora si rifà a quella della serie, portando alla ribalta il pezzo scritto dal padre di Tamako per la defunta moglie, Koi no uta (恋の歌, "La canzone del primo amore"), cantato anche dalla doppiatrice della protagonista, Aya Suzaki, nei titoli di coda.
 
TamakoRece6
 
Se Tamako e compagni avessero saputo che proprio il calore, che tanto li caratterizza, avrebbe tolto la vita a 35 innocenti, forse avrebbero spento quel fuoco che gli arde dentro e che scalda il cuore di chi guarda... Eppure, non è questo l'insegnamento che "mamma KyoAni" cerca da sempre di trasmettere in ogni sua produzione. L'importanza di comunicare quella fiammella che brilla in ognuno di noi, in particolar modo quando siamo presi fortemente da qualcosa, è il messaggio più grande che da anni marchia a fuoco le sue opere. Fra i migliori studi a veicolare l'emozione attraverso il media anime, la Kyoto Animation si è sempre contraddistinta per il suo calore umano, che traspare dall'impegno profuso nella cura del dettaglio per ognuno dei "figli" che ha messo al mondo. L'unica e sola cosa a bruciare in quell'edificio sarebbe dovuta essere questa passione assoluta per l'animazione, e nient'altro. Purtroppo non è stato così. Tuttavia, la benzina del diciannovesimo luglio del 2000 non ha lavato via quella fiamma nata nel 1981: l'ha soltanto alimentata, perché essa resterà per sempre viva negli spettatori, insieme al ricordo di chi ci ha lasciato. Proprio come Tamako e tutti i suoi fratelli targati KyoAni.