Correva l'anno 1997 e in Giappone veniva pubblicato per la prima volta Yesterday wo Utatte, opera seinen scritta e disegnata dell'autrice Kei Toume per conto della casa editrice Shueisha. Il manga diventò con il tempo una di quelle serie di culto in grado di appassionare una sfilza di giovani adulti vissuti a cavallo fra il nuovo e il vecchio millennio. Seppur non abbia goduto di un successo tale da portarlo nel mainstream, per molti lettori giapponesi Yesterday wo Utatte rappresentò un manifesto della prima generazione di millennial, la quale, fra malinconia e incertezze, si incamminò verso l'inizio del XXI secolo. Il manga è poi giunto anche da noi in Italia, edito da Ronin Manga con il nome di Canta "Yesterday" per Me, ma la sua pubblicazione è stata interrotta dopo solo quattro volumi. Ci sono voluti molti anni prima che Toume concludesse nel 2015 la sua opera e dopo quattro anni dal suo epilogo arrivò come un fulmine a ciel sereno un'inaspettata notizia: Yesterday wo Utatte sarebbe diventato da lì a poco un anime.

L'anime, trasmesso qui in Italia con il titolo inglese Sing "Yesterday" for Me da Crunchyroll, è andato in onda durante la stagione primaverile del 2020, suddiviso in 12 episodi più 6 corti extra trasmessi in esclusiva sul sito streaming giapponese di AbemaTV. La sua è stata una produzione alquanto particolare, che potremmo quasi definire come "un progetto fatto per passione" portato avanti da Doga Kobo (New Game!, Gabriel Dropout, Dumbbell Nan Kilo Moteru?). I lavori sulla serie sono infatti cominciati e finiti mesi prima dal suo debutto, dando così ampio respiro agli animatori normalmente abituati a seguire una schedule con scadenze molto rigide, e inoltre lo studio con sede a Tokyo ha avuto la possibilità di realizzare, parallelamente ad altro, qualcosa di diverso rispetto al loro curriculum composto in maggior parte da anime slice of life dai toni leggeri e spensierati. Una programmazione che oltre tutto si è rivelata vincente se teniamo in considerazione tutti i problemi causati dalla recente emergenza sanitaria che ha decimato una parte del palinsesto primaverile di questa sfortunata annata. Cosa quindi ne è venuto fuori da questo peculiare progetto che ha riportato alla luce l'opera più conosciuta di Kei Toume?
 
Sing "Yesterday" for Me: anche i corvi sanno cantare - Recensione

La storia è ambientata nel 2001 a Tokyo e gira attorno a un gruppo di giovani adulti alle prese con i loro problemi di natura sentimentale e, talvolta, esistenziale. Il protagonista è Rikuo Uozumi, un neolaureato senza ambizioni che si accontenta di lavorare part-time in un piccolo supermercato per coprire le spese di tutti i giorni. Ha una passione per la fotografia, ma non riesce a far del suo hobby un lavoro remunerativo a causa delle sue incertezze e della mancanza di autostima. A questi suoi tormenti si aggiunge anche il rimpianto di non aver mai confessato propriamente i suoi sentimenti a Shinako Morinome, una sua amica ai tempi dell'università che ha appena iniziato a lavorare come professoressa del liceo. Infatti, nonostante i tanti goffi e palesi tentativi di Rikuo per farsi avanti, Shinako ha sempre rifiutato di dare al ragazzo una risposta definitiva, soprattutto per via di un trauma personale dal quale non è riuscita ancora a separarsi.

Le giornate di Rikuo iniziano però a cambiare quando Haru Nonaka fa irruzione nella sua vita. Haru ha 18 anni, non ha mai terminato il liceo e adesso lavora in un bar come cameriera. Inoltre, ha come animale domestico un corvo chiamato Kansuke che la accompagna ovunque lei vada. Il suo è un carattere molto allegro, vivace e birichino, in netto contrasto con il fare più serio e composto di Rikuo, dal quale ne è sempre rimasta attratta e prova per lui sentimenti di affetto.

Andando avanti con gli episodi si instaurerà gradualmente fra loro tre un triangolo amoroso che influenzerà non solo le loro vite e i loro rapporti, bensì pure la loro crescita interiore. Ai tre personaggi principali si aggiungerà anche una quarta figura chiave a complicare le cose, ovvero Rō Hayakawa, uno studente di liceo con una passione per le belle arti e amico d'infanzia di Shinako, con la quale è costretto a condividere il dolore per la prematura scomparsa di suo fratello maggiore (il trauma di cui parlavamo poco prima). Troveranno spazio anche tanti personaggi secondari e conoscenti dei protagonisti, alcuni in qualche modo rilevanti e altri decisamente meno. Degne di nota sono infatti le comparse di Koichi Minato e Chika Huzuhara, ai quali verrà rispettivamente dedicato un episodio. Seppur breve, la loro presenza scenica lascerà comunque un impatto sulla storia e ad arricchirà l'esperienza complessiva della serie con le dovute misure.
 
Sing "Yesterday" for Me: anche i corvi sanno cantare - Recensione

Sing "Yesterday" for Me è uno slice of life che viaggia per la maggior parte della sua durata su ritmi lenti, sia per quanto riguarda la progressione della trama che per la crescita dei singoli protagonisti. Durante il tragitto non saranno presenti pesanti colpi di scena, svolte inaspettate e stratagemmi tipici delle opere drammatiche di tipo sentimentale perché il susseguirsi e lo svilupparsi degli eventi avviene con una naturalezza fin troppo verosimile. L'anime ha un'impostazione particolare che lo fa sembrare quasi "realistico", in alcuni (ma non tutti) i sensi. Uno di questi riguarda appunto il ritmo qui sopra citato, che però si rivela essere una lama a doppio taglio.

Le opere di finzione partono dal presupposto di rendere la realtà "meno noiosa" di quello che già è, utilizzando una narrazione di tipo teatrale e presentando situazioni, contesti e problemi particolari che rendono interessanti storia e personaggi (esempio: quante possibilità ci sono nella vita di tutti i giorni che due rampolli appartenenti a due famiglie rivali e in guerra fra di loro si innamorino reciprocamente?). Sing "Yesterday" for Me non fa questo, salvo qualche eccezione più o meno necessaria, e si attiene invece a rappresentare uno spaccato di vita sentimentale abbastanza ordinario, a costo però di sacrificare quei momenti sensazionali che sollevano l'attenzione del pubblico. Il "tira e molla" fra i protagonisti si protrarrà alla lunga e non è detto che tutti apprezzino questa scelta. Chi ama gli anime tranquilli e si focalizza più sul cast rispetto alla storia in sé avrà pane per i suoi denti, mentre tutti gli altri potrebbero fare fatica a seguire il procedere della lunga e tortuosa relazione fra Rikuo e Shinako.

D'altro canto, è però più facile familiarizzare con i protagonisti, che hanno il pregio di condividere tanti dei problemi tipici della vita di ognuno di noi. Rikuo, Shinako, Haru e gli altri non sono stinchi di santo, commettono anche loro errori grossolani che causano loro rimorsi. E se in un episodio fanno un passo avanti per diventare delle "persone migliori", in quello dopo ne fanno due indietro. Ci sono momenti in cui viene proprio facile detestare un determinato personaggio a causa delle sue azioni impulsive o scellerate, però questo ci ricorda anche che nessuno è perfetto e che non tutti siamo uguali: più individui possono camminare a velocità diverse, ognuno ha i propri tempi, c'è chi matura prima e chi dopo. Questo non vuol dire assolutamente che tutto il cast si comporta sempre nella maniera più realistica possibile e infatti non mancheranno alcune forzature un po' tirate, soprattutto verso la fine. Nonostante i loro difetti, però, a volte ci si ritroverà a dire frasi come: "Mamma mia, personaggio X è davvero una persona immatura! Anche se un po' ricorda il me stesso di qualche anno fa... Anzi no, ancora oggi ne commetto assai di sbagli del genere."
 
Sing "Yesterday" for Me: anche i corvi sanno cantare - Recensione

E ora invece parliamo di una delle parti più controverse di Sing "Yesterday" for Me: il finale. Non faremo spoiler di alcun tipo, ma c'è da sottolineare il fatto che chi ha lavorato all'anime abbia dovuto condensare undici volumi del manga in soli dodici episodi (senza contare i brevissimi special), un fattore che pesa gravemente sul prodotto finale, in special modo durante le ultime puntate dove a un tratto tutto sembra svolgersi in una maniera troppo accelerata, sintomo che alcune parti dell'opera originale sono state tagliate per motivi di necessità. È stato davvero un peccato quindi chiudere la serie così in fretta e furia (forse qualche episodio in più avrebbe giovato). Per fortuna bisogna dire che a linee generali il succo dell'opera non sembra essere stato alterato e l'epilogo rende comunque giustizia a molte delle vicende sulla quale è stata costruita la storia. Anche se ovviamente non accontenterà proprio tutti gli spettatori e il motivo ve lo lasciamo scoprire da soli.

Se c'è invece un aspetto di Sing "Yesterday" for Me che probabilmente metterà tutti d'accordo, quello è il suo egregio apparato tecnico. Il character designer e co-direttore delle animazioni Jun'ichirō Taniguchi (Puella Magi ★ Madoka Magica, Yuru Yuri) ha svolto un importante lavoro di ammodernamento dei disegni originali di Toume. Di rado è sembrato di guardare un anime basato su un manga con venti anni alle spalle, perché tutto è stato portato al passo coi tempi, ambientazione esclusa. Una cura particolare è stata riposta nelle movenze e nelle espressioni, che meglio di qualunque altra cosa riescono a descrivere le personalità, gli atteggiamenti e gli stati d'animo dei protagonisti. Da non sottovalutare nemmeno lo studio che c'è stato dietro ai paesaggi urbani e alle atmosfere che circondavano la zona metropolitana di Tokyo a inizio secolo, portato avanti dal direttore artistico Tetsuya Usami, appartenente a Studio Easter (Fate/Zero, Steins;Gate). Gli sfondi dettagliati rispecchiano a pieno l'anima underground di Sing "Yesterday" for Me costituita da strette stradine, incroci stradali, piccoli parchi, edifici di città, negozietti e via dicendo, immergendo lo spettatore in un mondo forse tinto da un pizzico di malinconia e che comunque ci regala quel poco conforto che è possibile trovare nelle piccole cose della vita.

Infine, c'è da segnalare la scelta atipica di non inserire alcuna opening a inizio episodio, ma di produrre di tre ending che si alternano con il passare degli episodi: la prima, chiamata "Kago no Naka ni Tori", altro non è che uno splendido collage fotografico dell'episodio appena trasmesso; la seconda, "Aoibashi", mostra una forte carica anni '90 grazie a un particolare cabinato... del quale però non vi parliamo per evitare spoiler; mentre la terza e ultima ending, che riprende il nome dell'opera "Yesterday wo Utatte", è una sequenza di illustrazioni realizzate dal sempre apprezzato Ilya Kuvshinov (The Wonderland, Ghost in the Shell: SAC_2045).
 
Sing "Yesterday" for Me rappresenta tante cose. In primis, quest'anime ci ha dimostra che l'industria è a volte in grado di fare qualche strappo alla regola e confezionare prodotti "genuini" in grado di mostrare tutto l'estro artistico di tanti talentuosi lavoratori del settore. Poi ci fa vedere come a volte non tutto va come ce lo immaginiamo e che dalla vita bisogna sempre aspettarsi qualche delusione dietro l'angolo. D'altronde, gli incidenti di percorso capitano e gli errori si commettono ogni giorno, ma almeno abbiamo la magra consolazione che tutto ciò è normale e fa parte della vita. E infine ci insegna la cosa più importante di quelle dette finora, ovvero che il sorriso di Haru è un dono mandato dal cielo.
 
Sing "Yesterday" for Me: anche i corvi sanno cantare - Recensione