«Ognuno di noi ha un lato nascosto che non vuol far vedere agli altri»

Quando si parla di un io nascosto, di parti di sé che non devono essere scoperte dagli altri, o di una personalità costruita ad arte per raggiungere uno scopo, probabilmente il primo anime/manga che ci viene in mente è Le situazioni di lui e lei, opera nata dalla mente della sensei Masami Tsuda. Grazie a Horimiya la stagione anime invernale ci ha riportato, dopo tanti anni, ancora tra i banchi di scuola, a parlare di ragazzi che vivono la loro normale quotidianità ora mostrando il loro vero io, ora nascondendolo del tutto o in parte.

Tratto dal manga shonen creato da Hero e Daisuke Hagiwara, l'anime di Horimiya si compone di 13 episodi. Ad occuparsene è lo studio CloverWorks, che seppur non abbia fatto una figura brillante con The Promised Neverland 2, si comporta con Horimiya in maniera abbastanza discreta.
La serie non è stata portata in Italia da nessun distributore ufficiale, mentre ricordiamo che il manga, che si concluderà in patria con l'uscita del volume 16, è edito da J-Pop Manga, a sua volta in attesa di poter pubblicare il volume finale.
 
 
Hori può sembrare un'ordinaria adolescente, ma in realtà è una persona completamente diversa dopo la scuola: in assenza dei suoi genitori lavoro-dipendenti, la ragazza è stata come una madre per il fratellino sin da quando era piccola. Tra il prendersi cura del fratello, sfamare entrambi, e sbrigare le faccende domestiche, non ha molto tempo per una normale vita da adolescente. Un giorno incontra qualcun altro che non è quello che sembra a scuola: un tranquillo, occhialuto ragazzo di nome Miyamura. Le aveva dato l'impressione di un topo di biblioteca, e forse di un otaku, ma Hori non poteva sbagliarsi di più. Al di fuori della scuola, Miyamura è un ragazzo socievole con una marea di piercing e per giunta non è nemmeno molto bravo nello studio. Ora i due hanno qualcuno con cui condividere le due metà celate della propria vita!

In realtà, l'incipit di Horimiya appare più pomposo e appariscente di quanto la storia non sia nel concreto; la serie racconta le vicissitudini giornaliere di ragazzi comuni intenti a barcamenarsi tra scuola, famiglia e amore. Hori e Miyamura scoprono le parti celate l'uno dell'altro e ben presto diventano amici che condividono un segreto, instaurando velocemente un rapporto di fiducia e supporto che senza troppi fronzoli si trasforma in un consapevole amore reciproco. Ciò che avvicina i due, è però solo un pretesto iniziale, poiché il ruolo "casalingo" di Hori non viene neanche più nominato, e il "sé ribelle" di Miyamura viene ripreso in maniera seria solo sporadicamente. Nel corso della storia conosceremo altri personaggi che si dividono tra una facciata pubblica e una più casalinga e/o intima, mostrando come l'universo interiore degli adolescenti sia in continua espansione e in cerca di un equilibrio tra il "dentro e il fuori". Nonostante ciò, al contrario del sopraccitato Karekano, Horimiya non indugia particolarmente sulla questione "maschere" e prosegue su una scia leggera e tranquilla, permettendo ai personaggi di fare i conti con se stessi e con gli altri, in maniera per nulla drammatica o morbosa. Probabilmente, il personaggio di Miyamura avrebbe necessitato di un approfondimento psicologico un po' più attento, poiché il modo in cui viene presentato lasciava presupporre un suo tormento, sfociato anche in gesti "estremi", che si risolve in realtà in maniera troppo semplice e indolore. 
Hori e Miyamura sono comunque una coppia originale e divertentissima che riesce a stupire man mano che si svela con il passare degli episodi; tanto lui è dolce, pacato e un po' svampito, tanto sorprende con le sue reazioni fin troppo passionali. Nel caso di Hori invece, ci troviamo davanti una ragazza dai gusti e dai fetish "peculiari", che si trova a suo agio nei panni della donna responsabile e della "mogliettina" comprensiva, ma che da brava adolescente non risparmia momenti di egoismo o presunzione ed esplode, spesso e volentieri, nel suo carattere dominante.

Horimiya ha il pregio di essere una serie corale che non si focalizza solo sulla coppia principale, dedicando invece ampio spazio a molti altri personaggi. Seppur ognuno di essi sia descritto quanto basta per poter essere identificato nei suoi pregi e difetti, il contraltare di un cast ricco è però l'impossibilità, nei soli 13 episodi, di dare a tutti lo spazio necessario per farsi conoscere al meglio. Se il manga è riuscito in tal senso a dare a ogni personaggio più sfumature, pur restando sui binari di una caratterizzazione non troppo profonda, l'anime cerca di fare il possibile, non riuscendoci però al meglio. Esemplari sono i casi di Hori, Sengoku o della coppia Yuki/Toru: la prima perde un po' dei suoi lati dolci e deboli, risultando quasi un po' bulla, il secondo non emerge del tutto poiché mancano le simpaticissime gag a suo carico o i vari riferimenti al suo passato di vittima di Hori, l'accoppiata Yuki/Toru nasce invece senza sbocciare del tutto. 
L'anime si è impegnato a mettere insieme alcuni tra gli episodi più significativi, e seppur saltando diversi capitoli, riesce in qualche modo a legarli arrivando anche a dare un vero finale alla storia. Lo scotto da pagare per una serie "completa" è stato l'abbandono di dettagli e capitoli a volte anche abbastanza importanti, o più semplicemente, molto divertenti.  
 

Nonostante l'inevitabile perdita di pezzettini che compongono il mosaico di Horimiya, l'anime riesce a tenere vivo lo spirito del manga, offrendoci una serie divertente, appassionante nelle vicende dei suoi personaggi e che riesce anche a far riflettere su quello che è il mondo interiore di ragazzi alle prese con i primi, e importantissimi, passi nel mondo dell'amore.
A volte potrebbe sembrare che all'interno di uno stesso episodio si passi di palo in frasca, ma si tratta invero di una caratteristica dell'opera originale, la quale si compone di capitoletti autoconclusivi che hanno più il sapore dello sketch che non di qualcosa di legato in maniera unitaria e continuativa.

Dal punto di vista tecnico Horimiya non stupisce particolarmente, svolgendo il suo compito nei limiti del minimo indispensabile. Ci sono stati momenti in cui un uso migliore di luci, regia e soprattutto musiche, avrebbe dato maggior enfasi e regalato maggior coinvolgimento allo spettatore. La colonna sonora è in particolare abbastanza anonima, anche le sigle di apertura e chiusura non sono per nulla memorabili, né trasmettono in qualche modo lo spirito vivacemente romantico della serie.
Il cast di doppiatori cambia totalmente rispetto a quello utilizzato per la serie oav del 2012, la quale si ispirava al webcomic originale di Hero. Anche in questo caso però, nonostante una serie di nomi eccellenti (Haruka Tomatsu, Kouki Uchiyama, Nobuhiko Okamoto, Daisuke Ono), nessuno spicca particolarmente né regala una nota personale al proprio personaggio, assolvendo a quello che sembra il classico compitino di scuola per cui basta prendere una sufficienza.
 
 
Pur non esente da difetti, Horimiya è una serie gradevolissima che diverte, scalda il cuore e offre tanti punti di vista diversi sulla concezione di sé, degli altri e di sé con gli altri, senza appesantirsi né proponendosi di scavare a fondo nella psicologia dei suoi giovani protagonisti, anche se forse, almeno in qualche caso, sarebbe stato utile farlo. Una serie corale che appassiona con leggerezza, e che nella sua composizione, riesce anche a regalare un finale degno, ma che soprattutto, proprio in virtù della sua semplicità, regala emozioni chiare e dirette. Se foste desiderosi di approfondire di più i personaggi e le dinamiche che li legano, il consiglio è quello di recuperare il manga, che riuscirà certamente a darvi qualcosina in più.
Horimiya ha comunque il merito di averci riportato a godere di una commedia scolastico/sentimentale "pura e semplice" come non se ne vedevano da un po', e delle quali purtroppo, sembra sia destino doverne soffrire la mancanza.