Per commemorare il settantaseiesimo anniversario del terribile sgancio delle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki, vi voglio parlare di un breve film animato giapponese, purtroppo poco conosciuto in Italia, in cui sono letteralmente incappato qualche mese fa.
Si tratta di un OAV dalle tematiche importanti, intitolato “Tsuru ni Notte - Tomoko no Bouken”, ma in realtà, scoperto anche questo un po’ casualmente, esiste un'edizione italiana chiamata “Sulle ali di una gru - L'avventura di Tomoko” e, a questo punto e per una ricorrenza storica così importante, non si poteva non parlarne.
 

Si tratta di un film della durata di mezz’ora scarsa prodotto nel 1993 dalla Mushi Production, storico e celebre studio di animazione giapponese fondato nel 1961 da Osamu Tezuka, scritto da Miho Cibot-Shimma (autrice di più libri sull’argomento) e diretto da Seiji Arihara, storico animatore di prodotti che hanno fatto la storia degli anime come “Panda! Go, Panda!” (ideato e sceneggiato da Hayao Miyazaki), delle prime due serie di “Lupin III”, di “Mimì e la nazionale di pallavolo”, storyboard artist della serie franco-canadese-statunitense “L’ispettore Gadget” e inoltre impegnato regista di lungometraggi come “Ushiro no shoumen daare” (1991) e “Nagasaki 1945: Angelus no Kane” (2005) dai forti temi in comune col mediometraggio qui presentato e purtroppo ancora inediti nella nostra penisola. Le musiche del film sono di Reijiro Koroku, compositore, tra le tante, anche di colonne sonore di film di kaiju come “Il ritorno di Godzilla” (1984), “Godzilla 1985” (1985) e del romantico live-action “Video Girl Ai” (1991). La canzone finale “Anoko wa Miteru” è cantata dalla attrice e cantante Chieko Baisho.
 


Sulle ali di una gru - L'avventura di Tomoko” arriva in Italia grazie alla collaborazione e al sostegno di tante persone e ad una campagna con crowdfunding online a cura del Centro di documentazione “Semi sotto la neve” di Pisa, e viene distribuito, purtroppo un po’ in sordina, in edizione DVD a partire dal 2015.
Le voci italiane del film sono state offerte dagli attori del gruppo teatrale “I sacchi di sabbia” e dai ragazzi dell'associazione “Fuorionda” di Pisa, mentre la registrazione e l'editing audio sono a cura di Alfea Cinematografica, forse più riconoscibile col nome dello storico Cinema Arsenale sempre di Pisa.
 


Sulle ali di una gru - L'avventura di Tomoko” fa parte di quel genere di anime a sé stanti che raccontano i tempi della guerra, i ricordi dei giovani, spesso bambini, di quegli anni per “non dimenticare”, dove si può tranquillamente trovare grandi film come i due lungometraggi tratti dal manga di Keiji NakazawaGen di Hiroshima” diretti il primo da Mori Masaki (1983) e il secondo da Toshio Hirata (1986), purtroppo ancora inediti in Italia, e come il famoso “La tomba per le lucciole”, tratto dal racconto omonimo di Akiyuki Nosaka (pubblicato in Italia da Kappalab nel 2013 in un libro di racconti dallo stesso titolo nostrano del film) e sceneggiato e diretto dal compianto co-fondatore dello Studio Ghibli Isao Takahata.
 

In questo mediometraggio, Tomoko Sato, una bambina di 12 anni che vive nella prefettura di Hiroshima, durante le vacanze estive, visita da sola il Museo della Pace per scrivere un tema per la scuola dal titolo "La mia avventura". E’ così che inizia questo viaggio negli eventi da incubo di quel mattino del 6 agosto 1945, quando alle ore 8:15 l'aeronautica militare statunitense sganciò la bomba atomica Little Boy sulla città giapponese di Hiroshima. Tra visitatori increduli e reperti di quell’evento (un triciclo, una bicicletta e dei rimasugli di vestiti), Tomoko rivive uno dei capitoli più devastanti della storia giapponese e dell’intera umanità. Finché non si ritrova davanti ad una teca che mostra un insieme di gru fatte ad origami, l'arte giapponese di piegare la carta. Tomoko andando via si reca a vedere il Monumento alla Pace dei Bambini e ai suoi piedi trova tantissime gru fatte da bambini e anche lei ne fa una. La gru di Tomoko prende vita ed inizia a volare fin sulla cima del monumento dove si trova la statua di una ragazzina che si anima e scende dal suo pedistallo.
 

Si tratta di Sadako Sasaki (1943-1955), personaggio realmente esistito, a cui Tomoko offre una caramella e con cui prende subito a correre e a giocare. Le ragazzine corrono a più non posso fino a raggiungere la cupola della bomba atomica e si introducono all’interno della struttura-monumento per ammirarla dall'interno. Sadako racconta a Tomoko gli orrori di quel tragico giorno fino a mostrarglieli, riportandola indietro con sé. Tutto prende fuoco e viene spazzato via in un lampo, piante, animali e persone sono polverizzati in frazioni di secondo e poi… tanta pioggia. Un dramma senza pari, e quello fu solo l’inizio della fine. Il passo seguente, nonostante la conclusione della guerra, furono le conseguenze delle radiazioni, soprattutto sui più piccoli, e Sadako, sopravvissuta alla bomba, un giorno scoprì di avere la leucemia e fu ricoverata in ospedale.
 

Lì le raccontarono di una antica leggenda giapponese che diceva che chi fosse riuscito a fare mille gru di origami avrebbe visto un suo sogno diventare realtà. E fu quello che decise di fare Sadako ma purtroppo non sempre tutto va come si spera nei sogni. Nonostante questo, da qualche anno, la poetica storia di Sadako vola “Sulle ali di una gru” in lungo e in largo nei cieli italiani, nelle scuole, nelle associazioni e nelle case: per non dimenticare.
 

Torna in mente una battuta del penultimo film di Akira KurosawaRapsodia in agosto” (1991) in cui il personaggio della vecchia signora Kane, interpretata da Sachiko Murase, sopravvissuta al bombardamento di Nagasaki (9 agosto 1945), dice: "Hanno detto che la bomba l'hanno lanciata per mettere fine alla guerra... Ormai la guerra è finita da quasi cinquant'anni, ma la bomba continua a fare la sua guerra. Non passa giorno che non uccida ancora"
 

Per chi volesse acquistare una copia del DVD originale di “Sulle ali di una gru - L'avventura di Tomokopuò richiederla scrivendo direttamente un’email al Centro di documentazione “Semi sotto la neve” all’indirizzo: [email protected]

Testo scritto da Francesco Chiatante