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Tra le storie lunghe della Toume è quella che mi ha soddisfatto maggiormente finora, vuoi per l'approccio che apprezzabilmente si distacca dalla figura spesso romanticizzata e "glamourizzata" del vampiro contemporaneo, vuoi per l'approccio più psicologico e perfino medico/scientifico (non ci sono giustificazioni soprannaturali, è tutto ricondotto alla sfera del normale e del possibile) circa cosa il 'vero' vampirismo sia e rappresenti. Idem per i rapporti del protagonista con i familiari, in cui si sfiora un altro tabù tanto popolare e frequentemente proposto quanto talvolta banalizzato in manga e anime. La simbiosi, o meglio, codipendenza del protagonista e di un certo personaggio suo consanguineo è qui resa nel miscuglio di affetto, dubbio, attrazione e repulsione, claustrofobica catena, senza 'infighettamenti' e facili sentimentalismi.
Non do un voto più alto perché del finale, pur se ben orchestrato, non condivido l'escamotage che 'libera' il protagonista e il relativo messaggio di fondo, che mi sembra un po' troppo fatalista. Una soluzione che mi sembra nel lungo termine non possa che aumentare i problemi invece di risolverli.
Resta comunque un buon manga, di cui consiglio la lettura.