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Partirei dal titolo, che in inglese è "Kids on the Slope", ovvero ragazzi sulla discesa. Infatti i ragazzi di cui parla il titolo studiano in una scuola in cima ad un colle, dunque ogni giorno, per tornare a casa, dovranno percorrere tale discesa, ambientazione di buona parte delle vicende ma soprattutto simbolo di una storia di amicizia che nasce a scuola, ma che trova spazio anche e soprattutto fuori. Infatti i protagonisti della storia, Kaoru Nishimi, Ritsuko Mukae e Sentarō Kawabuchi, spesso e volentieri si vedono nelle proprie case, per strada, al parco, ma soprattutto nel negozio di dischi del padre di Ritsuko.

Il motivo è semplice: il negozio Mukae non è solo un negozio di musica, al suo interno è presente una sala, e sarà questa il luogo e il vincolo che terrà uniti i ragazzi, che faranno del jazz (il genere musicale che suonano), il filo conduttore di tutta la storia.
La cosa si fa subito interessante: chi è appassionato di musica troverà delle splendide esibizioni, specialmente degli sfiziosi duetti fra la batteria di Sen e il pianoforte di Kaoru, ma per tutta la platea c'è una storia di amicizia, di sentimenti e di triangolo amoroso tutta da scoprire.
O almeno questo è ciò che posso dire sulla prima parte della storia. Per prima parte intendo fino al settimo episodio, "Now's the Time". Fin qui tutto procede in armonia, ogni episodio è quantomeno godibile, e se possiamo assistere ad una session dei due musicisti, c'è solo da esaltarsi. Dall'ottavo qualcosa cambia, a partire dai titoli degli episodi stessi. Cosa voglio dire? Se prima ad un titolo corrispondeva una canzone suonata, adesso l'attribuzione diventa "classica", cioè una specie di etichetta che descriva il contenuto. Ovviamente non è di questo che mi lamento, è solo una considerazione, e la prendo come curiosa coincidenza del cambio di marcia.
Per non fare spoiler, non mi metto a commentare nello specifico cosa accade, però posso sicuramente anticipare che i sentimenti dei ragazzi si fanno sempre più confusi e non si sta loro a presso, la musica sparisce, le reazioni esagerate (specialmente di Kaoru) sono fastidiose e a volte fuori luogo. Per farla breve: se l'ottavo mi ha inflitto una grossa delusione, a partire dal nono ho continuato a vederli solo per completare la serie.
Sulla storia finisco col dire che dopo tante sofferenze ho apprezzato il finale, dove (sempre senza fare spoiler) torna la musica (e alla grande!) e si chiude una bella storia di amicizia che in fondo è la vera protagonista dell'opera.

Dal punto di vista tecnico invece nulla da dire, il regista e sceneggiatore Shin'ichirō Watanabe è lo stesso di "Cowboy Bebop", opera che ho apprezzato solo per la regia, e le musiche sono della grande Yoko Kanno (anche lei già apprezzata in "Cowboy Bebop"). Il problema però è proprio questo: ad un certo punto mi è rimasta la convinzione che l'anime si reggesse in piedi solo grazie a delle musiche spaziali e ad un ottima regia. Ripensandoci a mente fresca, devo dire che non è così, ma, se un anime deve deludere, non può farlo negli ultimi episodi, che sono sempre i più importanti.

Per una serie che inizia alla grande e che prosegue malamente (salvo il finale) e che vanta un comparto tecnico superlativo, posso dare un voto positivo ma non ottimo. Opterei per un 6,5 che però, col bonus delle musiche pazzesche, arriva ad un 7 molto stiracchiato.
Insomma, da vedere, ma senza aspettarsi troppo da una media di 8,36 e numerosi Neko Awards.