Recensione
Muv-Luv Aternaive: Total Eclipse" porta già nel titolo il suo vero valore e significato: l'eclissi e l'oscuramento di una idea tutto sommato valida sacrificata (volutamente?) sull'altare della superficialità.
Mi rendo conto di essere stato un po' critico, ma dopo la visione di 24 episodi, non si può valutare positivamente un'opera che riesce a narrare di un'umanità che persino in mezzo a un’invasione aliena globale e sull'orlo dell'estinzione, continua ad inciampare nelle proprie debolezze e contraddizioni, riuscendo a trovare molto tempo da dedicare all'harem più demenziale condito da fanservice: una vera eclissi della sceneggiatura…
Potrei fermarmi qui, ma non soddisferei il requisito minimo di caratteri per una recensione e, in fondo, non sarebbe corretto per una serie che mi è sembrata tutto sommato sviluppata su una idea interessante purtroppo svilita da dinamiche da rom-com quasi comica per probabilmente compiacere un certo tipo di spettatori che non avrebbero apprezzato un'opera di soli combattimenti crudi e cruenti, di intrighi tra le nazioni per contendersi il ruolo di supremazia alla guida della guerra contro gli alieni piuttosto monocordi nella loro implacabile crudeltà applicata a sterminare gli umani.
Da quanto ho potuto apprendere "Muv-Luv Alternative: Total Eclipse" nasce come adattamento animato dell’omonima light novel, a sua volta spin-off del celebre franchise di visual novel "Muv-Luv", pubblicato a decorrere dal lontano 2003. "Muv-Luv" è articolato in più archi narrativi, paralleli e non totalmente sovrapponibili, tra i quali esiste "Alternative", che rappresenterebbe quello più drammatico nella guerra agli alieni.
In questo contesto "Total Eclipse", pur essendo il primo adattamento animato di Muv-Luv, rappresenterebbe una sorta di side-story con personaggi e ambientazioni inedite rispetto alla storia principale "Alternative".
In genere le visual novel si distinguono per la loro struttura "a bivi" e per la presenza di molteplici possibili finali: una specie di trasposizione della teoria MWI in una narrazione continua e non completamente alternativa ab origine. Questa serie sembra aver adottato il contesto apocalittico come ambientazione per narrare principlamente le interazioni e le dinamiche interpersonali di un gruppo internazionale di piloti e ingegneri riuniti dalle nazioni unite per sviluppare nuovi modelli di mecha (TSF, Tactical Surface Fighter) e armi più efficaci per contrastare la minaccia aliena.
La serie anime, prodotta dallo studio Satelight e trasmessa nel 2012 per 24 episodi, è cronologicamente la prima opera animata tratta da "Muv-Luv", seguita poi da altri 2 adattamenti come 'Schwarzesmarken' nel 2016 (che ho visto e che avevo abbastanza apprezzato se non altro per la resa del contesto storico in cui era ambientata) e dalla trasposizione diretta di 'Muv-Luv Alternative' nel 2021-2022 (sulla quale sarei portato a nutrire qualche dubbio sulla sua prossima visione…).
Dopo il breve preambolo introduttivo (i motivi per cui gli alieni definiti con l'acronimo di BETA sono arrivati sulla Terra invadendola), la trama della serie parte da un periodo temporale preciso, l'anno 2001, scoprendo che l'umanità ha perso il controllo dell'aerea euroasiatica e si ritrova sull’orlo dell’estinzione a causa dei massacri che gli alieni compiono. Per contrastarli, hanno sviluppato dei tipi mecha avanzati (TSF), con delle peculiarità tra le varie potenze, arrivando a pensare di cooperare a livello internazionale per tentare di trovare una soluzione definitiva per cambiare le sorti del conflitto.
La serie parte con il solito scenario inquietante alla "Guerra dei mondi" (alludo al film di S. Spielberg): atmosfere crude, cruente, splatter, quasi da genere horror, in cui lo spettatore è indotto a percepire chiaramente il disagio, il terrore e l'ineluttabilità della morte nell'affrontare gli alieni che sembrano non finire mail e che combattono senza alcuna pietà con l'unico scopo di annientare l'uomo dalla faccia della Terra. In alcuni casi i combattimenti assumono vagamente le atmosfere thriller delle sequenze di "Alien" e tale circostanza rappresenta sicuramente un plus per una serie di animazione.
Poi evolve e vira concentrandosi a narrare le vicende dell'iniziativa delle Nazioni Unite che riunisce i migliori piloti e ingegneri di diverse nazioni al fine di sperimentare diverse soluzioni tecniche e belliche per trovare una soluzione efficace alla guerra in corso contro gli alieni. Il fulcro narrativo diventano così le interazioni tra i diversi protagonisti con il background degli intrighi tra le varie superpotenze coinvolte nel carpire e far propri i segreti militari egli altri per una sterile affermazione della supremazia di una nazione sulle altre.
In sè l'idea è apprezzabile in quanto nella serie si trovano ben due archi in cui due superpotenze mettono in piedi delle messinscene ben architettate e costruite con molti colpi di scena che dimostrano come l'umanità anche posta di fronte al pericolo di estinzione non perde la pessima abitudine di farsi la guerra in nome di della propaganda espansionistica che poi cela anche male i soliti interessi economici, per avidità e per affermazione del potere anche di alcuni singoli. E vedere come per il raggiungimento di presunti interessi superiori si sacrificano vite umane, rende "Total eclipse" simile ad un'altra serie che ho apprezzato "86 - Eighty-six" o alla saga di "Gundam".
Tuttavia, di "86 - Eighty Six" purtroppo non eredita la narrazione più coesa, nè la maggiore profondità tematica, nè la gestione più matura dei personaggi e delle dinamiche belliche. "Total eclipse" non riesce ad emergere nella sua capacità di coniugare realismo bellico, introspezione psicologica e riflessione politica come è invece è riuscito in meglio a "Schwarzesmarken" che, come già evidenziato, per me rappresenta un esempio di spin-off riuscito, capace di mantenere coerenza e ritmo senza cedere alle tentazioni del compiacere un'ampia fetta di pubblico con l'introduzione delle dinamiche romance e il fanservice.
E con questi due ultimi aspetti arriviamo alle note dolenti di "Total eclipse": se la guerra agli alieni passa in secondo piano per concentrare la narrazione sui protagonisti del progetto di sviluppo tecnologico e sulle tensioni politiche tra le nazioni, la caratterizzazione dei personaggi e le loro interazioni rappresentano il punto debole della serie.
Senza entrare nell'analisi più o meno psicologica dei personaggi, osservo che in generale si nota una certa evoluzione e tridimensionalità di alcuni purtoppo vanificata dai soliti cliché narrativi soprattutto in campo sentimentale che tende a privilegiare le dinamiche in modo piuttosto ingenuo, superficiale e anche demenziale, tanto da penalizzare la credibilità dell’opera.
Soprattutto nella parte centrale della serie, dove si susseguono episodi di puro slice of life, esercitazioni e momenti di fanservice sembrano poco funzionali alla trama principale sia della guerra sia degli intrighi. La gestione delle trame sentimentali e dell’harem risulta spesso molto forzata e poco credibile, soprattutto in un contesto apocalittico dove la sopravvivenza dovrebbe rappresentare la priorità assoluta.
Va bene ispirarsi a "Eros e Thanatos" secondo le teorie freudiane come impulsi opposti che animano la vita umana, ma in questo caso accostare la morte documentata in modo anche crudo e la parte sentimentale trattata in modo quasi fanciullesco, ingenuo e poco credibile nelle dinamiche con cui viene costruita fa francamente sorridere e per chi come me si aspetta una serie di guerra con personaggi che affrontano la disperazione e la lotta come dei giovani adulti con riflessioni mature sulla caducità della vita, l'ingiustizia e il destino avverso. I personaggi sviluppano nelle esercitazioni e negli episodi di combattimento delle dinamiche interazionali da adolescenti nell'affrontare le difficoltà e la morte, confondendo la realtà col videogioco.
Un discorso a parte, ma che si collega a quanto scritto fino ad ora, meriterebbe l'ampia presenza del fanservice. Lungi da me scrivere reprimende moralistiche ma sotto questo aspetto vedere un militare, pilota di mecha che affronta la morte in modo anche sprezzante e spaccone (tipico stile shounen), che si imbarazza a vedere una splendida ragazza nuda o in succinti costumi da mare è a dir poco offensivo per l'intelligenza per lo spettatore, facendo scadere la serie nel trash di certi b-movie degli anni 70-80 del secolo scorso. Già l'avvenenza delle molte protagoniste è ampliamente sottolineata da tutine superaderenti, abbigliamenti discutibili, cui si aggiungono anche situazioni imbarazzanti e gag più o meno comiche comiche tipiche degli anime harem/ecchi ma questo eccesso gestito lungo tutti i 24 episodi rovina il tono generale della serie e ne spezza il ritmo con momenti di leggerezza superficiale che risultano più un espediente commerciale che una scelta artistica consapevole.
In definitiva, "Total Eclipse" rappresenta una serie che può appassionare gli estimatori di mecha/war anime in cerca di una prospettiva diversa sulla guerra e sulle dinamiche internazionali ma che delude coloro che cercano una narrazione più matura, coesa e priva dei soliti cliché da otaku che la sviliscono e in definitiva la fanno "eclissare" senza anche un vero finale degno di nota nell'oblio della memoria di tante altre serie con cui condivide lo spirito della "occasione fallita".
Mi rendo conto di essere stato un po' critico, ma dopo la visione di 24 episodi, non si può valutare positivamente un'opera che riesce a narrare di un'umanità che persino in mezzo a un’invasione aliena globale e sull'orlo dell'estinzione, continua ad inciampare nelle proprie debolezze e contraddizioni, riuscendo a trovare molto tempo da dedicare all'harem più demenziale condito da fanservice: una vera eclissi della sceneggiatura…
Potrei fermarmi qui, ma non soddisferei il requisito minimo di caratteri per una recensione e, in fondo, non sarebbe corretto per una serie che mi è sembrata tutto sommato sviluppata su una idea interessante purtroppo svilita da dinamiche da rom-com quasi comica per probabilmente compiacere un certo tipo di spettatori che non avrebbero apprezzato un'opera di soli combattimenti crudi e cruenti, di intrighi tra le nazioni per contendersi il ruolo di supremazia alla guida della guerra contro gli alieni piuttosto monocordi nella loro implacabile crudeltà applicata a sterminare gli umani.
Da quanto ho potuto apprendere "Muv-Luv Alternative: Total Eclipse" nasce come adattamento animato dell’omonima light novel, a sua volta spin-off del celebre franchise di visual novel "Muv-Luv", pubblicato a decorrere dal lontano 2003. "Muv-Luv" è articolato in più archi narrativi, paralleli e non totalmente sovrapponibili, tra i quali esiste "Alternative", che rappresenterebbe quello più drammatico nella guerra agli alieni.
In questo contesto "Total Eclipse", pur essendo il primo adattamento animato di Muv-Luv, rappresenterebbe una sorta di side-story con personaggi e ambientazioni inedite rispetto alla storia principale "Alternative".
In genere le visual novel si distinguono per la loro struttura "a bivi" e per la presenza di molteplici possibili finali: una specie di trasposizione della teoria MWI in una narrazione continua e non completamente alternativa ab origine. Questa serie sembra aver adottato il contesto apocalittico come ambientazione per narrare principlamente le interazioni e le dinamiche interpersonali di un gruppo internazionale di piloti e ingegneri riuniti dalle nazioni unite per sviluppare nuovi modelli di mecha (TSF, Tactical Surface Fighter) e armi più efficaci per contrastare la minaccia aliena.
La serie anime, prodotta dallo studio Satelight e trasmessa nel 2012 per 24 episodi, è cronologicamente la prima opera animata tratta da "Muv-Luv", seguita poi da altri 2 adattamenti come 'Schwarzesmarken' nel 2016 (che ho visto e che avevo abbastanza apprezzato se non altro per la resa del contesto storico in cui era ambientata) e dalla trasposizione diretta di 'Muv-Luv Alternative' nel 2021-2022 (sulla quale sarei portato a nutrire qualche dubbio sulla sua prossima visione…).
Dopo il breve preambolo introduttivo (i motivi per cui gli alieni definiti con l'acronimo di BETA sono arrivati sulla Terra invadendola), la trama della serie parte da un periodo temporale preciso, l'anno 2001, scoprendo che l'umanità ha perso il controllo dell'aerea euroasiatica e si ritrova sull’orlo dell’estinzione a causa dei massacri che gli alieni compiono. Per contrastarli, hanno sviluppato dei tipi mecha avanzati (TSF), con delle peculiarità tra le varie potenze, arrivando a pensare di cooperare a livello internazionale per tentare di trovare una soluzione definitiva per cambiare le sorti del conflitto.
La serie parte con il solito scenario inquietante alla "Guerra dei mondi" (alludo al film di S. Spielberg): atmosfere crude, cruente, splatter, quasi da genere horror, in cui lo spettatore è indotto a percepire chiaramente il disagio, il terrore e l'ineluttabilità della morte nell'affrontare gli alieni che sembrano non finire mail e che combattono senza alcuna pietà con l'unico scopo di annientare l'uomo dalla faccia della Terra. In alcuni casi i combattimenti assumono vagamente le atmosfere thriller delle sequenze di "Alien" e tale circostanza rappresenta sicuramente un plus per una serie di animazione.
Poi evolve e vira concentrandosi a narrare le vicende dell'iniziativa delle Nazioni Unite che riunisce i migliori piloti e ingegneri di diverse nazioni al fine di sperimentare diverse soluzioni tecniche e belliche per trovare una soluzione efficace alla guerra in corso contro gli alieni. Il fulcro narrativo diventano così le interazioni tra i diversi protagonisti con il background degli intrighi tra le varie superpotenze coinvolte nel carpire e far propri i segreti militari egli altri per una sterile affermazione della supremazia di una nazione sulle altre.
In sè l'idea è apprezzabile in quanto nella serie si trovano ben due archi in cui due superpotenze mettono in piedi delle messinscene ben architettate e costruite con molti colpi di scena che dimostrano come l'umanità anche posta di fronte al pericolo di estinzione non perde la pessima abitudine di farsi la guerra in nome di della propaganda espansionistica che poi cela anche male i soliti interessi economici, per avidità e per affermazione del potere anche di alcuni singoli. E vedere come per il raggiungimento di presunti interessi superiori si sacrificano vite umane, rende "Total eclipse" simile ad un'altra serie che ho apprezzato "86 - Eighty-six" o alla saga di "Gundam".
Tuttavia, di "86 - Eighty Six" purtroppo non eredita la narrazione più coesa, nè la maggiore profondità tematica, nè la gestione più matura dei personaggi e delle dinamiche belliche. "Total eclipse" non riesce ad emergere nella sua capacità di coniugare realismo bellico, introspezione psicologica e riflessione politica come è invece è riuscito in meglio a "Schwarzesmarken" che, come già evidenziato, per me rappresenta un esempio di spin-off riuscito, capace di mantenere coerenza e ritmo senza cedere alle tentazioni del compiacere un'ampia fetta di pubblico con l'introduzione delle dinamiche romance e il fanservice.
E con questi due ultimi aspetti arriviamo alle note dolenti di "Total eclipse": se la guerra agli alieni passa in secondo piano per concentrare la narrazione sui protagonisti del progetto di sviluppo tecnologico e sulle tensioni politiche tra le nazioni, la caratterizzazione dei personaggi e le loro interazioni rappresentano il punto debole della serie.
Senza entrare nell'analisi più o meno psicologica dei personaggi, osservo che in generale si nota una certa evoluzione e tridimensionalità di alcuni purtoppo vanificata dai soliti cliché narrativi soprattutto in campo sentimentale che tende a privilegiare le dinamiche in modo piuttosto ingenuo, superficiale e anche demenziale, tanto da penalizzare la credibilità dell’opera.
Soprattutto nella parte centrale della serie, dove si susseguono episodi di puro slice of life, esercitazioni e momenti di fanservice sembrano poco funzionali alla trama principale sia della guerra sia degli intrighi. La gestione delle trame sentimentali e dell’harem risulta spesso molto forzata e poco credibile, soprattutto in un contesto apocalittico dove la sopravvivenza dovrebbe rappresentare la priorità assoluta.
Va bene ispirarsi a "Eros e Thanatos" secondo le teorie freudiane come impulsi opposti che animano la vita umana, ma in questo caso accostare la morte documentata in modo anche crudo e la parte sentimentale trattata in modo quasi fanciullesco, ingenuo e poco credibile nelle dinamiche con cui viene costruita fa francamente sorridere e per chi come me si aspetta una serie di guerra con personaggi che affrontano la disperazione e la lotta come dei giovani adulti con riflessioni mature sulla caducità della vita, l'ingiustizia e il destino avverso. I personaggi sviluppano nelle esercitazioni e negli episodi di combattimento delle dinamiche interazionali da adolescenti nell'affrontare le difficoltà e la morte, confondendo la realtà col videogioco.
Un discorso a parte, ma che si collega a quanto scritto fino ad ora, meriterebbe l'ampia presenza del fanservice. Lungi da me scrivere reprimende moralistiche ma sotto questo aspetto vedere un militare, pilota di mecha che affronta la morte in modo anche sprezzante e spaccone (tipico stile shounen), che si imbarazza a vedere una splendida ragazza nuda o in succinti costumi da mare è a dir poco offensivo per l'intelligenza per lo spettatore, facendo scadere la serie nel trash di certi b-movie degli anni 70-80 del secolo scorso. Già l'avvenenza delle molte protagoniste è ampliamente sottolineata da tutine superaderenti, abbigliamenti discutibili, cui si aggiungono anche situazioni imbarazzanti e gag più o meno comiche comiche tipiche degli anime harem/ecchi ma questo eccesso gestito lungo tutti i 24 episodi rovina il tono generale della serie e ne spezza il ritmo con momenti di leggerezza superficiale che risultano più un espediente commerciale che una scelta artistica consapevole.
In definitiva, "Total Eclipse" rappresenta una serie che può appassionare gli estimatori di mecha/war anime in cerca di una prospettiva diversa sulla guerra e sulle dinamiche internazionali ma che delude coloro che cercano una narrazione più matura, coesa e priva dei soliti cliché da otaku che la sviliscono e in definitiva la fanno "eclissare" senza anche un vero finale degno di nota nell'oblio della memoria di tante altre serie con cui condivide lo spirito della "occasione fallita".
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