Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata alle recensioni su anime e manga, realizzate degli utenti di AnimeClick.it.

All'indomani della festa degli innamorati non si poteva che realizzare un appuntamento con opere a tematica sentimentale: Honey & Clover, Asatte no houkou e Il poema del vento e degli alberi.

Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.


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10.0/10
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"Honey&Clover" narra le vicissitudini di un gruppo di studenti presso un istituto d'arte. Una delle caratteristiche migliori di quest'anime credo sia la dolcezza. I sentimenti dei protagonisti sono sempre tenui e velati, non strabordano mai in passioni forti. L'amore, uno dei temi portanti - seppure non il principale -, non è quell'amore rappresentato in maniera superficiale e monocromatica che facilmente può essere individuato in altre opere. E' e rimane per tutta la narrazione un sentimento tenero, che ancora non è riuscito a emergere in tutta la sua potenza, un frutto acerbo che ha bisogno di maturare. Personanggi come Takemoto e Yamada vivono profondamente quest'emozione, ma la sentono soprattutto con sofferenza e incertezza. D'altronde non potrebbe essere altrimenti dato che i personaggi non hanno una psicologia ben definita, ma quest'ultima è in continua evoluzione e progredisce insieme alla loro maturità.

Interessante è l'uso dell'ellissi temporale che in questo caso risulta una tecnica efficace: soltanto gli avvenimenti principali trovano spazio nella narrazione riducendo il tutto alla descrizione pura ed essenziale degli episodi più significativi. Proprio per questo l'arco di tempo entro cui la storia si svolge è vasto, ma nonostante ciò degli anni che trascorrono sono presi in considerazione relativamente pochi attimi. Ogni singolo istante analizzato diviene così prezioso e irripetibile, quasi sfuggente nel rapido fluire degli anni, come a voler sottolineare la fugacità del tempo di cui alla fine rimarrà soltanto un dolce ricordo. In contrapposizione a questa velocità è da evidenziare invece la lentezza e i continui indugi descrittivi con cui gli attimi sono sviluppati, due tendenze esattamente opposte ma con un buon risultato finale.
Da menzionare il realismo spesso melanconico che attrae lo spettatore in un'atmosfera che risulterebbe forse un po' troppo pesante se non fosse per gli interventi comici che smorzano i toni - esilaranti le scene in cui appare Morita. Esso si snoda attraverso le problematiche che i giovani sono costretti ad affrontare oggi: dubbi sulla carriera da intraprendere, difficoltà nelle relazioni familiari e nei rapporti con la società. Un realismo la cui amarezza può essere superata grazie all'impegno e all'amicizia, in cui i personaggi non hanno ancora imparato a camminare da soli ma supportandosi cercano comunque di reggersi in piedi per compiere il primo passo verso il futuro.

Chiunque veda quest'anime, in particolare gli adolescenti, avrà sicuramente il piacere di rispecchiarsi un po' in ciascun protagonista. Gli sfondi sono per lo più semplici mentre il character design si avvale di corpi dalle forme morbide senza linee spigolose con particolare attenzione all'espressività dello sguardo. Molto bella inoltre l'idea d'inserire una particolare canzone come accompagnamento nei momenti clou di ciascun episodio. In conclusione non riesco a proprio a pensare a giudizi negativi: trovo che "Honey & Clover" sia un anime ottimo sotto tutti i punti di vista per il quale 10 è un voto appropriato.



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Quale periodo, nella vita di un essere umano, può essere considerato migliore? Difficile dirlo.
E' risaputo, infatti, che uno dei desideri più ricorrenti in un bambino è quello di diventare un adulto; al contrario, uno dei desideri di una persona adulta è quello di tornare a essere un bambino. Insomma si è sempre, in un modo o nell'altro, insoddisfatti dei propri anni credendo, spesso a torto, che l'appartenere a una fascia d'età diversa comporterebbe la soluzione automatica e immediata di tutti i propri problemi. I più giovani, in particolare, aspirano all'indipendenza; i più anziani, invece, rimpiangono gli anni in cui potevano perdersi nei propri giochi sicuri della protezione di qualcun altro. In "Asatte no Houku", quest'utopia non resterà solo un desiderio irrealizzabile, ma si trasformerà in un'improbabile realtà.

Karada Iokawa è una ragazzina di dodici anni la cui maggiore preoccupazione è quella di non diventare un peso per il fratello che, dopo la morte dei genitori, si è dovuto occupare da solo di lei.
Shoko Nogami è, invece, una ragazza di 24 anni che vive nel rimpianto di un amore del suo passato: il suo ragazzo, infatti, costretto a partire improvvisamente a seguito della scomparsa dei suoi genitori, inspiegabilmente non tornerà più ma, anzi, si congederà da lei attraverso una semplice cartolina. Nel tentativo di superare un dolore che la sta macerando, deciderà di ricominciare tutto daccapo e rimettere finalmente ordine alla sua vita.
Inutile aggiungere che il "responsabile" di questi due diversi stati d'animo è la stessa persona: Hiro, il protagonista maschile, fratello di Karada ed ex fidanzato di Shoko. Nel corso degli episodi costui si dimostrerà essere un vero e proprio guscio vuoto, incapace di affrontare i problemi e perennemente irrisoluto.
Il suo comportamento apatico sarà causa di dolore o preoccupazione per le due ragazze che, seppur per motivi opposti, finiranno per desiderare di avere l'una l'età dell'altra; e questo desiderio finisce puntualmente per realizzarsi.

"Asatte no Houku" è, nel complesso, un anime molto ben costruito in cui è la componente psicologica a svolgere un ruolo predominante: ogni singolo personaggio ha, infatti, degli standard di comportamento ben definiti che lo caratterizzano e un suo modo di perdersi in mille riflessioni a cui nemmeno lo spettatore riesce a sottrarsi. Molto meno intrigante è, invece, il presupposto magico alla base dell'opera: niente di originale, la cinematografia internazionale è piena di film di questo genere.
Il pregio maggiore che ho rilevato in quest'anime è che esso rappresenta la dimostrazione che fratello e sorella possono benissimo convivere senza innamorarsi, perfino se non hanno legami di sangue. Sembrerà strano leggere una considerazione del genere ma dopo aver visto così tanti titoli basati su questo amore tra fratello e sorella sembra quasi che ciò, per il mangaka giapponese medio, sia addirittura inconcepibile.
Il suo difetto maggiore, invece, è la sua discontinuità nell'intrattenimento dello spettatore: gli episodi centrali, in particolare, sono davvero di una noia mortale. Fortunatamente, però, questi non sono poi così tanti e la pazienza viene ricompensata da un finale da dieci e lode.
In definitiva do una buona valutazione a questo titolo: non è di certo un capolavoro, ma vale sicuramente la pena dargli un occhiata anche perché, in alcuni tratti, vengono raggiunte vette di assoluta eccellenza.



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<b>**** ATTENZIONE! CONTIENE NUMEROSI SPOILER ****</b>

Difficile, davvero, recensire questo film, per molti motivi.
Intanto, è piuttosto vecchiotto, e quindi i disegni soffrono di una certa patina di antichità, che però può facilmente essere superata, specie da chi ama un certo gusto un po' rétro. Del resto, le animazioni sono pregevoli, e ciò contribuisce a rendere il tutto molto più godibile.
Stiamo parlando quasi di archeologia omoerotica, visto che il manga da cui è stato tratto risale alla metà degli anni '70. Non ho letto il fumetto, né ho intenzione di farlo, quindi non posso dire se questo anime sia stato o meno purgato nelle rappresentazioni più scabrose. Di fatto, più che descrivere, accenna, visto che le scene di sesso, pur presenti, non sono mai sguaiate, e forse nemmeno del tutto erotiche: sembrano più che altro la descrizione di un accadimento, funzionali alla storia. La quale storia, sì, è raccontata con l'impeto poetico di una tragedia annunciata.
Vediamo dunque l'ingenuo studente Serge arrivare fresco fresco in un nuovo collegio, dove viene messo nella stanza con Gilbert, pecora nera dell'istituto. Egli, biondo efebo di sregolata peccaminosità, sembra passare tutto il suo tempo saltando da un letto all'altro. Letti di altri uomini, beninteso. Ben presto, cerca di attrarre a sé anche Serge, il quale pare cadere vittima del suo incantesimo e tentennare, seppur frenato dal proprio profondo perbenismo. Di certo, conduce una difesa appassionata del suo compagno di stanza contro i compagni di scuola, che lo disprezzano profondamente, ma che spesso non si esimono dallo sfruttarlo per il proprio piacere.

Quella che, a prima vista, traspare dalla visione, è una denuncia dell'ipocrisia del mondo, che condanna il diverso ma che non esita a farne uso per il proprio tornaconto, pur schernendolo.
In principio, il personaggio di Gilbert non suscita soverchia simpatia. Ci si domanda perché sia così respingente, e come e perché possa essere così assatanato. La risposta si ottiene fra le righe, quando scopriamo che è stato ed è vittima di pederasti che lo sfruttano per il proprio piacere senza curarsi dei suoi sentimenti.
L'anime non offre speranza, per la sua situazione. Si intuisce che Serge, pur avendo sofferto di una momentanea sbandata, proseguirà con successo negli studi e nella vita. Di Gilbert non ci è dato sapere di preciso cosa accadrà, ma gli indizi che ci vengono dati non fanno sperare per il meglio. E' una vittima, semplicemente.
Tutto l'anime è pervaso da una malinconia cupa, da un senso di pesantezza che è impossibile scrollarsi di dosso. Più che un poema, è una tragedia. Eppure, viene descritta con tocco di ali di farfalla, accennando, suggerendo, sussurrando.
E' pur vero che ci sono un paio di scene piuttosto forti, considerata l'epoca. Si vede un rapporto in cui il giovanissimo Gilbert chiede che gli venga fatto del male, si intuisce la sua disperazione per una situazione che forse nemmeno lui capisce. Ma l'autocensura visiva del film copre le parti strategiche con opportuni panni, e mai nulla viene "allo scoperto". Pure i "viaggi mentali" del protagonista, dove lo si vede completamente nudo, sono censurati: l'anoressica figura di Gilbert manca delle parti salienti, come le bambole dei nostri figli. A dire il vero, trovo più sconcio questo espediente della visione di un organo maschile, quanto meno stilizzato. Nella sua lapalissiana mancanza, focalizza l'attenzione proprio su quello che manca… vabbé.

Mi dicono che il manga sia molto più esteso della riduzione animata. Di certo, questa soffre un po' di una mancanza di spiegazioni, di un finale forse un poco affrettato e poco concludente. Un film più lungo, una mezzoretta in più, avrebbe forse potuto sviluppare ancor meglio la psicologia dei personaggi, che rimangono così un po' carenti di spessore. Ma, a ogni modo, la storia ha un senso compiuto.
In definitiva, credo sia un'opera che debba essere vista. Una pietra miliare nel panorama omoerotico degli anime. E anche al di fuori di tale panorama. Semplicemente, deve essere vista. In un modo o nell'altro, non lascerà indifferenti.