Ultimamente mi capita spesso, come immagino succeda ad altrettanti appassionati di anime che seguono la scena da un po' di tempo, di chiedermi: "Caspita, è già passato così tanto dall'uscita di questo anime?". Magari si tratta di opere di cui conserviamo ancora un vivido ricordo, come se le avessimo guardate una settimana fa. Opere alle quali, su due piedi, daremmo massimo cinque, sei anni di età. Eppure può bastare una manciata di click a lasciarci magari più spiazzati di quanto immaginassimo, a ricordarci che il tempo scorre proprio per tutti, anche per i nostri amati cartoni animati giapponesi. La stessa aria di revival che sentiamo provenire dal Giappone, con una certa insistenza negli ultimi anni, sta favorendo questo nostro rivolgerci con la mente passato: i ritorni annunciati di brand come FLCLFull Metal Panic, Guru Guru, Code Geass, LoGH, ci hanno già regalato qualche brivido di eccitazione, ma anche di malinconia. 
Indubbiamente dieci anni fa era diverso anche il nostro modo di fruire gli anime: il fansub amatoriale era in piena espansione, e alla televisione si poteva ancora fare abbastanza affidamento. Per chi, già allora, aveva avuto modo di seguire in simultanea l'avvicendarsi dei palinsesti stagionali giapponesi, questa rubrica avrà un retrogusto parecchio nostalgico, mentre per i neofiti, ma in generale per tutti, servirà da occasione per andare alla (ri)scoperta di "nuove vecchie opere" meritevoli di visione, talvolta finite fin troppo presto nel dimenticatoio. È opportuno premettere che il senso di questi articoli non si ridurrà ad un confronto del tipo "anime di oggi VS anime di ieri", cosa impraticabile e inopportuna se non in ambito prettamente statistico; sarà piuttosto anche quello di fornire un'idea dell'evoluzione dell'industria e dei trend dell'animazione giapponese nel corso degli anni.

Detto ciò, la retrospettiva avanzerà in modo speculare ai giorni nostri. Si parte dunque dalla primavera del 2007, e lo si fa subito col botto, trattandosi non certo di una stagione dimenticabile (come avrete già potuto intuire dalla copertina); un anno che d'altronde coincide, per il Giappone, con una fase di passaggio, e di ripresa (sebbene effimera) dopo un lungo periodo di deflazione economica, malgrado la produzione animata non ne stesse risentendo più di tanto (si registra proprio l'anno precedente il primo importante picco in termini di uscite televisive). Rispetto all'incredibile 2006 dei record però, il 2007 fa registrare una prima lieve contrazione del mercato degli anime, sia in patria che all'estero. Qualitativamente parlando, se l'inverno si era lasciato alle spalle discreto bilancio, non sprovvisto di proposte considerevoli (Nodame Cantabile, Afro Samurai, Shoujo Cosette ecc.), ma neppure indimenticabile, ben più succoso si sarebbe prospettato il nuovo palinsesto in entrata.
 



Questa stagione, come da tradizione la più ricca, propone ben 54 delle oltre 140 uscite annuali, garantendo una ottima varietà, con riguardo particolare al genere sci-fi. Primo della lista per popolarità, nonché tra i primi ad andare in onda (su TV Tokyo, il 1 Aprile), è la serie originale in 27 episodi Tengen Toppa Gurren Lagann, memorabile debutto di Hiroyuki Imaishi come series director, e a detta di molti, il vero canto del cigno di Gainax: l'opera dello studio di Tokyo, divenuta iconica degli anni Duemila un po' come lo fu Evangelion per il decennio novantino (e oltre), è annoverata come una scanzonata rivisitazione del genere super-robotico, forte di un citazionismo e di un setting per certi versi ricollegabili al tominiano Xabungle, ma senz'altro a suo modo innovativa e dotata di grande personalità (e di grandi personalità, vedi personaggi come Kamina, divenuto esso stesso icona degli anime);
realizzato da un folto staff comprendente cinque sceneggiatori, oltre venti sakkan ed altrettanti registi di episodi (tra cui Osamu Kobayashi, artefice dell'assai controverso episodio 4), Gurren Lagann si rivela esemplare anche sul versante audiovisivo, estremamente variegato e perfettamente funzionale all'esplosiva regia di Imaishi, quest'ultimo premiato dalla critica insieme al character designer Atsushi Nishigori.
All'anime in sé spetteranno un Excellence Prize al Japan Media Arts Festival e la palma di miglior prodotto televisivo al Tokyo Anime Award, riconoscimenti medesimamente ottenuti da un altro prezioso titolo primaverile, messo in onda a partire da maggio, ovverosia Dennou Coil. Congiunta anch'essa ad un importante debutto registico, quello del già affermato animatore Mitsuo Iso, che ne scrive altresì il soggetto originale per lo studio Madhouse, questa serie in 26 episodi è caratterizzata da un setting immaginario meticolosamente studiato e piuttosto avveniristico, in cui la tecnologia della realtà aumentata, nell'anno 2026, è divenuta ampiamente di uso comune anche tra i bambini, assoluti protagonisti della complessa trama; confezionata da un raffinato comparto animato, alla cui direzione figurano veterani quali Takeshi Honda (anche chara designer) e Toshiyuki Inoue, più un giovane Yoshimi Itazu, sarà inoltre eletta come "miglior media" all'edizione 2008 dei premi Seiun, strettamente dedicati alla fantascienza.
 



Sempre in ambito sci-fi-mistery, ma calati in contesti decisamente più cupi, meritano menzione Darker than Black (Bones, 25 episodi) ed un altro componente della progenie di Evangelion, ossia Bokurano (Gonzo, 24 episodi): il primo, basato su un soggetto di Tensai Okamura (che ne è lo stesso regista) mescola eventi paranormali, combattimenti e atmosfere noir nello scenario di un Giappone alternativo, dove uno strano fenomeno ha privato Tokyo del suo vero cielo. Anche questa serie verrà selezionata al JMA, pur non conseguendo vittorie; sul secondo grava invece un impegnativo compito, quello di replicare su schermo la sconvolgente seconda serie a fumetti di Mohiro Kitou, succeduta al seminale Narutaru, già proposto in forma animata nel 2003 con evidenti limitazioni rispetto al cartaceo.
In effetti il lavoro diretto da Hiroyuki Morita presenta, oltre ad un generale ammorbidimento, una considerevole alterazione del finale, riuscendo nonostante tutto a riproporre le convincenti caratterizzazioni e le dinamiche relazionali dei giovani protagonisti, coinvolti in un enorme tranello mortale.
Nella cospicua offerta fantascientifica di questa stagione si collocano altre interessanti produzioni, come la space opera Terra e..., tratta da un omonimo manga di Keiko Takemiya del 1977, Heroic Age, storia originale di Tou Ubukata (Le Chevalier d'Eon) intrisa di mitologia greca, ed il robotico Kiss Dum: Engage Planet.
 



Anche il filone fantasy propone un buon numero di opzioni, tra le quali è doveroso contraddistinguere Seirei no Moribito, nuova fatica di Kenji Kamiyama, allievo di Mamoru Oshii e ormai pilastro a pieno titolo dello studio Production I.G., reduce dal successo degli Stand Alone Complex. Trasmesso per 26 settimane a partire dal 7 aprile, liberamente ispirato al primo volume di una serie di romanzi di Nahoko Uehashi, l'anime racconta del viaggio dell'abile guerriera Balsa e del giovane ma sfortunato principe Chagum, che la donna è incaricata di proteggere dalle tante forze che vogliono eliminarlo; sceneggiato dallo stesso Kamiyama insieme a quattro assistenti, accompagnato dalle evocative musiche di Kenji Kawai (altra colonna di I.G.), ed impreziosito da un comparto visivo che impressiona, in special modo per le scelte cromatiche, la resa dei paesaggi e i coreografici combattimenti, Moribito s'impone come una delle produzioni più curate dell'intera annata.
Pescato in territorio manga è invece il soggetto alla base di un altro anime fantasy piuttosto conosciuto, trasmesso dal 4 aprile e firmato da studio Madhouse per la regia di Hiroyuki Tanaka, vale a dire Claymore: la trasposizione copre soltanto una parte del fumetto a tinte dark di Norihiro Yagi (allora in prosecuzione) munendosi tuttavia di un proprio esclusivo epilogo, considerato generalmente l'unico anello debole di una trama complessivamente fedele e appassionante.
 



Molti elementi fantastici sono presenti anche in un interessante omaggio al Romeo e Giulietta di Shakespeare (quest'ultimo introdotto fra i personaggi come simpatico cameo), iniziato anch'esso il 4 aprile e condensato in 24 puntate. Prodotto da Gonzo e scritto dalla versatile Reiko YoshidaRomeo x Juliet chiaramente non aspira ad essere ricordato come uno scrupoloso rifacimento del classico shakespeariano, di fatto reinventato a più riprese; riesce comunque, in primo luogo come connubio tra love story, fantasy e azione, a raccogliere i favori della critica, che ne approva in coro anche l'elegante veste grafica e la colonna sonora, composta da Hitoshi Sakimoto ed eseguita dalla Eminence Symphony Orchestra.
Un'altra storia romantica, come recita il sottotitolo italiano, è quella di Emma, la cameriera di umili origini di cui seguiamo le vicende amorose nel seinen omonimo della apprezzata mangaka Kaoru Mori: dopo un'attesa di due anni dovuta alle difficoltà economiche dello studio Pierrot, questo apprezzabile costume drama di ambientazione vittoriana riprende piede dal 17 aprile con il secondo e conclusivo atto, diretto ancora da Tsuneo Kobayashi, stavolta presso lo studio Ajia-Do.
Ancora nel versante sentimentale, ma sullo stampo classico della commedia scolastica, si colloca uno dei prodotti più amati della sua categoria, basato su un premiato shoujo manga di Aya NakaharaLovely Complex. Elogiato per la grande espressività del chara-design, l'innata simpatia della coppia protagonista e i perfetti tempi comici, LoveCom ha anche la peculiarità di essere doppiato pressoché interamente in Kansai-ben (dialetto ascoltabile, solitamente, in casi specifici).
Sempre a proposito di cartoni dalla gag facile, a inizio aprile prende il via il primo tassello televisivo del fortunato franchise Hayate no Gotoku. A questo iniziale adattamento in 52 puntate dello shonen manga harem/parodistico di Kenjiro Hata, seguiranno ben tre nuove serie TV, due OAV, un film, una light novel e perfino un live-action drama.
 



A risaltare maggiormente tra le new entry di impianto comico è però LuckyStar, altro grande successo di vendite per Kyoto Animation dopo il cruciale Suzumiya Haruhi no Yuutsu, nonché seconda serie più venduta dell'anno. Diretta dapprima da Yutaka Yamamoto, poi sostituito (perché giudicato inadeguato al ruolo di series director) da Yasuhiro Takemoto, questa strampalata commedia strutturata in sketch di varia durata (la cui fonte è un fumetto yonkoma), costellata da battute improbabili e citazioni spesso dissacranti, segue le vicende quotidiane di un gruppo di compagne di scuola, fra le quali spicca la figura di Izumi Konata, iperbolica caricatura al femminile dell'otaku medio.
Si può affermare che il fenomeno Lucky★Star abbia dato una forte e decisiva spinta a un sottogenere incluso in quel filone spesso indicato dal fandom come CGDCT (cute girls doing cute things) - una strada già percorsa da Shaft e Ufotable quell'inverno, rispettivamente con Hidamari Sketch e Manabi Straight, e che era stata tracciata qualche anno addietro dagli "antesignani" Azumanga Daiou e Ichigo Mashimaro.
Punta invece a commuovere Kaze no Shoujo Emily, approdato il 7 aprile sulla rete NHK, basato sul romanzo Emily della Luna Nuova di Lucy Montgomery (Anna dai capelli rossi), inteso a riportare in auge, sulla scia del sopracitato Shoujo Cosette, i dettami del meisaku nella sua forma più tradizionale, mancato dagli schermi per circa un decennio;
Emily è una delle due novità previste per quest'anno nel catalogo di TMS Entertainment: l'altra è il debutto del brand Bakugan Battle Brawlers, sorta di ibrido tra Pokémon e Yu-Gi-Oh!, che riscuoterà un certo seguito tra i ragazzini anche a livello internazionale.
 



Per concludere il discorso sulle serie in formato canonico, ecco un paio di nomi decisamente poco noti, ma che ritengo degni di considerazione: la prima menzione va ai 26 episodi di El Cazador de la Bruja, storia d'avventura e di formazione che strizza l'occhio ai road movie e agli spaghetti western, targata dalla Bee Train di Noir e Madlax, dei quali viene rinnovata la formula "ragazze carine con le pistole", oltre alla partecipazione di vari membri dello staff, come il regista Koichi Mashimo e la musicista Yuki Kajiura, qui artefice di alcune delle sue migliori composizioni;
l'altro cenno va a un'idea concepita inizialmente per il teatro, poi riadattata in un drama, e infine come fumetto e cartone: Ooedo Rocket (Madhouse, 26 ep.) è ambientato in una pittoresca Edo immaginaria del 1842, in cui lo shogun ha posto il divieto su qualsiasi forma d'intrattenimento, compresi gli spettacoli pirotecnici. Ma il giovane Seikichi, un costruttore di fuochi d'artificio, farà di tutto per realizzarne uno in grado di inviare sulla Luna una misteriosa ragazza comparsa in città;
la mescolanza di generi e toni, il tipo di scenario e i frequenti anacronismi e riferimenti che irrompono nello screenplay, lo rendono accostabile a cose come Gintama (nel frattempo in prosecuzione) e Samurai Champloo.
 



Chiudiamo questa panoramica primaverile con una speciale antologia di quindici cortometraggi della sola durata di un minuto, inizialmente ripartiti in tre stagioni e destinati a ruotare come semplici intermezzi all'interno della regolare programmazione di NHK, per poi essere successivamente pubblicati in toto sul sito ufficiale dell'emittente: Ani*Kuri15 (abbreviativo di anime creators15) è un progetto che coinvolge sette diversi studi d'animazione, a supporto di ben sedici tra i più affermati registi del settore, che nel riuscire a condensare in tempi così ridotti la propria poetica, rendono tale showcase artistico ancora più singolare e degno di nota.
Tra i kantoku più illustri di questa stellare formazione, troviamo Mahiro Maeda (Onmitsu Hime), Shouji Kawamori (Project Omega), Mamoru Oshii (Project Mermaid), Makoto Shinkai (Neko no Shuukai), Michael Arias (Okkakekko), ma soprattutto Satoshi Kon, che con Ohayou, non a caso uno dei segmenti più ispirati della raccolta, ci consegna quello che sarà tristemente ricordato come l'ultimo anime portato a compimento nella sua radiosa carriera.
 



E voi quali serie della primavera 2007 avete guardato, quali di esse vi provocano più nostalgia? Quali di queste non conoscevate, ma vorreste recuperare? 
Ricordiamo che per questione di praticità si è preferito non trattare le produzioni in singoli episodi incluse le uscite cinematografiche (saranno eventualmente trattate a parte), inoltre, per una panoramica completa, comprensiva delle uscite non presentate in questo resoconto, vi invitiamo a consultare l'apposita lista tramite il link sottostante:

LISTONE ANIME PRIMAVERA 2007