Quando Tokimeki Tonight ("Stanotte ho il batticuore", noto in Italia anche come Batticuore notturno o Ransie la strega) di Koi Ikeno fa la sua comparsa sulle pagine della rivista shoujo Ribon di Shueisha è l'estate del 1982, e il successo è immediato.
Era cominciata una nuova era per gli shoujo manga, più orientati verso commedie che narrassero la vita delle ragazze di tutti i giorni, la scuola, i timidi primi amori, i litigi coi genitori, piuttosto che di grandi feuilleton ambientati in epoche e paesi lontani. Perciò, colpisce immediatamente le lettrici la storia della giovane Ranze Etoh (chiamata così perché assonante con "Étranger"), ragazza impacciata alle prese col suo primo amore verso il bello e scostante Shun Makabe che deve anche fare i conti con la tragicomica rivale Yoko Kamiya, con la sua natura di essere sovrannaturale, con i suoi poteri che la fanno trasformare in qualsiasi cosa o persona morda e con l'opposizione dei suoi genitori vampiro e donna lupo che non vedono di buon occhio le relazioni tra una creatura fantastica e un umano e vorrebbero appiopparla al principe del regno magico da cui provengono. Merito dello stile dell'autrice, che con molta spigliatezza si barcamena tra commedia, romanticismo, dramma, umorismo e tanta fantasia.
Il successo del manga è tale che l'adattamento animato viene immediatamente messo in cantiere, prodotto da Group Tac, e fa il suo debutto pochissimi mesi dopo, dal 7 ottobre 1982, su Nippon Television. Il periodo è quello giusto, del resto tra il 1981 e il 1983 in Giappone ci si renderà conto che le commedie incentrate su una protagonista femminile sono un genere particolarmente di successo e se ne produrranno molte, adattando in animazione molti manga del genere, come appunto questo, ma anche Uruseiyatsura, Dr. Slump e Arale, Pollon, Nanako SOS.
 
Ransie la strega - Locandina dell'anime

La produzione di un anime a distanza così ravvicinata dall'inizio del manga è sì indice del successo di quest'ultimo, ma non aiuta granché la realizzazione del cartone animato, che si trova immediatamente ad affrontare problemi organizzativi di vario tipo. Uno fra tutti, il manga è stato pubblicato in estate e quindi è estate anche nella storia, con importanti snodi della storia che hanno a che fare con ritiri estivi e gite al mare, ma l'anime è iniziato a ottobre, non si può mica mostrare l'estate sullo schermo, giusto?
Gli episodi del manga da cui attingere sono pochissimi, e quei pochi che ci sono magari non si possono nemmeno usare allo stesso modo perché la stagione è diversa, perciò allo staff dell'anime non resta che inventare innumerevoli episodi riempitivi, in realtà abbastanza fedeli al tipo di umorismo presente nei primi episodi del fumetto, e poi riallacciarsi a quest'ultimo quando possibile (non più di una decina di episodi sui 34 totali saranno tratti dal manga).
 
Ransie la strega

Il risultato è un anime estremamente differente dal manga, del quale mantiene la premessa della storia e i personaggi del cast iniziale, ma ne inventa anche di altri, gli fa vivere diverse avventure anche carine e spassose ma che non modificano (perché non possono farlo) lo status quo degli eventi né portano ad avanzamenti della trama.
Lo stile dei disegni è molto simile a quello iniziale di Koi Ikeno, mentre a livello tecnico non presenta nulla di speciale, con colori non particolarmente vivaci e palette che rendono i personaggi a volte anche irriconoscibili da quelli del manga (vedi Aaron, che nel manga è ritratto come un bel ragazzo biondo coi boccoli mentre nell'anime ha i capelli scuri e uno sguardo arcigno che lo rende tutt'altro personaggio). Gli autori dell'anime si divertono a inventare episodi autoconclusivi che spaziano dal romantico all'assurdo, dalla fantascienza alla parodia di film famosi dell'epoca (quando hai il coprotagonista maschile che fa pugilato non puoi esimerti dal fare la parodia di una certa saga cinematografica il cui terzo episodio pochi mesi prima aveva conquistato anche le sale giapponesi). Il ritmo della comicità è buono, gli episodi sono leggeri e divertenti e la visione comunque scorre, anche se diversissima dalla storia del manga.
 
Ransie la strega 2

Il cast dei doppiatori è formato da voci famose dell'epoca. Ranze ha la voce di Eriko Hara (Hikaru di Orange Road, Unazuki di Sailor Moon, Ayako di Slam Dunk). Shun è Yu Mizushima, ed è assolutamente profetico che a doppiarlo sia lui, colui che darà la voce a tutti i futuri coprotagonisti maschili delle maghette dello Studio Pierrot, contando anche che alcuni di essi, come Riki di Mahou no yousei Persha e soprattutto Sho di Mahou no star Magical Emi (pugile in erba anche lui), sono palesemente ispirati a livello grafico dal personaggio creato da Koi Ikeno. Yoko è Miina Tominaga (Karin di DNA2, Maam della vecchia serie di Dai no daibouken, Persha di Mahou no yousei Persha, Noa di Patlabor, Yuka di Touch). Aaron è Hirotaka Suzuoki (Tenshinhan di Dragon Ball, Krauser di Fatal Fury 2, Kuno di Ranma ½, Shiryu di Saint Seiya). Sono, inoltre, presenti moltissime altre voci note come quelle di Junpei Takiguchi, Hideyuki Tanaka, Kenichi Ogata, Kohei Miyauchi, Shigeru Chiba, Tessho Genda, Daisuke Gouri e Rika Fukami.
 

Le due sigle, entrambe interpretate da Harumi Kamo, sono molto particolari. La opening "Tokimeki Tonight" è un brano ritmatissimo, che parte come un pezzo latino-americano e poi via via si trasforma in una canzone più romantica, per poi tornare a farsi ritmato, allegro e assurdo nell'ultima parte, ma è la ending "Super Love Lotion" il vero fiore all'occhiello della serie.
Un brano con un ritmo da discoteca, estremamente moderno per l'anno d'uscita, cantato da una voce dal tono sensuale, accattivante e difficilissimo da fare uscire dalla testa, così come indimenticabile è il conturbante video ad esso associato, che a pensarci oggi decisamente stupisce: è l'adattamento animato di un manga per ragazze, che casomai sarebbero più interessate a vedere le grazie di Shun piuttosto che quelle di Ranze, eppure la ending non fa altro che mostrarci lei che balla nuda, coperta solo da un mantello che genera uno stuzzicante effetto vedo-non vedo.
Una ending che sembra quasi fuori posto in un anime del genere, eppure è diventata la carta vincente per farlo ricordare, tanto più che viene parodiata più volte all'interno degli episodi, fino ad arrivare alla comicità più totale dell'ultimo episodio, in cui viene usata come sigla di chiusura in una versione speciale dove a ballare nuda coperta da un mantello nero non è solo Ranze ma tutti i personaggi principali della serie: lei, Shun, Yoko, i genitori, il fratellino e il pappagallino di Ranze e persino il padre di Yoko, omone boss della yakuza che è l'ultima persona che ti aspetteresti di vedere in quelle vesti.
 

Nonostante tutto, però, i problemi dell'anime continuano. La fascia oraria scelta, quella del giovedì sera alle sette, non è la collocazione ideale per un cartone animato, in quanto era dalla fine di Tiger Mask negli anni settanta che non ne ospitava uno. Tokimeki Tonight si trova a dover affrontare una concorrenza agguerrita: su Fuji TV alla stessa ora c'è Space Adventure Cobra, su TBS c'è il varietà musicale Parinko Gakuen n° 1, su Tv Tokyo c'è Cybot Robocchi (noto in Italia come Robottino), ma soprattutto c'è l'alta stagione del baseball, che fa saltare all'anime interi mesi di programmazione più varie pause qua e là, per un totale di 13 settimane saltate che fanno sì che i 34 episodi della serie vengano trasmessi in praticamente un anno invece che in circa nove mesi come avrebbero fatto con una programmazione regolare. Nonostante un po' di merchandise e ben due OAV riassuntivi, gli ascolti sono bassi, perciò a settembre del 1983 l'anime viene cancellato senza colpo ferire, dopo aver saltato praticamente due mesi filati di programmazione per via delle partite di baseball, con un ultimo episodio che sembra più una burla che una degna conclusione.
Se il manga, sin dalle sue prime battute, ti mette qua e là piccole pulci nell'orecchio per sviluppare una trama portante che di lì a qualche volume esplode, con un grosso colpo di scena riguardante il principe del regno magico, quello stesso colpo di scena nell'anime viene fatto insinuare, poi smentito con una gag e poi rientra in scena negli ultimissimi secondi del finale, creando così un'ultima puntata che ti mette tanto hype ma che poi fa scoppiare tutto come una bolla di sapone per poi tornare a incuriosirti con un colpo di scena che non verrà mai approfondito in animazione.
 
Ransie la strega 3

L'anime racconta, con svariate differenze, circa due o tre volumetti del manga, che invece avrà ben più fortuna, diventando un longevo caposaldo dello shoujo manga che sarà d'ispirazione per molte future artiste come ad esempio Miho Obana (Kodomo no omocha) o Yuki Urushibara (Mushishi), e trasformandosi in una lunga saga generazionale che andrà avanti sino al 1995 con la sua serie principale di 30 volumi e continua sino ad oggi con vari volumetti speciali, remake e sequel (è da poco uscito il primo volume di Tokimeki Tonight Sorekara, sequel con Ranze quarantenne). L'anime non ci lascia nulla di tutto questo, presentandoci solo una commedia carina ma inconcludente di pochi episodi, che in Giappone non ha lasciato granché il segno, ma in Italia è invece diventata molto famosa, paradossalmente più del manga di cui molti non hanno apprezzato gli sviluppi successivi a quanto narrato nel cartone.
 
Ransie la strega 4

La serie animata di Tokimeki Tonight arrivò in Italia nel corso degli anni ’80, trasmessa da varie emittenti locali e riscosse un grande successo, tanto più che riuscì a scolpirsi nella memoria collettiva di molti (grazie anche alla sigla finale, ammettiamolo!).
Il titolo della serie fu cambiato in Ransie la strega, mantenendo una sorta di assonanza col nome originale della protagonista (che però non è affatto una strega, quanto una bizzarra vampira, abbiamo detto sopra). Peggior fortuna tocca all’ambientazione, che viene tolta al Giappone e a tutti gli altri protagonisti, che si vedono anch’essi privati del loro nome originale. Così il cognome Etoh diventa Lupescu, Shun Makabe diventa Paul Cabor, Yoko e Tamasaburou Kamiya diventano Lisa e Thomas Thompson, Mori Etoh diventa Boris, Rinze diventa Ronnie e così via.
Curiosamente, il Regno Magico viene adattato come L’Inferno, e conseguentemente viene fatto credere, con conseguenze bizzarre nel proseguire degli episodi, che il suo sovrano sia il Diavolo in persona, quando in realtà nella storia originale si tratta soltanto di un semplice sovrano di stampo medievale dotato di poteri magici.
 

La serie, che vede nel cast parecchie voci note del doppiaggio italiano degli anni ’80 come Beatrice Margiotti, Stefano Onofri, Nino Scardina e Francesca Rossiello e vanta una celebre sigla ad opera dei Cavalieri del Re (applicata sui video delle sigle originali), fu replicata parecchie volte su diverse emittenti locali e ha avuto anche un passaggio sui canale satellitari Deakids e Man-Ga, oltre ad essere disponibile in dvd per Yamato Video in due cofanetti, mentre il manga e tutto ciò di relativo alla saga di Tokimeki Tonight che è stato prodotto negli anni (ad eccezione del sequel appena uscito che però siamo certi arriverà in futuro) è stato pubblicato in Italia da Star Comics.

NOTE DELL'AUTORE
Si ringrazia per le informazioni il blog Turtime Machine.